Fabio_AQ ha scritto:Ma facciamo sempre l'esempio di Viadana, una società sicuramente capacissima, con niente storia, un campo da rugby in mezzo al nulla, una manciata di abitanti, circondata da fabbriche e sponsorizzata da un potente gruppo bancario.
Qual'é stato il motivo di ascesa di questa realtà? la tradizione e la passione o la capacità manageriale e la ricca realtà locale?
Ricordo la prima volta che ho giocato a Viadana primi anni '70, serie C, camminare fra i filari di vite per arrivare ad un campo ... di patate. La ... rissa e vittoria a Prato in B, con l'Arix gia come sponsor.
La tradizione è limitata, l'organizzazione e le risorse no!
Fabio_AQ ha scritto:Parliamoci chiaramente, qualche anno fa c'è stata la crisi a L'Aquila, Padova, Rovigo e Roma, poi ci sono state le nuove entrate Venezia e Catania, il Leonessa Brescia... insomma c'era una certa lotta nella bassa classifica. Attualmente le squadre in Top10 si sono tutte rinforzate e è realistico pensare che chiunque dovesse salire dalla A1 difficilmente potrebbe restarci. Per quanto riguarda L'Aquila, potrebbe arrivare penultima o terzultima con grandi sacrifici; la Roma è in difficoltà perché ha il bacino prosciugato dalla Capitolina ormai... il Prato non so come sia messo, ma penso che difficilmente abbia ora come oa 30 atleti professionisti stipendiati e pagati come hanno L'Aquila e Roma. E salire così è dura, a meno che non si possano fare grandi investimenti economici in brevissimo tempo.
Le crisi delle società, a parte Padova che ha una struttura societaria/economica ramificata e radicata nel territorio che non e legata ad un specifico "padrone" o sponsor unico, sono state principalmente economiche. Brescia ha uno scudetto in palmares con la Concordia come sponsor, raccolse i genovani transfughi ... Bollesan e Salsi, Paoletti da Frascati e con degli ottimi locali conquistò uno scudetto. Brescia ha bacino fecondo con tante realtà concentrate ma Calvisano la sta schiacciando. Rovigo nobile tradizione rugbystica con base operaia in decadenza ... economica. Catania baluardo del sud ... con i fondi regionali. Venezia unica forza nuova!
Veniamo alle 3 in lotta ...
Dagli scudetti di Mascioletti, Ghizzoni, Di Carlo, Cucchiella dei primi anni '80, L'Aquila ha sempre sfornato anno dopo anno giocatori di alto livello, solo che con l'avvio del professionismo (leggi Milan anni '90) sono "emigrati". In un altro post parlavo di diaspora aquilana.
Per la Roma concordo a pieno ma il bacino di utenza è vasto ... le realtà molteplici, una politica di alleanze e non di parrocchia potrebbero far salire la Rugby Roma con speranze di restare.
Il Prato non arriva a 10 professionisti e qualche minimo rimborso spese per pochi altri. La previsione di investimenti che possano portare il budget a cifre che almeno si avvicinino ai 9 zeri (il che vorrebbe dire molto più che raddoppiare quanto si riuscirà a racimolare, raschiando il barile, a fine stagione) è assolutamente non realistica.
Fabio_AQ ha scritto: Poi per rispondere anche a un punto di Brunina, anche se personalmente gradirei che giocassero soprattutto italiani, in Italia va il calcio e non ci sono atleti sufficienti per reggere una serie superiore. In Top10 ogni squadra ha una decina di elementi argentini\tongani e via dicendo... senza i quali non si va da nessuna parte... perché gli italiani forti li hanno presi in Francia e Inghilterra oppure nelle squadre di vertice (Benetton, Viadana e Calvisano). Per quanto posso dire io, non mi sembrano prefessionali prato, roma e nemmeno l'aquila... come non lo è catania, e infatti sta per retrocedere e nemmeno tanto rovigo. Per me essere professionali significa avvicinarsi al modello di rugb all'inglese, con valorizzazione del vivaio, allenamenti di reparto e bilancio controllato... in Italia piano piano ci si arriverà.
Il rugby è cresciuto ma non è radicato se non in poche realtà locali. La mia opinione e che per crescere si deve aumentare contemporaneamente lo spettacolo e la base. L'unico modo, a breve, sono le franchigie per l'alto livello ed il lavoro capillare nelle scuole con accademie regionali per i giovani di livello.