SilverShadow ha scritto: 12 feb 2022, 14:53
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Rugby, Sergio Parisse mette il ritiro in stand-by: "Il Covid mi ha regalato una seconda giovinezza"
di Massimo Calandri
A 38 anni e mezzo potrebbe tornare a indossare la maglia azzurra, mentre sta seriamente valutando se allungare la carriera di una stagione ancora. "Col primo lockdown mi sono fermato 4-5 mesi di fila. Per tutto quel periodo non ho più preso colpi. Il corpo ha potuto finalmente recuperare. In Nazionale ci sono i presupposti per essere ottimisti, mi piace la strada intrapresa. Ma ora serve vincere"
12 FEBBRAIO 2022
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TOLONE - "Il Covid è come se mi avesse regalato una seconda giovinezza", racconta Sergio Parisse. Che a 38 anni e mezzo potrebbe tornare a indossare la maglia azzurra tra qualche settimana (l'ultima volta è stato ai mondiali giapponesi del 2019), mentre sta seriamente valutando se allungare la carriera di una stagione ancora. Storia ovale infinita, cominciata 20 anni fa esordendo ad Hamilton contro gli All Blacks: 142 presenze in Nazionale, 3 coi Barbarians, 2 scudetti e una Challenge Cup vinti a Parigi con lo Stade Français, prima ancora 2 titoli italiani con Treviso. Oggi è protagonista a Tolone, superclub che lo ha scelto come atleta-immagine e potrebbe schierarlo nel prestigioso Top14 fino al 2023, a quasi 40 anni.
Sì, ma cosa c'entra in tutto questo il Covid?
"Col primo lockdown mi sono fermato 4-5 mesi di fila. Mi allenavo ogni giorno, ma niente placcaggi, percussioni, né mischie. Per tutto quel periodo non ho più preso colpi. Il corpo ha potuto recuperare, finalmente".
A livello internazionale lo stress fisico è incredibile.
"Ne abbiamo parlato coi responsabili di World Rugby: 4-5 settimane di vacanza all'anno sono troppo poche".
Parisse si ritira nel 2021, dicevano. Poi l'appuntamento è slittato a quest'estate. E ora?
"Io non ho mai indicato nessuna data. Potrebbe succedere tra qualche mese, ma anche tra un anno. O due. Ho una gran voglia di giocare, mentalmente sono motivato. Devo ascoltare il mio corpo: per ora mi rimanda belle sensazioni, vedremo più in là".
E' pronto per un clamoroso ritorno in azzurro?
"Avevo iniziato il campionato francese alla grande. Poi, la rottura dello scafoide: 9 settimane fuori. Sono tornato in campo, ma per via contagi hanno rinviato tante partite: mi manca il ritmo, devo fare minutaggio, non sarei stato pronto per le prime due partite del Sei Nazioni. Giustamente, il ct Crowley sceglie quelli più in forma".
Allora potrebbe giocare a fine mese in Irlanda. O a metà marzo: con la Scozia all'Olimpico, poi a Cardiff.
"Per scaramanzia, non dico quando. Di sicuro dovrò essere in forma".
A Parigi un'Italia giovane e coraggiosa ha fatto molto bene. Per mezz'ora. Poi la Francia ci ha rifilato quasi 30 punti di scarto.
"In Nazionale c'è stato un grande cambio generazionale: ho visto dei talenti, anche nelle Under. Il gioco è incoraggiante. Ci sono i presupposti per essere ottimisti, mi piace la strada intrapresa. Però manca la cosa più importante".
Cosa?
"Vincere. Servono i risultati, e servono ora. Coi buoni propositi non andiamo da nessuna parte. Non possiamo più permetterci di continuare così. Costruiamo il futuro, d'accordo: ma pensiamo anche al presente".
Però questo è il Sei Nazioni dal livello qualitativo più alto di sempre: almeno tre squadre oggi valgono il titolo mondiale.
"Io mi auguro che l'Italia possa comunque vincere una partita. Anche due".
Domenica a Roma c'è l'Inghilterra, che solo 3 mesi fa ha battuto gli Springboks.
"Nel gruppo azzurro si respira un'aria buona. Tanti ragazzi in gamba che si prendono delle responsabilità, un capitano di 23 anni. Garbisi e Mori ricevono complimenti tutti i fine-settimana, nel campionato francese. Ma nel Sei Nazioni bisogna alzare molto più l'asticella, rispetto al club: l'impegno fisico e mentale è grandissimo. Impareranno. L'importante è che scendano sempre in campo per vincere, non importa l'avversario".
Chi se lo prende questo Sei Nazioni?
"Francia e Irlanda sono favorite, l'Inghilterra è sempre lì. Il Galles rinasce quando lo dai per spacciato, la Scozia può battere tutti".
Domani Italia-Inghilterra se la vede dal divano, a Tolone. Ma con l'Irlanda...
"Chissà".
E se continua fino al 2023, c'è tempo anche di partecipare ad un altro mondiale: sarebbe il sesto. Da non crederci.
"Non dico per scaramanzia se rientro nelle prossimi giorni, figuriamoci se parlo di quello che accadrà tra un anno e mezzo".
Quando smette allenerà l'Italia?
"In Francia ho cominciato il mio percorso da allenatore a giugno, nel gennaio 2023 avrò l'esame per il patentino. Nel mio club sono responsabile delle rimesse laterali e mi occupo degli avanti: non sono ancora un tecnico, ma ho un ruolo decisionale e mi sto avvicinando a quel mondo. Qui a Tolone vorrebbero restassi a lungo, deciderò quando sarà il momento. Di sicuro non voglio dire basta e subito prendere un ruolo di grande responsabilità in Italia. Intendiamoci: a me le grandi responsabilità piacciono, ma credo si debba fare prima un percorso. Senza bruciare le tappe. E poi, c'è tempo (ride): sono tornato giovane".