sentiamo le proposte

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

Moderatore: Emy77

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GiorgioXT
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Re: sentiamo le proposte

Messaggio da GiorgioXT »

Touch oppure no, non e' assolutamente il problema . Prima di tutto dobbiamo farlo conoscere il nostro sport
se pensiamo che perfino a Padova , Rovigo o Treviso negli ipermercat trovi i palloni dabasket volley e anche da
football NFL ... ne abbiamo di strada da fare prima di pensare al seven!
Alucard
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Re: sentiamo le proposte

Messaggio da Alucard »

JosephK. ha scritto:
Alucard ha scritto:
JosephK. ha scritto:
luqa ha scritto: Non si vuole il touch ...roba da "froci" o pseudo league?
Non si vuole il seven ... troopo diverso per requisiti tecnico-tattici (però sport oliimpico e su questo il CONI ci arriverà prima o poi)?
Adottiamo le norem delle partite "old": se si scelgono perché i "vecchietti che restano bimbi" non si facciano malem forse per i "bimbi che vogliono diventare grandi" potranno andare bene ugualmente.
Io concordo con l'approccio di Luqa e Diddi: per le scuole di ordine più basso, per iniziare a famigliarizzare con i fondamentali, va benissimo il touch. Che tra l'altro è divertente e se avessero previsto anche l'uso del piede (mi chiedo da sempre perché nelle regole del touch non ci sia...) sarebbe sato un surrogato ancora più degno del rugby "vero".

Altro elemento importante su cui vedo che anche la IRB a maggio discuterà: il "chilaggio" e il rugby moderno superpanzer e superpalestrato (con il correlato di infortuni in aumento), presente anche nelle categorie più basse, non invoglia tutti ad avvicinarsi e a continuare a giocare. Anche il rugby chili&urti forse fa perdere qualcosa allo spettacolo (spesso mi trovo a riguardare video anche solo di 15 anni fa, dei gallesi ad esempio: era totalmente un altro mondo, per certi aspetti molto più accessibile al pubblico più vasto, e certamente non meno spettacolare del rugby di oggi, anzi...). E parlo appunto di categorie seniror, figuriamoci nelle giovanili dove qualcunio seleziona solo per i criteri peso-altezza...
per quello c'è il Rugby80, che l'IRB mi sembra(dato che l'avevo sentito dire un po di tempo fa, adesso nn ne sono sicuro) stia promuovendo sopratutto nel sud-est asiatico
Cioè? Sarebbe il rugby riservato agli under 80kg? Farei faville... :) Qualcosa di simile esiste anche da noi? Io non ne ho mai sentito parlare...
si mi sembra che il limite sia 82kg e max 2 giocatori di 87kg, ma credo che in Italia nn ci sia niente del genere...
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diddi
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Re: sentiamo le proposte

Messaggio da diddi »

andrea12 ha scritto:Io, invece, sono molto lontano...
Tu fai molto più di me per la diffusione del rugby, per cui non posso che onorare il tuo lavoro e cogliere dalla tua preziosa esperienza i giusti suggerimenti per ricalibrare le mie opinioni.
Ho notato che partiamo da presupposti diversi:
1) tu ti occupi delle scuole medie superiori, io parlavo di un avviamento anticipato alle elementari per l'esigenza di arrivare presto, prima che i giovani scelgano altre strade senza avere almeno provato il rugby. Da questo deriva...
2) per te è essenziale mantenere il fondamentale del placcaggio mentre io ritengo che in ambito educativo e propedeutico se ne possa fare a meno. Non ho nulla contro il placcaggio e mi sta bene che venga eseguito anche in tenera età, mi piacciono i bambini che ruzzolano per terra; ma credo che il rugby, almeno per i bambini delle elementari, debba togliersi di dosso l'aria "machista" che lo circonda, altrimenti non sarà uno sport largamente diffuso. L'uso del touch è una possibile soluzione per ottenere ciò; peraltro condivido in pieno la critica di ale_86 sul touch (sport divertente solo a un livello avanzato di pratica).
3) tu vivi in una dimensione "rurale", io vivo in una grande città, dove le scuole con prati vicini sono una rarità e dove esiste (o perlomeno esisteva) un divieto formalizzato dal Comune (e chiaramente per lo più disatteso) di svolgere attività sportive anche amatoriali al di fuori degli spazi a questo deputati. E' evidente che la carenza di strutture ha un'incidenza diversa da me che non da te.
4) tu consulti e studi i documenti FIR sulla didattica del rugby, io no; il che va chiaramente a tuo vantaggio. Ti sarei grato se potessi illustrarmi il legame tra placcaggio e affettività, che non mi è immediatamente evidente; oppure, spero che mi vorrai dare almeno i riferimenti per trovare i documenti necessari; altrimenti, con un dispendio maggiore di tempo, ci arriverò da solo.

Siamo comunque d'accordo sul fatto che rugby e scuola potrebbero costituire un connubio da cui ambo i termini hanno da guadagnare. Siamo d'accordo anche per quanto riguarda la necessità di affrontare il problema con criterio e razionalità, come tu stai sicuramente facendo nella scuola e nel club in cui operi.

Da ultimo: ti prego, non prendere le critiche come un'offesa. Anche se io ho un'opinione diversa, la tua non deve uscirne sminuita; se esprimo delle puntualizzazioni, non significa che il tuo approccio non mi piaccia e basta. Ne parliamo e vediamo dove stanno i nodi, ti pare? :wink:
Peterino
Chi sa fa, chi non sa insegna a fare
zorrykid
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Re: sentiamo le proposte

Messaggio da zorrykid »

Molto divertente giocare al tocco. Ogni venerdì si corre continuamente per un'ora e mezza. Ma è assolutamente improponibile per i bambini. Più piccoli sono e più vogliono essere protagonisti. L'attenzione è tutta concentrata sul pallone e col cavolo se c'è un compagno libero fanno un passaggio. Pretendere poi che uno si fermi perchè uno altro ha appoggiato le manine è una follia. Le regole del minirugby vanno più che bene e non esiste alcun pericolo di farsi male. Si, anche qua ogni tanto capita qualche raro incidente in campo, come capita che qualcuno salta l'allenamento perchè è caduto in bicicletta... :wink:
Immagine Vado bene per Rialto?
JosephK.
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Re: sentiamo le proposte

Messaggio da JosephK. »

Leggo in giro che c'è un ulteriore variante del touch, per me molto più interessante, che chiamano Light Rubgy:

Touch a due mani solo sotto la cintura
Un difensore può restare a difendere sul mediano dopo il roll-ball
E' possibile calciare
Con palla caduta a terra si continua a giocare (sempre che non si sia commesso un avanti)
"Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa accada. E' raro vincere in questi casi, ma qualche volta succede" (Il Buio oltre la siepe).

Metti una sera con gli amici del bar e capisci quanto è importante... la cultura del rugby.

Entrare al bar per condividere, non per dividere (Il sommo Beppone).

Nex time... Good Game... Nice try... Seh seh avemo capito...
mauott
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Re: sentiamo le proposte

Messaggio da mauott »

zorrykid ha scritto:Molto divertente giocare al tocco. Ogni venerdì si corre continuamente per un'ora e mezza. Ma è assolutamente improponibile per i bambini. Più piccoli sono e più vogliono essere protagonisti. L'attenzione è tutta concentrata sul pallone e col cavolo se c'è un compagno libero fanno un passaggio. Pretendere poi che uno si fermi perchè uno altro ha appoggiato le manine è una follia. Le regole del minirugby vanno più che bene e non esiste alcun pericolo di farsi male. Si, anche qua ogni tanto capita qualche raro incidente in campo, come capita che qualcuno salta l'allenamento perchè è caduto in bicicletta... :wink:
Si vede che hai a che fare con i bambini :-] quoto tutto .. ieri abbiamo provato a giocare al tocco perchè il campo era esageratamente secco ed il rischio di farsi male cadendo era reale ... dopo 10 minuti di lamentele costanti da parte di tutti abbiamo ricominciato a giocare come al solito e, nonostante il terreno duro, dopo più di un'ora abbiamo dovuto forzarli ad andare a fare la doccia ... non so se a scuola potrebbe essere diverso ma non credo .... giocare al tocco è divertente per chi sa già giocare e sa cosa deve fare con la palla e soprattutto senza, un bambino di 9,10 anni è già tanto se la passa e non la butta via dopo che è stato fermato ...
nino22
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Re: sentiamo le proposte

Messaggio da nino22 »

Secondo me si sta un pò perdendo di vista la cosa ...
Non esiste una questione touch vs placcaggio, sono 2 rugby a se stanti come league ed union, come slittino e skeleton e bob.
Imho il touch è il rugby da inserire nelle scuole, soprattutto alle medie ma anche le superiori, ma durante le ore di educazione fisica, non c'è altra soluzione, ai prof già pesa il contatto fisico del basket pensate quello del rugby, poi nel pomeriggio e quindi in ora extrascolastica organizzare attività sia di touch ma anche di union vero e proprio, ovvio che servono strutture e se per il touch va benissimo il cortile o la palestra della scuola, per l'union un campo sportivo è indispensabile, poi è chiaro che chi vuole rimanere nel touch nulla contro il touch, per il resto dopo spetta tutto alle società che dovrebbero fare il possibile lavorando in sinergia per accogliere questi ragazzi nel rugby.
Sulla questine placcaggio nel minirugby, io semplicemente farei la stessa identica cosa che fanno tutte le altre grandi union, che sinceramente non so cos'è.
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andrea12
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Re: sentiamo le proposte

Messaggio da andrea12 »

Provo a risponderti, Diddi. Intanto grazie per la pacatezza della risposta; comunque non mi sono affatto offeso e le consdierazioni altrui le ritengo valide quanto le mie. Infatti le contesto; se le ritenessi fesserie non proverei neppure a ribattere.
In quanto a didattica FIR: trovi parecchio sul sito della federazione sennò vedrò di mandarti qualcosa del I livello o di qualche momento (I e II). E' vero; ho più dimestichezza con i ragazzi grandi che con le elementari anche se nel tempo con i ragazzini ho lavorato parecchio. L'affettività è una caratteristica psicorelazionale nella quale puoi riscontrare anche aspetti di tipo psicomotorio. Andare a terra, ruzzolare o placcarsi, ma anche fare giochi di lotta; sono tutte attività ludico-motorie in cui la componente affettiva è fondamentale. Il bambino che non ha potuto o non gli è stato consentito di sviluppare una motricità naturale, presenta un problema che si definisce affettivo, poichè sono proprio le attenzioni troppo oppressive che limitano la propria evoluzione motoria. Quando la mamma gli dice corri piano che sennò cadi............già non ci siamo, poichè l'affettività diventa un problema in termini di autoesperienza. Vabbè, hai capito, non la faccio lunga.
Convengo con te che il rugby andrebbe attivato al più presto proprio per non farsi "rubare" i ragazzini da altri sport. Il problema, per me, è un po' più complicato; però, complessivamente vengo dalla tua, sempre chè il ragazzino nel rugby possa trovare quelle caratteristiche che altri sport/giochi non hanno. Non conosco altri giochi in cui la componente lotta e situazione debbano essere risolte come nel rugby. Ti assicuro, per esempio, che per le ragazze accettare la lotta, inizialmente, è come scontrarsi con un tabù (e qui entra in gioco la differenziazione sessuale anche nell'educazione) ma poi diventa un elemento fondamentale nella scelta del rugby piuttosto che altri sport. Io ho parecchie ragazze che hanno abbandonato la pallavolo; forse abbandonare il calcio sarebbe stato più facile perchè il rugby ha elementi che si assomigliano, ma la pallavolo no.
Io, nel placcaggio, non ci trovo niente di machista............e neppure le mie ragazze, neppure quando a 16/17 anni giocano con i pari età maschi. Il placcaggio, per me, deve diventare un elemento tecnico insostituibile e fatto secondo regolamento. Con i mie U.18 elite uso il touch saltuariamente perchè voglio abituarli all'evitamento, o al passaggio prima del contatto..........ma anche ad un sacco di altre cose. Guarda, che non è così amato seppure io lo ritenga un ottimo esercizio. Lo somministro con parsimonia perchè, comunque, non è rugby.
Vero anche il punto in cui tu rilevi la mia ruralità. Verissimo, la reclamo e me la tengo. Dopo circa trent'anni di Milano, abbiamo deciso di andare a vivere in una dimensione per me, più civile. Vivo, ora, in una valle alpina dove il problema di un prato o di un'area calpestabile non è un problema. A Milano, invece, lo era.
Come vedi, le critiche che mi poni, non sono affatto offensive; il confronto anche di idee, per me, è sempre positivo..............anche perchè non ho ricette per tutte le stagioni.
Buon rugby :wink:
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andrea12
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Re: sentiamo le proposte

Messaggio da andrea12 »

Spero di non aver smorzato il dibattito e rilancio.
Tra le proposte, pensavo ad un Super U.16 e Super18, tutte due a 16 squadre. Italia settentrionale e Italia centro meridionale. Le prime 4 di ogni giorne (2 gironi) si incontrano e il primo diventa campione italiano.
Si comincia a metà settembre e si termina a metà maggio. Il titolo di campione italiano entro metà giugno. Riposo a Natale, si gioca il sabato sera. Per il resto gironi territoriali
...........spero di riaprire il dibattito............
buon rugby
stilicone
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Re: sentiamo le proposte

Messaggio da stilicone »

Qui ho letto molte cose interessantissime, al punto che si ha un po' di timore reverenziale :D ad entrare...

Però penso che parlare di collaborazione con la scuola, hic et nunc, sia del tutto utopistico, considerando la situazione della scuola italiana; magari si può fare qualcosa a Padova, o in Lombardia. Nel resto d'Italia, ci saranno fior di scuole che non hanno neanche la palestra.

Un impulso deve venire, come sempre in Italia, dall'iniziativa privata, e quindi dalle società. E mi chiedo: com'è la situazione campi? Quante sono le società che hanno il possesso esclusivo di un campo, con annessi spogliatoi, dove poter programmare l'attività?

Io suggerirei alla FIR un programma di incremento dei campi da gioco. Ad esempio, convenzioni con l Comuni per finanziargli la costruzione di un campo con spogliatoi, da concedere ad uso esclusivo delle locali società rugbistiche (dove esistono).
Magari, previa verifica della serietà e stabilità (almeno minima) della società sportiva che vuole fare il rugby.
Facciamo più campi, e magari i tesserati aumenteranno...
Nella mia città, il campo da rugby si trova al bordo di una strada di larga percorrenza. Quando c'è qualche partita, si vedono le macchine dei curiosi che parcheggiano a bordo carreggiata, e si fermano a guardare.
Poi magari nessuno dei curiosi vorrà mai giocare, o seguire più da vicino; ma intanto, la gente vede che il rugby esiste...il che con la situazione massmediatica attuale, non è affatto scontato...
MEMENTO MAROCCO.
porcorosso
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Re: sentiamo le proposte

Messaggio da porcorosso »

stilicone ha scritto:Qui ho letto molte cose interessantissime, al punto che si ha un po' di timore reverenziale :D ad entrare...
Entro anch'io in punta di piedi :) e dire che mi stavo perdendo questo topic... :-] visto che si è parlato anche di League non mi posso esimere dal dir la mia... e dal far propaganda :oops:

Spazio serio:
Abbiamo discusso tantissime volte su vari thread su quali siano le misure migliori per far sviluppare il Rugby sul suolo italico.
I metodi descritti sono tutti validi, o per lo meno hanno tutti dei risvolti positivi. Il Touch di qua, il Tag di la ecc...
In realtà scelta una strada basterebbero metodo, sinergia e collaborazione, that's it.
Per esperienza personale (nel League off course per cui forse ci sono dei paletti in più...) risulta difficile anche ottenere una risposta ad una mail dove si invita, si propone, si creano i presupposti per crescere... dico una risposta: SI o NO.
Per cui credo che alla base sia questo il problema da risolvere: collaboration! Una volta che ci si presenta a scuola mensilmente per spiegare e far giocare il rugby (magari con qualche giocatore di prima squadra) si può giocare anche al mona rugby e si ottiene il risultato.
Poi possiamo discutere su quale forma sia propedeutica all'altra, RECLAM: il League è un gioco di 3/4, chi si allena e gioca a League, a parità di livello, ottiene solitamente degli skills in più del pari ruolo Union, se non altro perchè sono 80' secchi di, appunto, schemi e gioco 3/4 fine RECLAM così come pure il Seven porta benefici al reparto dei 3/4.
Saluti PR
Porcorosso - Mediano da Salotto
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andrea12
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Re: sentiamo le proposte

Messaggio da andrea12 »

............poi non intervengo più perchè sembrerebbe occupazione di thread pubblico.
Fare più campi, la Scuola non è pronta............è vero e problematico solo il punto sulla scuola, che pure manca di strutture ma ha in sè una quantità smisurata di ipotetici diffusori. la faccenda campi rimane un problema ma non gli darei un peso superiore. Negli anni 60, la DDR non aveva 1 struttura atletica o palestra simile alla peggiore delle nostre eppure vinceva tutto. Le Scuole si muovono per andare al museo, alla mostra e nelle città d'arte (così i ragazzi cominciano, purtroppo, ad odiare l'arte ed altro ancora) ma non si muovono per lavorare con i giovani. E' questo il punto. E' un problema di sistema, è un problema culturale. Ma che mi frega del touch o del rugby. Portiamo, appena possibile, a giocare con una palla ovale. sarà il professionista di turno che darà delle regole per tutelare studenti e gioco.
Noi insegnanti facciamo aggiornamenti abbastanza frequenti e il 90% non rientrano mai nella didattica. facciamo qualcosa che provochi interesse, divertimento e alternativa all'educazione fisica "tradizionale" (e anche su questo ci sarebbe parecchio da riflettere).
Io faccio circa 15 tesserati anno, solo femmine. Moltiplichiamo per tutte le scuole dello stivale....................perchè si può giocare anche il beach rugby e tutte le varianti che decide l'insegnante insieme ai ragazzi. Nella pausa di una gita a Roma, in un parco pubblico, tirai fuori dallo zaino la palla ovale.........il lunedì successivo partii col gruppo sportivo di rugby...........niente diavolerie e neppure elucubrazioni di alto livello. Stiamo coi piedi per terra.........sennò, cartellino giallo. :rotfl:
Buon rugby
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milesgersenroma
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Re: sentiamo le proposte

Messaggio da milesgersenroma »

ricapitolando
ammettiamo che la situazione "insegnamento giovanile" la cui ottimizzazione sarebbe "prima si comincia meglio è" si scontra contro le deficienze del paese "stato"
deficienze che sono geografiche (lungo e stretto con climi diversi) sociali, scolastici, di tradizione e chi più ne ha più ne metta

queste deficienze non possono essere certo risolte dal rugby quindi verrebbe prima da pensare a una azione concertata della fir insieme a altre federazioni per spingere al massimo la diffusione dello SPORT sul territorio utilizzando la scuola come veicolo di trasmissione
sarebbe poi compito della organizzazione regionale scendere nel particolare misurandosi con la situazione locale (le risposte della provincia di brindisi non possono le stesse di treviso tanto per dire)

i campionati giovanili dovrebbero essere strutturati per permettere la max partecipazione a partire da quelli scolastici dove preminente dovrebbe essere la partecipazione lasciando ai club l'agonismo puro, sopratutto quando ci si avvicina ai 16 anni.

la soglia per un campionato agonistico con selezioni interegionali, tornei internazionali dovrebbe avvenire intorno a questa età , ma nulla vieta in zone più avanzate di muoversi prima (una bella vacanza/studio di un mese a 14anni a christchurch?!?!)

okkey!??! :o


:twisted:
ma per il semiprofessionismo in su che si fà? :?
GiorgioXT
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Re: sentiamo le proposte

Messaggio da GiorgioXT »

Riporto cosa scrive Sbrocco sull'ultimo numero di Petrarca news distribuito alla partita PD-Roma
Distratti dai dialoghi sui massimi sistemi
targati Celtic league, gli appassionati della
pallaovale di casa nostra stanno vivendo
momenti non propriamente felici. Nessuno
lo dice, e chi lo fa usa toni a volte franca-
mente eccessivi che scon?nano nella pura
demagogia, ma il pericolo di aprire la sta-
gione 2010/2011 nel segno e nel nome di
un conclamato basso pro?lo è fondato. Il
riferimento non è solo ai dubbi che circon-
dano il campionato di Eccellenza, di cui ol-
tre a non essere ancora chiare le dimensioni
(sui documenti federali si chiama Super 12
ma forse sarà Super 10 o Super 8), pesano
molte incognite circa la sua effettiva consi-
stenza tecnica. Per non parlare dell’appeal
commerciale verso sponsor o reti televisive.
Pare andare nel segno delle cose poco chia-
re, infatti, anche l’annunciata (informalmen-
te, per il momento) “sottrazione” (su base
volontaria, sia chiaro) alle società dei mi-
gliori talenti dei settori giovanili di età com-
presa fra i 15 e i 18 anni, da convogliare
nelle Accademie federali di categoria (si
parla di una terza sede da aprire al Sud)
e che, per tutta la stagione competeranno
fra di loro o con formazioni straniere, senza
mai indossare la maglia del club di apparte-
nenza. Il tutto in funzione dell’innalzamento
del livello di competitività delle nostre varie
Nazionali, tutte uscite abbastanza male dal-
la recente tornata di impegni internazionali.
Sul progetto Accademie federali (nato ap-
pena un anno fa) si è decisamente troppo
parlato, spesso a sproposito. Fuori da ogni
“ideologia”, e per punti: 1) le Academy
esistono in tutti i paesi rugbisticamente
evoluti (ma anche negli altri, come il caso
del Belgio). 2) la mission di tali istituzioni
è, sostanzialmente, ottimizzare il meglio
del movimento di base e destinarlo all’al-
to livello internazionale. 3) in tutti i paesi
rugbisticamente evoluti il movimento di base
poggia sul sistema scolastico e sui club, che
assicurano reclutamento e prima/seconda
formazione. 4) quelle italiane sono, di fatto,
Accademie di formazione e non di ottimiz-
zazione. Perché ottimizzare signi?ca passa-
re da distinto a ottimo, e non da insuf?ciente
a suf?ciente. 5) Senza l’apporto del sistema
scolastico (che in Italia non abbiamo e non
avremo mai) il ruolo dei club di base diven-
ta assolutamente indispensabile, in quanto
gradino intermedio fra reclutamento/prime
due fasi della formazione e un (vero) lavoro
di qualità verso l’alto e l’altissimo livello.
A
rendere quella che sta per arrivare un’estate
(potenzialmente) burrascosa c’è poi il “caso
passaporti” che riguarda molti italo-argen-
tini, ma non solo, che giocano nei nostri
campionati. Senza scendere in dettagli, e
stando alla normativa Fir, un atleta in pos-
sesso di passaporto italiano, anche se nel
nostro paese da un certo numero di anni,
potrà continuare a giocare (come italiano)
solo se rientra nella categoria dei giocatori
“di formazione italiana”. Detta così ?la. Il
problema nasce nel momento in cui si pren-
dono in esame le modalità che concedono
la quali?ca in questione. Passaporto italia-
no + una presenza-test in maglia azzurra
= formazione italiana. In assenza di pas-
saporto si aggiunge un nuovo addendo,
quello della permanenza (continuativa) sul
territorio nazionale e si diventa equiparati.
In pratica: Geldenhuys, Gower e Vosawai
sono italiani, PIzzarro no. L’impressione è
che, vista la materia del contendere e i ter-
mini della questione, non serva un principe
del foro per patrocinare e vincere una causa
civile sull’argomento. E in caso di sentenza
“favorevole al ricorrente” salterebbe gran
parte del progetto federale che, comprimen-
do al massimo la presenza di stranieri nei
futuri campionati, punta a creare spazi per
giovani prodotti dai vivai dei club.
Giorgio Sbrocco
Ho evidenziato la parte che mi pare oggetto di questo thread...
luqa
Messaggi: 1908
Iscritto il: 26 lug 2006, 12:54

Re: sentiamo le proposte

Messaggio da luqa »

Un po' "netto" sul rapporto con le scuole...
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