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Di Giulio fuori per 6/8 mesi. Menisco e legamento, infortunio in allenamento

Garry ha scritto:Di Giulio fuori per 6/8 mesi. Menisco e legamento, infortunio in allenamento

minchia che sfiga sto ragazzo, si è rotto praticamente ad ogni stagione

Che sfiga. Forse così si capisce la quantità di ali che hanno preso

Man of the moment ha scritto:Che sfiga. Forse così si capisce la quantità di ali che hanno preso

In effetti adesso quella profondità apparentemente esagerata lo diventa un po' meno.

Non so dove pubblicarlo, ma lo metto qui, perché risponde a tutti i discorsi di quelli che ancora oggi scrivono che il tal giocatore deve essere lanciato in Pro14, che il talaltro viene poco utilizzato e così via.
A tutti quelli che ogni volta che un giocatore straniero viene acquistato dalle franchigie (e soprattutto dalle Zebre) insorgono perché si dovrebbero utilizzare solo diciannove-ventenni solo perché sono italiani.

Ecco il pensiero di Julio Velasco sui "giovani che giocano poco", un problema comune a tutti gli sport.
Velasco è stato da poco nominato responsabile del settore giovanile della FIPAV (se si chiama ancora così...) e responsabile della formazione dei tecnici. Un po' come da noi Aboud:

“Bisogna stare molto attenti a creare nei giovani l’alibi che il loro problema è che non li facciamo giocare, perché l’assistenzialismo nello sport competitivo non ha mai pagato. La prima cosa è che il giovane si deve guadagnare il diritto di giocare. 
Guadagnare...non che glielo diamo. 
Quando sono passato alla femminile, che sembrava una cosa irrisolvibile e ci hanno lasciato la pelle tutti gli allenatori che sono passati di lì, ho proposto alla Federazione di fare straniere libere (senza limite). Un allenatore della Nazionale che propone straniere libere sembrava assurdo, perché ho detto che se non facevamo una cosa violenta non avremmo cambiato mai la mentalità delle giocatrici. Le giocatrici giovani devono capire che o migliorano molto o non trovano neanche un ingaggio...e così è stato. Adesso abbiamo una quantità di giovani incredibili e forse è da ridurre il numero di straniere. Noi dobbiamo combinare le due cose: dobbiamo dare l’opportunità ma dobbiamo dire “te lo devi guadagnare” 
- Parli di sacrifici? - 
"No! Non è solo sacrificio! Livello, qualità!
Lo sport ha una caratteristica: non è sufficiente fare le cose bene. Non è sufficiente farle nemmeno benissimo. Le dobbiamo fare meglio degli altri, sennò perdiamo. Allora noi prepariamo dei giovani, ma lo facciamo per fare meglio degli altri o prepariamo dei giovani che vogliono la strada facilitata? 
L’equilibrio tra le due cose è difficile. 
Semplice dire “più spazio!”. D’accordo, ci vuole, ma ci vuole anche una mentalità diversa, perché io sento molti giovani dire che va tutto male. Che si lamentano, che guardano sempre quello che non c’è, che manca questo o quello. No, no. Perché se questa mentalità prende quota siamo rovinati”


Chiarissimo

A questo proposito segnalo a tutti i tecnici eventualmente di passaggio qui al bar un incontro/corso interessante che Velasco terrà a Modena in settembre. E' aperto a tutti e sarebbe molto istruttivo anche per i nostri addetti ai lavori:

https://www.federvolley.it/news/un-pome ... seriamente

L'intervista riportata da Garry è sicuramente centrata anche sulle ns. vicissitudini.
Mi piace molto la frase
L’equilibrio tra le due cose è difficile.
cioè fra lo spazio da dare ai giovani e le qualità, la concentrazione che devono prima dimostrare.
Rimango però dell'idea che con le risorse che abbiamo stiamo facendo, nel rugby, il massimo possibile.
Gli do ragione, lo confermo, ma rimane una differenza sostanziale fra il contesto da cui Velasco ha tratto la sua analisi, la pallavolo, e il rugby.

metabolik ha scritto:...
Rimango però dell'idea che con le risorse che abbiamo stiamo facendo, nel rugby, il massimo possibile.

Lo credo anch'io, e infatti ho messo l'intervista non per criticare la gestione attuale, ma semmai per "criticare i critici", perché credo che nel rugby la ricerca dell'equilibrio di cui parla Velasco stia andando nella direzione giusta. Certi acquisti di giocatori stranieri, nelle franchigie, sembrano proprio indirizzati a creare concorrenza, ad essere di stimolo per i nostri ex-U20.
Siamo noi a non capire e a parlare di giocatori he "portano via il posto" ai nostri giovani.

Garry ha scritto:Non so dove pubblicarlo, ma lo metto qui, perché risponde a tutti i discorsi di quelli che ancora oggi scrivono che il tal giocatore deve essere lanciato in Pro14, che il talaltro viene poco utilizzato e così via.
A tutti quelli che ogni volta che un giocatore straniero viene acquistato dalle franchigie (e soprattutto dalle Zebre) insorgono perché si dovrebbero utilizzare solo diciannove-ventenni solo perché sono italiani.

Ecco il pensiero di Julio Velasco sui "giovani che giocano poco", un problema comune a tutti gli sport.
Velasco è stato da poco nominato responsabile del settore giovanile della FIPAV (se si chiama ancora così...) e responsabile della formazione dei tecnici. Un po' come da noi Aboud:

“Bisogna stare molto attenti a creare nei giovani l’alibi che il loro problema è che non li facciamo giocare, perché l’assistenzialismo nello sport competitivo non ha mai pagato. La prima cosa è che il giovane si deve guadagnare il diritto di giocare. 
Guadagnare...non che glielo diamo. 
Quando sono passato alla femminile, che sembrava una cosa irrisolvibile e ci hanno lasciato la pelle tutti gli allenatori che sono passati di lì, ho proposto alla Federazione di fare straniere libere (senza limite). Un allenatore della Nazionale che propone straniere libere sembrava assurdo, perché ho detto che se non facevamo una cosa violenta non avremmo cambiato mai la mentalità delle giocatrici. Le giocatrici giovani devono capire che o migliorano molto o non trovano neanche un ingaggio...e così è stato. Adesso abbiamo una quantità di giovani incredibili e forse è da ridurre il numero di straniere. Noi dobbiamo combinare le due cose: dobbiamo dare l’opportunità ma dobbiamo dire “te lo devi guadagnare” 
- Parli di sacrifici? - 
"No! Non è solo sacrificio! Livello, qualità!
Lo sport ha una caratteristica: non è sufficiente fare le cose bene. Non è sufficiente farle nemmeno benissimo. Le dobbiamo fare meglio degli altri, sennò perdiamo. Allora noi prepariamo dei giovani, ma lo facciamo per fare meglio degli altri o prepariamo dei giovani che vogliono la strada facilitata? 
L’equilibrio tra le due cose è difficile. 
Semplice dire “più spazio!”. D’accordo, ci vuole, ma ci vuole anche una mentalità diversa, perché io sento molti giovani dire che va tutto male. Che si lamentano, che guardano sempre quello che non c’è, che manca questo o quello. No, no. Perché se questa mentalità prende quota siamo rovinati”


Chiarissimo

Gran citazione Garry e son d'accordo farebbe bene ascoltarlo qualsiasi tecnico e giocatore di qualsivoglia disciplina.
Di Velasco purtroppo ce n'è solo uno ma ce ne vorrebbe uno in ogni sport per elevarne il livello e smettere di trincerarsi dietro scuse patetiche.
E lo dico perchè c'è chi ancora pensa che una tesi illuminata e illuminante se vale in uno sport allora non possa valere per altri: questa per esempio, il cui senso mi pare universale e corretto per ogni disciplina e non solo, ma anche quella del "non possiamo giocare bene a pallavolo (sostituite con rugby) perchè non è nella nostra cultura/dna", piuttosto che tante altre.

Corrado Pilat nuovo skills coach delle Zebre

Gioco al piiede e piazzati

jentu ha scritto:Gioco al piiede e piazzati

Ma è vero?

giuseppone64 ha scritto:

jentu ha scritto:Gioco al piiede e piazzati

Ma è vero?

Perché lo chiedi a lui?

Comunque è vero, ed è anche assistente allenatore dell'Accademia Ivan Francescato.

Ma tornando allo "skills coach". Non ricordo che percentuali avesse sui piazzati, era meglio dei nostri cecchini dalle polveri bagnate?

Mi sembra giusto che lo chieda a chi l'ha scritto
https://www.rugbymeet.com/it/news/merca ... elle-zebre
Oltre ad aver letto questo articolo, ho assistito a diverse sessioni formative sei sul gioco al piede per allenatori e giovanili.
Non ricordo neanche io le sue percentuali al piede