CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

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Laporte
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Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da Laporte »

grubber ha scritto:Perfetto. Fino a ieri eravamo gli ultimi ed adesso non lo siamo più = positivo.

Ecco perchè non ci vogliono nella CL.
Ci vogliono solo per i soldi.

Comandano e camnderanno sempr eloro (vedi le nazionalità degli arbitri a Mondiali, 6N 3N ecc)
grubber
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Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da grubber »

Per me è normale. Direi quasi che sia giusto che bussino a quattrini.
Si sono creati il loro campionato ed adesso lo vendono al meglio che possono.
Il fatto è che alzando continualmente l'ostacolo danno l'impressione di non volerci proprio.

Io però sono del parere espresso sull'Irish I. da Kirwan. Se non prendono le italiane la CL è destinata a morire o come minimo a sgofiarsi di parecchio.
"Va bene ...stordito ! Appuntamento a Bologna ! 5 azioni in attacco e 5 in difesa a 5 metri dalla linea di meta senza scartare e senza cambi di direzione...dritto per dritto ...chi perde alla fine della serie fuori a vita dal forum ..ce le hai le palle per accettare o scapperai ancora ?...I miei bimbi ...chiedono la tua testa .." (Un simpatico utente del forum)

Il vantaggio di essere intelligente è che puoi sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile
nino22
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Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da nino22 »

Per quanto stimi Kirwan e per quanto apprezzi il legame che sia rimasto fra L'Italia e Kirwan stavolta non sono d'accordo, ma siamo certi che non sia il contrario? Ovvero che con le Italia la CL non dico sia destinata a morire ma di certo perda qualcosa ....... hanno proprio sto bisogno di 2 squadre cuscinetto?
MatR
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Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da MatR »

grubber ha scritto:
MatR ha scritto: Siamo talmente abituati ... del Commonwealth?
Mi sa che tu abbia inquadrato bene il problema.
Devo capire il perchè. Come hai fatto. Forse è perchè non hai nessun orticello da tutelare? Nessuna poltrona da togliere da sotto le chiappe di qualcuno? :roll:
Qua si fa al tutti contro tutti mentre i britons ci stanno mettendo i piedi in testa alla grande. Il rugby italiano è compatto come il PD... :lol:
Forse sì. Ho vissuto dal di dentro il boom del volley ai tempi di Velasco. Oggi seguo il rugby da semplice spettatore dopo 3 anni di minirugby di mio figlio che ora ha smesso. Ho un po' di esperienza manageriale, di comunicazione e di cose politiche. Forse ho uno sguardo più distaccato e disincantato di molti altri, non per chissà quali meriti ma per semplice storia personale. Ho l'impressione che il paragone tra rugby e PD sia azzeccatissimo, e che quello di cui ha bisogno il rugby italiano sia la capacità di elevarsi a una visione strategica che comprenda tutta l'Italia e non solo gli interessi immediati - e quindi miopi - delle "zone storiche". Le quali avrebbero per prime l'interesse a una crescita di tutto il sistema.

Leggo sul blog di Duccio di Milano e Colorno che prestano i giocatori a Piacenza: questo significa aver capito che cosa significa "fare sistema", e che "fare sistema" è nell'interesse anche dei singoli.

Di Kirwan conosco poco o nulla, quindi posso sbagliarmi, ma dico che la mia sensazione è che potrebbe (avrebbe potuto?) essere per il rugby quello che Velasco è stato per il volley.

Quanto ai requisiti chiesti dai Celti: erano o non erano chiari fin dall'inizio? In verità in una trattativa l'asticella non è mai fissata una volta per tutte. E il fatto che il discorso si sia alla fine concentrato sui soldi significa che sotto tutti gli altri aspetti - cioè strutture, locations, organizzazione, logistica, eventuale ipotetica competitività – non ci sono margini di critica rispetto alle richieste iniziali. Se le candidature italiane non rispettassero qualcuno dei predetti parametri, e il punto fosse quello, ci avrebbero già detto “non siete capaci” punto e basta. Invece si discute dei soldi. Il che secondo me può significare
o che stanno semplicemente tirando la corda fin dove è possibile, come è del tutto normale in qualunque trattativa;
o che al loro interno sono divisi quasi come il PD e l’asticella dei soldi viene usata nella loro guerra intestina.

Non si fidano di noi? Se così fosse, non avrebbero nemmeno aperto il discorso: le persone e le strutture con cui stanno trattando oggi sono le stesse di quando s’è cominciato. Pensare che possano decidere di non ammetterci per motivi legati a una valutazione della qualità e della democraticità del movimento italiano significa compiere un atto o di provincialismo o di superbia: credete davvero che noi ai loro occhi siamo così importanti da dedicare del tempo alla valutazione del minirugby o della democraticità interna della FIR? A loro interessano le franchigie, il resto non sanno nemmeno che esiste.
TommyHowlett
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Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da TommyHowlett »

Io dico una cosa che penso e scrivo su questo forum da un po': la CL fino ad ora, al di là del suo indiscusso valore tecnico, vive un po' troppo al di sopra delle sue reali possibilità. Le tre federazioni che ne fanno parte sono tutt'altro che ricchissime; le squadre irlandesi ad esempio hanno drasticamente ridotto, o quantomeno hanno intenzione di ridurre, gli stipendi dei giocatori di interesse nazionale e degli stranieri, ovvero quelli più alti dei rooster; a quanto si sente, scozzesi e gallesi sono in forte crisi economica, con questi ultimi sempre nel dubbio se togliere di mezzo una o addirittura due squadre. Finché avrà durata l'appeal del torneo sui tantissimi giocatori di livello, disposti anche a guadagnare molto meno pur di prendervi parte, il tasso tecnico della CL si manterrà tale, ma dubito che parecchi potranno resistere a lungo ai tintinii delle sterline inglesi e degli euro francesi; certo, di questi tempi GP e T14 non navigano nell'oro, ma l'avere alle spalle un bacino di popolazione ed economico di una certa entità garantisce molte sicureze in più rispetto alle nazioni celtiche.
In questo contesto la partecipazione italiana avrebbe significato (per la CL) solo se dovesse portare sponsor sostanziosi in grado di far respirare per qualche tempo le magre casse del torneo; ecco perché i capoccioni della Celtic richiedono numeri particolari per quel che riguarda la sponsorizzazione a livello di federazione. Io credo che un accordo che penda dalla parte della FIR, ovvero al ribasso, non verrà mai accettato. Ma credo anche che di questo passo lo stesso torneo verrà prima o poi ridimensionato a tutti i livelli (tecnico, economico).
Non so se i miei giocatori bevono whisky. So che bevendo frappé non si vincono molte partite.
giangi2
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Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da giangi2 »

Mi fa piacere che la discussione si stia incanalando su binari costruttivi, e vi dico la mia. Io ero inzialmente contrario all'ipotesi CL, perchè pensavo (e penso) che sia meglio lavorare alla crescita del campionato italiano. Però. La FIR ha commesso l'errore (o non è stata in grado) di "agganciare" il campionato alla popolarità della nazionale. Due anni di crisi economica stanno tagliando i fondi a tutto lo sport, e, come ha detto qualcuno, la CL (e per me tutto il rugby) sta vivendo al di sopra dei suoi mezzi, perchè al momento solo le nazionali e pochi altri eventi rugbistici muovono e interessano molto pubblico. A queste condizioni posso capire che la FIR stia cercando di concentrare le sue risorse tecniche in due proposte che (si spera) possano raccogliere anche sponsor e interesse mediatico. Se si riuscirà a creare un po' di interesse intorno alle due franchigie, allora si avrà ricaduta positiva sul resto del movimento (e non venitemi a dire che le franchigie porteranno via sponsor agli altri club perchè non sarà così e lo sappiamo bene tutti) e sul livello tecnico di un po' di giocatori che serviranno alla nazionale. Ovvio che nessuno può pensare di poter trovare uno sponsor da 5 mil. di euro o un contratto TV da 2 mil. nè oggi nè (forse) mai, però non credo che sia sbagliato provare ad investire qualcosa adesso sulla CL, se parallelamente si lavora sul reclutamento e sulla formazione di base. Sono in disaccordo invece con chi sostiene che è sbagliato entrare in CL così, senza le grandi città: le grandi città, Milano e Roma per prime, ci sono (o ci sono state) nel rugby, e non sono state in grado di far meglio dei piccoli paesi, non hanno pubblico e non creano interesse, quindi ben vengano le Viadana e le Calvisano, Noceto e quant'altro, senza dimenticare che Treviso, Parma, Padova, ecc. sono comunque centri di tutto rispetto se confrontati alle altre relatà europee. Di sicuro non ci si può illudere pensando a numeri paragonabili a quelli del calcio, ma se si pensa a basket o pallavolo (che se non fosse giocata a scuola perchè gli insegnanti di educazione fisica non sanno fare altro, sarebbe messa molto peggio del rugby) il rugby ha tutte le possibilità di arrivarci (anzi secondo me la pallavolo a livello maschile è già superata).
AINDA
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Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da AINDA »

MatR ha scritto: Forse sì. Ho vissuto dal di dentro il boom del volley ai tempi di Velasco. Oggi seguo il rugby da semplice spettatore dopo 3 anni di minirugby di mio figlio che ora ha smesso. Ho un po' di esperienza manageriale, di comunicazione e di cose politiche. Forse ho uno sguardo più distaccato e disincantato di molti altri, non per chissà quali meriti ma per semplice storia personale. Ho l'impressione che il paragone tra rugby e PD sia azzeccatissimo, e che quello di cui ha bisogno il rugby italiano sia la capacità di elevarsi a una visione strategica che comprenda tutta l'Italia e non solo gli interessi immediati - e quindi miopi - delle "zone storiche". Le quali avrebbero per prime l'interesse a una crescita di tutto il sistema.

Leggo sul blog di Duccio di Milano e Colorno che prestano i giocatori a Piacenza: questo significa aver capito che cosa significa "fare sistema", e che "fare sistema" è nell'interesse anche dei singoli.

Di Kirwan conosco poco o nulla, quindi posso sbagliarmi, ma dico che la mia sensazione è che potrebbe (avrebbe potuto?) essere per il rugby quello che Velasco è stato per il volley.

sono convinto che a suo tempo kirwan fece un grande lavoro, in particolare lanciando tanti giovani di talento (seppur ancora acerbi a quel tempo hanno poi formato l'ossatura della nazionale negli anni successivi e cercando anche di invertire una certa mentalità perdente. Obbiettivamente forse il materiale umano a disposizione di velasco era di qualità superiore però questo non toglie che kirwan lo vedrei alla guida della nazionale anche ora
Quanto ai requisiti chiesti dai Celti: erano o non erano chiari fin dall'inizio? In verità in una trattativa l'asticella non è mai fissata una volta per tutte. E il fatto che il discorso si sia alla fine concentrato sui soldi significa che sotto tutti gli altri aspetti - cioè strutture, locations, organizzazione, logistica, eventuale ipotetica competitività – non ci sono margini di critica rispetto alle richieste iniziali. Se le candidature italiane non rispettassero qualcuno dei predetti parametri, e il punto fosse quello, ci avrebbero già detto “non siete capaci” punto e basta. Invece si discute dei soldi. Il che secondo me può significare
o che stanno semplicemente tirando la corda fin dove è possibile, come è del tutto normale in qualunque trattativa;
questo è a mio modo di vedere pressochè certo, del resto sono loro ad avere il coltello dalla parte del manico o comunque lo credono
o che al loro interno sono divisi quasi come il PD e l’asticella dei soldi viene usata nella loro guerra intestina.
certamente irlandesi hanno un''atteggiamento e una disponibilità diverse dai gallesi e dagli scozzesi in particolare ma non bisogna dimenticare che l'allargamento va votato all'unanimità dal board per cui è come minimo scontato che anche tra loro stanno mercanteggiando e tutelando gli interessi particolari

Non si fidano di noi? Se così fosse, non avrebbero nemmeno aperto il discorso: le persone e le strutture con cui stanno trattando oggi sono le stesse di quando s’è cominciato. Pensare che possano decidere di non ammetterci per motivi legati a una valutazione della qualità e della democraticità del movimento italiano significa compiere un atto o di provincialismo o di superbia: credete davvero che noi ai loro occhi siamo così importanti da dedicare del tempo alla valutazione del minirugby o della democraticità interna della FIR? A loro interessano le franchigie, il resto non sanno nemmeno che esiste.

dico la mia su alcuni punti e ti faccio i complimenti per il bel intervento
AINDA
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MatR
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Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da MatR »

AINDA ha scritto:
MatR ha scritto: Di Kirwan conosco poco o nulla, quindi posso sbagliarmi, ma dico che la mia sensazione è che potrebbe (avrebbe potuto?) essere per il rugby quello che Velasco è stato per il volley.

sono convinto che a suo tempo kirwan fece un grande lavoro, in particolare lanciando tanti giovani di talento (seppur ancora acerbi a quel tempo hanno poi formato l'ossatura della nazionale negli anni successivi e cercando anche di invertire una certa mentalità perdente. Obbiettivamente forse il materiale umano a disposizione di velasco era di qualità superiore però questo non toglie che kirwan lo vedrei alla guida della nazionale anche ora
dico la mia su alcuni punti e ti faccio i complimenti per il bel intervento
Ti ringrazio, sono lieto se il mio contributo può essere costruttivo, per quel che può valere.
Parlando di Velasco intendo richiamare l'altro grande tema, l'altra faccia della medaglia: la crescita organica del movimento. Dici che Velasco aveva materiale umano di qualità superiore rispetto a Kirwan: non sono in grado di fare paragoni ma è senz'altro vero, visti i risultati sul campo. Ma quel materiale umana è stato il frutto di una programmazione nazionale partita da lontano: nel 1986 vidi la nazionale maggiore arrivare qualcosa come dodicesima o giù di lì ai mondiali di Parigi, ma nel 1985 la nazionale juniores vinse l'argento ai mondiali di categoria in Italia. E la grande Italia di Velasco si costruì sull'ossatura di quella juniores, la quale a sua volta era il risultato di un progetto sistematico durato 6 anni. Velasco poi ha portato nel volley italiano cultura manageriale, capacità organizzativa, visione strategica: in quegli anni è cambiato il dna di una disciplina che fino a metà anni '80 aveva la stessa valenza che abbiamo oggi nel rugby.
Questo a prescindere dai mondiali vinti o non vinti: il volley ha beneficiato di un elemento particolare, che è stato il dissolvimento del blocco sovietico, dominatore assoluto fino ai mondiali 1986 quando l'URSS fu sconfitta dagli USA in finale. E anche qui troviamo una parabola istruttiva: gli USA seppero costruire dal nulla uno squadrone, guidato da un signore che creò impostazioni strategiche e soluzioni tattiche che cambiarono il modo di giocare a pallavolo in tutto il mondo. Ma: quel progetto era finalizzato alle Olimpiadi di Los Angeles, fatte quelle il volley USA è stato abbandonato a se stesso e finito quel ciclo è tornato nei ranghi: agli ultimi mondiali gli USA si sono classificati decimi…
E se la nazionale italiana maschile non è più la corazzata di Velasco, è pur sempre tra le prime 5 del mondo, e la nazionale femminile ha cominciato a vincere tutto pure lei, e…. agli ultimi europei maschili c’erano se non ricordo male 6 allenatori italiani su altrettante panchine delle nazionali partecipanti alla fase finale. Questo significa che in 20 anni una nazione che non era nessuno ha saputo costruire una propria scuola di atleti e di tecnici che rimane leader mondiale a prescindere dai risultati sportivi specifici.
E: quest’anno i mondiali di pallavolo maschile si terranno in Italia.

E tutto questo senza metropoli. E’ vero che ai tempi del boom ci fu la Milano di Berlusconi (sempre lui), ma è anche vero che i grandi nomi stabili del volley sia maschile che femminile sono città di provincia. Nel maschile vogliamo parlare di due città a caso? Parma e Treviso.... E il femminile è diventato campione del mondo reggendosi su squadre di vertice chiamate Bergamo, Novara, Pesaro, Matera….

Ecco: questo è quello che Velasco ha saputo iniziare, non come semplice ct ma come portatore di una nuova cultura manageriale, e che tutto il movimento ha saputo mettere a frutto. E’ così impossibile pensare a una cosa del genere per il rugby? Anche la metà, io credo, basterebbe….

Scusate la lunghezza, e anche l'off topic. NOn lo faccio più, prometto.
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Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da AINDA »

MatR ha scritto:
AINDA ha scritto:
MatR ha scritto: Di Kirwan conosco poco o nulla, quindi posso sbagliarmi, ma dico che la mia sensazione è che potrebbe (avrebbe potuto?) essere per il rugby quello che Velasco è stato per il volley.

sono convinto che a suo tempo kirwan fece un grande lavoro, in particolare lanciando tanti giovani di talento (seppur ancora acerbi a quel tempo hanno poi formato l'ossatura della nazionale negli anni successivi e cercando anche di invertire una certa mentalità perdente. Obbiettivamente forse il materiale umano a disposizione di velasco era di qualità superiore però questo non toglie che kirwan lo vedrei alla guida della nazionale anche ora
dico la mia su alcuni punti e ti faccio i complimenti per il bel intervento
Ti ringrazio, sono lieto se il mio contributo può essere costruttivo, per quel che può valere.
Parlando di Velasco intendo richiamare l'altro grande tema, l'altra faccia della medaglia: la crescita organica del movimento. Dici che Velasco aveva materiale umano di qualità superiore rispetto a Kirwan: non sono in grado di fare paragoni ma è senz'altro vero, visti i risultati sul campo. Ma quel materiale umana è stato il frutto di una programmazione nazionale partita da lontano: nel 1986 vidi la nazionale maggiore arrivare qualcosa come dodicesima o giù di lì ai mondiali di Parigi, ma nel 1985 la nazionale juniores vinse l'argento ai mondiali di categoria in Italia. E la grande Italia di Velasco si costruì sull'ossatura di quella juniores, la quale a sua volta era il risultato di un progetto sistematico durato 6 anni. Velasco poi ha portato nel volley italiano cultura manageriale, capacità organizzativa, visione strategica: in quegli anni è cambiato il dna di una disciplina che fino a metà anni '80 aveva la stessa valenza che abbiamo oggi nel rugby.
questa se la dovrebbero stampare tutti quelli a cui sta a cuore il rugby italiano. E da tempo che vado dicendo cose simili ma si preverisce voltarsi dall'altra parte invece di prendere di petto la questione. Certo ci vogliono le persone in grado di farlo
Questo a prescindere dai mondiali vinti o non vinti: il volley ha beneficiato di un elemento particolare, che è stato il dissolvimento del blocco sovietico, dominatore assoluto fino ai mondiali 1986 quando l'URSS fu sconfitta dagli USA in finale. E anche qui troviamo una parabola istruttiva: gli USA seppero costruire dal nulla uno squadrone, guidato da un signore che creò impostazioni strategiche e soluzioni tattiche che cambiarono il modo di giocare a pallavolo in tutto il mondo. Ma: quel progetto era finalizzato alle Olimpiadi di Los Angeles, fatte quelle il volley USA è stato abbandonato a se stesso e finito quel ciclo è tornato nei ranghi: agli ultimi mondiali gli USA si sono classificati decimi…
E se la nazionale italiana maschile non è più la corazzata di Velasco, è pur sempre tra le prime 5 del mondo, e la nazionale femminile ha cominciato a vincere tutto pure lei, e…. agli ultimi europei maschili c’erano se non ricordo male 6 allenatori italiani su altrettante panchine delle nazionali partecipanti alla fase finale. Questo significa che in 20 anni una nazione che non era nessuno ha saputo costruire una propria scuola di atleti e di tecnici che rimane leader mondiale a prescindere dai risultati sportivi specifici.
E: quest’anno i mondiali di pallavolo maschile si terranno in Italia.

E tutto questo senza metropoliinfatti la storia della pallavolo italiani è storia di città minori non di metropoli. La discussione su questo tema riferito al rugby è infatti abbastanza dozzinale e serve più che altro per sviare dal nocciolo della questione. E’ vero che ai tempi del boom ci fu la Milano di Berlusconi (sempre lui), ma è anche vero che i grandi nomi stabili del volley sia maschile che femminile sono città di provincia. Nel maschile vogliamo parlare di due città a caso? Parma e Treviso.... E il femminile è diventato campione del mondo reggendosi su squadre di vertice chiamate Bergamo, Novara, Pesaro, Matera….

Ecco: questo è quello che Velasco ha saputo iniziare, non come semplice ct ma come portatore di una nuova cultura manageriale, e che tutto il movimento ha saputo mettere a frutto. E’ così impossibile pensare a una cosa del genere per il rugby? purtroppo sembrerebbe di si. Si preferiscono le scorciatoie ad una programmazione seria di lunga scadenza e molti addetti e/o tifosi non fanno molto per cambiare questa cultura. E' un mondo fatto di parrocchie e parrocchiette che a parole vorrebbero andare alla conquista del mondo nella realtà tutelano in primis il loro piccolo orticello. Mancano soprattutto delle figure che possano, con credibilità, coagulare chi è fuori dal coro e vorrebbe agire diversamente, pur essendoci delle realtà interessanti (vedi noceto) Anche la metà, io credo, basterebbe….

Scusate la lunghezza, e anche l'off topic. NOn lo faccio più, prometto.


grazie per il contributo aiuta ad andare al punto vero di tutta la questione "rugby italiano"
AINDA
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Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da Laporte »

MatR ha scritto:
AINDA ha scritto:
MatR ha scritto:
E tutto questo senza metropoli. E’ vero che ai tempi del boom ci fu la Milano di Berlusconi (sempre lui), ma è anche vero che i grandi nomi stabili del volley sia maschile che femminile sono città di provincia. Nel maschile vogliamo parlare di due città a caso? Parma e Treviso.... E il femminile è diventato campione del mondo reggendosi su squadre di vertice chiamate Bergamo, Novara, Pesaro, Matera….
Aggiungio anche Cuneo: Non erano metropoli, ma neppure paesini della bassa...
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Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da masterweb »

MatR ha scritto:
AINDA ha scritto:
MatR ha scritto: Di Kirwan conosco poco o nulla, quindi posso sbagliarmi, ma dico che la mia sensazione è che potrebbe (avrebbe potuto?) essere per il rugby quello che Velasco è stato per il volley.

sono convinto che a suo tempo kirwan fece un grande lavoro, in particolare lanciando tanti giovani di talento (seppur ancora acerbi a quel tempo hanno poi formato l'ossatura della nazionale negli anni successivi e cercando anche di invertire una certa mentalità perdente. Obbiettivamente forse il materiale umano a disposizione di velasco era di qualità superiore però questo non toglie che kirwan lo vedrei alla guida della nazionale anche ora
dico la mia su alcuni punti e ti faccio i complimenti per il bel intervento
Ti ringrazio, sono lieto se il mio contributo può essere costruttivo, per quel che può valere.
Parlando di Velasco intendo richiamare l'altro grande tema, l'altra faccia della medaglia: la crescita organica del movimento. Dici che Velasco aveva materiale umano di qualità superiore rispetto a Kirwan: non sono in grado di fare paragoni ma è senz'altro vero, visti i risultati sul campo. Ma quel materiale umana è stato il frutto di una programmazione nazionale partita da lontano: nel 1986 vidi la nazionale maggiore arrivare qualcosa come dodicesima o giù di lì ai mondiali di Parigi, ma nel 1985 la nazionale juniores vinse l'argento ai mondiali di categoria in Italia. E la grande Italia di Velasco si costruì sull'ossatura di quella juniores, la quale a sua volta era il risultato di un progetto sistematico durato 6 anni. Velasco poi ha portato nel volley italiano cultura manageriale, capacità organizzativa, visione strategica: in quegli anni è cambiato il dna di una disciplina che fino a metà anni '80 aveva la stessa valenza che abbiamo oggi nel rugby.
Questo a prescindere dai mondiali vinti o non vinti: il volley ha beneficiato di un elemento particolare, che è stato il dissolvimento del blocco sovietico, dominatore assoluto fino ai mondiali 1986 quando l'URSS fu sconfitta dagli USA in finale. E anche qui troviamo una parabola istruttiva: gli USA seppero costruire dal nulla uno squadrone, guidato da un signore che creò impostazioni strategiche e soluzioni tattiche che cambiarono il modo di giocare a pallavolo in tutto il mondo. Ma: quel progetto era finalizzato alle Olimpiadi di Los Angeles, fatte quelle il volley USA è stato abbandonato a se stesso e finito quel ciclo è tornato nei ranghi: agli ultimi mondiali gli USA si sono classificati decimi…
E se la nazionale italiana maschile non è più la corazzata di Velasco, è pur sempre tra le prime 5 del mondo, e la nazionale femminile ha cominciato a vincere tutto pure lei, e…. agli ultimi europei maschili c’erano se non ricordo male 6 allenatori italiani su altrettante panchine delle nazionali partecipanti alla fase finale. Questo significa che in 20 anni una nazione che non era nessuno ha saputo costruire una propria scuola di atleti e di tecnici che rimane leader mondiale a prescindere dai risultati sportivi specifici.
E: quest’anno i mondiali di pallavolo maschile si terranno in Italia.

E tutto questo senza metropoli. E’ vero che ai tempi del boom ci fu la Milano di Berlusconi (sempre lui), ma è anche vero che i grandi nomi stabili del volley sia maschile che femminile sono città di provincia. Nel maschile vogliamo parlare di due città a caso? Parma e Treviso.... E il femminile è diventato campione del mondo reggendosi su squadre di vertice chiamate Bergamo, Novara, Pesaro, Matera….

Ecco: questo è quello che Velasco ha saputo iniziare, non come semplice ct ma come portatore di una nuova cultura manageriale, e che tutto il movimento ha saputo mettere a frutto. E’ così impossibile pensare a una cosa del genere per il rugby? Anche la metà, io credo, basterebbe….

Scusate la lunghezza, e anche l'off topic. NOn lo faccio più, prometto.
Bravo. La pallavolo è l'esempio lampante che non è necessaria la grande metropoli per arrivare a dei risultati importanti a livello internazionale.
giangi2
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Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da giangi2 »

La pallavolo però ha due fattori fondamentali che adesso nel rugby mancano:
il campionato italiano (sia maschile che femminile) è il più importante del mondo e (a parte altre 3/4 squadre all'estero) quello dove si guadagna di più;
la nazionale è stata molto utilizzata per trainare il movimento dei club.
Un terzo fattore rende la pallavolo l'unico sport a diffusione "di massa" oltre al calcio: è un gioco talmente semplice e poco pericoloso che in tutte le scuole d'Italia lo si gioca nell'ora di educazione fisica (e se non sbaglio un esame ISEF dà diritto alla qualifica di allenatore federale).
nino22
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Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da nino22 »

giangi2 ha scritto:Mi fa piacere che la discussione si stia incanalando su binari costruttivi, e vi dico la mia. Io ero inzialmente contrario all'ipotesi CL, perchè pensavo (e penso) che sia meglio lavorare alla crescita del campionato italiano. Però. La FIR ha commesso l'errore (o non è stata in grado) di "agganciare" il campionato alla popolarità della nazionale. Due anni di crisi economica stanno tagliando i fondi a tutto lo sport, e, come ha detto qualcuno, la CL (e per me tutto il rugby) sta vivendo al di sopra dei suoi mezzi, perchè al momento solo le nazionali e pochi altri eventi rugbistici muovono e interessano molto pubblico. A queste condizioni posso capire che la FIR stia cercando di concentrare le sue risorse tecniche in due proposte che (si spera) possano raccogliere anche sponsor e interesse mediatico. Se si riuscirà a creare un po' di interesse intorno alle due franchigie, allora si avrà ricaduta positiva sul resto del movimento (e non venitemi a dire che le franchigie porteranno via sponsor agli altri club perchè non sarà così e lo sappiamo bene tutti) e sul livello tecnico di un po' di giocatori che serviranno alla nazionale. Ovvio che nessuno può pensare di poter trovare uno sponsor da 5 mil. di euro o un contratto TV da 2 mil. nè oggi nè (forse) mai, però non credo che sia sbagliato provare ad investire qualcosa adesso sulla CL, se parallelamente si lavora sul reclutamento e sulla formazione di base. Sono in disaccordo invece con chi sostiene che è sbagliato entrare in CL così, senza le grandi città: le grandi città, Milano e Roma per prime, ci sono (o ci sono state) nel rugby, e non sono state in grado di far meglio dei piccoli paesi, non hanno pubblico e non creano interesse, quindi ben vengano le Viadana e le Calvisano, Noceto e quant'altro, senza dimenticare che Treviso, Parma, Padova, ecc. sono comunque centri di tutto rispetto se confrontati alle altre relatà europee. Di sicuro non ci si può illudere pensando a numeri paragonabili a quelli del calcio, ma se si pensa a basket o pallavolo (che se non fosse giocata a scuola perchè gli insegnanti di educazione fisica non sanno fare altro, sarebbe messa molto peggio del rugby) il rugby ha tutte le possibilità di arrivarci (anzi secondo me la pallavolo a livello maschile è già superata).
Mi trovi nel complesso d'accordo, quando parli di muovere pubblico immagino tu ti riferisca alla realtà italiana però ....
Sulle grandi o piccole metropoli, hai ragione, però è sempre una coperta corta, Milano o Roma offrono visibilità e soldi (soprattutto Milano) ma non tradizione cosa che invece c'è altrove .....
Anch'io sono dell'idea che sta CL per quanto possa davvero far crescere i nostri giocatori sia stata prematura e che prioritario fosse creare un campionato accettabile, sicuramente era prioritario investire sui campionati under, ci è utile + una CL under 20 sotto questo aspetto, all'estero sono capaci di far esordire 20 enni ad alto livello internazionale (HC o Nazionale) e averli pronti a giocarsela alla pari con i veterani, noi no, e qui la CL non centra nulla ...
Tamarro90
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Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da Tamarro90 »

giangi2 ha scritto:La pallavolo però ha due fattori fondamentali che adesso nel rugby mancano:
il campionato italiano (sia maschile che femminile) è il più importante del mondo e (a parte altre 3/4 squadre all'estero) quello dove si guadagna di più;
la nazionale è stata molto utilizzata per trainare il movimento dei club.
Un terzo fattore rende la pallavolo l'unico sport a diffusione "di massa" oltre al calcio: è un gioco talmente semplice e poco pericoloso che in tutte le scuole d'Italia lo si gioca nell'ora di educazione fisica (e se non sbaglio un esame ISEF dà diritto alla qualifica di allenatore federale).
quanto hai ragione, soprattutto sull'ultima parte...
il rugby è come l'amore, bisogna dare prima di prendere, quando hai la palla è come fare l'amore, devi pensare al piacere dell'altro prima che al tuo.

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Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

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giangi2 ha scritto:La pallavolo però ha due fattori fondamentali che adesso nel rugby mancano:
il campionato italiano (sia maschile che femminile) è il più importante del mondo e (a parte altre 3/4 squadre all'estero) quello dove si guadagna di più;
la nazionale è stata molto utilizzata per trainare il movimento dei club.
Un terzo fattore rende la pallavolo l'unico sport a diffusione "di massa" oltre al calcio: è un gioco talmente semplice e poco pericoloso che in tutte le scuole d'Italia lo si gioca nell'ora di educazione fisica (e se non sbaglio un esame ISEF dà diritto alla qualifica di allenatore federale).
Quoto e aggiungo.
E' un gioco indoor e le mamme non hanno paura che i loro figli prendono il raffreddore. Sembra una stupidata ma lo sto constatando personalmente con amici di mio figlio.
Questo fattore è superfluo per i figli "d'arte", ma molto sentito per i neofiti del rugby.

Inoltre associerei la pallavolo con il basket.

Sull'ultima parte nel mio caso sono stato fortunato perchè avevo due professori rugbisti, uno il presidente di una squadra e uno che ha giocato in nazionale. Ma suppongo sia un caso rarissimo.
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