Re: Super XV 2013
Inviato: 13 mag 2013, 17:53
Non so se avete notato come da quest'anno in Super Rugby sia tornata di moda quella struttura offensiva che introdusse Robbie Deans a fine 2010, usata fino all'arrivo di Tony McGahan (e inspiegabilmente abbandonata per un rilancio da ruck diretto e secondo me molto più ignorante), utilizzata dall'Argentina nel RC 2012, e secondo me a giugno la vedremo anche nel Sudafrica.
Tra 1 anno e mezzo sarà stabilmente anche nei campionati nordici.
È una struttura che pffre dei gran spunti offensivi:
- rilancio del gioco diretto, andando a contatto
- rilancio del gioco spostando la palla alla seconda linea dìattacco, dietro di loro per andare al largo
- come decoy runners, permette di dare palla ai 3/4 con minor pressione
Quest'anno l'ho vista usare tantissimo dai Reds, un po' dai Waratahs, ma tantissimo anche da Cheetahs; meno dalle neozelandesi, ma ogni tanto si vede; il problema è che ho visto talmente tanti match che non riesco più a ritrovarle.
Vi faccio vedere in particolare il secondo caso, perché è quello più interessante e permette di trasformare una palla lenta e apparentemente facile da difendere, in una situazione che crea molti problemi alla difesa.
Australia 2010
Australia 2011
Argentina 2012
Cheetahs 2013 – qui Brussow non passa alla seconda linea d'attacco, ma va a contatto lui; nella successiva fase invece si va al largo, addirittura bypassando Francis
È un struttura relativamente semplice, ma estremamente moderna per caratteristiche richieste, soprattutto efficacissima!
Come detto, una mini-unit di 3 persone si schiera a pochi metri dalla ruck, a diamante, cioè con il ricevitore in mezzo e più avanzato ai due sostegni, questo per dare doppia possibilità di passaggio, ma anche in caso di placcaggio, anche un sostegno doppio da entrambi i lati, molto più efficace.
Quasi sempre è effettuata nei 22 avversari, dove raggiunge l’efficacia massima (vediamo poi il perché).

La difesa si schiera con una guarda che non si muove mai, cascasse il mondo, in italiano si chiama guardia e non rende l'idea, in inglese invece è pillar (mai visto una colonna muoversi?), più chiaro di così.
E schiera i difensori contro la mini-unit (D1), e quelli al largo (presumibilmente trequarti, ma non necessariamente).
La mini-unit ricevendo palla non va ovviamente a porre il punto interrogativo ai difensori D1, bensì con una corsa a debordare (diceva il mio allenatore di 2 anni fa: si attacca il bordo del muro!) va a porre il punto interrogativo a D2, il primo difensore dei 3/4.
D1 si muoverà con leggero ritardo e comunque avrà la priorità del contrasto fisico avanti vs. avanti, e siccome il difensore si fissa sempre e solo con la corsa, se la corsa è fatta bene, D2 si troverà in bel dilemma: "Difendo sul mio uomo (R2), oppure mi faccio assorbire dalla mini-unit?"
In entrambi i casi si aprono soluzioni offensive mica da ridere.
Nel primo caso la mini-unit attaccherà direttamente la linea

Si cercherà di attaccare il gap evidenziato con le linee verdi tra (l'ultimo difensore di) D1 e D2: con il fisico, con il passaggio o offload per uno dei 2 sostegni a R1, la difesa non riesce a contrastare fisicamente nell'immediato e si perdono parecchi metri!
Nel secondo caso invece di fronte alla possibilità di un contrasto fisico più alto per la miniunit, se arriva la giusta comunicazione a R1, si sposterà il pallone alla seconda linea di attacco, R2, che attaccherà lo spazio che si verrà a creare stavolta al largo, dopo D2.

*scusate la rozzezza del modello, ma non ho avuto modo di farlo in scala e di dipingerlo
Funziona ottimamente nei 22 avversari e usata per lo più lì, dove l'urgenza difensiva è altissima, e più ti avvicini alla linea di meta, più la difesa tenderà a difendere aggressivamente sulla mini-unit: meglio costringere l’attacco a fare un passaggio in più che cedere metri vitali.
Può funzionare da palla lenta o da palla rapida, "basta2 prendere le corrette decisioni, guardando, ragionando e comunicando ad alta velocità.
Per quanto semplice sia per l'alto livello, è in realtà modernissima: richiede capacità di saper giocare quello che hai di fronte, richiede capacità di lettura offensive anche da parte degli avanti, buone doti tecniche e soprattutto anche se proviene da fase lenta, non è di puro mantenimento, ma può portare a ri-velocizzare il gioco dal nulla o quasi.
C'è anche il fattore più moderno sui giocatori, cioè che non si gioca più per ruolo ma per posizione ricoperta in una determinata situazione di gioco.
Quest’anno l’ho vista molto usata in Australia e dai Cheetahs, meno in NZ, ancora tradizionalmente legata ai suoi pattern tipici di cui parlava G&GR 1 annetto fa, quello del wide-wide e del punch-wide: in questo pattern gli avanti non formano miniunit, ma rimangono schierati al largo e larghi, necessitando di doti atletiche ancora più alte, e lasciando ancora di più ai singoli la lettura della difesa per poi prendere iniziative sull’1vs.1 (corsa/passaggio/offload)…
In Super Rugby se ne vedono meno che a livello internazionale, per velocità del gioco e difese meno attente, ma comunque anche da quest’anno sono molto presenti.
Tutto questo per dire che sì, il rugby moderno è fatto di “play what’s in front of you” e che il rugby strutturato non è più lo stesso, ciò non significa che non ci siano strutture: soprattutto quando le difese si affinano, non ci si può affidare al solo paradigma di cui sopra, altrimenti senza quelle strutture, ci si trova ad avere di fronte dei muri piuttosto solidi, nel 95% dei casi.
In una sorta di integrazione tra rugby strutturato e smart rugby, le strutture ci sono ma rimangono poco codificate (cioè non si dice: tu dai palla a lui che poi da palla all’altro), e all'interno della struttura viene lasciato spazio all’iniziativa del singolo; quella in questo esempio è poco codificata, ancora di meno è il modo di attaccare neozelandese (che richiede un bel cervello).
Questa struttura non è facile da usare a basso livello (non pro), ma state sicuri non è neanche impossibile!
Con allenamenti mirati (per occhi e cervello) e disponibilità ad apprendere, la si può vedere su qualunque campo italiano!
Tra 1 anno e mezzo sarà stabilmente anche nei campionati nordici.
È una struttura che pffre dei gran spunti offensivi:
- rilancio del gioco diretto, andando a contatto
- rilancio del gioco spostando la palla alla seconda linea dìattacco, dietro di loro per andare al largo
- come decoy runners, permette di dare palla ai 3/4 con minor pressione
Quest'anno l'ho vista usare tantissimo dai Reds, un po' dai Waratahs, ma tantissimo anche da Cheetahs; meno dalle neozelandesi, ma ogni tanto si vede; il problema è che ho visto talmente tanti match che non riesco più a ritrovarle.
Vi faccio vedere in particolare il secondo caso, perché è quello più interessante e permette di trasformare una palla lenta e apparentemente facile da difendere, in una situazione che crea molti problemi alla difesa.
Australia 2010
Australia 2011
Argentina 2012
Cheetahs 2013 – qui Brussow non passa alla seconda linea d'attacco, ma va a contatto lui; nella successiva fase invece si va al largo, addirittura bypassando Francis
È un struttura relativamente semplice, ma estremamente moderna per caratteristiche richieste, soprattutto efficacissima!
Come detto, una mini-unit di 3 persone si schiera a pochi metri dalla ruck, a diamante, cioè con il ricevitore in mezzo e più avanzato ai due sostegni, questo per dare doppia possibilità di passaggio, ma anche in caso di placcaggio, anche un sostegno doppio da entrambi i lati, molto più efficace.
Quasi sempre è effettuata nei 22 avversari, dove raggiunge l’efficacia massima (vediamo poi il perché).

La difesa si schiera con una guarda che non si muove mai, cascasse il mondo, in italiano si chiama guardia e non rende l'idea, in inglese invece è pillar (mai visto una colonna muoversi?), più chiaro di così.
E schiera i difensori contro la mini-unit (D1), e quelli al largo (presumibilmente trequarti, ma non necessariamente).
La mini-unit ricevendo palla non va ovviamente a porre il punto interrogativo ai difensori D1, bensì con una corsa a debordare (diceva il mio allenatore di 2 anni fa: si attacca il bordo del muro!) va a porre il punto interrogativo a D2, il primo difensore dei 3/4.
D1 si muoverà con leggero ritardo e comunque avrà la priorità del contrasto fisico avanti vs. avanti, e siccome il difensore si fissa sempre e solo con la corsa, se la corsa è fatta bene, D2 si troverà in bel dilemma: "Difendo sul mio uomo (R2), oppure mi faccio assorbire dalla mini-unit?"
In entrambi i casi si aprono soluzioni offensive mica da ridere.
Nel primo caso la mini-unit attaccherà direttamente la linea

Si cercherà di attaccare il gap evidenziato con le linee verdi tra (l'ultimo difensore di) D1 e D2: con il fisico, con il passaggio o offload per uno dei 2 sostegni a R1, la difesa non riesce a contrastare fisicamente nell'immediato e si perdono parecchi metri!
Nel secondo caso invece di fronte alla possibilità di un contrasto fisico più alto per la miniunit, se arriva la giusta comunicazione a R1, si sposterà il pallone alla seconda linea di attacco, R2, che attaccherà lo spazio che si verrà a creare stavolta al largo, dopo D2.

*scusate la rozzezza del modello, ma non ho avuto modo di farlo in scala e di dipingerlo
Funziona ottimamente nei 22 avversari e usata per lo più lì, dove l'urgenza difensiva è altissima, e più ti avvicini alla linea di meta, più la difesa tenderà a difendere aggressivamente sulla mini-unit: meglio costringere l’attacco a fare un passaggio in più che cedere metri vitali.
Può funzionare da palla lenta o da palla rapida, "basta2 prendere le corrette decisioni, guardando, ragionando e comunicando ad alta velocità.
Per quanto semplice sia per l'alto livello, è in realtà modernissima: richiede capacità di saper giocare quello che hai di fronte, richiede capacità di lettura offensive anche da parte degli avanti, buone doti tecniche e soprattutto anche se proviene da fase lenta, non è di puro mantenimento, ma può portare a ri-velocizzare il gioco dal nulla o quasi.
C'è anche il fattore più moderno sui giocatori, cioè che non si gioca più per ruolo ma per posizione ricoperta in una determinata situazione di gioco.
Quest’anno l’ho vista molto usata in Australia e dai Cheetahs, meno in NZ, ancora tradizionalmente legata ai suoi pattern tipici di cui parlava G&GR 1 annetto fa, quello del wide-wide e del punch-wide: in questo pattern gli avanti non formano miniunit, ma rimangono schierati al largo e larghi, necessitando di doti atletiche ancora più alte, e lasciando ancora di più ai singoli la lettura della difesa per poi prendere iniziative sull’1vs.1 (corsa/passaggio/offload)…
In Super Rugby se ne vedono meno che a livello internazionale, per velocità del gioco e difese meno attente, ma comunque anche da quest’anno sono molto presenti.
Tutto questo per dire che sì, il rugby moderno è fatto di “play what’s in front of you” e che il rugby strutturato non è più lo stesso, ciò non significa che non ci siano strutture: soprattutto quando le difese si affinano, non ci si può affidare al solo paradigma di cui sopra, altrimenti senza quelle strutture, ci si trova ad avere di fronte dei muri piuttosto solidi, nel 95% dei casi.
In una sorta di integrazione tra rugby strutturato e smart rugby, le strutture ci sono ma rimangono poco codificate (cioè non si dice: tu dai palla a lui che poi da palla all’altro), e all'interno della struttura viene lasciato spazio all’iniziativa del singolo; quella in questo esempio è poco codificata, ancora di meno è il modo di attaccare neozelandese (che richiede un bel cervello).
Questa struttura non è facile da usare a basso livello (non pro), ma state sicuri non è neanche impossibile!
Con allenamenti mirati (per occhi e cervello) e disponibilità ad apprendere, la si può vedere su qualunque campo italiano!