CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

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porcorosso
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Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da porcorosso »

masterweb ha scritto:
MatR ha scritto:
AINDA ha scritto:
MatR ha scritto: Di Kirwan conosco poco o nulla, quindi posso sbagliarmi, ma dico che la mia sensazione è che potrebbe (avrebbe potuto?) essere per il rugby quello che Velasco è stato per il volley.

sono convinto che a suo tempo kirwan fece un grande lavoro, in particolare lanciando tanti giovani di talento (seppur ancora acerbi a quel tempo hanno poi formato l'ossatura della nazionale negli anni successivi e cercando anche di invertire una certa mentalità perdente. Obbiettivamente forse il materiale umano a disposizione di velasco era di qualità superiore però questo non toglie che kirwan lo vedrei alla guida della nazionale anche ora
dico la mia su alcuni punti e ti faccio i complimenti per il bel intervento
Ti ringrazio, sono lieto se il mio contributo può essere costruttivo, per quel che può valere.
Parlando di Velasco intendo richiamare l'altro grande tema, l'altra faccia della medaglia: la crescita organica del movimento. Dici che Velasco aveva materiale umano di qualità superiore rispetto a Kirwan: non sono in grado di fare paragoni ma è senz'altro vero, visti i risultati sul campo. Ma quel materiale umana è stato il frutto di una programmazione nazionale partita da lontano: nel 1986 vidi la nazionale maggiore arrivare qualcosa come dodicesima o giù di lì ai mondiali di Parigi, ma nel 1985 la nazionale juniores vinse l'argento ai mondiali di categoria in Italia. E la grande Italia di Velasco si costruì sull'ossatura di quella juniores, la quale a sua volta era il risultato di un progetto sistematico durato 6 anni. Velasco poi ha portato nel volley italiano cultura manageriale, capacità organizzativa, visione strategica: in quegli anni è cambiato il dna di una disciplina che fino a metà anni '80 aveva la stessa valenza che abbiamo oggi nel rugby.
Questo a prescindere dai mondiali vinti o non vinti: il volley ha beneficiato di un elemento particolare, che è stato il dissolvimento del blocco sovietico, dominatore assoluto fino ai mondiali 1986 quando l'URSS fu sconfitta dagli USA in finale. E anche qui troviamo una parabola istruttiva: gli USA seppero costruire dal nulla uno squadrone, guidato da un signore che creò impostazioni strategiche e soluzioni tattiche che cambiarono il modo di giocare a pallavolo in tutto il mondo. Ma: quel progetto era finalizzato alle Olimpiadi di Los Angeles, fatte quelle il volley USA è stato abbandonato a se stesso e finito quel ciclo è tornato nei ranghi: agli ultimi mondiali gli USA si sono classificati decimi…
E se la nazionale italiana maschile non è più la corazzata di Velasco, è pur sempre tra le prime 5 del mondo, e la nazionale femminile ha cominciato a vincere tutto pure lei, e…. agli ultimi europei maschili c’erano se non ricordo male 6 allenatori italiani su altrettante panchine delle nazionali partecipanti alla fase finale. Questo significa che in 20 anni una nazione che non era nessuno ha saputo costruire una propria scuola di atleti e di tecnici che rimane leader mondiale a prescindere dai risultati sportivi specifici.
E: quest’anno i mondiali di pallavolo maschile si terranno in Italia.

E tutto questo senza metropoli. E’ vero che ai tempi del boom ci fu la Milano di Berlusconi (sempre lui), ma è anche vero che i grandi nomi stabili del volley sia maschile che femminile sono città di provincia. Nel maschile vogliamo parlare di due città a caso? Parma e Treviso.... E il femminile è diventato campione del mondo reggendosi su squadre di vertice chiamate Bergamo, Novara, Pesaro, Matera….

Ecco: questo è quello che Velasco ha saputo iniziare, non come semplice ct ma come portatore di una nuova cultura manageriale, e che tutto il movimento ha saputo mettere a frutto. E’ così impossibile pensare a una cosa del genere per il rugby? Anche la metà, io credo, basterebbe….

Scusate la lunghezza, e anche l'off topic. NOn lo faccio più, prometto.
Bravo. La pallavolo è l'esempio lampante che non è necessaria la grande metropoli per arrivare a dei risultati importanti a livello internazionale.
Ci sono anche altri esempi tipo l'hockey su rotelle dove l'Italia basa completamente le serie A (1-2) su piccole città e piccolissimi centri, pur restando tra le prime a livello mondiale (Portogallo - sport nazionale -, Argentina, Spagna...)
Per farvi un esempio il paesino in cui sono cresciuto (7500 anime!) ha una squadra in serie A1 di Hockey e tutta la città ha giocato almeno qualche anno nelle giovanili, un bel numero dei ragazzi ha trovato posto in squadre blasonate e in nazionale. Ma tutta la cittadina era coinvolta e il palazzetto sempre pieno.
In Italia, dove il calcio occupa già il posto nelle città più grandi, esempi di largo coinvolgimento sono possibili laddove il calcio non potrà eccellere, ovvero i centri minori.
Quello che non quadra in questi confronti con il rugby è l'ampiezza del seguito necessaria affinchè lo sport si affermi.
E' indubbio infatti che il Volley, l'Hockey e la Pallacanestro possano essere soddisfatti da pubblici dai 1000 ai 5000, mentre al rugby di vertice si richiedono masse ben più consistenti.
Con questo voglio dire che, a parer mio, al rugby serve il coinvolgimento di aree più ampie di utenza, che non vuol dire Milano, Roma, Napoli e/o Torino, ma significa che le squadre (specialmente di vertice) devono diventare espressione di aree anzichè di singoli comuni.
Per fare un esempio sul Terraglio (tra Venezia e Treviso quindi) ci sono 8 (10 se si includono Riviera-Mira e Mirano) squadre seniores, di cui 2 in S10 e 3 in SA1/2. Se esistesse una franchigia (anche solo per il S10) per la globalità di queste società (che significa rappresentanza, coinvolgimento e localizzazione centrale) essa avrebbe un seguito che adeguatamente curato potrebbe essere pari a quelli che invidiamo tanto agli amici francesi e inglesi. E il rugby potrebbe davvero scalzare il calcio come sport di vertice dell'area, con tutti i benefici mediatici che ne deriverebbero.
Altro esempio può essere il parmense 5 squadre di vertice in pochi km...

Ciò che manca al rugby italiano è la mancanza di collaborazione, promozione e innovazione.
Con e senza CL.
Saluti PR
Porcorosso - Mediano da Salotto
grubber
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Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da grubber »

Cosa è successo? Il vento sta cambiando?
"Va bene ...stordito ! Appuntamento a Bologna ! 5 azioni in attacco e 5 in difesa a 5 metri dalla linea di meta senza scartare e senza cambi di direzione...dritto per dritto ...chi perde alla fine della serie fuori a vita dal forum ..ce le hai le palle per accettare o scapperai ancora ?...I miei bimbi ...chiedono la tua testa .." (Un simpatico utente del forum)

Il vantaggio di essere intelligente è che puoi sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile
porcorosso
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Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da porcorosso »

grubber ha scritto:Cosa è successo? Il vento sta cambiando?
Se stai parlando del mio intervento:
Non sono mai stato contrario a prescindere alle franchigie, ne a fusioni pro super club.
Take a look HERE
and with a bit of irony HERE please :)

Ciò che ho sempre criticato sono i principi top-developing che il rugby italiano ha assunto in questi ultimi tempi, la scarsissima propensione allo sviluppo dei campionati interni, la pressocché nulla collaborazione dei team 'taliani e l'idea che solo C.omunione e L.iberazione ci possa salvare.

Sintetizzando: la franchigia non è da escludere come cura ma non deve assolutamente andare a scapito del club (specialmente quello piccolo) altrimenti ha l'effetto di una chemio particolarmente pesante.
Saluti PR
Porcorosso - Mediano da Salotto
Laporte
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Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da Laporte »

porcorosso ha scritto:
masterweb ha scritto:
MatR ha scritto:
AINDA ha scritto:
MatR ha scritto: Di Kirwan conosco poco o nulla, quindi posso sbagliarmi, ma dico che la mia sensazione è che potrebbe (avrebbe potuto?) essere per il rugby quello che Velasco è stato per il volley.

sono convinto che a suo tempo kirwan fece un grande lavoro, in particolare lanciando tanti giovani di talento (seppur ancora acerbi a quel tempo hanno poi formato l'ossatura della nazionale negli anni successivi e cercando anche di invertire una certa mentalità perdente. Obbiettivamente forse il materiale umano a disposizione di velasco era di qualità superiore però questo non toglie che kirwan lo vedrei alla guida della nazionale anche ora
dico la mia su alcuni punti e ti faccio i complimenti per il bel intervento
Ti ringrazio, sono lieto se il mio contributo può essere costruttivo, per quel che può valere.
Parlando di Velasco intendo richiamare l'altro grande tema, l'altra faccia della medaglia: la crescita organica del movimento. Dici che Velasco aveva materiale umano di qualità superiore rispetto a Kirwan: non sono in grado di fare paragoni ma è senz'altro vero, visti i risultati sul campo. Ma quel materiale umana è stato il frutto di una programmazione nazionale partita da lontano: nel 1986 vidi la nazionale maggiore arrivare qualcosa come dodicesima o giù di lì ai mondiali di Parigi, ma nel 1985 la nazionale juniores vinse l'argento ai mondiali di categoria in Italia. E la grande Italia di Velasco si costruì sull'ossatura di quella juniores, la quale a sua volta era il risultato di un progetto sistematico durato 6 anni. Velasco poi ha portato nel volley italiano cultura manageriale, capacità organizzativa, visione strategica: in quegli anni è cambiato il dna di una disciplina che fino a metà anni '80 aveva la stessa valenza che abbiamo oggi nel rugby.
Questo a prescindere dai mondiali vinti o non vinti: il volley ha beneficiato di un elemento particolare, che è stato il dissolvimento del blocco sovietico, dominatore assoluto fino ai mondiali 1986 quando l'URSS fu sconfitta dagli USA in finale. E anche qui troviamo una parabola istruttiva: gli USA seppero costruire dal nulla uno squadrone, guidato da un signore che creò impostazioni strategiche e soluzioni tattiche che cambiarono il modo di giocare a pallavolo in tutto il mondo. Ma: quel progetto era finalizzato alle Olimpiadi di Los Angeles, fatte quelle il volley USA è stato abbandonato a se stesso e finito quel ciclo è tornato nei ranghi: agli ultimi mondiali gli USA si sono classificati decimi…
E se la nazionale italiana maschile non è più la corazzata di Velasco, è pur sempre tra le prime 5 del mondo, e la nazionale femminile ha cominciato a vincere tutto pure lei, e…. agli ultimi europei maschili c’erano se non ricordo male 6 allenatori italiani su altrettante panchine delle nazionali partecipanti alla fase finale. Questo significa che in 20 anni una nazione che non era nessuno ha saputo costruire una propria scuola di atleti e di tecnici che rimane leader mondiale a prescindere dai risultati sportivi specifici.
E: quest’anno i mondiali di pallavolo maschile si terranno in Italia.

E tutto questo senza metropoli. E’ vero che ai tempi del boom ci fu la Milano di Berlusconi (sempre lui), ma è anche vero che i grandi nomi stabili del volley sia maschile che femminile sono città di provincia. Nel maschile vogliamo parlare di due città a caso? Parma e Treviso.... E il femminile è diventato campione del mondo reggendosi su squadre di vertice chiamate Bergamo, Novara, Pesaro, Matera….

Ecco: questo è quello che Velasco ha saputo iniziare, non come semplice ct ma come portatore di una nuova cultura manageriale, e che tutto il movimento ha saputo mettere a frutto. E’ così impossibile pensare a una cosa del genere per il rugby? Anche la metà, io credo, basterebbe….

Scusate la lunghezza, e anche l'off topic. NOn lo faccio più, prometto.
Bravo. La pallavolo è l'esempio lampante che non è necessaria la grande metropoli per arrivare a dei risultati importanti a livello internazionale.
Ci sono anche altri esempi tipo l'hockey su rotelle dove l'Italia basa completamente le serie A (1-2) su piccole città e piccolissimi centri, pur restando tra le prime a livello mondiale (Portogallo - sport nazionale -, Argentina, Spagna...)
Per farvi un esempio il paesino in cui sono cresciuto (7500 anime!) ha una squadra in serie A1 di Hockey e tutta la città ha giocato almeno qualche anno nelle giovanili, un bel numero dei ragazzi ha trovato posto in squadre blasonate e in nazionale. Ma tutta la cittadina era coinvolta e il palazzetto sempre pieno.
In Italia, dove il calcio occupa già il posto nelle città più grandi, esempi di largo coinvolgimento sono possibili laddove il calcio non potrà eccellere, ovvero i centri minori.
Quello che non quadra in questi confronti con il rugby è l'ampiezza del seguito necessaria affinchè lo sport si affermi.
E' indubbio infatti che il Volley, l'Hockey e la Pallacanestro possano essere soddisfatti da pubblici dai 1000 ai 5000, mentre al rugby di vertice si richiedono masse ben più consistenti.
Con questo voglio dire che, a parer mio, al rugby serve il coinvolgimento di aree più ampie di utenza, che non vuol dire Milano, Roma, Napoli e/o Torino, ma significa che le squadre (specialmente di vertice) devono diventare espressione di aree anzichè di singoli comuni.
Per fare un esempio sul Terraglio (tra Venezia e Treviso quindi) ci sono 8 (10 se si includono Riviera-Mira e Mirano) squadre seniores, di cui 2 in S10 e 3 in SA1/2. Se esistesse una franchigia (anche solo per il S10) per la globalità di queste società (che significa rappresentanza, coinvolgimento e localizzazione centrale) essa avrebbe un seguito che adeguatamente curato potrebbe essere pari a quelli che invidiamo tanto agli amici francesi e inglesi. E il rugby potrebbe davvero scalzare il calcio come sport di vertice dell'area, con tutti i benefici mediatici che ne deriverebbero.
Altro esempio può essere il parmense 5 squadre di vertice in pochi km...

Ciò che manca al rugby italiano è la mancanza di collaborazione, promozione e innovazione.
Con e senza CL.
Saluti PR

Va tutto bene, ma a livello Mondiale l'Hockey a rotelle è seguito assai meno del rugby. nell'Hopckey rotelle per competre a livello internazionale non servono bugdet da 13 milioni di euro. Dunque puoi anche "vivere"e in un paesino. Il rugby nel mondo non è l'Hockey a rotelle. Ha molto più seguito e gitro di soldi.

Altrimenti ti tiro fuori la pallapugno. lì si che altro che paesini, ci sono delle borgate campioni d'Italia.... E siamo i più forti al mondo.... ma siamo gli unici.
porcorosso
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Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da porcorosso »

Laporte ha scritto:
porcorosso ha scritto:Ci sono anche altri esempi tipo l'hockey su rotelle dove l'Italia basa completamente le serie A (1-2) su piccole città e piccolissimi centri, pur restando tra le prime a livello mondiale (Portogallo - sport nazionale -, Argentina, Spagna...)
Per farvi un esempio il paesino in cui sono cresciuto (7500 anime!) ha una squadra in serie A1 di Hockey e tutta la città ha giocato almeno qualche anno nelle giovanili, un bel numero dei ragazzi ha trovato posto in squadre blasonate e in nazionale. Ma tutta la cittadina era coinvolta e il palazzetto sempre pieno.
In Italia, dove il calcio occupa già il posto nelle città più grandi, esempi di largo coinvolgimento sono possibili laddove il calcio non potrà eccellere, ovvero i centri minori.
Quello che non quadra in questi confronti con il rugby è l'ampiezza del seguito necessaria affinchè lo sport si affermi.
E' indubbio infatti che il Volley, l'Hockey e la Pallacanestro possano essere soddisfatti da pubblici dai 1000 ai 5000, mentre al rugby di vertice si richiedono masse ben più consistenti.

Con questo voglio dire che, a parer mio, al rugby serve il coinvolgimento di aree più ampie di utenza, che non vuol dire Milano, Roma, Napoli e/o Torino, ma significa che le squadre (specialmente di vertice) devono diventare espressione di aree anzichè di singoli comuni.
Per fare un esempio sul Terraglio (tra Venezia e Treviso quindi) ci sono 8 (10 se si includono Riviera-Mira e Mirano) squadre seniores, di cui 2 in S10 e 3 in SA1/2. Se esistesse una franchigia (anche solo per il S10) per la globalità di queste società (che significa rappresentanza, coinvolgimento e localizzazione centrale) essa avrebbe un seguito che adeguatamente curato potrebbe essere pari a quelli che invidiamo tanto agli amici francesi e inglesi. E il rugby potrebbe davvero scalzare il calcio come sport di vertice dell'area, con tutti i benefici mediatici che ne deriverebbero.
Altro esempio può essere il parmense 5 squadre di vertice in pochi km...

Ciò che manca al rugby italiano è la mancanza di collaborazione, promozione e innovazione.
Con e senza CL.
Saluti PR

Va tutto bene, ma a livello Mondiale l'Hockey a rotelle è seguito assai meno del rugby. nell'Hopckey rotelle per competre a livello internazionale non servono bugdet da 13 milioni di euro. Dunque puoi anche "vivere"e in un paesino. Il rugby nel mondo non è l'Hockey a rotelle. Ha molto più seguito e gitro di soldi.

Altrimenti ti tiro fuori la pallapugno. lì si che altro che paesini, ci sono delle borgate campioni d'Italia.... E siamo i più forti al mondo.... ma siamo gli unici.
Insomma Laporte ... non è che abbia scritto che Hockey e Rugby sono equiparabili...
Saluti PR
Porcorosso - Mediano da Salotto
grubber
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Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da grubber »

Potrei citare parecchi giocatori di rugby che quando vanno in campo pensano che il loro sport sia "pallapugno".
Per quanto sia una razza in forte calo. Ce n'erano di più 20 anni fa...
"Va bene ...stordito ! Appuntamento a Bologna ! 5 azioni in attacco e 5 in difesa a 5 metri dalla linea di meta senza scartare e senza cambi di direzione...dritto per dritto ...chi perde alla fine della serie fuori a vita dal forum ..ce le hai le palle per accettare o scapperai ancora ?...I miei bimbi ...chiedono la tua testa .." (Un simpatico utente del forum)

Il vantaggio di essere intelligente è che puoi sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile
GiorgioXT
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Iscritto il: 19 mag 2004, 0:00

Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da GiorgioXT »

A parte gli ORRORI di quoting visti (non serve riportare 120 righe per scriverne 3) , ci si dimentica l'altro ingrediente del successo del volley :
la base di praticanti ! già nel 1974 il mio insegnante di educazione fisica segnalava alle società i ragazzi di terza media più bravi e più alti... diciamo che era un eccezione ? non credo, ma anche ce ne fosse stato uno ogni 10 insegnanti provate a pensare la selezione e lo sviluppo su che basi numeriche sono state fatte...
Yattaran
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Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da Yattaran »

GiorgioXT ha scritto:A parte gli ORRORI di quoting visti (non serve riportare 120 righe per scriverne 3) , ci si dimentica l'altro ingrediente del successo del volley :
la base di praticanti ! già nel 1974 il mio insegnante di educazione fisica segnalava alle società i ragazzi di terza media più bravi e più alti... diciamo che era un eccezione ? non credo, ma anche ce ne fosse stato uno ogni 10 insegnanti provate a pensare la selezione e lo sviluppo su che basi numeriche sono state fatte...
e bene o male tutti alle superiori si beccano pallavolo ad educazione fisica.

Per la cronaca, in classe mia c'erano 4 giocatori del Rubano, in giro per le altre classi c'era gente del Selvazzano, del Cus Padova, e Andrea Marcato che già stava al Petrarca.
Facevamo educazione fisica al Ceron, dove ci sono i campi del Selvazzano, quindi non c'era neppure il problema di cercare il campo.

Abbiamo fatto per 5 anni pallavolo e calcetto, avessimo mai toccato o visto un pallone ovale... ma nemmeno per sbaglio...
"non discutere mai con un idiota, ti trascina al suo livello, poi ti batte con l'esperienza"

"poe sempre darsi che mi e ti no capimo un ca$$o de regbi" (cit. ForrestGump)
italicbold
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Iscritto il: 15 dic 2008, 17:10

Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da italicbold »

A Roma ogni scuola che si rispetti ha il suo bel campo di pallamano.
Un grande impulso allo sviluppo del calcetto. :-]
realista
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Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da realista »

Non si può paragonare uno sport da palazzetto con il rugby. Il palazzetto può ospitare al massimo 5000 persone?
Il rugby si gioca in strutture che ne possono ospitare molti di più per cui risulta in concorrenza diretta col calcio, ed il calcio non si tocca.
Ultimamente nei TM autunnali, da Firenze, abbiamo avuto la conferma.
GiorgioXT
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Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da GiorgioXT »

realista ha scritto:Non si può paragonare uno sport da palazzetto con il rugby. Il palazzetto può ospitare al massimo 5000 persone?
Il rugby si gioca in strutture che ne possono ospitare molti di più per cui risulta in concorrenza diretta col calcio, ed il calcio non si tocca.
Ultimamente nei TM autunnali, da Firenze, abbiamo avuto la conferma.
Se parliamo di nazionali... se parliamo di campionati, non è che il calcio rieampia sempre gli stadi ... nemmeno la serie A! in serie B presenze di 5000 e più sono un sogno, salvo i derby
newrunner
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Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da newrunner »

Non sono mai stato contrario a prescindere alle franchigie, ne a fusioni pro super club.
Take a look HERE
and with a bit of irony HERE please :)

Ciò che ho sempre criticato sono i principi top-developing che il rugby italiano ha assunto in questi ultimi tempi, la scarsissima propensione allo sviluppo dei campionati interni, la pressocché nulla collaborazione dei team 'taliani e l'idea che solo C.omunione e L.iberazione ci possa salvare.

Sintetizzando: la franchigia non è da escludere come cura ma non deve assolutamente andare a scapito del club (specialmente quello piccolo) altrimenti ha l'effetto di una chemio particolarmente pesante.
Saluti PR[/quote]


Caro PR nelle ultime 5 righe hai scritto la verità che purtroppo alcuni in FIR non vogliono nè considerare,nè capire ,nè accettare.......COLLABORAZIONE,PROMOZIONE e INNOVAZIONE .....Con o senza CL.....e comunque più importante della stessa CL che è una mania di grandezza per la quale non solo non siamo pronti e dove prenderemmo batoste negative e contro-promozionali ..ma dove faremmo la figura dei fessi che si fanno fottere dei soldi per il giocattolo altrui e che toglieremmo allo sviluppo della base....
Cane_di_Pavlov
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Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da Cane_di_Pavlov »

GiorgioXT ha scritto:
Se parliamo di nazionali... se parliamo di campionati, non è che il calcio rieampia sempre gli stadi ... nemmeno la serie A! in serie B presenze di 5000 e più sono un sogno, salvo i derby
La media spettatori dello scorso campioanto di B è stata di 5427 persone. Sicuramente tu ritirerai fuori la solita storia di biglietti omaggio, abbonati sempre contati etc. ma di qui a dire che 5000 spettatori sono un sogno ce ne passa.
GiorgioXT
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Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da GiorgioXT »

Cane_di_Pavlov ha scritto:
GiorgioXT ha scritto:
Se parliamo di nazionali... se parliamo di campionati, non è che il calcio rieampia sempre gli stadi ... nemmeno la serie A! in serie B presenze di 5000 e più sono un sogno, salvo i derby
La media spettatori dello scorso campioanto di B è stata di 5427 persone. Sicuramente tu ritirerai fuori la solita storia di biglietti omaggio, abbonati sempre contati etc. ma di qui a dire che 5000 spettatori sono un sogno ce ne passa.
Certo, ma se togli alcune squadre più o meno decadute o seguite (Toro, Lecce, Bari) poi restano un gran numero di partite come Mantova-Padova o Cittadella-Empoli che hanno fatto meno di 500 spettatori...
IL Padova ha fatto 5200 spettatori (ed è una neo promossa piena di entusiasmo) solo per il derby con Vicenza, ma prima della partita , ci sono stati almeno 4 servizi nei TG regionali RAI3, ed complessivamente almeno 12 pagine complete sui quotidiani locali,
Proviamo ad avere una simile promozione , e poi riparliamo di numeri... la partita prima , meno importante e senza tutto ciò ha fatto 1200 spettatori.
Laporte
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Iscritto il: 8 mar 2008, 10:01

Re: CL: Aironi promossi, Pretorians bocciati, Benetton rimandati

Messaggio da Laporte »

porcorosso ha scritto:
Laporte ha scritto:
porcorosso ha scritto:Ci sono anche altri esempi tipo l'hockey su rotelle dove l'Italia basa completamente le serie A (1-2) su piccole città e piccolissimi centri, pur restando tra le prime a livello mondiale (Portogallo - sport nazionale -, Argentina, Spagna...)
Per farvi un esempio il paesino in cui sono cresciuto (7500 anime!) ha una squadra in serie A1 di Hockey e tutta la città ha giocato almeno qualche anno nelle giovanili, un bel numero dei ragazzi ha trovato posto in squadre blasonate e in nazionale. Ma tutta la cittadina era coinvolta e il palazzetto sempre pieno.
In Italia, dove il calcio occupa già il posto nelle città più grandi, esempi di largo coinvolgimento sono possibili laddove il calcio non potrà eccellere, ovvero i centri minori.
Quello che non quadra in questi confronti con il rugby è l'ampiezza del seguito necessaria affinchè lo sport si affermi.
E' indubbio infatti che il Volley, l'Hockey e la Pallacanestro possano essere soddisfatti da pubblici dai 1000 ai 5000, mentre al rugby di vertice si richiedono masse ben più consistenti.

Con questo voglio dire che, a parer mio, al rugby serve il coinvolgimento di aree più ampie di utenza, che non vuol dire Milano, Roma, Napoli e/o Torino, ma significa che le squadre (specialmente di vertice) devono diventare espressione di aree anzichè di singoli comuni.
Per fare un esempio sul Terraglio (tra Venezia e Treviso quindi) ci sono 8 (10 se si includono Riviera-Mira e Mirano) squadre seniores, di cui 2 in S10 e 3 in SA1/2. Se esistesse una franchigia (anche solo per il S10) per la globalità di queste società (che significa rappresentanza, coinvolgimento e localizzazione centrale) essa avrebbe un seguito che adeguatamente curato potrebbe essere pari a quelli che invidiamo tanto agli amici francesi e inglesi. E il rugby potrebbe davvero scalzare il calcio come sport di vertice dell'area, con tutti i benefici mediatici che ne deriverebbero.
Altro esempio può essere il parmense 5 squadre di vertice in pochi km...

Ciò che manca al rugby italiano è la mancanza di collaborazione, promozione e innovazione.
Con e senza CL.
Saluti PR

Va tutto bene, ma a livello Mondiale l'Hockey a rotelle è seguito assai meno del rugby. nell'Hopckey rotelle per competre a livello internazionale non servono bugdet da 13 milioni di euro. Dunque puoi anche "vivere"e in un paesino. Il rugby nel mondo non è l'Hockey a rotelle. Ha molto più seguito e gitro di soldi.

Altrimenti ti tiro fuori la pallapugno. lì si che altro che paesini, ci sono delle borgate campioni d'Italia.... E siamo i più forti al mondo.... ma siamo gli unici.
Insomma Laporte ... non è che abbia scritto che Hockey e Rugby sono equiparabili...
Saluti PR
Infatti non criticavo te, ma ribadivo il concetto. :)
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