jpr williams ha scritto:giuseppone64 ha scritto:io che ogni tanto vado in germania ho sempre considerato che se i tedeschi iniziano a giocare a rugby non c'è ne per nessuno...
per tacere delle donne. in giro è normale incontrare ragazze di1.85 cm di altezza.
Pensa che io non ho mai capito come mai la Germania non sia fra le più forti al mondo nel nostro sport.
I tedeschi, da sempre, hanno tutto per essere grandi nel rugby: un sistema formativo sportivo di altissimo livello, struttura atletica della popolazione (oltretutto oggi arricchita anche dai fenomeni migratori: guardate la nazionale di calcio), disciplina, lealtà e senso dell'onore, attitudine al sacrificio.
Senza contare le quantità di birra che sono in grado di assorbire!
Davvero, sarebbe interessante studiare come mai i tedeschi non siano mai stati grandi nel rugby.
jpr, ho vissuto in Germania. Li' il rugby si gioca solo in due citta': Hannover (dove ho vissuto) e Heidelberg. Non due metropoli, anzi, citta' fuori dalle grandi rotte. Hannover e' triste, Heidelberg e' bellissima, piena di turisti, universitaria ma non proprio una metropoli, anzi. Le citta', ovviamente, che dopo la guerra furono occupate dagli inglesi e non dagli americani. Al di fuori di questi due posti non lo segue quasi nessuno. Tra l'altro le grandi comunita' di immigrati, greci, turchi, italiani, croati e bosniaci seguono altri sport (calcio, ovviamente e prevalentemente basket, in cui la Germania alla fine degli anni 90 divenne forte). Non c'e' seguito. Nel 2004, ultimo anno in cui vissi in Germania, il campionato di serie A era a otto squadre, quattro di Hannover e quattro di Heidelberg. Un mio carissimo amico, Luciano Onnis, sardo nato e cresciuto li' (ricordo che la Germania non ha lo ius soli), fu naturalizzato tedesco per poter giocare in nazionale. E' un motivo storico, semplicemente la presenza inglese nel dopoguerra fu concentrata in queste due citta' piuttosto periferiche per la Germania. Si fosse il rugby diffuso a Monaco, Berlino, Amburgo, o nello stesso bacino della Ruhr sarebbe stato diverso. Chissa' che un giorno...