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Re: L'Italia post RWC 2015

Inviato: 13 ott 2015, 10:14
da Luqa-bis
A me pare che gli ennesimi prolami alla "tagliate la testa a tutti e via" lascino il tempo che trovano:

- il momento per deidere la guida c'è, definito e chiaro. Se il rugby italiano non lo fa non pianga sè stesso.

Passando ad una analisi sulle prospettive, il futuro nonè una sadenza, peraltro nemmeno detto che debba essere quella del 2019, ma un percorso.
un percorso he comincia dal prossimo 6 Nazioni.

Domanda n.1 - Continuare con l'attuale CT o cambiare?
Siamo a fine ottobre, un CT diverso può in 3 mesi dare una impronta valida alla squadra?
L'attuale CT ha ancora una adeguata empatia con il gruppo e i collaboratori?

Fossi Lider Maximo dell'Arpasto Italico. mi verrebbe voglia di dire:
OK, soloni della tastiera: avete un ingaggio biennale, te come CT, te come tecnico della mischia, te come tecnico degli avanti, te come tecnico dei alciatori, te come gestore del rapporto con franchgie e club, te come responsabile dei 9 centri di formazione e dell'accademia, . Stessi soldi di chi c'è adesso, stesso budget. Vediamo che fate. Se rifiutate da ora in poi per me siete quaquaraqua.

Domanda n. 2 - Anagrafe dei giocatori.
L'analisi delle squadre della coppa del mondo, indica età medie 26-29, con distribuzione delle qualificate analoga. Vista la naturale nostra tendenza a maturazioni più tarde, diciamo che una squadra con età media 27-28 è normale. E stiamo parlando di un torneo con incontri ravvicinati, quindi più adatto ad atleti gioani che maturi.
Inoltre tra avanti e indietro, direi che l'anagrafe pone richieste non identiche:
come evidenzia la nostra stessa squadra, per piloni e seconde linee, atleti di 33-34 anni sono ancora competivi, per i 3/4 direi che l'età di riferiemnto è un po' più bassa (poi le eccezioni ci sono sempre).
Quindi direi di puntare ad atleti dal 1985 in poi per gli avanti, e dal 1987 in poi per mediani e trequarti.
Ma progressiamente, ovvero ontinuando ad impiegare ancora quegli atleti delle classi '81-'86 che restano competitivi , disponbili quantomeno per il prossimo biennio.
Il lavoro da fare vero è pero sui ragazzi degli attuali centri di formazione U18 , per puntare ad un gruppo di 20-22 enni alla fine del prossimo quadriennio

Re: L'Italia post RWC 2015

Inviato: 13 ott 2015, 10:42
da zappatalpa
Garryowen ha scritto:Comunque c'è sempre quello "spirito di corpo" che è bello per i giocatori che vanno in campo, ma è deleterio quando sei un ex giocatore. Questo proteggere gli amici e magari escludere gli altri.
Su Mauro sono d'accordissimo e l'ho scritto forse per primo, ancor prima delle convocazioni. E anche su Biagi
Però Bortolami, per favore, no. Diciamolo chiaramente. E Giovanelli, e Cuttitta ecc...ecc... non è che si sta nuovamente formando un certo gruppo che un tempo comandava nello spogliatoio?
Quando gli italiani smetteranno di proteggere parenti e amici, miglioreremo in tutti i campi
80 min di applausi

Re: L'Italia post RWC 2015

Inviato: 13 ott 2015, 12:32
da JosephK.
Sulla mischia poi ci sarebbe da aprire un capitolo a parte, anche tralasciando il fatto che la mischia di Cuttitta è stata asfaltata ai tempi in Scozia da quella di De CArli.

La nostra mischia offre prestazioni troppo discordanti, a volte domina, a volte è iperpenalizzata, spesso soffre quando in campo entrano i rincalzi dei rincalzi (De Marchi e Chistolini, anche se c'è da dire che questa prima linea non ha mai giocato insieme, né nei club né in nazionale e questo conta tantissimo). LA mischia è roba veramente complessa da analizzare.

Re: L'Italia post RWC 2015

Inviato: 13 ott 2015, 15:58
da giuseppone64
i primi 5 uomini del pacchetto sono stati per anni i nostro punto di forza. quello che mi preoccupa e che al momento con biagi ha 30 anni, ghiraldini 31 ed il solo furno è più giovane, poi i piloni quelli validi hanno ampiamente superato la trentina . non riesco a vedere talenti emergenti in grado di ripetere il trio perugini ongaro castro con festuccia e il barone all'occorrenza ...

Re: L'Italia post RWC 2015

Inviato: 13 ott 2015, 23:14
da Garryowen
Sicuramente potremo contare su Dario Chistolini come cantante.

Mi sembra che in questo video che celebra i grassi deretani dei piloni si comporti piuttosto bene

https://www.youtube.com/watch?v=3znjMnsTCFM

Re: L'Italia post RWC 2015

Inviato: 14 ott 2015, 11:26
da jpr williams
Luqa-bis ha scritto: alciatori
Al di là che quoto tutto quanto detto da Luqa, mi è rimasto un dubbio: refuso o toscanismo? :shock: :roll: :-]

Re: L'Italia post RWC 2015

Inviato: 14 ott 2015, 14:53
da Luqa-bis
Susciterò l'ilarità di molti, ma davvero scrivevo da una tastiera con la gorgia, e anche qualche altro difetto di pronuncia.

Re: L'Italia post RWC 2015

Inviato: 14 ott 2015, 15:54
da gcruta
Luqa-bis ha scritto:Susciterò l'ilarità di molti, ma davvero scrivevo da una tastiera con la gorgia, e anche qualche altro difetto di pronuncia.
Messer Luqa, si rimembri che al di là dell'Appennino pochi conoscono l'espressione "scrivere da una tastiera con la gorgia"...
Io, pur essendo nato nel profondissimo sud, sono così a contatto con gli Etruschi che qualcosa intendo...

Re: L'Italia post RWC 2015

Inviato: 14 ott 2015, 16:22
da Luqa-bis
OK.

Estratto dalla bistrattata ma in questo caso efficace Wikipedia.

La gorgia toscana è un fenomeno fonetico che caratterizza, in modo più o meno pronunciato, i dialetti toscani.

Più precisamente, la gorgia riguarda le consonanti occlusive sorde (scempie) /k/ /t/ e /p/, che passano a fricative (o, più precisamente, approssimanti) in posizione postvocalica (e in assenza di raddoppiamento sintagmatico). Molti usano ancora il termine spirantizzazione.
[k] → [h]
[t] → [θ]
[p] → [ɸ]
[g] → [ɣ]

Un esempio: la parola identificare /identifiˈkare/ verrà pronunciata [iˌdentifiˈhaːre] e non [iˌdentifiˈkaːre]. La gorgia è bloccata dal raddoppiamento sintagmatico: /akˈkasa, komekˈkɔrvi, parlerakˈkarlo; dakˈkapo/ (a casa, come corvi, parlerà Carlo, da capo/daccapo). La sequenza [hh] è inesistente nei dialetti italiani.

La consonante che subisce il cambiamento più evidente è /k/, il cui indebolimento è diventato il simbolo più importante dei dialetti parlati in Toscana. In alcune zone della Toscana occidentale arriva al dileguo totale [«zero»]). La /t/ e la /p/ subiscono un cambiamento meno diffuso nel territorio toscano settentrionale.

La gorgia è un fenomeno fonetico, cioè di semplice accento regionale. Non è un fatto fonologico, perché non coinvolge i suoni a livello di sistema: il fiorentino non ha meno consonanti dell'italiano neutro (anzi, ha esattamente gli stessi fonemi dell'italiano). Talora, in grafia dialettale, viene scritto un apostrofo come per indicare che sia caduta la /k/ in casi in cui viene invece pronunciata una [h]: tale grafia "popolare" è però fuorviante, poiché il fonema /k/ non "scompare" mai in fiorentino. Nei casi delle altre consonanti affette dalla gorgia, /t/ → [θ] e /p/ → [ɸ], è perfino sconsigliabile tentare di rappresentarne la pronuncia, se non in IPA. In grafia dialettale, si dovrà scrivere semplicemente "capitani" per [kaɸiˈθaːni].

In sillaba accentata, [k p t] preceduti da un'altra consonante possono realizzarsi come (veri) aspirati [kʰ pʰ tʰ], specie se il contoide è lo stesso, es. [apˈpʰun:to] (appunto), [akˈkʰa:sa] (a casa, con raddoppiamento sintagmatico dovuto alla preposizione 'a(d)').

Il fenomeno si presenta più evidente nella città di Firenze. Di qui, passando nella alta valle toscana dell'Arno, perde forza con l'avvicinarsi alla costa. In area costiera la gorgia influisce raramente su /p/ ed è più debole anche su /t/. La spirantizzazione di /k/ rappresenta invece un continuum linguistico per tutta la valle dell'Arno, nelle città di Prato, Pistoia, Lucca, Pisa, Livorno e dintorni e in Versilia. Il confine settentrionale del fenomeno è rappresentato dagli Appennini, mentre il confine meridionale è per lo più indistinto. Tassativamente presente in area senese, ancora forte a San Quirico d'Orcia, tende a scemare nei dialetti toscani più meridionali, come l'aretino, dove il fenomeno è presente come realizzazione minoritaria. Ad Est il fenomeno è presente in alternanza con realizzazioni occlusive piene [k t p] e forme lenite (semi-sonorizzate) nel Casentino (Poppi, Bibbiena, Subbiano), occorre saltuariamente persino ben oltre il Pratomagno (e.g. Pieve Santo Stefano), e si estende più a sud in Valdichiana.


Per capire la battuta: la tastiera da cui scrivevo aveva un difetto sul tasto della lettera C, che funzionava solo applicando una pressione maggiorata e con una inclinazione diversa.
Gli altri errori sono invece tutti di mia personale introduzione.

Re: L'Italia post RWC 2015

Inviato: 14 ott 2015, 16:24
da gcruta
Per la precisione....
:D :D :D :D

Re: L'Italia post RWC 2015

Inviato: 14 ott 2015, 18:07
da metabolik
Già che c'eravamo potevi spiegare anche il fenomeno 'spegnere' => 'spengere' :idea:

Re: L'Italia post RWC 2015

Inviato: 14 ott 2015, 18:25
da gcruta
metabolik ha scritto:Già che c'eravamo potevi spiegare anche il fenomeno 'spegnere' => 'spengere' :idea:
Ch'è affine a "la palude" -> "il padule"...
:rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl:

Re: L'Italia post RWC 2015

Inviato: 14 ott 2015, 19:55
da Luqa-bis
Spegnere-Spengere

Non ne son certo, ma non escludo che la prevalenza di una delle due forme nel toscano (ma anche altrove) sia in parte legata alle relazioni culturali, commerciali e politiche dell'epoca, con la forma -ng più assonante ai gallofoni e quella in -gn più affine a chi aveva contatti con aragonesi e castigliani.

Quella palude -padule è invece proprio una tipica forma toscana, ma non ricordo il nome del fenomeno.

Re: L'Italia post RWC 2015

Inviato: 15 ott 2015, 11:09
da jpr williams
Grazie ragazzi, vi voglio bene, ma tanto :P

Re: L'Italia post RWC 2015

Inviato: 15 ott 2015, 11:17
da gcruta
Luqa-bis ha scritto:Spegnere-Spengere

Non ne son certo, ma non escludo che la prevalenza di una delle due forme nel toscano (ma anche altrove) sia in parte legata alle relazioni culturali, commerciali e politiche dell'epoca, con la forma -ng più assonante ai gallofoni e quella in -gn più affine a chi aveva contatti con aragonesi e castigliani.

Quella palude -padule è invece proprio una tipica forma toscana, ma non ricordo il nome del fenomeno.
Copio & incollo:

Si tratta di una (Garzanti): metatesi - s. f. (ling.) trasposizione di suoni all'interno di una parola (p. e. padule per palude).

"Fenomeno tutt'altro che raro." dice Gabrielli nel suo 'Il museo degli errori', "Sudicio, per esempio, una volta era sucido, dal latino sucidus, propriamente 'unto', da sucus, sugo. [...]
Altre metatesi: spegnere e spengere, la seconda forma ben viva in Toscana (da expingere, propriamente 'scolorire'), e ancora le forme regionali o addirittura dielettali drento per dentro, padule per palude, stroppio per storpio, ecc".


N.B.: "il padule" s'usa anche oltre i confini del Granducato: una frazione piuttosto popolosa di Gubbio (pressoché Montefeltro, ricordiamolo: vi è uno dei palazzi del grande duca Federico) chiamasi così.

...per la precisione... :rotfl: :rotfl: :rotfl: