metabolik ha scritto:Già che ci sei , visto che da molti Panico è poco conosciuto , perchè non ce lo presenti ?
Una convocazione in Nazionale lo merita.
Allora, caro amico mio, ci provo, evitando di darvi tutte quelle info inutili che potete trovare sul web (quanto è alto, quanto pesa, quando è nato, dove ha giocato etc, tutta roba che potete facilmente leggere qua
https://it.wikipedia.org/wiki/Sami_Panico).
Me lo ricordo quando è arrivato dalla Lazio, fra l'altro in un modo poco fair (se ne andò via dalla Lazio di sua iniziativa senza spiegazioni; ovvio che Calvisano, dove non sono santerellini, c'entrava qualcosa

). Un ragazzone grande e grosso, un pò spaccone e dal carattere fragile, a causa anche di un vissuto non facilissimo e sul quale preferisco non scendere in particolari.
Come detto era grosso (grasso) e aggressivo, un tallonatore potente e impreciso al lancio, ma con due gamboni che quando aveva la palla in mano pestavano come stantuffi e provati a fermarlo; al limite lo perdeva lui in avanti il pallone. In chiusa non la vedeva neanche a piangere.
Insomma una specie di diamante grezzo; ma a Calvisano avevamo (per foruna abbiamo ancora) un gioielliere coi controc.... di nome Beppe Mor

che fece parecchie cosettine interessanti: innanzitutto lo trasformò in pilone partendo dalla consapevolezza che con Sami alcune lacune (lancio, tallonaggio) non erano correggibili più che tanto. Però la potenza atletica e l'aggressività del ragazzo erano un patrimonio da utilizzare bene e i risultati si videro quasi subito. La sinistra calvina cominciò ad essere ancoratissima perchè il ragazzo spingeva come un toro e aveva anche imparato le prime malizie necessarie a sopravvivere in un ambiente ostile come la prima linea di una chiusa, dove se sei un candido campi poco poco, per quanto grosso e forte tu possa essere. In campo aperto, avendo anche perso qualche chiletto di troppo era diventato un'iradiddio: quando va "bene" a contatto fa sempre metri e sfonda spesso. In più ha anche imparato a passare decentemente la palla, avendo anche mani tutt'altro che disprezzabili. Rimaneva un unico problema: il carattere; una specie di zippo vicino a una tanica di kerosene, se mi spiego.

Un anima prava come Jeff Montauriol l'anno scorso al Battaglini riuscì a mandarlo ai matti nel giro di 30'': il ragazzo entra dalla panca, si abbassa in chiusa, reset, due paroline due del bucaniere transalpino e scatta la testata. L'arbitro, un arbitrino scozzese giovane giovane, ma bravo bravo non ci pensò un attimo e gli sventolò la tarjeta rubia n men che non si dica ed il giudice sportivo ci mise il carico da 11. Da lì iniziò la parte difficile del lavoro (so che Mor e Costanzo divennero quasi dei genitori putativi) quella sulla testa del ragazzo che, in quel periodo, arrivò addirittura a sparire dai radar (il richiamo della foresta dell'hinterland romano, quello del vissuto difficile). Al suo rientro (so che qualcuno si incaricò di andarlo a ripescare) fu messo in riga e da lì, praticamente, nacque quello che, secondo me, è uno dei piloni più promettenti del nostro rugby. Ora è un ragazzo solido, serio e "quadrato"; quest'anno ha fatto un gran campionato e chi di dovere se n'è accorto.
Spero di essere stato esauriente.