Film sul Rugby, film del Rugby
Moderatore: Emy77
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yeti
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- Località: Saarbruecken (Germania)
Hai ragione Dante.
<BR>Ma non si può scrivere sempre. Ci vuole anche il tempo di riflettere. E poi non tutti hanno la propensione alle elucubrazioni come noi tifosi del nasone alloricinto (beccati st\'ablativo di limitazione italianizzato!) abbiamo. E in fondo è meglio così. T\'immagini che palle?
<BR>L\'impegno su questo post poi è su due fronti: da un certo punto di vista si tratta di sviscerare con un lavoro di retorica e dialettica reciproca gli aspetti del rugby più disparati, sia quelli individuale che collettivi. Dall\'altro chiunque si pone il problema di come dovrebbe essere questo film sul rugby, e di cosa gli piacerebbe vedere in questo film. Anche i meno esperti di cose di cinema. Per esempio io sono personalmente dell\'idea che la differenza tra due tipi simili di scena e di situazione la fa la qualità dei dialoghi. Ho sentito spesso troppi dialoghi (soprattutto nella fiction moderna da quattro soldi, ma anche in insospettabili e blasonati autori) banali, scontati, ovvii, dozzinali. Questo mi sembra che accada proprio in quei film che si propongono un fine morale di educazione ai valori positivi, bla bla bla. I cattivi hanno sempre cose piò interessanti da dire. Il \"francamente me ne infischio\" di Rhett Butler in \"Via col vento\" è un colpo di genio, sia dell\'autore che del traduttore.
<BR>La cosa quindi risulta impegnativa. Poi io (e qui ti voglio, Eck) non ho ancora capito che cosa cerca Eck in questo forum da noi. Gli avevo fatto in privato un paio di domandine \"antipatiche\" delle mie, ma non mi ha risposto. Se fossi uno che pensa male (e voi sapete che io non penso mai male!!!) direi che con la scusa degli impegni di lavoro sta glissando sull\'argomento. Ma in realtà non è così, vero Eck? (ehi, guarda che \"ti sto schernendo\". A proposito, quand\'è che mi parli del tuo soprannome?).
<BR>Ho cominciato a esplorare gli aspetti collettivi del rugby, cominciando a giocare nella squadra di Forbach-Sarreguemines. Vedremo. La prima cosa buffa: martedi sul campo ho trovato un professore che era nella mia commissione di dottorato. E\' stato un reciproco \"ma lei che ci fa qui?\". E poi si è corso insieme, parlando di rugby e del mio futuro universitario (lui non ha problemi sotto questo punto di vista, beato lui).
<BR>Mi sono chiesto Eck (e chissà che non possa essere un buon tema per un film o una sua parte) come possono cambiare i rapporti tra persone cambiando contesto e situazione. Per esempio, una persona sul posto di lavoro ci sta antipatica, perché ci sembra opportunista, falsa, priva di valori (e noi a nostra volta ci sentiamo invece leali, etc) poi ce la ritroviamo su un campo da rugby per caso e magari la vediamo sotto una luce diversa, si comincia ad incrinare il senso del precedente (pre)giudizio, e la relazione cambia, anche sul posto di lavoro. Come dire: sogno una società fondata sui valori del rugby.
<BR>A risentirci.
<BR>
<BR>G.
<BR>Ma non si può scrivere sempre. Ci vuole anche il tempo di riflettere. E poi non tutti hanno la propensione alle elucubrazioni come noi tifosi del nasone alloricinto (beccati st\'ablativo di limitazione italianizzato!) abbiamo. E in fondo è meglio così. T\'immagini che palle?
<BR>L\'impegno su questo post poi è su due fronti: da un certo punto di vista si tratta di sviscerare con un lavoro di retorica e dialettica reciproca gli aspetti del rugby più disparati, sia quelli individuale che collettivi. Dall\'altro chiunque si pone il problema di come dovrebbe essere questo film sul rugby, e di cosa gli piacerebbe vedere in questo film. Anche i meno esperti di cose di cinema. Per esempio io sono personalmente dell\'idea che la differenza tra due tipi simili di scena e di situazione la fa la qualità dei dialoghi. Ho sentito spesso troppi dialoghi (soprattutto nella fiction moderna da quattro soldi, ma anche in insospettabili e blasonati autori) banali, scontati, ovvii, dozzinali. Questo mi sembra che accada proprio in quei film che si propongono un fine morale di educazione ai valori positivi, bla bla bla. I cattivi hanno sempre cose piò interessanti da dire. Il \"francamente me ne infischio\" di Rhett Butler in \"Via col vento\" è un colpo di genio, sia dell\'autore che del traduttore.
<BR>La cosa quindi risulta impegnativa. Poi io (e qui ti voglio, Eck) non ho ancora capito che cosa cerca Eck in questo forum da noi. Gli avevo fatto in privato un paio di domandine \"antipatiche\" delle mie, ma non mi ha risposto. Se fossi uno che pensa male (e voi sapete che io non penso mai male!!!) direi che con la scusa degli impegni di lavoro sta glissando sull\'argomento. Ma in realtà non è così, vero Eck? (ehi, guarda che \"ti sto schernendo\". A proposito, quand\'è che mi parli del tuo soprannome?).
<BR>Ho cominciato a esplorare gli aspetti collettivi del rugby, cominciando a giocare nella squadra di Forbach-Sarreguemines. Vedremo. La prima cosa buffa: martedi sul campo ho trovato un professore che era nella mia commissione di dottorato. E\' stato un reciproco \"ma lei che ci fa qui?\". E poi si è corso insieme, parlando di rugby e del mio futuro universitario (lui non ha problemi sotto questo punto di vista, beato lui).
<BR>Mi sono chiesto Eck (e chissà che non possa essere un buon tema per un film o una sua parte) come possono cambiare i rapporti tra persone cambiando contesto e situazione. Per esempio, una persona sul posto di lavoro ci sta antipatica, perché ci sembra opportunista, falsa, priva di valori (e noi a nostra volta ci sentiamo invece leali, etc) poi ce la ritroviamo su un campo da rugby per caso e magari la vediamo sotto una luce diversa, si comincia ad incrinare il senso del precedente (pre)giudizio, e la relazione cambia, anche sul posto di lavoro. Come dire: sogno una società fondata sui valori del rugby.
<BR>A risentirci.
<BR>
<BR>G.
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Eck
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<BR> 11-12-2003 alle ore 08:42, yeti wrote:
<BR>Hai ragione Dante.
<BR>Ma non si può scrivere sempre. Ci vuole anche il tempo di riflettere. E poi non tutti hanno la propensione alle elucubrazioni come noi tifosi del nasone alloricinto (beccati st\'ablativo di limitazione italianizzato!) abbiamo. E in fondo è meglio così. T\'immagini che palle?
<BR>L\'impegno su questo post poi è su due fronti: da un certo punto di vista si tratta di sviscerare con un lavoro di retorica e dialettica reciproca gli aspetti del rugby più disparati, sia quelli individuale che collettivi. Dall\'altro chiunque si pone il problema di come dovrebbe essere questo film sul rugby, e di cosa gli piacerebbe vedere in questo film. Anche i meno esperti di cose di cinema. Per esempio io sono personalmente dell\'idea che la differenza tra due tipi simili di scena e di situazione la fa la qualità dei dialoghi. Ho sentito spesso troppi dialoghi (soprattutto nella fiction moderna da quattro soldi, ma anche in insospettabili e blasonati autori) banali, scontati, ovvii, dozzinali. Questo mi sembra che accada proprio in quei film che si propongono un fine morale di educazione ai valori positivi, bla bla bla. I cattivi hanno sempre cose piò interessanti da dire. Il \"francamente me ne infischio\" di Rhett Butler in \"Via col vento\" è un colpo di genio, sia dell\'autore che del traduttore.
<BR>La cosa quindi risulta impegnativa. Poi io (e qui ti voglio, Eck) non ho ancora capito che cosa cerca Eck in questo forum da noi. Gli avevo fatto in privato un paio di domandine \"antipatiche\" delle mie, ma non mi ha risposto. Se fossi uno che pensa male (e voi sapete che io non penso mai male!!!) direi che con la scusa degli impegni di lavoro sta glissando sull\'argomento. Ma in realtà non è così, vero Eck? (ehi, guarda che \"ti sto schernendo\". A proposito, quand\'è che mi parli del tuo soprannome?).
<BR>Ho cominciato a esplorare gli aspetti collettivi del rugby, cominciando a giocare nella squadra di Forbach-Sarreguemines. Vedremo. La prima cosa buffa: martedi sul campo ho trovato un professore che era nella mia commissione di dottorato. E\' stato un reciproco \"ma lei che ci fa qui?\". E poi si è corso insieme, parlando di rugby e del mio futuro universitario (lui non ha problemi sotto questo punto di vista, beato lui).
<BR>Mi sono chiesto Eck (e chissà che non possa essere un buon tema per un film o una sua parte) come possono cambiare i rapporti tra persone cambiando contesto e situazione. Per esempio, una persona sul posto di lavoro ci sta antipatica, perché ci sembra opportunista, falsa, priva di valori (e noi a nostra volta ci sentiamo invece leali, etc) poi ce la ritroviamo su un campo da rugby per caso e magari la vediamo sotto una luce diversa, si comincia ad incrinare il senso del precedente (pre)giudizio, e la relazione cambia, anche sul posto di lavoro. Come dire: sogno una società fondata sui valori del rugby.
<BR>A risentirci.
<BR>
<BR>G.
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
<BR>
<BR>Caro Yeti, chiammato in causa rispondo:
<BR>
<BR>In verità gli impegni sono davvero tanti e anche per far viaggiare questo progetto. Non è vero che non ti voglio rispondere o che stia glissando, sto rispondendo con domande e proposte. Mi studio attentamente gli interventi e ci lavoro. Non voglio dare risposte ovvie e scontate o presenatre il pacchetto già fatto.
<BR>Ho fiducia nella creatività del prossimo, adotto un metodo di lavoro.....
<BR>stai certo che i dialoghi saranno pari alla\'azione
<BR>.. the action to the word, the word to the action.
<BR>
<BR>Yeti non ti fare troppe domande, falle a me e agli altri, poi vai, non hai bisogno di controllare tutto per far brillare il tuo talento e ne hai, vai sicuro.
<BR>A molto presto
<BR>
<BR> 11-12-2003 alle ore 08:42, yeti wrote:
<BR>Hai ragione Dante.
<BR>Ma non si può scrivere sempre. Ci vuole anche il tempo di riflettere. E poi non tutti hanno la propensione alle elucubrazioni come noi tifosi del nasone alloricinto (beccati st\'ablativo di limitazione italianizzato!) abbiamo. E in fondo è meglio così. T\'immagini che palle?
<BR>L\'impegno su questo post poi è su due fronti: da un certo punto di vista si tratta di sviscerare con un lavoro di retorica e dialettica reciproca gli aspetti del rugby più disparati, sia quelli individuale che collettivi. Dall\'altro chiunque si pone il problema di come dovrebbe essere questo film sul rugby, e di cosa gli piacerebbe vedere in questo film. Anche i meno esperti di cose di cinema. Per esempio io sono personalmente dell\'idea che la differenza tra due tipi simili di scena e di situazione la fa la qualità dei dialoghi. Ho sentito spesso troppi dialoghi (soprattutto nella fiction moderna da quattro soldi, ma anche in insospettabili e blasonati autori) banali, scontati, ovvii, dozzinali. Questo mi sembra che accada proprio in quei film che si propongono un fine morale di educazione ai valori positivi, bla bla bla. I cattivi hanno sempre cose piò interessanti da dire. Il \"francamente me ne infischio\" di Rhett Butler in \"Via col vento\" è un colpo di genio, sia dell\'autore che del traduttore.
<BR>La cosa quindi risulta impegnativa. Poi io (e qui ti voglio, Eck) non ho ancora capito che cosa cerca Eck in questo forum da noi. Gli avevo fatto in privato un paio di domandine \"antipatiche\" delle mie, ma non mi ha risposto. Se fossi uno che pensa male (e voi sapete che io non penso mai male!!!) direi che con la scusa degli impegni di lavoro sta glissando sull\'argomento. Ma in realtà non è così, vero Eck? (ehi, guarda che \"ti sto schernendo\". A proposito, quand\'è che mi parli del tuo soprannome?).
<BR>Ho cominciato a esplorare gli aspetti collettivi del rugby, cominciando a giocare nella squadra di Forbach-Sarreguemines. Vedremo. La prima cosa buffa: martedi sul campo ho trovato un professore che era nella mia commissione di dottorato. E\' stato un reciproco \"ma lei che ci fa qui?\". E poi si è corso insieme, parlando di rugby e del mio futuro universitario (lui non ha problemi sotto questo punto di vista, beato lui).
<BR>Mi sono chiesto Eck (e chissà che non possa essere un buon tema per un film o una sua parte) come possono cambiare i rapporti tra persone cambiando contesto e situazione. Per esempio, una persona sul posto di lavoro ci sta antipatica, perché ci sembra opportunista, falsa, priva di valori (e noi a nostra volta ci sentiamo invece leali, etc) poi ce la ritroviamo su un campo da rugby per caso e magari la vediamo sotto una luce diversa, si comincia ad incrinare il senso del precedente (pre)giudizio, e la relazione cambia, anche sul posto di lavoro. Come dire: sogno una società fondata sui valori del rugby.
<BR>A risentirci.
<BR>
<BR>G.
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
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<BR>Caro Yeti, chiammato in causa rispondo:
<BR>
<BR>In verità gli impegni sono davvero tanti e anche per far viaggiare questo progetto. Non è vero che non ti voglio rispondere o che stia glissando, sto rispondendo con domande e proposte. Mi studio attentamente gli interventi e ci lavoro. Non voglio dare risposte ovvie e scontate o presenatre il pacchetto già fatto.
<BR>Ho fiducia nella creatività del prossimo, adotto un metodo di lavoro.....
<BR>stai certo che i dialoghi saranno pari alla\'azione
<BR>.. the action to the word, the word to the action.
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<BR>Yeti non ti fare troppe domande, falle a me e agli altri, poi vai, non hai bisogno di controllare tutto per far brillare il tuo talento e ne hai, vai sicuro.
<BR>A molto presto
<BR>
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alessandroviola
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tre semplici fatti a proposito della dimensione del rugby come gioco di squadra:
<BR>
<BR>1) un tot di anni fa (una quindicina...), nella mia squadra si chiamava l\'introduzione della palla in mischia chiusa con il soprannome del mediano di mischia, mentre da dieci-dodici anni usiamo sempre lo stesso soprannome di un mediano che ha smesso di giocare da un bel po\', ma lo abbiamo tenuto lo stesso...
<BR>
<BR>2) un mio compagno di squadra aveva avuto un gravissimo e devastante infortunio al ginocchio. Tutti i medici gli avevano detto che era tanto se riusciva ancora a camminare decentemente. Lui ogni anno faceva un sacco di palestra, riabilitazione, terapie e poi provava a fine estate/autunno a rientrare e ad allenarsi. Niente da fare: il dolore era fortissimo, ma soprattutto il ginocchio non era stabile, bisognava rimandare il rientro.
<BR>Ha provato a rientrare ogni anno, con sempre maggior tenacia ed impegno PER CIRCA QUINDICI ANNI. Quando finalmente c\'è riuscito, stavamo giocando una partita di tutto riposo, che vincevamo di una dozzina di mete a 0 o giù di lì e questo mio compagno di squadra (una roccia di tenacia e aggressività istintiva e animale) ha segnato l\'ennesima meta. Non abbiamo mai festeggiato così tanto una meta (peraltro totalmente inutile ai fini del risultato già ampiamente acquisito), fino alla commozione nostra e di tutto il pubblico che conosceva benissimo la storia e alle lacrime del nostro compagno...
<BR>
<BR>3) sono quasi due anni che sono fuori dal campo a causa di un disgraziatissimo e sfortunatissimo infortunio e i miei compagni hanno dato il mio nome ad una nuova giocata da touche...
<BR>
<BR>1) un tot di anni fa (una quindicina...), nella mia squadra si chiamava l\'introduzione della palla in mischia chiusa con il soprannome del mediano di mischia, mentre da dieci-dodici anni usiamo sempre lo stesso soprannome di un mediano che ha smesso di giocare da un bel po\', ma lo abbiamo tenuto lo stesso...
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<BR>2) un mio compagno di squadra aveva avuto un gravissimo e devastante infortunio al ginocchio. Tutti i medici gli avevano detto che era tanto se riusciva ancora a camminare decentemente. Lui ogni anno faceva un sacco di palestra, riabilitazione, terapie e poi provava a fine estate/autunno a rientrare e ad allenarsi. Niente da fare: il dolore era fortissimo, ma soprattutto il ginocchio non era stabile, bisognava rimandare il rientro.
<BR>Ha provato a rientrare ogni anno, con sempre maggior tenacia ed impegno PER CIRCA QUINDICI ANNI. Quando finalmente c\'è riuscito, stavamo giocando una partita di tutto riposo, che vincevamo di una dozzina di mete a 0 o giù di lì e questo mio compagno di squadra (una roccia di tenacia e aggressività istintiva e animale) ha segnato l\'ennesima meta. Non abbiamo mai festeggiato così tanto una meta (peraltro totalmente inutile ai fini del risultato già ampiamente acquisito), fino alla commozione nostra e di tutto il pubblico che conosceva benissimo la storia e alle lacrime del nostro compagno...
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<BR>3) sono quasi due anni che sono fuori dal campo a causa di un disgraziatissimo e sfortunatissimo infortunio e i miei compagni hanno dato il mio nome ad una nuova giocata da touche...
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Petolo
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Yeti, ma allora sei fissato con i nani... angolo, spigolo, parallelo (con accento sulla seconda \"a\")...
<BR>
<BR>Comunque in tedesco si scrive ecke, non eck.
<BR>
<BR>Comunque in tedesco si scrive ecke, non eck.
...non potendo avere la botte piena e la moglie ubriaca, si ubriaco' e riempi' la moglie di botte.
...il paese e' piccolo e la gente morde.
...noi perso la partita? mettiamola cosi': noi siamo arrivati secondi, loro solo penultimi.
...il paese e' piccolo e la gente morde.
...noi perso la partita? mettiamola cosi': noi siamo arrivati secondi, loro solo penultimi.
-
Eck
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<!-- BBCode Quote Start --><TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>
<BR> 18-12-2003 alle ore 09:00, alessandroviola wrote:
<BR>tre semplici fatti a proposito della dimensione del rugby come gioco di squadra:
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<BR>1) un tot di anni fa (una quindicina...), nella mia squadra si chiamava l\'introduzione della palla in mischia chiusa con il soprannome del mediano di mischia, mentre da dieci-dodici anni usiamo sempre lo stesso soprannome di un mediano che ha smesso di giocare da un bel po\', ma lo abbiamo tenuto lo stesso...
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<BR>2) un mio compagno di squadra aveva avuto un gravissimo e devastante infortunio al ginocchio. Tutti i medici gli avevano detto che era tanto se riusciva ancora a camminare decentemente. Lui ogni anno faceva un sacco di palestra, riabilitazione, terapie e poi provava a fine estate/autunno a rientrare e ad allenarsi. Niente da fare: il dolore era fortissimo, ma soprattutto il ginocchio non era stabile, bisognava rimandare il rientro.
<BR>Ha provato a rientrare ogni anno, con sempre maggior tenacia ed impegno PER CIRCA QUINDICI ANNI. Quando finalmente c\'è riuscito, stavamo giocando una partita di tutto riposo, che vincevamo di una dozzina di mete a 0 o giù di lì e questo mio compagno di squadra (una roccia di tenacia e aggressività istintiva e animale) ha segnato l\'ennesima meta. Non abbiamo mai festeggiato così tanto una meta (peraltro totalmente inutile ai fini del risultato già ampiamente acquisito), fino alla commozione nostra e di tutto il pubblico che conosceva benissimo la storia e alle lacrime del nostro compagno...
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<BR>3) sono quasi due anni che sono fuori dal campo a causa di un disgraziatissimo e sfortunatissimo infortunio e i miei compagni hanno dato il mio nome ad una nuova giocata da touche...
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
<BR>
<BR>Alessandro, se vuoi dimmi di più sul tuo infortunio e sulle attività: università teatro e rugby ovviamente. Penso che possa essere molto importante.
<BR>
<BR>a presto
<BR> 18-12-2003 alle ore 09:00, alessandroviola wrote:
<BR>tre semplici fatti a proposito della dimensione del rugby come gioco di squadra:
<BR>
<BR>1) un tot di anni fa (una quindicina...), nella mia squadra si chiamava l\'introduzione della palla in mischia chiusa con il soprannome del mediano di mischia, mentre da dieci-dodici anni usiamo sempre lo stesso soprannome di un mediano che ha smesso di giocare da un bel po\', ma lo abbiamo tenuto lo stesso...
<BR>
<BR>2) un mio compagno di squadra aveva avuto un gravissimo e devastante infortunio al ginocchio. Tutti i medici gli avevano detto che era tanto se riusciva ancora a camminare decentemente. Lui ogni anno faceva un sacco di palestra, riabilitazione, terapie e poi provava a fine estate/autunno a rientrare e ad allenarsi. Niente da fare: il dolore era fortissimo, ma soprattutto il ginocchio non era stabile, bisognava rimandare il rientro.
<BR>Ha provato a rientrare ogni anno, con sempre maggior tenacia ed impegno PER CIRCA QUINDICI ANNI. Quando finalmente c\'è riuscito, stavamo giocando una partita di tutto riposo, che vincevamo di una dozzina di mete a 0 o giù di lì e questo mio compagno di squadra (una roccia di tenacia e aggressività istintiva e animale) ha segnato l\'ennesima meta. Non abbiamo mai festeggiato così tanto una meta (peraltro totalmente inutile ai fini del risultato già ampiamente acquisito), fino alla commozione nostra e di tutto il pubblico che conosceva benissimo la storia e alle lacrime del nostro compagno...
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<BR>3) sono quasi due anni che sono fuori dal campo a causa di un disgraziatissimo e sfortunatissimo infortunio e i miei compagni hanno dato il mio nome ad una nuova giocata da touche...
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
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<BR>Alessandro, se vuoi dimmi di più sul tuo infortunio e sulle attività: università teatro e rugby ovviamente. Penso che possa essere molto importante.
<BR>
<BR>a presto
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Soldatojocker
- Messaggi: 479
- Iscritto il: 3 nov 2003, 0:00
- Contatta:
Questo topic sembra davvero interessante, prima o poi devo leggerlo dall\'inizio. (non è disponibile un riassunto delle puntate precedenti?)
<BR>
<BR>Ciao
<BR>
<BR>Ciao
Mi chiamo Wolfz, risolvo problemi. http://www.endzone.it/forum/viewforum.php?f=4
-
yeti
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- Iscritto il: 1 apr 2003, 0:00
- Località: Saarbruecken (Germania)
Alessandro, posso usare (a fini pseudoscientifici, ammesso che mi riesca) la tua informazione sull\'uso del soprannome per la mischia? E\' una cosa proprio niente male!
<BR>Per il resto auguri per il tuo infortunio. Sono (purtroppo!) abbastanza certo che ti seguirò a ruota per questa strada: già dopo solo quindici minuti di corsa mi fa male dappertutto, figurati al primo placcaggio! Ma chi se ne frega! Tanto in qualche modo bisogna pur morire. Per l\'occorrenza ti dirò che la mia spartana fidanzata teutonica mi ha regalato per Natale un paradenti (fidanzate italiane dei giocatori, basta lamentarvi e fare storie! Prendete esempio!).
<BR>
<BR>G.
<BR>Per il resto auguri per il tuo infortunio. Sono (purtroppo!) abbastanza certo che ti seguirò a ruota per questa strada: già dopo solo quindici minuti di corsa mi fa male dappertutto, figurati al primo placcaggio! Ma chi se ne frega! Tanto in qualche modo bisogna pur morire. Per l\'occorrenza ti dirò che la mia spartana fidanzata teutonica mi ha regalato per Natale un paradenti (fidanzate italiane dei giocatori, basta lamentarvi e fare storie! Prendete esempio!).
<BR>
<BR>G.
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yeti
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Petolo
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- Località: Palmerston North, Manawatu, Nuova Zelanda
beh, ho imbrogliato... sono avvantaggiato perche\' anche io ho la moglie crucca!
<BR>
<BR>Se Parallelo non e\' ancora un nano, non c\'e\' problema. Possiamo sempre \"equiparallelo\"!
<BR>
<BR>Se Parallelo non e\' ancora un nano, non c\'e\' problema. Possiamo sempre \"equiparallelo\"!
...non potendo avere la botte piena e la moglie ubriaca, si ubriaco' e riempi' la moglie di botte.
...il paese e' piccolo e la gente morde.
...noi perso la partita? mettiamola cosi': noi siamo arrivati secondi, loro solo penultimi.
...il paese e' piccolo e la gente morde.
...noi perso la partita? mettiamola cosi': noi siamo arrivati secondi, loro solo penultimi.
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alessandroviola
- Messaggi: 677
- Iscritto il: 24 gen 2003, 0:00
<!-- BBCode Quote Start --><TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>
<BR> 18-12-2003 alle ore 12:16, yeti wrote:
<BR>Alessandro, posso usare (a fini pseudoscientifici, ammesso che mi riesca) la tua informazione sull\'uso del soprannome per la mischia? E\' una cosa proprio niente male!
<BR>Per il resto auguri per il tuo infortunio. Sono (purtroppo!) abbastanza certo che ti seguirò a ruota per questa strada: già dopo solo quindici minuti di corsa mi fa male dappertutto, figurati al primo placcaggio! Ma chi se ne frega! Tanto in qualche modo bisogna pur morire. Per l\'occorrenza ti dirò che la mia spartana fidanzata teutonica mi ha regalato per Natale un paradenti (fidanzate italiane dei giocatori, basta lamentarvi e fare storie! Prendete esempio!).
<BR>
<BR>G.
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
<BR>
<BR>non fasciarti la testa prima di essertela rotta ed entra convinto e duro.
<BR>è l\'unico modo che conosco per non farsi male ... ah, e tieni d\'occhio un po\' anche i tuoi compagni: spesso sono loro a farti più male dell\'avversario...
<BR> 18-12-2003 alle ore 12:16, yeti wrote:
<BR>Alessandro, posso usare (a fini pseudoscientifici, ammesso che mi riesca) la tua informazione sull\'uso del soprannome per la mischia? E\' una cosa proprio niente male!
<BR>Per il resto auguri per il tuo infortunio. Sono (purtroppo!) abbastanza certo che ti seguirò a ruota per questa strada: già dopo solo quindici minuti di corsa mi fa male dappertutto, figurati al primo placcaggio! Ma chi se ne frega! Tanto in qualche modo bisogna pur morire. Per l\'occorrenza ti dirò che la mia spartana fidanzata teutonica mi ha regalato per Natale un paradenti (fidanzate italiane dei giocatori, basta lamentarvi e fare storie! Prendete esempio!).
<BR>
<BR>G.
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<BR>non fasciarti la testa prima di essertela rotta ed entra convinto e duro.
<BR>è l\'unico modo che conosco per non farsi male ... ah, e tieni d\'occhio un po\' anche i tuoi compagni: spesso sono loro a farti più male dell\'avversario...