Cuoricino ha scritto:Ho avuto modo di sapere della polemica in corso tra alcuni giocatori, presuppongo di Colleferro, nei confronti di un evidente dirigente del Colleferro Rugby. Distratto dalle vicende della Nazionale che di problemi ne ha altri in questo momento, non ho seguito rugby.it, ma forse è il momento che torni ad interessarmi, almeno su questo forum, delle vicende di quella che un tempo è stata la società nella quale rivestivo il ruolo di Presidente. All'inizio di questo campionato, sempre su questo forum, qualcuno accennò alla "fuga da Colleferro", io intervenni rivolgendomi direttamente a quei giocatori invitandoli a rivedere la loro posizione e, da colleferrini, tornare con il cuore e con il fisico a indossare quella maglia ROSSO-NERA per la quale si erano vissuti 40 anni di storia che avevano portato la società, con alterne vicende, ai giorni d'oggi. La storia del Collerugby era caratterizzata da una peculiarità, si giocava per la maglia e non per i soldi, che sono sempre stati scarsi nonostante le diverse sponsorizzazioni. I giocatori non venivano pagati e se miserabili rimborsi venivano dati questi non spettavano MAI a giocatori di Colleferro. Il ricorso a "stranieri" sia italiani che esteri era limitato ai ruoli ritenuti impraticabili a livelli alti dai nostri giocatori. La faccio breve: NON SI PAGAVANO I GIOCATORI NATI E CRESCIUTI NEL VIVAIO DELLA SOCIETA'. Romani, frascatani, aquilani erano rimborsati delle spese di viaggio, agli stranieri veniva data una casa per vivere e tutta la società, soprattutto i giocatori, si adoperavano affinchè gli stranieri si sentissero a casa loro. Segnini ne scendevano rarissimi cosi come rarissimi forse unici erano i colleferrini che salivano a Segni. Campanilismo becero? - forse, ma funzionava. Oggi il mondo del (r)ugby è cambiato.Una sorta di pseudo professionismo ha rovinato tutto e i giocatori "ti giocano" se gli dai i soldi per farlo. Non importa quanti soldi prendono l'importante è che li prendano e basta. Le società, colpevoli di avere assecondato questo sistema, si devono adeguare e sottostare ai capricci di chi va via e poi ritorna o di quelli che vanno via perchè quelli che sono tornati prendono di più di quelli che non sono mai andati via.... e cosi via comprese le opportunità di lavoro che vengono date a chi si e a chi no e ...sempre a quelli sbagliati secondo le valutazioni di chi non ha avuto. Che siano 150/00 € o che ne siano 800/00€ sempre dei "mercenari" risultano essere, in quanto sono persone che vendono merce che qualcuno è disposto ad acquistare. Questo vale per i giocatori, per i tecnici, per gli addetti agli spogliatoi, ma di certo non può valere per i dirigenti i quali sono quelli che acquistano e quindi pagano e hanno poi diritto a ricevere il prodotto. Perchè mai, quindi, contestare?? Se si è parte di questo attuale sistema si ceda la propria merce al meglio di quanto essa debba essere ceduta e... senza rompere i kojoni a chi prende di più, se prende di più. Se questo sistema non piace ( a me non piace ) si eviti di farne parte e si torni a giocare SOLO per i colori ROSSO - NERI. - Mi rendo conto che adesso questa romatica visione del (R)ugby non è più possibilie, ma mi viene spontanea una domanda:
- "quando i soldi degli sponsor saranno finiti o indirizzati ad altri ivestimenti, quando i soldi dei dirigenti che si pagano il proprio vizio di questo gioco non saranno sufficienti, quando i mercenari andranno a vendere altrove la loro preziosa merce, del COLLEFERRO RUGBY quello ROSSO/NERO dentro, cosa ne resterà???" -
Faccio anche io i miei auguri per gli agognati play-off, ma li faccio solo a quelli che da sempre, senza soluzioni di continuità e per sempre sono stati e saranno ROSSO/NERI dentro.
Il Presidente (ex) - Pier Luigi Maciocia
purtroppo caro Maciocia Pierluigi hai perso l'ennesima occasione per stare zitto .................
seguono commenti ......
lomu