A Parma la concorrenza fa bene. Io credo che se ci fosse una unica squadra non ci sarebbe la diffusione capillare del rugby che abbiamo nella nostra provincia.porcorosso ha scritto: Ci sono anche altri esempi tipo l'hockey su rotelle dove l'Italia basa completamente le serie A (1-2) su piccole città e piccolissimi centri, pur restando tra le prime a livello mondiale (Portogallo - sport nazionale -, Argentina, Spagna...)
Per farvi un esempio il paesino in cui sono cresciuto (7500 anime!) ha una squadra in serie A1 di Hockey e tutta la città ha giocato almeno qualche anno nelle giovanili, un bel numero dei ragazzi ha trovato posto in squadre blasonate e in nazionale. Ma tutta la cittadina era coinvolta e il palazzetto sempre pieno.
In Italia, dove il calcio occupa già il posto nelle città più grandi, esempi di largo coinvolgimento sono possibili laddove il calcio non potrà eccellere, ovvero i centri minori.
Quello che non quadra in questi confronti con il rugby è l'ampiezza del seguito necessaria affinchè lo sport si affermi.
E' indubbio infatti che il Volley, l'Hockey e la Pallacanestro possano essere soddisfatti da pubblici dai 1000 ai 5000, mentre al rugby di vertice si richiedono masse ben più consistenti.
Con questo voglio dire che, a parer mio, al rugby serve il coinvolgimento di aree più ampie di utenza, che non vuol dire Milano, Roma, Napoli e/o Torino, ma significa che le squadre (specialmente di vertice) devono diventare espressione di aree anzichè di singoli comuni.
Per fare un esempio sul Terraglio (tra Venezia e Treviso quindi) ci sono 8 (10 se si includono Riviera-Mira e Mirano) squadre seniores, di cui 2 in S10 e 3 in SA1/2. Se esistesse una franchigia (anche solo per il S10) per la globalità di queste società (che significa rappresentanza, coinvolgimento e localizzazione centrale) essa avrebbe un seguito che adeguatamente curato potrebbe essere pari a quelli che invidiamo tanto agli amici francesi e inglesi. E il rugby potrebbe davvero scalzare il calcio come sport di vertice dell'area, con tutti i benefici mediatici che ne deriverebbero.
Altro esempio può essere il parmense 5 squadre di vertice in pochi km...
Ciò che manca al rugby italiano è la mancanza di collaborazione, promozione e innovazione.
Con e senza CL.
Saluti PR
E non possiamo rinunciare a questa diffusione capillare sul territorio, altrimenti saremmo soffocati dal calcio.
Il progetto Aironi è molto interessante: sarà perchè la "capogruppo" non è una squadra di Parma, così si evitano gelosie ed antipatie, ma puo' funzionare, perchè mantiene la base con tutte le società e la sana "arlia" (concorrenza) tipica degli scontri delle giovanili.
Non serve la metropoli par fare questo. Bisogna approfittare delle zone dove è evidente la diffusione del Rugby.
Le società coinvolte con gli Aironi sono tante (mi pare circa dieci). Queste società porteranno una base fissa di pubblico che, aggiunta ai curiosi ed ai tifosi delle zone più vicine (Milano è a 100 Km...) riempiranno lo stadio.
Direi che collaborazione e promozione qui da noi ci sono/saranno, innovazione...staremo a vedere.
