orme53 ha scritto:TommyHowlett ha scritto:La Gazzetta dello Sport, almeno sul sito (l'edizione cartacea di ieri non l'ho presa) fa giustamente notare come in due partite di HC le squadre italiane abbiano subito 82+44 punti e la stragrande maggioranza dei giocatori della Nazionale fa parte di queste due rose, dato che preoccupa non poco per il 6N alle porte.
Sinceramente non capisco proprio come una squadra che milita in un campionato professionistico di alto livello (Pro12), tra l'altro reduce da un paio di prestazioni casalinghe assolutamente incoraggianti (vittorie contro TV e Connacht), possa presentarsi in una condizione di simile fragilità, più mentale che fisica, al cospetto di una squadra di assoluto valore come il Clermont nella più importante competizione per club al mondo. Di solito, quando arriva lo squadrone, a maggior ragione in una partita di coppa, si è portati a tirare fuori pure le forze più nascoste per vendere cara la pelle e rendere la vita difficile agli avversari. A Viadana (ma anche a Treviso in alcune partite recenti) sembra non esserci questa mentalità, al contrario si accetta quasi rassegnati il pronostico, lasciando campo aperto alla furia avversaria che giustamente ne approfitta, uno per incamerare punti preziosi ai fini degli eventuali conteggi di classifica, due per dimostrare ed evidenziare la propria superiorità sugli sconfitti (= umiliare).
Siamo di memoria corta, questo accade tutti gli anni all'avvicinarsi di impegni importanti per la nazionale. Si cerca di salvaguardarsi per non perdere la convocazione (tanto il posto è sicuro). Mentre gli altri prendono l'occasione di queste partite per migliorare la forma in vista del 6N.
Non ho letto i post precedenti, (salvo notare che qualche zombie è uscito dalla sua tomba) ma questo risultato non era poi così imprevedibile. Bastava mettere a confronto le due formazioni e analizzare il curriculum giocatore per giocatore.
Prendiamo ad esempio il confronto con i nazionali.
I loro hanno disputato la finale mondiale... i nostri non hanno passato le qualificazioni.
Guarda caso negli Aironi c'è una nutrita schiera di giocatori provenienti dal campionato francese. Se oltralpe non gli hanno rinnovato il contratto un motivo ci sarà .... e lo abbiamo visto in campo.. (non sono all'altezza del gioco che si esige) Moro Bergàmàsco docet...
Passiamo ai ruoli non coperti dai nazionali francesi, ...I loro sono coperti da giocatori di altre nazionali... i nostri sono coperti da giocatori provenienti da altre nazioni (e non è la stessa cosa) e da giovani che si spera (quantomeno i dirigenti FIR sperano) diventino i sostituti dei nostri nazionali. E anche questa non è una differenza da poco...
Si potrebbe passare ad analizzare le mete prese....Ora, che Sivivatu faccia fesso Benettin ci può stare, ma che faccia fesso Bergamasco e Masi questo ci sta molto meno. Aurevoir allo stade de France per la seconda e conclusiva puntata. E rassegnamoci... questo è ciò che ci tocca. O meglio quello che noi siamo, criticoni dalla tastiera... facile impiegati che pagano le tasse...... e zombie compresi.
Aironi, siamo sull'orlo dell'estinzione?Ottantadue a zero. Anzi zero a ottantadue, è sportivamente parlando, una catastrofe senza precedenti, una batosta umiliante.
Perché si tratta di una batosta subita da una squadra di professionisti, una delle due franchigie create ad hoc dalla federazione italiana per dare una base più solida alla Nazionale. Una delle due realtà in nome delle quali è stato decapitato il campionato di Eccellenza. E pertanto c’è anche il dovere di rispondere a quella parte di movimento che ha fatto dei sacrifici e si aspetta, dunque, qualche ritorno, in termini di risultati, di visibilità. Ma se questo è il materiale che il rugby italiano mette a disposizione di Jacques Brunel, giusto alla vigilia del nuovo Sei Nazioni, l’allenatore azzurro deve raccomandarsi l’anima a Dio. Quello subito dagli Aironi contro il Clermont è il peggior passivo subito quest’anno da una formazione in Heineken Cup. È la sconfitta più pesante della storia patita da un’italiana in casa, da quando esiste il torneo europeo (nella foto di Roberto Bregani, un'incursione dell'ex All Black Sivivatu, autore di tre mete come l'ala Malzieu). Vuol dire che due anni di lavoro non hanno trasformato gli Aironi in un progetto credibile, anzi hanno riproposto, amplificandoli, tutti i vecchi vizi del nostro rugby di club.
I possibili punti di discussione non sono molti: o i giocatori della franchigia padana non credono al progetto e non intendono battersi per la maglia che indossano, ritenendo giusto preservarsi per altre più lucrose occasioni, e allora meriterebbero tutti, senza eccezioni, di essere esclusi dalla Nazionale, oppure non sono all’altezza, e in questo caso la soluzione non può che essere la medesima; nessuno di loro può pensare di vestire la maglia azzurra. O ancora: l’ambiente degli Aironi è tale, sotto il profilo organizzativo e tecnico, che i giocatori reclutati per costituire, insieme a quelli del Treviso, l’ossatura della Nazionale, sono ridotti a far la figura dei bidoni. La Federazione, che paga il 60% degli stipendi di questi giocatori e dello staff tecnico, deve analizzare immediatamente la situazione e prendere provvedimenti credibili, in una, un’altra, o un’altra direzione ancora. Tergiversare ulteriormente sarebbe aggiungere danno al danno. Con questi risultati anche il trasferimento delle partite interne degli Aironi da Viadana a Monza si è rivelato un boomerang: 5.000 spettatori per vedere la squadra di casa sommersa sotto 12 mete fanno pensare che sarebbe stato meglio giocare nel giardino di casa, lontano da sguardi indiscreti. Altro che cercare i grandi palcoscenici!
Agli 82 mila spettatori che durante la vacanze di Natale hanno affollato Twickenham (record per una partita di club) noi rispondiamo con lo 0-82 di Aironi-Clermont!! Treviso in questi due anni ha costruito un impianto di squadra credibile, anche se la qualificazione per i quarti di finale di Heineken Cup resta una chimera e la partita di Swansea ha ridimensionato le ambizioni dei veneti. Ma gli Aironi non sono più Viadana e non hanno… imparato a volare. Lì occorre lavorare dalla fondamenta, pertanto.
A Brunel lanciamo un modesto suggerimento: faccia per il suo esordio quello che Gatland fece quattro anni fa col Galles, affidandosi per tredici quindicesimi agli Ospreys. Contro Francia e Inghilterra metta in campo il Treviso, la cui struttura è solida e rodata, e non ha bisogno dei mezzucci che pare porteranno alla squalifica del coach Smith (punizione per aver schierato due stranieri all’apertura e nel ruolo di estremo, Williams con la maglia di ala, però…), e a questo gruppo collaudato aggiunga quei tre/quattro giocatori (Parisse e Castrogiovanni, per fare i primi nomi che vengono in mente) in grado di apportare un vero valore aggiunto alla Nazionale e fare la differenza. E cominci e costruire da lì, il resto verrà col tempo, forse. A mali estremi, estremi rimedi. In attesa che gli Aironi diventino una squadra.
Da rugby 1823....per il fantasmino orme 53