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..... perchè chi vola, ha sempre più coraggio di chi resta giù!

(citazione di una canzone)

Vorrei tanto volare ma da quaggiù vedo che forse faranno uno stadio per ospitare il 6N chissaquando. O che forse amplieranno il Flaminio (statene certi i lavoiri cominceranno subito dopo l'incontro con l'Irlanda, ho sentito dire dal delegato Coni alla conferenza stampa Fir a novembre, ma io ci sono già stato due volte da allora e non ho visto nemmeno un barattolo di vernice per terra).
Intanto i miliardi dell'America's cup sono andati a Valencia e non a Napoli.
Per l'europeo di calcio hanno preferito l'aria Chernobyl al Ponentino di Roma.
E se non era per i soldi di Agnelli tanti hanni fa non davano nemmeno le Olimpiadi a Torino.

meomao ha scritto:

3. MA n. 3 , per chi se lo è dimenticato la melandri venne anche nel 2001 (almeno, ma mi pare anche nel 2000) a strigere la mano ai giocatori sul campo al Flaminio: sarà anche presenzialista, ma dal punto di vista dell'etichetta prefersico un ministro che scende sul campo, ad uno che non si fa mai vedere, o ad un altro che viene con la scorta , che si abbandona a simpatici gesti dell'ombrello alla direzione di gallesi o scozzesi.

Certo, quando può prendersi un'inquadratura la Melandri c'è sempre . Se come credo a lei del rugby non frega niente, preferisco che non si faccia vedere.

Non sono sicuro che non gli freghi niente del rugby. Altrimenti avrebbe incontrato solo la nazionale "maggiore" e non avrebbe incontrata quella femminile (incontro ovviamente non coperto dai media).

A prescindere dal presenzialismo presunto o reale del Ministro dello Sport (anche se i fatti del pullman che accompagnò gli azzurri al ritorno dei mondiali tedeschi dovrebbero parlare da soli) valuterò l'interesse dei vari Melandri, Veltroni e Prodi verso il rugby e tutti gli sport cosiddetti minori solo sulla base dei fatti concreti.

Per ora ho visto solo la volontà da parte dei politici di sfruttare un "media" veicolatore di messaggi positivi come il rugby, come giustamente denunciato dal Barone Lo Cicero.

Ieri ho letto un articolo in cui si dice che le società e le grandi aziende, in questo periodo, prediligono il rugby per sponsorizzare i propri prodotti.
In particolare pare che vada di moda tra le banche investire nello sport e pare che oltre la banca che sponsorizza la nazionale (e altre squadre di rugby) alcune stiano valutando la possibilità di sponsorizzare qualche squadra italiana.
Non si dice quali siano queste banche e in quali squadre vogliano investire...però sarebbe un'ottima cosa per le squdare e il rugby in generale.
Quindi care squadre: andate in banca! non sia mai trovate uno sponsor!

beh, non vedrei male il monte dei pegni a sponsorizzate squadre in difficolta' economica, tipo il catania o il rovigo dell'anno passato

PS: se qualcuno si sta incazzando, la mia e' una battuta....vi prego di prenderla come tale

Xabaras ha scritto:

meomao ha scritto:

3. MA n. 3 , per chi se lo è dimenticato la melandri venne anche nel 2001 (almeno, ma mi pare anche nel 2000) a strigere la mano ai giocatori sul campo al Flaminio: sarà anche presenzialista, ma dal punto di vista dell'etichetta prefersico un ministro che scende sul campo, ad uno che non si fa mai vedere, o ad un altro che viene con la scorta , che si abbandona a simpatici gesti dell'ombrello alla direzione di gallesi o scozzesi.

Certo, quando può prendersi un'inquadratura la Melandri c'è sempre . Se come credo a lei del rugby non frega niente, preferisco che non si faccia vedere.

Non sono sicuro che non gli freghi niente del rugby. Altrimenti avrebbe incontrato solo la nazionale "maggiore" e non avrebbe incontrata quella femminile (incontro ovviamente non coperto dai media).

Gli frega, gli frega, promettere per voti, fa bene a qualuqnue politico...

Willimoski ha scritto:

Emy77 ha scritto:L'isteria mediatica, in quanto appunto "isteria", non è positiva e quindi è meglio che sia finita!

Però un po' più di attenzione secondo me è rimasta: non so se prima del 6N sul sito di Repubblica avrebbero messo la news sull'infortunio e la conseguente fine della carriera di Andrew Johns.

Per il rugby non ci vuole isteria ma attenzione: sana, positiva e reale attenzione!

concordo

QUOTO