Doublegauss ha scritto:Qui si tratta di intendersi sul significato di "al livello di". Io ho usato questa espressione con l'idea di entrare in campo contro, poniamo, l'Australia ed essere nella condizione psicologica per cui se vinci fa piacere, ma non è una svolta epocale. Nell'accezione che ho usato prima, saremo al livello quando ce la giocheremo (realisticamente) con chiunque, anche non partendo da favoriti (esempio: Francia-Nuova Zelanda).
Beh, in tutta sincerità noi non partiamo mai come favoriti e la nostra posizione nel ranking mondiale la meritiamo. Diaciamo solo che abbiamo ampiamente dimostrato di potercela fare (e in qualche caso di farcela) con formazioni che ci sono ancora sopra: penso all'Inghilterra lo scorso anno, all'Australia a Padova, al Sud Africa a casa loro, all'Irlanda a Belfast (partita che in pratica abbiamo vinto), all'Argentina a Cordoba.
Doublegauss ha scritto:E poi bisogna intendersi: è chiaro che dopo una sconfitta siamo tutti un po' nervosetti, ma un conto è ragionare sulla partita di oggi (che peraltro, avrebbe potuto prendere tutt'altra piega se non fosse stato per alcuni episodi), un conto è proiettare le conclusioni sulla partita di oggi sul tema dello sviluppo del rugby in Italia nel lungo periodo
Mah, agli "episodi" credo poco. Oggi le uniche vere azioni pericolose le abbiamo create sull'intercetto di Canale e sull'inciampo di Griffen. Cioè, se seguiamo questo metro di misura, su "episodi". Il fatto è che non abbiamo mai credibilmente mostrato la possibilità di fare meta.
In generale io sopra ho parlato di peggioramento della nazionale in determinate fasi di gioco e soprattutto in fasi di gioco in cui eravamo superiori agli altri e ne ho attribuito la responsabilità (anche) alla gestione tecnica. Non ho parlato di sviluppo del rugby nel lungo periodo.
Doublegauss ha scritto:Attento: se guardi le statistiche (
http://www.rbs6nations.com/en/matchcentre/12904.php) ti accorgerai che abbiamo calciato più noi di loro. Solo che loro hanno calciato meglio, e hanno fatto meno falli. In particolare, chi può dire se con Perugini in campo loro avrebbero segnato la meta di fine primo tempo? E chi può dire cosa sarebbe successo rientrando in campo sul 9-7?
Infatti, è vero. O'Gara quando dopo i primi 10 minuti ha capito che il vento tirava forte contro ha evitato di calciare se non in touche e ha fatto bene perchè aveva fatto degli errori nella prima parte dell'incontro non da lui e in gran parte dovuti al vento contro (penso ad esempio all'errore in ripartenza con calcio non uscito dai 10 metri). Noi invece potendo (anche) sfruttare questo aspetto atmosferico non ci abbiamo provato se non in rari casi, ad esempio la bella touche trovata dal calcettino di Griffen.
Mettiamola in un altro modo. L'Irlanda ha un signor 10, O'Gara, e una linea dei 3/4 da paura, quindi può fare quello che le pare e bene, calciare o giocare alla mano. Noi abbiamo un "non estremo" e una linea dei 3/4 di medio livello. Avendo un estremo di ruolo si potrebbe almeno tentare di impostare situazioni di gioco più varie (up n' under, calci di spostamento) e, soprattutto, più collegate all'andamento della partita. Masi non ha praticamente mai usato il piede perchè non è nella sua natura. E quando abbiamo giocato alla mano a lungo lo abbiamo fatto in due occasioni: una a metà del primo tempo partendo dai nostri 22 e arrivando appena prima di metà campo. Sfiancandoci di fatica e non ottenendo nulla. E una nel secondo tempo, in situazione simile. Cioè quando conveniva cercare di guadagnare campo e di salire bene (magari meglio con qualche up 'n under, salendo e mettendo pressione, come hanno fatto i pumas al mondiale contro i galletti, così da non permettere a O'Gara di ricalciare subito e meglio e di fregarci) non lo abbiamo fatto e ci siamo incaponiti all'autoscontro.
Nel secondo tempo O'Gara ha usato di più il piede e ha trovato le sue solite magnifiche touche di spostamento. Ci ha fatto sempre arretrare e costretto a giocare e a sfiancarci nei nostri 22. Insomma il concetto è che anche nella lettura del gioco e della sua impostazione, anche nella costruzione del "piano della partita" abbiamo sbagliato.
Pivi1962 ha scritto:
1). Il calo fisico del secondo tempo era prevedibile, dato che per 20 minuti abbiamo giocato in 14.
Pure loro hanno giocato 20 minuti in 14 e sono riusciti a fare dei multifase da paura giocando persino meglio nel secondo tempo quando era prevedibile un calo per tutti.
Avendo questi grandi problemi in mischia e con un Nieto non certo stellare in questo periodo forse sarà opportuno in Scozia portarci anche il buon Rouyet.
Pivi 1962 ha scritto:
6). Disciplina, disciplina, disciplina. Troppe entrate laterali, troppi tuffi sul pallone, un po' di nervosismo di troppo, falli inutili (non mi sembrava che Masi fosse davvero costretto al placcaggio alto per fermare l'irlandese...).
Quoto al 2000%. Quel placcaggio alto di Masi (ma possiamo aggiungerci Castro, Totò ecc.) significa che siamo entrati in campo "già" nervosi. Vediamo di non vanificare tutto con delle sciocchezze di mancanza di disciplina.
A me in touche ha stupito che per lunghi tratti dell'incontro non abbiamo saltato sulle loro rimesse: infatti i recuperi sono nati quasi per caso da errori loro. Altro segnale di "timore" non proprio bello...
"Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa accada. E' raro vincere in questi casi, ma qualche volta succede" (Il Buio oltre la siepe).
Metti una sera con gli amici del bar e capisci quanto è importante... la cultura del rugby.
Entrare al bar per condividere, non per dividere (Il sommo Beppone).
Nex time... Good Game... Nice try... Seh seh avemo capito...