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Re: Il futuro del rugby

Inviato: 29 ago 2016, 14:59
da jpr williams
zappatalpa ha scritto:Scusate, a parte le fantasie turche e georgiane che non Hanno un becco di un quattrino,
rispetto all'USA o Canada: voi veramente credete in una competizione con paesi di 5-6 fino a 9 ore di fuso orario? :shock:
Dato dell'altro ieri, si rafforza ancora l'interesse in Deutschlandia, 15.000 mila tesserati giocatori, nel 2013 erano 13.500. E la nazionale tira.
Io punterei semmai loro e la Spagna con una franchigia unica e non prima di una decina d'anni (boh), altre soluzioni proprio non vedo.
Per quanto possa sembrare insensato ci stanno pensando veramente.

https://www.rugbymeet.com/it/news/pro12 ... dice-di-si

Quindi leggi come la nostra 180 non sono state applicate malamente solo da noi :o

Re: Il futuro del rugby

Inviato: 1 set 2016, 12:06
da Luqa-bis
L'Argentina quando ha fatto giocare i Pampas XV in Vodacom, hanno fatto base a Stellenbosch.

Le federazioni nordamericane potrebbero fare lo stesso in Europa.
Per esempio anche in Italia, sfruttando la presenza NATO e universitaria come platea sostenitori possibile.

Re: Il futuro del rugby

Inviato: 1 set 2016, 13:21
da jpr williams
Si, ma questo vuol dire che le partite in "casa loro" le giocherebbero qua in Europa o oltreoceano?
Nel primo caso credo sia insensato per loro (come si creano un loro pubblico giocando 6 fusi orari più a est?).
Nel secondo le europee subirebbero in trasferta costi e jet-lag inaccettabili.
Come che sia mi sembra una cosa campata per aria.

Re: Il futuro del rugby

Inviato: 1 set 2016, 13:30
da jentu
Luqa-bis ha scritto:
Le federazioni nordamericane potrebbero fare lo stesso in Europa.
Per esempio anche in Italia, sfruttando la presenza NATO e universitaria come platea sostenitori possibile.
come disse Munari "come la sabbia nelle mutande!"

Re: Il futuro del rugby

Inviato: 1 set 2016, 15:18
da Luqa-bis
@ jentu

Può essere ..

@ Jpr Williams

Ripeto.

I Pampas XV, franchigia argentina di Vodacom Cup hanno fatto base prima a Stellenbosch (Provincia Occidentale del Capo) perché dovevano giocare nel girone sud;
poi a Potchefstroom (viicno al confine con l'Orange e il Transvaal e Kimberley perché passati nel girone nord.

Per quanto riguarda l'appeal, ribadisco,
una squadra americana ben pubblicizzata a Firenze o Udine o Vicenza/verona fa pubblico.

Per il fuso orario, le 6 ore possono essere gestite.
Ma rammentate che le aree rugbstiche americane sono soprattutto a ovest.



poi, a me che me ne cale, son loro che devono dire si o no.

Re: Il futuro del rugby

Inviato: 1 set 2016, 17:26
da Garryowen
Negli USA, anche se a NY, la Premiership non è che abbia fatto il tutto esaurito.
Saracens - London Irish con 14.000 spettatori, considerando che NY è piena di Irish, sono davvero pochi.
A casa loro ne avrebbero fatti di più.

Al contrario, non capisco come possa una selezione americana (perché non credo che parteciperebbe un semplice club) possa fare più spettatori di un Leinster o Ospreys

Re: Il futuro del rugby

Inviato: 2 set 2016, 10:09
da jpr williams
Luqa-bis ha scritto: @ Jpr Williams
Per quanto riguarda l'appeal, ribadisco,
una squadra americana ben pubblicizzata a Firenze o Udine o Vicenza/verona fa pubblico.
Si, ma questo, allora, significa che rinunciano a crearsi un pubblico a casa loro. Contenti loro. :roll:
Luqa-bis ha scritto:@
Per il fuso orario, le 6 ore possono essere gestite.
Su questo ho i miei dubbi. Quello che è ancora meno facile gestire è la lievitazione dei costi per trasferte transoceaniche continue.

Re: Il futuro del rugby

Inviato: 2 set 2016, 10:37
da sandrobandito
Non darei per scontato che, nel caso dei coinvolgimento dei nordamericani nel "celtic" (mi sembra che nel pro statunitense parteciperanno anche squadre canadesi), il campionato sarebbe a girone unico.
Molto più pratico sarebbe mantenere gironi territoriali distinti alla fine dei quali far convergere i migliori in un "master round" e conseguenti playoff.
Così strutturato risulterebbe accessibile anche ad altre squadre europee (romeni e russi in primis) che potrebbero calibrare il loro impegno e le loro ambizioni in base a prospettive reali.

Re: Il futuro del rugby

Inviato: 2 set 2016, 10:45
da jpr williams
A questo francamente non avevo pensato. Messa così mi sembra decisamente più fattibile.

Re: Il futuro del rugby

Inviato: 2 set 2016, 14:31
da Luqa-bis
Io vi ho detto cosa hanno fatto altrove.
Voi avete idee diverse, e vabbeh, andate nel board e decidete.

Re: Il futuro del rugby

Inviato: 4 set 2016, 18:49
da Garryowen
Altro argomento, a proposito del futuro.

Visto che siamo quasi al punto ZERO nel Seven, giusto puntare soprattutto sui tecnici.
Queste cose però si sono sempre fatte, più o meno.
Il problema è: gli allievi imparano o sono "de coccio"?


PHIL GREENING AL CORSO DI AGGIORNAMENTO PER TECNICI 7s
L’EX TALLONATORE DI INGHILTERRA ED INGHILTERRA 7s MERCOLEDI’ A PARMA

Roma – In molti ricordano Phil Greening per le sue apparizioni con la maglia della Nazionale inglese e con quella dei British and Irish Lions, tra la fine del vecchio e l’inizio del nuovo secolo: tallonatore dinamico ed aggressivo, molto amato dal pubblico, Greening ha vestito la maglia con la Rosa dei Lancaster anche nella versione Seven giocando nel celeberrimo torneo di Hong Kong nel 2003 e capitanando la squadra in più occasioni.

Un amore, quello tra l’ex giocatore di Gloucester, Sale e Wasps e la versione olimpica del rugby, proseguito una volta appese le scarpette al chiodo: nel 2007, dopo il ritiro, Greening è entrato a far parte dello staff dell’Inghilterra 7s allora diretto da Mike Friday, guidando successivamente come capo-allenatore la celebre selezione ad inviti di specialità, i Samurai, e dirigendo per oltre un anno la sezione 7s della federazione scozzese.

Oggi è performance coach per la Federazione statunitense, con responsabilità che toccano tanto la Nazionale a XV di John Mitchell quanto la 7s di Mike Friday.

Mercoledì 7 settembre a Parma, presso la Cittadella del Rugby, Greening sarà relatore d’eccezione per un corso di aggiornamento tecnico – valido per secondo e terzo livello e per il brevetto federale – ed interverrà sul tema “"Il rugby a 7, situazioni di contatto, la conservazione e il recupero della palla".

La presenza di Greening fa seguito ai corsi della passata stagione dedicati al rugby 7s con lo storico allenatore dell’Inghilterra e degli USA, Mike Friday, e si inserisce nel vasto programma di condivisione ed aggiornamento tramite interventi di tecnici di provata fama internazionale varato negli ultimi anni dalla Federugby.

Re: Il futuro del rugby

Inviato: 7 set 2016, 9:48
da jentu
Vi consiglio la lettura di quest'articolo, che a prima vista potrebbe sembrare fuori tema e per alcuni versi lo è, ma che, a parte qualche segnale di miglioramento degli ultimi anni in Eccellenza, era un rischio che abbiamo corso e stiamo correndo, mentre in altre nazioni (vedi la Francia) stanno per esserne contaggiati seriamente.
Tralasciate ingenuità e sciocchezze calcistiche e leggetelo nella sua essenza del rapporto fra giovani e sport di alto livello.
http://www.repubblica.it/rubriche/la-st ... 147287906/

Re: Il futuro del rugby

Inviato: 7 set 2016, 16:06
da jpr williams
Una volta tanto voglio essere un pò ottimista ed in controtendenza.
L'Eccellenza, negli ultimi anni, probabilmente anche per restringimento dei budget, sta dando sempre più spazio ai giovani italiani. Il mio Calvisano, ad esempio, lo scorso anno ha spessissimo schierato formazioni in cui gli italiani erano 17/18 fra campo e panchina e molti di questi erano under 23. Cose simili si possono dire per squadre come il Petrarca, il San Donà, i Lyons, il Mogliano e anche Viadana. Insomma, per forza o per scelta i giovani italiani trovano sempre più spazio in eccellenza ed hanno una buona vetrina per proporsi alle celtiche.
La situazione del calcio è diversissima: a parte la Juve (che ne ha metà o più) fra gli 11 in campo ci sono sempre almeno 8/9 stranieri e talvolta persino di più.

Re: Il futuro del rugby

Inviato: 7 set 2016, 22:44
da Sergio Martin
jentu ha scritto:Vi consiglio la lettura di quest'articolo, che a prima vista potrebbe sembrare fuori tema e per alcuni versi lo è, ma che, a parte qualche segnale di miglioramento degli ultimi anni in Eccellenza, era un rischio che abbiamo corso e stiamo correndo, mentre in altre nazioni (vedi la Francia) stanno per esserne contaggiati seriamente.
Tralasciate ingenuità e sciocchezze calcistiche e leggetelo nella sua essenza del rapporto fra giovani e sport di alto livello.
http://www.repubblica.it/rubriche/la-st ... 147287906/
In effetti, l'articolo solo in apparenza e' OT... Il ragazzo e' molto "rugbysta" nella sua passione per il suo sport, mel suo modo di vederlo come tale, e non come un mezzo per far soldi, nella sua determinazione a coltivare il suo sogno, nel vedere la squadra come un gruppo di amici che devono lavorare insieme per un obiettivo comune... E l'articolo denuncia anche una forma di esterofilia che tocca anche il rugby, in cui a volte ci si chiede perché si è preferito un dato straniero a italiani non meno forti...

Re: Il futuro del rugby

Inviato: 7 set 2016, 23:12
da tonione
Buffon è uno sportivo. quanti ragazzi sono sportivi ma non possono esserlo perchè da adulti-sportivamente- non riescono a mantenersi con la sport? e allora lavorano o sono disoccupati immalenconiti, anche maria antonietta aveva un personale parco- fonte superquark- dove andava al fine di vivere la vita del povero, della persona costretta a subire la natura nella sua spietatezza. camminava nel fango sorretta per gli indici dai lacche, la presenza degli insetti che ciucciavano il sangue era la scusa per parlare di esseri umani sofferenti.

siamo sicuri che i discorsi delle stelle-come Buffon- non siano gli stessi di mariantonietta?