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La Storia del Rugby, le sue Tradizioni, le Leggende, attraverso documenti, detti, racconti, aforismi.

Moderatore: Emy77

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danci
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Messaggio da danci »

yary ha scritto:
danci ha scritto: È errato e presuntuoso dire che la focaccia con il formaggio sia nata nella nostra riviera di Levante anche perché già i Romani ne preparavano una simile nota come scripilita
e dillo prima che è la SCRIPILITA... ci voleva molto a scriverlo? noi Romani la chiamiamo così da un pezzo

:lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
urca, la chiamate ancora così??? :shock: pensavo fosse un nome perso nella notte dei tempi.... :D
la ricetta romana è simile alla "recchese"???

p.s.: con il formaggio bisogna assolutamente abbondare, altrimenti la colatura non viene bene...
GRUN
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Messaggio da GRUN »

Yary, vecchia pellaccia, lo so, lo so che mi vuoi bene e so anche che vuoi mangiare, e pure tanto... Allora, apriamo il fondamentale capitolo sulla FUGASSA, in italiano focaccia. Ci sono due focacce liguri regine, le altre discendono da queste. La prima è la focaccia genovese, acqua farina lievito sale grosso olio e buona tecnica di panificazione, la trovi praticamente in tutta la Liguria, è la colazione assoluta dei genovesi, alcuni la accompagnano alla bianchetta genovese o ad altri vini bianchi locali, altri celebrano il terrificante matrimonio col cappuccino, nel quale pucciano voluttuosamente una striscia di focaccia, contenti loro... La seconda è la FOCACCIA COL FORMAGGIO, una delle massime espressioni della cucina popolare italiana, fidati. L'unica ed inimitabile si fa a RECCO, stop. Ha origini antiche, le prime vennero preparate sulle alture di Recco, nell'omonima vallata, dagli abitanti del centro marinaro che in fretta e furia, spesso nottetempo, erano costretti a sfuggire alle incursioni dei saraceni, senza avere la possibilità di portare con sé alcunché. Così si trovavano nella necessità di sfamarsi col poco che potevano reperire dai contadini e dai pastori delle colline, e questi pochi prodotti erano farina, acqua, sale, olio di oliva e delle formaggette locali cremose e filanti. Qualcuno, sia benedetto, decise allora di provare a stendere una sfoglia molto sottile, di sistemarvi dei pezzetti di formaggio, di ricoprirla con un altro strato di sfoglia e di cuocerla nel forno caldissimo per alcuni minuti. Nell'ultimo secolo i formaggi locali vennero sostituiti dalla crescenza e dallo stracchino, ma il risultato è comunque entusiasmante. La trovi nei forni del paese e nei ristoranti, per me "chiama" il vermentino od il pigato, ma alcuni sciagurati l'abbinano a bevande gassate che meritebbero la scomunica. Comunque, quando inizi a mangiarla non ti fermi più, come ben sanno i milanesi che nei fine settimana assaltano le panetterie... Yary, anche tu giungerai alla commozione...
GRUN
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Messaggio da GRUN »

Danci, sì, lo ammetto, sulla focaccia sono assolutista e campanilista... Tra l'altro dispute sulle origini ed i formaggi da usare si sono scatenate tra ristoratori e fornai, quasi una guerra di religione...
danci
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Messaggio da danci »

GRUN ha scritto:Danci, sì, lo ammetto, sulla focaccia sono assolutista e campanilista... Tra l'altro dispute sulle origini ed i formaggi da usare si sono scatenate tra ristoratori e fornai, quasi una guerra di religione...
sono con te
pur se "ponentino" (di adozione, peraltro) la focaccia di Recco "comme il faut" l'ho mangiata solo a Recco, non so perché in altri luoghi non viene, pur con la formaggetta giusta, il forno a legna, la sapienza del fornaio, ecc..
io ne faccio una versione casalinga che viene molto molto apprezzata in famiglia, ma siamo distanti anni luce dalla commozione (è il termine giusto) che suscita quella mangiata dal fornaio giusto a Recco
del resto è lo stesso anche con la focaccia classica genovese: non c'è altro posto in Liguria in cui la facciano così bene come a Genova, in quei 4-5 (ben noti) posti in cui si sente tutta la fragranza delle lievitazione naturale e dei tempi giusti che quella focaccia richiede
Ultima modifica di danci il 18 apr 2006, 10:06, modificato 1 volta in totale.
yary
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Messaggio da yary »

Aspè...
DANCI, la mia era una presa in giro benevola :-)
GRUN ma lo sai che non l'ho mai mangiata? misà che dovrò decidermi a farti una visitina ma ti/vi/mi prego non facciamo scadere questo 3d, abbiamo appena detto che uno dei più interessanti.....
Amo il rugby non perché è violento, ma perché è intelligente. Françoise Sagan
danci
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Messaggio da danci »

yary ha scritto:Aspè...
DANCI, la mia era una presa in giro benevola :-)
vabbè, non essendo il 1° aprile... c'ero cascato... :wink:
GRUN
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Messaggio da GRUN »

Vabbé, torniamo al rugby, perché sto svenendo dalla fame... Willimosky ha prima citato Julian Gardner, per me una delle terze linee più forti che abbiano mai giocato con la maglia azzurra, venti presenze tra il 1992 ed il 1998. Tra il il 1987 ed il 1988 collezionò anche 4 "caps" con i Wallabies, così per gradire...
L3gs
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Messaggio da L3gs »

GRUN ha scritto:Vabbé, torniamo al rugby, perché sto svenendo dalla fame... Willimosky ha prima citato Julian Gardner, per me una delle terze linee più forti che abbiano mai giocato con la maglia azzurra, venti presenze tra il 1992 ed il 1998. Tra il il 1987 ed il 1988 collezionò anche 4 "caps" con i Wallabies, così per gradire...
Julian Gardner, una delle terze linee più forti che abbiano mai vestito il rossoblu.

A Rovigo era giunto nell'estate del '91, dopo un'annata sfortunatissima e piena di infortuni che aveva praticamente sempre impedito a Tito di schierare il xv titolare ed alla CZ CAGNONI ROVIGO di arrivare in finale.

Era arrivato come oggetto misterioso, un acquisto che nella mente dei dirigenti rossoblu, dato il fisico, avrebbe dovuto colmare lo storico buco in 2a linea, rimasto aperto praticamente dall'addio di Naudè (inizio '80) e risolvere così i problemi in touche che da un pò di anni per il Rovigo erano cronici. Le line-outs erano una situazione di gioco chiave per la tattica e l'orchestrazione del gioco voluta da e per Botha; touche pulite con aperture improvvise per u&u, calci di spostamento o per trovare intervalli tra apertura e primo centro avversari, con Bordon usato come percussore, ed impostare 2a e 3a fase (quest'ultime sono oggi routine, ma sui campi italiani di serie A1 si vedevano rarissimamente, in quel periodo), oppure maul e peel-off con la grande organizzazione in prima linea, che vedeva due veri e propri condottieri come Dengra e Tito, alla sua ultima stagione da giocatore.

La storia poi ci dice che Gardner era tutto fuorchè una 2a linea e che, a partire dal Battaglini, dette del ruolo della terza linea un'interpretazione del tutto sconosciuta, prima di lui, al rugby italiano. In pochissimo tempo divenne il vero faro della mischia rossoblu; veniva impiegato in touche come 2° e 3° saltatore, ma era soprattutto nel gioco attorno al pack che si distingueva, dettando i tempi di gioco per i compagni di reparto e per i sostegni sulle sequenze brevi, senza contare corsa e percussione con tagli profondi sull'asse verticale per i breaks oltre il vantaggio.

L'annata 91/92 era stata programmata come una stagione di transizione, ed invece Rovigo, con il pack ultraleggero e superdinamico, capace di cambiare a proprio piacimento ritmo e velocità in campo, applicava un sistema di gioco che era una versione evoluta di quello che aveva portato agli scudetti di Roma e Brescia ed arrivò in finale, l'ultima finora disputata in 71 anni di storia, sempre contro TV, perdendola.

Il reparto di 3a linea rossoblu di quegli anni era forse il più forte mai visto a Rovigo, e poteva contare su Flaviano Brizzante, Ale. Moscardi (che Tito però già provava spesso come tallonatore), Mosè De Stefani (anch'egli ottimo n.° 2), Stefano Prearo, Alb. Moscardi (entrambi anche 2e linee), Checchinato (già sulla via di stabile n.° 8, anche se per le carenze rodigine in touche, veniva impiegato da Tito, non senza polemiche, lamentele e litigi, in 2a linea) e più tardi il mitico Soncini.

Dopo l'addio di Lupini, con l'arrivo di Grant Andrews (annata '93/'94), iniziò il declino rossoblu e Gardner fu spesso usato come capro espiatorio, dati i gradi di capitano e la troppa responsabilità che gravava su di lui (allenava anche la mischia).

La sua partenza verso RM, alla fine di quella stagione, si aggiunse alle numerose e scriteriate perdite rossoblu di quegli anni (Ravanelli, Piolo, Checchinato, Ale. Moscardi, etc).

Personalmente, nell'album dei giocatori "foresti" che hanno fatto la storia della Rugby Rovigo, il grande Julian lo metto senza pensare. Assieme, per quanto riguarda il suo ruolo e quegli anni, al grandissimo Filippo "Soncio" Soncini (che in campo era più rossoblu di tanti rodigini...), Zorzi, Coppo e ad AJ Venter.
verosqualo
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Messaggio da verosqualo »

GRUN ha scritto:Vabbé, torniamo al rugby, perché sto svenendo dalla fame... Willimosky ha prima citato Julian Gardner, per me una delle terze linee più forti che abbiano mai giocato con la maglia azzurra, venti presenze tra il 1992 ed il 1998. Tra il il 1987 ed il 1988 collezionò anche 4 "caps" con i Wallabies, così per gradire...
OH... chi si rivede...Un saluto personale a GRUN...Per tornare al Rugby di Julian Gardner ricorderei la mitica prestazione di Grenoble con vittoria sulla Francia di Villepreux reduce da " Le grand Chelem..."
GRUN
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Messaggio da GRUN »

Bravo L3gs, grande profilo... Ciao VEROSQUALO, come al solito un fremito telepatico mi scuote nelle occasioni nelle quali comunico con te: proprio a quella partita penso sempre quando devo definire la grandezza di Gardner... Pensa che questa mattina stavo rivedendo un pò di foto che ti ritraggono all'opera nella nazionale di quegli anni... Sono andato a ripescare quelle immagini visto che avevo ricordato la partita con i Barbarians giocata quella magnifica sera di maggio in un Flaminio stracolmo, con te a sgrugnare in prima linea e tutta la squadra in stato di grazia... Che bello...
GRUN
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Messaggio da GRUN »

Visto che ci stiamo addentrando nei mendri degli anni ottanta, vorrei ricordare uno dei giocatori più bravi di quelle nazionali, Massimo Mascioletti, ala funambolica che segnò 17 mete in 53 partite. Sarebbe interessante che VEROSQUALO, che insieme a lui ha giocato tante partite, trovasse tempo e modo di parlarcene. Dico solo che se l'avessimo oggi un'ala così...
yary
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Messaggio da yary »

Il mio carissimo amico nonchè avversario diretto Massimo, devo fare una confessione, sai GRUN di quelle che si vedono fare nei film col personaggio che in fin di vita rivela un segreto che altrimenti avrebbe portato con se nell'aldilà, in un incontro "amichevole" ma solo sulla carta perchè tra le nostre squadre c'è sempre stato un forte antagonismo, io mi trovai a giocare nel ruolo dell'ala proprio di fronte a Massimo e (questa è una verità che mi sono sempre tenuto dentro) per fermarlo commisi su di lui un fallo che oggi sarebbe stato punito con un giallo.
Non ti dico cosa successe, ci trovavamo attaccati alla rete della recinzione nella parte opposta alle tribune ma sempre sotto la pressione dei tifosi aquilani che tanto teneri non sono. Mi volevo dissolvere e cosa ti combinai? Mi buttai per terra così da dividere l'interesse a metà, un pò per quello che avevo procurato a Massimo e metà per il mio "finto" infortunio.
Andò a finire che per tutta la partita subii le parolacce degli aquilani presenti e per Mascioletti che per ripagarsi per quello che gli avevo fatto segnò due o tre mete (non ricordo bene) con la sua riconosciuta bravura. Mi pentii di quello che feci e durante il 3° tempo mi congratulai con lui anche se mi fece fare una figuraccia, ogni volta che ci incontrimo, comunque, ci abbracciamo calorosamente perchè questo è lo spirito del rugby, in campo avversari ma fuori amici fraterni.
Amo il rugby non perché è violento, ma perché è intelligente. Françoise Sagan
verosqualo
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Messaggio da verosqualo »

GRUN ha scritto:Visto che ci stiamo addentrando nei mendri degli anni ottanta, vorrei ricordare uno dei giocatori più bravi di quelle nazionali, Massimo Mascioletti, ala funambolica che segnò 17 mete in 53 partite. Sarebbe interessante che VEROSQUALO, che insieme a lui ha giocato tante partite, trovasse tempo e modo di parlarcene. Dico solo che se l'avessimo oggi un'ala così...
Mi ci tiri per i capelli, ormai pochi in verità, ma prima di parlare di Massimo vorrei capire come hai fatto con i pochi indizi involontariamente lasciati trapelare a sapere chi sono...Comunque non è un problema.
Mascioletti è stato un fenomeno di giocatore...non ha incontrato un avversario che lo abbia potuto battere uomo contro uomo...nemmeno Green o Kirwan che, se lo hanno superato, è stato grazie al gioco di squadra...! Grandissimo in attacco insuperabile in difesa... Mi viene da pensare che oggi farebbe molto comodo a PB che cerca di sciogliere i giocatori da schemi che fanno loro perdere il profumo del gioco. Ricordo, tra le tante, la sua prestazione ad Annecy( 1986...sono vent'anni... mio Dio) contro una grande formazione di Francia con i vari Rodriguez, Haget, Lorieux ( che hanno portato in finale la Francia nella World Cup ). Lì abbiamo perso, su un campo innevato per 18 a 0, ma il risultato sarebbe stato ben diverso se in tantissime occasioni Massimo fissato dal centro o dall'estremo che liberavano all'ala un certo Lagisquet, non avesse avuto la capacità di girarsi, riprenderlo e placcarlo in una difesa scivolata imperfetta, ma sanata dalla sua velocità e prontezza...Tante altri momenti pure con L'Aquila...ma qui il terreno si fa scivoloso...e non vorrei trovarmi tra i rinco... che ricordano solo il passato. E' sempre un piacere, però, parlarne a gente che apprezza...
BixBeiderbecke
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Messaggio da BixBeiderbecke »

A proposito di ali, nessuno forse ricorderà Andrea Azzali, 16 presenze in nazionale. Forse poco gradito agli avversari perchè sgusciante ed a tratti irridente, poco gradito ai tecnici perchè non amante dell'allenamento e non un grande difensore, però capace di qualche segnatura in nazionale (con un paio di mete alla Francia) e soprattutto di un notevole record (in una Rugby Parma non sempre ai vertici) di 107 mete in 220 partite nella massima serie
GRUN
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Messaggio da GRUN »

Eccome se apprezziamo, penso di parlare a nome di tutti... Eh, sugli indizi ho fatto due più due... Sapessi quante volte vi ho visto giocare... La notte dell'esordio in Coppa del Mondo stavo preparando un esame, contavo le ore ed i minuti che mi separavano dall'evento... Cavolo, siete entrati nella storia, la prima partita della coppa e tu eri in campo, mamma mia però che legnata... Proprio a proposito di quella partita, in uno splendido libro che mi pare s'intitoli IL TEMPO DEL RUGBY, costruito sulle foto di Daniele Resini, con testi di Ravagnani e di un altro giornalista del quale ora non rammento il nome, mea culpa, c'è un'immagine stupenda e commovente scattata subito dopo la partita che vi ritrae a meditare su e parlare di quel match... Guarda, credo che parlare di quelle esperienze non sia un atto di mera nostalgia. Trovare del materiale video, per quello che attiene al rugby italiano intendo, relativo a quegli anni, è praticamente impossibile, come Yary può confermare. Quindi l'unica strada percorribile per produrre cultura, per sapere da dove partono i sentieri, per conoscere chi ci ha generato, per assimilare le evoluzioni tecniche, è quella seguita in questo thread, legata alla trasmissione orale e scritta, alla forma della testimonianza che diventa narrazione, racconto. Altro che rinco, starei delle ore a leggervi... Senza dimenticare che anche quei, credo pochi, ragazzi frequentatori del forum desiderosi di documentarsi sul rugby dei padri attraverso testi scritti, si troverebbero in difficoltà a soddisfare questo desiderio, perché molti libri sono fuori edizione ed introvabili.
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