Ribadisco la perla di saggezza dell'amico Horacio Gumhold (per sapere chi è leggere post letterario "Scusi dov'è il bar"): "Non è l'Italia ad avere gli argentini, è l'Argentina ad avere gli italiani". Ci stiamo riprendendo ciò che ci appartiene. Poi, se parlano un po' male l'italiano chissenefrega? Perché come credete che lo parli Perugini (madonna, se mi sente....!!!!).
E comunque beccatevi questo aneddoto: nel 2004 ero a Roma col Nero e Parisse Senior per Italia-Inghilterra. Il Parisse blocca un tipo nel sottopasso della metropolitana a Roma, che evidentemente conoscea. Portava una maglia inglese e indossava un cappello similscozzese con pon pon. Un po' insospettito dal fatto che Parisse Senior gli parlava in italo-aquilano e questo gli rispondeva in inglese, lo guardo meglio in faccia. Era Dallan padre, e quello strano idioma che parlava e che io avevo preso per una variante incomprensibile di inglese di qualche fottuta contea in culo alla perfida Albione era un bel venetaccio stretto stretto, di quelli che a due isolati da casa sua manco lo capiscono.
La domanda a questo punto sorge sbontanea: ma i veneti, li equipariamo o no?
G.