Scusa Giorgio, ma quella da te citata è la circolare informativa relativa alla passata stagione 2006/07.
Il testo attualmente in vigore recita:
DEFINIZIONE DI GIOCATORE DI FORMAZIONE ITALIANA E DI
GIOCATORE DI FORMAZIONE NON ITALIANA
Ai fini del presente regolamento, i giocatori si distinguono in due categorie:
1) Giocatori di formazione italiana
2) Giocatori di formazione non italiana
La categoria di “GIOCATORI DI FORMAZIONE ITALIANA” è stata definita
dal Consiglio Federale, secondo le indicazione del CONI (delibera del
Consiglio Nazionale n.1276 del 15/07/2005) al fine di promuovere la
utilizzazione nell’attività seniores di giocatori che si sono formati nei vivai
italiani.
Dalla stagione 2007/2008 si considera pertanto annullata e priva di ogni e qualunque effetto, ogni precedente definizione o qualificazione di “giocatore”, che non avrà pertanto più alcuna rilevanza ai fini della loro utilizzazione.
1) Sono definiti giocatori di formazione italiana i giocatori di cittadinanza italiana o straniera che siano stati tesserati e che abbiano svolto l’attività sportiva in Italia, per almeno
due stagioni sportive, nei settori propaganda e/o juniores di società italiane;
Inoltre :
a) Sono equiparati, ai soli fini regolamentari, ai giocatori di formazione italiana i giocatori di cittadinanza italiana o straniera stabilmente residenti in Italia che non abbiano mai praticato il gioco del rugby in precedenza e tesserati per la prima volta in Italia senza provenire da altra Federazione.
b) Sono equiparati, ai soli fini regolamentari, per meriti sportivi, ai giocatori di formazione italiana, i giocatori di cittadinanza italiana o straniera che, pur non formati nei vivai giovanili italiani, maturino entrambe le seguenti condizioni :
1. abbiano vestito la maglia della squadra nazionale assoluta, in virtù delle regole per la eleggibilità nelle squadre nazionali dell’IRB (Regola n.8), maturando la relativa presenza, in un incontro ufficiale IRB;
2. siano stati tesserati per società italiane ed abbiano svolto l’attività sportiva in Italia, per almeno tre stagioni sportive.
Tale equiparazione produce i propri effetti regolamentari dalla
stagione sportiva successiva a quella in cui sono maturate, senza
vincolo di contestualità, le condizioni di che sopra.
2) Sono considerati, ai fini regolamentari, giocatori di “formazione
non italiana” tutti coloro che non rientrano in una delle definizioni di che
sopra.
NOTA BENE: Al fine di salvaguardare i diritti acquisiti e le posizioni di affidamento determinate da previgenti normative in materia alla data del 30 giugno 2007, determinando un quadro di certezza applicativa della nuova normativa a partire dal 1 luglio 2007, il Consiglio Federale ha emanato la seguente norma transitoria :
1) Tutti coloro che, in forza dei regolamenti federali pregressi, sono stati
qualificati, alla data del 30 giugno 2007 “giocatori di formazione italiana”
sono considerati, per diritto acquisito, “giocatori di formazione italiana”, a
prescindere dai criteri previsti dalla nuova normativa in materia .
2) I giocatori stranieri e italiani provenienti da federazione estera che, alla data 30.6.2007, abbiano maturato una stagione sportiva di tesseramento ed abbiano svolto attività sportiva nei settori juniores di società italiane e non abbiano la possibilità di svolgere un ulteriore stagione sportiva in tali settori juniores, sono considerati “giocatori di formazione italiana” .
Faccio rimarcare:
1) che ora servono due anni in una giovanile italiana per essere considerati "di formazione italiana" (salvo i casi di equiparazione, per cui comunque occorrono tre anni e la convocazione in Nazionale secondo le regole IRB);
2) che l'ultimo punto evidenziato è un potenziale cavallo di Troia. Cerco di districarmi in una materia complessa: i giocatori che hanno fatto le giovanili all'estero e hanno disputato soltanto l'ultimo anno della U19 in Italia, che per la precedente normativa (quella riportata da Giorgio) erano "di formazione in italiana", rimangono tali anche se hanno fatto solo un anno in giovanile. Per la posizione della frase nella normativa, dovrebbe trattarsi di un'eccezione introdotta solo per quest'anno, una norma transitoria da applicare nel passaggio dalla vecchia alla nuova normativa. Tuttavia, se qualcuno in federazione, imbeccato dai club, volesse fare il furbo, potrebbe forzare questa norma reiterandola anche negli anni successivi, dando un'apparente investitura di legittimità ad un'eventuale pratica di "acquisto" di stranierini all'ultimo anno di giovanile, da sdoganare in Italia dopo un anno di U19 e una "convocazioncina" in un TM (sempreché non cambi nuovamente il regolamento).
In fondo, mi sembra un'idea simile a quella del primo Mallet, che diceva di voler "importare" giovani aperture dal SA...
