porcorosso ha scritto:
Ma va!!!
La FIR e i Club hanno perso 10 anni a grattarsi il pisello e adesso non abbiamo tempo da perdere...
Per raggiungere risultati serve una buona base e se si vuol sviluppare il movimento si deve partire dalle basi. Le due sole realtà alla quale la nostra federazione darà sostanza saranno due gocce nel mare (a prescindere da dove saranno collocate) e rallenteranno (se non soffocheranno) il resto del movimento che già non dispone di risorse e che si vedrà ulteriormente ridimensionato.
Non so davvero dove vediate il vantaggio di questa scelta.
Sbaglierò io e voi avrete ragione...
Saluti PR
EVVAI!!! Ricominciamo con la discussione principe dell'ormai defunto 3d "E' Celtic League", che è andata avanti per oltre 200 pagine, e che ultimamente era un pò passata di moda, causa maggiore appeal dei litigi su chi debba andarci in CL.
Vederla tornare alla ribalta è un pò come rivedere un vecchio amico che temevi di aver perso di vista
Per l'ennesima volta proverò a spiegare le motivazioni delle mie posizioni, per le quali questa scelta non è vantaggiosa, è semplicemente l'unica possibile.
Sai cosa sono il baseball e l'hockey? Sono sport di squadra che in Italia sono seguiti praticamente da nessuno, praticati da un numero decisamente poco elevato di persone, tant'è che sostanzialmente chi li pratica è considerato un simpatico originalone dalla massa della popolazione, radicati territorialmente soltanto in posti ben definiti e tutto sommato ristretti, e nei quali la nazionale italiana a livello internazionale conta sostanzialmente zero.
Sai qual'è l'UNICA differenza tra questi sport e il rugby? La nazionale.
I (relativi) successi della nazionale, avvenuti in un momento particolarmente favorevole per altre ragioni (quali la relativa crisi del calcio), hanno fatto si che il rugby diventasse un pò più popolare, che cominciassero a giocarci più bambini, che la gente cominciasse ad interessarsi un pochino di più con tutto quello che ne consegue, tra cui un minimo di risorse economiche in più.
Ma questo è un andamento che non è impossibile da invertire purtroppo. Come dimostra l'esempio della pallanuoto. Dopo l'epica vittoria della medaglia d'oro a Barcellona '92, la pallanuoto conobbe un periodo di splendore, la nazionale divenne stabilmente una delle migliori al mondo ed il campionato interno acquisì prestigio ed importanza. Però l'ambiente non seppe capitalizzare e reinvestire questa situazione, la nazionale cominciò a vincere un pò meno, poi sempre meno, partì una spirale negativa ed oggi la pallanuoto non se la fila nessuno, il campionato interno è di una mediocrità disarmante e viene sempre dominato da una squadra, l'unica che grazie ad un patron generoso può permettersi stranieri forti, e la nazionale non solo non vince più niente, ma è estremamente lontana da quelli che vincono.
Quindi il rugby italiano per crescere ha assolutamente bisogno di una nazionale forte. Solo che la nazionale è sempre meno forte. Da quando i campionati dei paesi nei quali il rugby è più popolare sono diventati professionistici, la spina dorsale della nostra nazionale è sempre stata composta, tranne rarissime eccezioni oggi pressochè assenti, da giocatori che militano all'estero, perchè solo li, giocando in un ambiente professionistico sul serio e con partite sempre ad alto livello possono far esplodere completamente il loro potenziale. E tra l'altro il gap tra quei campionati ed il nostro sta aumentando sempre più. Però da un pò di tempo all'estero i giocatori italiani ci van sempre meno, e la base dei giocatori da nazionale, che siano in grado di affrontare sul serio le migliori squadre d'Europa si restringe sempre più (non che sia mai stata particolarmente ampia). E comunque non ci si può contare all'infinito, no?
MA in Italia, almeno ora e in futuro prevedibile, non ci sono risorse ed interesse sufficienti per un campionato professionistico vero. Quindi non c'è altra scelta che fare un paio di squadre (quelle per le quali si trovano i soldi) ed iscriverle ad un campionato estero di livello. E' la CL, solo perchè la CL ci fa entrare. Fosse stato quello francese sarebbe stata la stessa cosa.
Questo non significa trascurare il movimento "dal basso" che anzi è e resta fondamentale. Ma al momento la priorità ASSOLUTA è che la nazionale ricominci a dare qualche soddisfazione e a prendersi qualche titolo sui giornali e qualche spazio in televisione. Perchè se si dedicano tutte le risorse che la FIR può trovare a far crescere le radici, ci vorranno parecchi anni perchè gli effetti benefici arrivino all'alto livello. E non ce li abbiano. Se la nazionale non comincia a far qualcosa di buono entro i mondiali del 2011, in Italia il rugby non se lo fila più nessuno. 2011 al massimo.
Certo, poi esiste la possibilità che abbia ragione MatR, autore di uno dei più bei post degli ultimi mesi. Magari a molti sta bene il modello "sport per pochi ma puri", da setta, fortemente localizzato, birra, pane e salame, e la nazionale che se la gioca con la Romania, la Georgia e il Marocco.
Posizione affascinante e legittima, che forse è pure giusta. Ma io voglio che la nazionale se la giochi con l'Inghilterra e la Francia, che nel massimo campionato italiano presto ci siano squadre di Torino, Milano, Napoli e Bari e che i quotidiani sportivi dedichino al rugby almeno lo spazio del basket.
Poi per carità, la CL dev'essere gestita bene ed il patetico spettacolo della FIR di questi mesi non lascia ben sperare. Quindi forse questo tentativo fallirà, ma almeno bisogna provarci, perchè se non è l'ultima spiaggia, è al massimo la penultima.
Per cui si. Tu sbagli. Ma forse noi non abbiamo ragione.