TommyHowlett ha scritto:
Quindi, morale della favola, dato che in Italia il movimento rugbystico è paragonabile alle piccole nazioni sopra menzionate con relativi agi (pochi) e disagi (tanti), appurato che le franchigie sono l'unica soluzione, seppu tardiva, per far fare un discreto salto di qualità al movimento, non ci resta che considerare come male necessario queste difficoltà di rodaggio che costringono al momento a navigare "a vista"; i benefici sono dietro l'angolo e non c'è motivo di dubitare che avvengano. Sempre che non si facciano le solite ca...e all'italiana.
![Mr. Green :-]](./images/smilies/icon_mrgreen.gif)
Si salterebbe un passaggio. In galless esistevano un certo numero di club consolidati, circa i soli 12 e dunque il passaggio da 12 club consolidati a 5 franchigie (in realtà Cardiff è rimasto un club) è stato possibile.
In Galles la solidità dei club è a tutti i livelli e anche dal punto di vista territoriale.
In italia purtoppo è più difficile. Anche per la frantumazione territoriale.
In 10 abnni abbiamo visto club fallire e rinascere (e con creditori gabbati) una sfilza di club, pseudo aggregazioni aprire e chiudere.
Dalla Nascita del super 10 hanno calcato la massima serie: Con lk'asterico le società fallite e dunque senza la solidità "gallese" sopra descritta
Calvisano - L'Aquila (*) - Benetton Treviso
Bologna (ricostituita in C)
GRAN Parma (sciolta)
Parma (sciolta nelle varie aggregatzioni e autoretrocessa)
Petrarca
Rugby Roma (*)
Rovigo (*)
Viadana
Silea
Leonessa (*)
Amatori Cataania (*)
Venezia Mestre (*)
Capitolina
Prato
Garnducato (consorzio sciolto)
Crociati (a rischio chiusura)
Noceto
Mogliano
LAzio
San Gregorio
22 club,. molti dei quali sono scomparsi, sciolti, falliti e rinati autoretrocessi e via dicendo...
Secondo me prima di pensare alle franchigie occorrebbe una seria politica verso i club:
1) Se due club si fondono lo fanno in toto e DEFINITIVAMENTE.
2) Fine delle aggregazioni dei settori giovani e consorzi vari che creano solo confusione.
3)Divieto di cambio del nome del Club per 5 anni dalla precedentevariazione.
4) Chi fallisce fallisce: la società scompare come nel calcio (non esiste più il lodo petrucci)
5) Aiutare le società a sopravvivere senza contares empre e solo sui soldi pubblici portati dal cacicco locale.
Occorre a tuti i livelli sino alla Serie C: rendere solidi i club, disicentivare i vari pastrocchi che confondono il potenziale pubblico.
Si deve ridurre il numero di raffazzonati club.