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Io non ho una risposta precisa a quello che chiedi, zappa, però mi viene da pensare all'importanza che viene data (da giocatori e allenatori, fonti varie interviste lette) ai famosi "mental coach" che fanno parte degli staff di molte squadre di SuperRugby e di tante nazionali tier 1.
Insomma, non so come agiscono e che effetto hanno, ma di sicuro qualcosa combinano. Anche perché non credo che costino poco

questo dovrebbe portare benefici in termini di fiducia in se stessi, nel sistema difensivo e offensivo della squadra ecc. non so se "curano" anche questa strana malattia che sembra colpisca solo i giocatori giovani italiani?

@Pivi: guarda che il rugby é un misto tra prestazione atletica e sport di combattimento, il paragone non puó essere fatto con un semplice gesto atletico di 10secondi. Tra l'altro, la "testa", lo sprinter la dovrebbe avere in anni e anni di allenamento, per arrivare ai 10:00.

E quali dovrebbero essere le motivazioni per un giocatore di rugby se non il rugby stesso?
Questo è uno sport che intraprendi solo per amore, perchè solo l'amore ti fa sopportare le botte, la fatica e tutto il resto.
Non so cosa pagherei per togliermi di dosso anni e chili di troppo e dover giocare domani una partita, altro che motivazioni.

jpr williams ha scritto:E quali dovrebbero essere le motivazioni per un giocatore di rugby se non il rugby stesso?

Si parlava dell'alto livello e perché secondo alcuni i giocatori quando ci arrivano perdono le "motivazioni" per migliorare ancora, ovvero vengono accusati di essere appagati.

Le motivazioni aumenterebbero certamente se:
- chi sbaglia non una ma più partite finisce in tribuna (vedasi Christie), qui invece sembra quasi che non si possa fare a meno di nessuno (tanto si prendono 40 sberle comunque)
- ci fosse un ambiente più competitivo e professionale( il pesce puzza sempre dalla testa), con relativo effetto a cascata
- ci fosse assenza di conflitto di interesse in qualunque modo tra nazionale, presidenza, club, consiglieri, sponsor e addetti ai lavori

zappatalpa ha scritto:@Pivi: guarda che il rugby é un misto tra prestazione atletica e sport di combattimento, il paragone non puó essere fatto con un semplice gesto atletico di 10secondi. Tra l'altro, la "testa", lo sprinter la dovrebbe avere in anni e anni di allenamento, per arrivare ai 10:00.

Sono d'accordo, i miei erano solo esempi, legati tra l'altro ad un solo paio di sport.

Nelle varie tipologie di sport (senza contatto, con contatto o di combattimentn) la "testa" conta infatti egualmente.
Per arrivare a dare il 100% il giorno di una finale di pugilato, di basket o di tiro con l'arco, la testa la devo avere avuta durante il torneo, durante gli allenamenti, durante tutta la carriera.

Esempio di un atleta che ha fatto crack mentalmente: http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnA ... 122837.php

zappatalpa ha scritto:@Pivi: guarda che il rugby é un misto tra prestazione atletica e sport di combattimento, il paragone non puó essere fatto con un semplice gesto atletico di 10secondi.

PS. Per rimanere al tuo esempio: se si leggono i commenti di Carl Lewis e Linford Christie relativamente alla finale dei 100 metri piani di Seul, che hanno fatto capire che gareggiare contro il dopato Johnson ha creato in loro delle possibili crepe mentali che potevano condizionare la loro gara, è facile concludere che non sempre, anche in sport senza contatto, la prestazione dipende solo dalla tecnica/dal gesto atletico.

PiVi1962 ha scritto: se si leggono i commenti di Carl Lewis e Linford Christie relativamente alla finale dei 100 metri piani di Seul, che hanno fatto capire che gareggiare contro il dopato Johnson ha creato in loro delle possibili crepe mentali che potevano condizionare la loro gara, è facile concludere che non sempre, anche in sport senza contatto, la prestazione dipende solo dalla tecnica/dal gesto atletico.

Bel esempio. La fiducia di combattere ad armi pari é importante. Direi in questo caso compito della formazione e dei club/franchigie.