Caro zappa, diciamo che in questo momento sono loro che stanno masticando me
Beh, per essere seri e un attimino OT la situazione è ancora piuttosto confusa e sinora abbiamo assistito a reazioni di tipo soprattutto emotivo. Quello che finora non ha funzionato è la supposta rete di protezione che il coordinamento delle banche centrali avrebbe dovuto stendere in caso di esito infausto della consultazione. La gravità della situazione è stata acuita dalla sua imprevedibilità: i mercati erano saliti notevolmente nell'ultima settimana sulle attese di una vittoria del Bremain e sono stati colti di sorpresa dal risultato. La prima reazione si è avuta sul fronte valutario, col pound rotolato a livelli che non si vedevano dall'85 e la migrazione verso i tradizionali safe heavens come dollaro, yen e CHF . Sul mercato obbligazionario si è visto un accentuato fenomeno di flight to quality che ha premiato i T Bond americani ed il Bund tedesco arrivato ad avere rendimento negativo persino sulle scadenze più lunghe. Giornata difficile invece, oltre che, come ovvio, per il gilt britannico, anche per i bond periferici europei, specie il BTP italiano e i Bonos spagnoli, oltre che sulle obbligazioni corporate e high yeld. Sul fronte azionario catastrofici risultati in eurozona e calo più limitato a Londra, ma solo nominalmente, perchè lì c'è l'effetto valuta. Perdite meno pesanti sui mercati asiatici, Nikkei escluso causa rafforzamento eccessivo dello yen. Insomma, per riassumere, fenomeno risk-off assai accentuato. Mercati USA in forte calo, ma ordinato, senza panic selling.
Cosa aspettarci adesso?
Intanto una cosa importante deve accadere domani con le elezioni spagnole: un risultato forte degli euroscettici potrebbe scatenare un'altra ondata di vendite. I mercati, infatti, si trovano ad affrontare soprattutto incertezze di tipo politico: come sarà l'uscita GB? Con quali tempi? Ci sarà un effetto-domino in altri paesi? Ci aspettano, inoltre, elezioni importanti in Francia, Olanda e Germania, senza contare il referendum costituzionale in Italia. Sarà importante il comportamento della politica e l'attivismo delle banche centrali. I mercati non hanno preferenze politiche, ma privilegiano la stabilità e la prevedibilità come pre-condizioni per operare e tutto ciò che compromette gli scenari preventivati causa scossoni.
Ciò detto, se la politica prende in mano la situazione e trova il modo di chiudere la questione-GB in modo ordinato e veloce e riesce a rilanciare un coerente progetto federal-europeista non ci sono motivi per aspettarsi particolari catastrofi.
Brexit non è Lehman Brothers, non è un danno sistemico se non per la GB stessa (per la quale prevedo tempi durissimi dal punto di vista economico e una possibile disgregazione da quello territoriale-politico) e si inserisce in uno scenario mondiale che non è euforico (crescita lenta, sì, ma costante e squilibri finanziari in riduzione - cd. deleveraging), ma non lascia presagire recessioni all'orizzonte (se non in GB). Questo schock può essere riassorbito senza particolari danni se chi deve fare fa ciò che deve.
Spero di non essere stato troppo noioso e tecnico.
Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)