Mi spiace Soidog ma stai proprio sbagliando bersaglio.Soidog ha scritto:Chi si trova nella condizione di essere eleggibile, in quanto discendente di avo che mai ha rinunciato alla cittadinanza, ha tutti i requisiti per essere cittadino Italiano. Ergo gli eleggibili sono Italiani, si fossero anche formati in Antartide. Così come sono Italiani i tanti ragazzi di origine straniera che sono nati, od hanno iniziato a giocare qui. Questa storia della "formazione" sembra la trasposizione in ambito sportivo degli sproloqui dei sovranisti. Siamo nel 2018, anche se a qualcuno sfugge
In parte in Italia le regole sulla cittadinanza siano quelle che riporti qui: ius sanguinis, sempre e comunque, gente che è da generazioni fuori Italia, che non parla la lingua, non sa nulla della cultura e del paese, solo perché uno degli otto bisnonni è emigrato in Argentina o in Australia nel 1908 ha ancora diritto a un passaporto italiano. E' certamente così. E' giusto? A mio parere no. Ovviamente queste persone una volta che hanno la cittadinanza italiana possono anche giocare nelle nazionali italiane di qualsiasi sport, rugby compreso. E' giusto? A mio parere no.
Al contrario, sono davvero "italiani i tanti ragazzi di origine straniera che sono nati, od hanno iniziato a giocare qui"? Lo sono automaticamente? Niente affatto. Lo sai che se sei nato in Italia da cittadini stranieri, e i tuoi genitori non hanno mai preso la cittadinanza italiana cui avrebbero diritto dopo dieci (10!) anni, perché non hanno voluto o non ci sono riusciti (e ti assicuro che non è affatto semplice e rapido, ti chiedono cose che non chiederebbero mai a un cittadino già italiano), puoi iniziare le pratiche per diventare italiano solo dopo che hai compiuto i 18 anni? E ancora una volta, non è affatto semplice, ci sono una serie di condizioni da rispettare, quali la residenza ininterrotta per tutti i 18 anni in Italia. Stiamo parlando di ragazzi nati e cresciuti qui, che parlano perfettamente italiano, totalmente integrati, pienamente italiani. E' giusto? A mio parere no. Questi ragazzi possono giocare a rugby come italiani non grazie alla cittadinanza ma per la residenza.
Ti pare una posizione sovranista? A me pare sovranista, nazionalista e fascista una legge che si basi su uno ius sanguinis così profondo, e che nega la cittadinanza ai nati e vissuti qui.
Il mito della formazione. Non è affatto vero che esiste solo nel rugby, è una polemica trasversale a tutti gli sport, ci sono numerosissimi casi anche nel calcio e nel basket che hanno fatto discutere molto. Per citarne uno, quello di Doncic: ha scelto la nazionale slovena ma avrebbe potuto scegliere quella spagnola (parziale formazione e residenza) o quella serba (ius sanguinis), con codazzo di inevitabili polemiche. La formazione è il risultato della tua scuola e cultura sportiva, della solidità del tuo movimento, della capacità dei tuoi dirigenti, formatori, allenatori e giocatori. Perché noi ci mettiamo sempre nei panni di quelli che utilizzano giocatori formati altrove, non viceversa. Voi sareste contenti se Campagnaro o Minozzi - per citarne due a caso - avessero scoperto bisnonni francesi e, dopo avere fatto tutta la trafila delle giovanili, dell'accademia ecc. in Italia, otteneessero il passaporto francese a vent'anni e giocassero per la Francia? (non credo sarebbero mai convocati in ogni caso, a prescindere)
Cos'è il "sovranismo" sportivo? Qual'è la cosa giusta?