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jpr williams ha scritto: 5 mar 2020, 11:13 Purtroppo, e non parlo solo del 6N, la scelta è fra lo sputtanamento del valore sportivo dei tornei e il sanguinamento dei bilanci.
Senza voler fare i moralisti è una decisione difficile e onestamente non saprei quale si dovrebbe prendere. Il cuore direbbe "giochiamo a porte chiuse e salvaguardiamo per quanto possibile la regolarità dei tornei", ma non si può non soppesare anche il danno gravissimo che ne deriverebbe.

Guido_53 ha scritto: 5 mar 2020, 12:24 Ulteriore difficoltà: il decreto permette attività sportive che siano possibili mantenendo una distanza minima di un metro fra i contendenti!!! Che so: arrampicata sportiva, jogging, tiro con l'arco, tennis... Certo nessuno sport di squadra, tantomeno il rugby.

le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano.

Ilgorgo ha scritto: 5 mar 2020, 14:41 Io vedo anche tanta gente riunirsi liberamente, gruppi di ragazzi che entrano e escono dalla gelateria schiamazzando allegramente, capannelli di immigrati (che forse non sono neppure ben edotti della situazione) che se ne stanno un'ora a parlare a 30 cm l'uno dall'altro, gente che ti passa di fianco continuando a berciare al telefonino, jogger che si incrociano ansando senza neppure cercare di passare lontano l'uno dall'altro... Insomma secondo me molte persone o sottovalutano il rischio complessivo della situazione o ne sono poco informate.
E' vero che ancora solo 1 persona su 20000 in Italia è in modo accertato contagiata (circa 3000 su 60 milioni) e che quindi è ancora molto improbabile prendere il virus, ma il contagio si diffonde proprio perché le persone pensano che sia improbabile essere contagiate.
So che è ingeneroso avanzare critiche politiche ora ma se ce ne è una che mi sento spinto a fare è la mancanza di un "Cercil", un leader alla Winston Churchill capace di andare in tv e di dire chiaramente e in modo autorevole come stanno le cose e cosa c'è da fare: "il virus non è così letale e dannoso ma serve un grande sforzo collettivo per evitare che il nostro sistema sanitario possa andare in grave crisi. Per qualche mese dovremo avere pazienza, cercando di stare in casa quando possibile, limitando al massimo i contatti con gli estranei, cercando di rimanere ad almeno un metro uno dall'altro... ecc ecc" insomma poi tutti i consigli principali.
La maggior parte delle persone secondo me si informa ancora tramite tv, i decaloghi minuziosi sui giornali o sui siti internet rischiano di lasciare fuori dall'informazione troppe persone

speartakle ha scritto: 5 mar 2020, 14:19

le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano.

che è il motivo per cui praticamente tutti i club di sport di squadra a livello non professionistico sarebbero impossibilitati a fare attività. In teoria vuol dire tutto e niente, vedo società che continuano tranquille con allenamenti ecc, ma mi chiedo se i presidenti di queste si siano davvero assicurati di rispettare i controlli idonei, soprattutto tra i minori...