Attenzione!
<BR>Non è più tanto vero che la nostra nazionale U19 sia poi così forte, visto che, se non sbaglio, è nella serie B e l'anno scorso, che doveva essere superforte, non è riuscita a risalire in serie A prendedosi una batosta da Samoa.
<BR>Dico questo perchè il problema non è più il passaggio dalla 19 alla 21, ma è prima. Adesso nei Paesi evoluti un Under 19 è già ampiamente sulla strada per diventare un pro, mentre da noi non lo è nemmeno un U21!!!
<BR>Sebbene personalmente io sia in linea di principio uno contrario all'assistenzialismo in ogni campo, in questo caso credo che deve essere assolutamente la FIR a creare delle strutture tali per cui i ragazzi di 17 anni possano contemporaneamente allenarsi in modo professionale, ma anche studiare. In pratica si deve riuscire a creare delle strutture tali da far sì che la scelta tra la strada professionale e un'altra scelta avvenga il più avanti possibile negli anni, proprio come succede negli altri Paesi.
A che punto siamo?
Moderatore: Emy77
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robb
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- Iscritto il: 18 set 2003, 0:00
QUOTE
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<BR>Effettivamente la nota dolente del rugby italiano è proprio il passaggio dagli u19 (la nostra nazionale è competitiva ai massimi livelli) agli u21 (la nostra nazionale fa ca...e, basta vedere i 6n e gli ultimi mondiali). Perchè? Intanto mancano le famose accademie, fondamentali in tal senso; oppure un connubio, forte, università-rugby. E in più i pochi talentini di 19 anni finiscono nel campionato u20 (di livello bassino) e di lì l'anno successivo diritti in tribuna nel s10... Qualcosa sta cambiando? Mi auguro di sì. A parole sono stati fatti passi da gigante in tal senso, nel concreto vedo i giovani u21 che prendono batoste e tanti ottimi nostri giocatori senior che se ne vanno all'estero.
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<BR>Attenzione!
<BR>Non è più tanto vero che la nostra nazionale U19 sia poi così forte, visto che, se non sbaglio, è nella serie B e l'anno scorso, che doveva essere superforte, non è riuscita a risalire in serie A prendedosi una batosta da Samoa.
<BR>Dico questo perchè il problema non è più il passaggio dalla 19 alla 21, ma è prima. Adesso nei Paesi evoluti un Under 19 è già ampiamente sulla strada per diventare un pro, mentre da noi non lo è nemmeno un U21!!!
<BR>Sebbene personalmente io sia in linea di principio uno contrario all'assistenzialismo in ogni campo, in questo caso credo che deve essere assolutamente la FIR a creare delle strutture tali per cui i ragazzi di 17 anni possano contemporaneamente allenarsi in modo professionale, ma anche studiare. In pratica si deve riuscire a creare delle strutture tali da far sì che la scelta tra la strada professionale e un'altra scelta avvenga il più avanti possibile negli anni, proprio come succede negli altri Paesi.
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<BR>Condividuo le vostre impostazioni .cari Tommy Howlett e Bacioci, perooo, purtroppo c'è sempre un però , ritengo che la preparazione di gioctori per le varie selezioni nazionali ,se pur problema importante non sia il PROBLEMA PRINCIPALE.
<BR>Ritengo che la massima priorità, in una visione di prospettiva ,vada riconosciuta alla FORMAZIONE DI GIOCATORI PROFESSIONALMENTE PREPARATI PER IL PROFESSIONISMO DI UN CAMPIONATO DI VERTICE.
<BR>I giocatori per le nazionali saranno una ovvia conseguenza,cioè un" portato"di una struttura federale che in questo modo non è fine a se stessa.
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<BR>Effettivamente la nota dolente del rugby italiano è proprio il passaggio dagli u19 (la nostra nazionale è competitiva ai massimi livelli) agli u21 (la nostra nazionale fa ca...e, basta vedere i 6n e gli ultimi mondiali). Perchè? Intanto mancano le famose accademie, fondamentali in tal senso; oppure un connubio, forte, università-rugby. E in più i pochi talentini di 19 anni finiscono nel campionato u20 (di livello bassino) e di lì l'anno successivo diritti in tribuna nel s10... Qualcosa sta cambiando? Mi auguro di sì. A parole sono stati fatti passi da gigante in tal senso, nel concreto vedo i giovani u21 che prendono batoste e tanti ottimi nostri giocatori senior che se ne vanno all'estero.
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<BR>Attenzione!
<BR>Non è più tanto vero che la nostra nazionale U19 sia poi così forte, visto che, se non sbaglio, è nella serie B e l'anno scorso, che doveva essere superforte, non è riuscita a risalire in serie A prendedosi una batosta da Samoa.
<BR>Dico questo perchè il problema non è più il passaggio dalla 19 alla 21, ma è prima. Adesso nei Paesi evoluti un Under 19 è già ampiamente sulla strada per diventare un pro, mentre da noi non lo è nemmeno un U21!!!
<BR>Sebbene personalmente io sia in linea di principio uno contrario all'assistenzialismo in ogni campo, in questo caso credo che deve essere assolutamente la FIR a creare delle strutture tali per cui i ragazzi di 17 anni possano contemporaneamente allenarsi in modo professionale, ma anche studiare. In pratica si deve riuscire a creare delle strutture tali da far sì che la scelta tra la strada professionale e un'altra scelta avvenga il più avanti possibile negli anni, proprio come succede negli altri Paesi.
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<BR>Condividuo le vostre impostazioni .cari Tommy Howlett e Bacioci, perooo, purtroppo c'è sempre un però , ritengo che la preparazione di gioctori per le varie selezioni nazionali ,se pur problema importante non sia il PROBLEMA PRINCIPALE.
<BR>Ritengo che la massima priorità, in una visione di prospettiva ,vada riconosciuta alla FORMAZIONE DI GIOCATORI PROFESSIONALMENTE PREPARATI PER IL PROFESSIONISMO DI UN CAMPIONATO DI VERTICE.
<BR>I giocatori per le nazionali saranno una ovvia conseguenza,cioè un" portato"di una struttura federale che in questo modo non è fine a se stessa.
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fanarone
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robb
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quote
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<BR>secondo me dal punto di vista dell'immagine e della accessibilità da parte di un pubblico di non appasianoati ci sono stati grandi passi avanti..
<BR>purtroppo dal punto di vista della gestione del movimento la fir è ancora all'età della pietra!!!
<BR>tutto è ancora affidato al lavoro delle società
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<BR>quote
<BR>
<BR>La FIR credo sia intrappolata in una visione strategica di corto respiro che potrebbe essere riassunta così:
<BR>Adoperarsi in ogni modo e con qualsiasi mezzo( reperimento di orindi ,equiparati ecc,ecc) per la crescita della NAZIONALE, ritenendo , secondo me a torto , che poi questa eventuale crescita trascini tutto il movimento.
<BR>Tutto questo è molto rischioso e gli accadimenti degli ultimi anni non fanno molto ben sperare sia alivello di nazionale (six nations di varie categorie)che ancora di più a livello di club(coppe europee)
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<BR>secondo me dal punto di vista dell'immagine e della accessibilità da parte di un pubblico di non appasianoati ci sono stati grandi passi avanti..
<BR>purtroppo dal punto di vista della gestione del movimento la fir è ancora all'età della pietra!!!
<BR>tutto è ancora affidato al lavoro delle società
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<BR>La FIR credo sia intrappolata in una visione strategica di corto respiro che potrebbe essere riassunta così:
<BR>Adoperarsi in ogni modo e con qualsiasi mezzo( reperimento di orindi ,equiparati ecc,ecc) per la crescita della NAZIONALE, ritenendo , secondo me a torto , che poi questa eventuale crescita trascini tutto il movimento.
<BR>Tutto questo è molto rischioso e gli accadimenti degli ultimi anni non fanno molto ben sperare sia alivello di nazionale (six nations di varie categorie)che ancora di più a livello di club(coppe europee)