Inviato: 16 gen 2004, 8:07
Porca putt...
<BR>Mi rompe gravemente le p...e l\'intervento di chi sapete voi perchè alla fine anche se dissento da quello che dice la conclusione è la stessa.
<BR>
<BR>Scrivo egualmente ste due righette:
<BR>Mi trovo molto in quello che dice Keis;
<BR>bisogna sgombrare il campo da un\'equivoco di fondo;
<BR>cosa si vuole veramente per il rugby italiano ?
<BR>Se il fine ultimo è quello di diventare competitivi a livello internazionale le strade sono quelle indicate da Keis
<BR>cito testualmente : \"o ci si adegua a quei modelli di organizzazione
<BR>o si importano in massa equiparati ed oriundi\"
<BR>Non possiamo illuderci di prendere a modello i campionati francese (che peraltro negli ultimi anni ha ridotto il numero di squadre) ed inglese; il numero di praticanti e la tradizione consolidata li rendono completamente inadatti alla nostra situazione.
<BR>Tra l\'altro il campionato inglese è una realtà molto particolare in quanto la squadra promossa dalla serie inferiore deve sottostare a rigidi e precisi standard qualitativi e quantitativi per salire nella massima divisione.
<BR>Le squadre della massima divisione (Zurich premiership) vengono abbondantemente sovvenzionate dalla federazione per mantenere alto il livello del campoionato e la competitività in europa.
<BR>Al di sotto di questa elite ci sono un numero sterminato di squadre dilettantistiche o al massimo semiprofessionistiche.
<BR>
<BR>Che senso ha per la competitività del nostro campionato maggiore che ci siano squadre che ogni anno sono costrette a lottare con organici ridotti all\'osso, situazioni finanziarie da paura, stranieri ed oriundi di terza e quarta fascia, spettatori che si conoscono tutti per nome dato il loro esiguo numero e, cosa ben più grave, assenza di settori giovanili strutturati per garantirsi un futuro.
<BR>La passione smisurata per il Rugby di un manipolo di persone giustifica la presenza di una squadra in massima divisione tra mille stenti sofferenze e figuracce in europa ?
<BR>LA risposta potrebbe essere SI !
<BR>Lo spirito del rugby è anche questo, lottare anche quando l\'impresa è impossibile, lottare sempre e comunque.
<BR>Allora mi ripeto, chiediamoci cosa vogliamo veramente per il Rugby Italiano.
<BR>Se lo spirito è questo la Massima serie deve avere 20 squadre ed ognuno deve avere il diritto di combattere la propria battaglia.
<BR>Io però mi chiedo una cosa.
<BR>Il sano e storico spirito campanilistico che anima la nostra nazione potrebbe avere tutto lo spazio di dispiegarsi in una serie C2 dove le squadre partecipano a puro titolo amatoriale senza obblighi alcuni di giovanili o quant\'altro, in una serie C1 di livello un pò superiore con l\'obbligo di attività U17 e le altre fasce facoltative, in una serie B dove arrivino le squadre che cominciano a coltivare qualche ambizione e dove l\'attività giovanile deve essere presente a tutti i livelli, in una serie A o A2 come cavolo si vuole chiamarla che sia a livello semiprofessionistico con 20 squadre in due gironi come adesso che rappresentino tutte le identità locali del nostro paese e in un campionato di elite a 8 squadre totlmente professionale dove arrivino realtà che sotto l\'aspetto organizzativo finanziario strutturale e competitivo siano il meglio di quello che può offrire il rugby italiano.
<BR>Una sola retrocessione: spareggio andata e ritorno tra la prima della serie A e l\'ultima del campionato di eccellenza.
<BR>In Europa le prime 6 del campionato.
<BR>Le fusioni tra realtà della stessa città sorgerebbero spontaneamente nel caso di ambizioni di Top 8 altrimenti spazio a tutti i derby possibili in serie A.
<BR>Inoltre, accordo tra i presidenti delle 8 società di punta per limitare il mumero di extracomunitari tesserabili a 2 e di comunitari a 3.
<BR>1 solo equiparato per squadra.
<BR>Così facendo credo che salveremmo l\'identità cittadina delle squadre dando più competitività al campionato non perchè si giocano meno partite ma perchè si gioca con squadre ad un livello più alto.
<BR>Ci voglio sicuramente più squadre come numero assoluto in Italia per fare crescere il movimento.
<BR>Aumentiamo le squadre nelle serie minori.
<BR>Facciamo reclutamento a tappeto in accordo con le strutture scolastiche e facciamo partire un campionato scolastico tipo giochi della gioventù, ma non dalle superiori, a partire dalla terza elementare.
<BR>Incontri cittadini provinciali regionali e finali nazionali a Roma.
<BR>La piramide del movimento deve essere più appuntita ma deve anche avere la base molto più larga.
<BR>Paesi come Galles Irlanda e Scozia con basi di praticanti che noi ci sognamo e strutture diffuse nel territorio si possono permettere rispettivamente 5, 4 e 3 squadre a livello professionistico,
<BR>Qualcuno mi dovrebbe spiegare che fenomeni siamo noi per per poterne avere 10 o più ?
<BR>
<BR>Chiudo parlando del parallelo calcistico, mi sembra evidente che se ROma e Lazio hanno la capacità di riempire l\'Olimpico e di gestire settori giovanili di buon livello la loro duplice presenza si giustifica da sola in una sola città.
<BR>Vedi invece società con problemi tipo Samp e genoa che difficilmente nella storia sono stae a lungo assieme in A o addirittura come Chievo e Verona, una sale e l\'altra scende.
<BR>Se andiamo agli albori del calcio, le società attuali sono quasi tutte figlie di fusioni avvenute negli anni, ad esempio SampDoria è nata dalla fusione della Sampierdarenese e dell\'andrea doria, l\'attuale venezia in serie b è frutto della fusione tra Venezia e Mestre e così via.
<BR>Mi rompe gravemente le p...e l\'intervento di chi sapete voi perchè alla fine anche se dissento da quello che dice la conclusione è la stessa.
<BR>
<BR>Scrivo egualmente ste due righette:
<BR>Mi trovo molto in quello che dice Keis;
<BR>bisogna sgombrare il campo da un\'equivoco di fondo;
<BR>cosa si vuole veramente per il rugby italiano ?
<BR>Se il fine ultimo è quello di diventare competitivi a livello internazionale le strade sono quelle indicate da Keis
<BR>cito testualmente : \"o ci si adegua a quei modelli di organizzazione
<BR>o si importano in massa equiparati ed oriundi\"
<BR>Non possiamo illuderci di prendere a modello i campionati francese (che peraltro negli ultimi anni ha ridotto il numero di squadre) ed inglese; il numero di praticanti e la tradizione consolidata li rendono completamente inadatti alla nostra situazione.
<BR>Tra l\'altro il campionato inglese è una realtà molto particolare in quanto la squadra promossa dalla serie inferiore deve sottostare a rigidi e precisi standard qualitativi e quantitativi per salire nella massima divisione.
<BR>Le squadre della massima divisione (Zurich premiership) vengono abbondantemente sovvenzionate dalla federazione per mantenere alto il livello del campoionato e la competitività in europa.
<BR>Al di sotto di questa elite ci sono un numero sterminato di squadre dilettantistiche o al massimo semiprofessionistiche.
<BR>
<BR>Che senso ha per la competitività del nostro campionato maggiore che ci siano squadre che ogni anno sono costrette a lottare con organici ridotti all\'osso, situazioni finanziarie da paura, stranieri ed oriundi di terza e quarta fascia, spettatori che si conoscono tutti per nome dato il loro esiguo numero e, cosa ben più grave, assenza di settori giovanili strutturati per garantirsi un futuro.
<BR>La passione smisurata per il Rugby di un manipolo di persone giustifica la presenza di una squadra in massima divisione tra mille stenti sofferenze e figuracce in europa ?
<BR>LA risposta potrebbe essere SI !
<BR>Lo spirito del rugby è anche questo, lottare anche quando l\'impresa è impossibile, lottare sempre e comunque.
<BR>Allora mi ripeto, chiediamoci cosa vogliamo veramente per il Rugby Italiano.
<BR>Se lo spirito è questo la Massima serie deve avere 20 squadre ed ognuno deve avere il diritto di combattere la propria battaglia.
<BR>Io però mi chiedo una cosa.
<BR>Il sano e storico spirito campanilistico che anima la nostra nazione potrebbe avere tutto lo spazio di dispiegarsi in una serie C2 dove le squadre partecipano a puro titolo amatoriale senza obblighi alcuni di giovanili o quant\'altro, in una serie C1 di livello un pò superiore con l\'obbligo di attività U17 e le altre fasce facoltative, in una serie B dove arrivino le squadre che cominciano a coltivare qualche ambizione e dove l\'attività giovanile deve essere presente a tutti i livelli, in una serie A o A2 come cavolo si vuole chiamarla che sia a livello semiprofessionistico con 20 squadre in due gironi come adesso che rappresentino tutte le identità locali del nostro paese e in un campionato di elite a 8 squadre totlmente professionale dove arrivino realtà che sotto l\'aspetto organizzativo finanziario strutturale e competitivo siano il meglio di quello che può offrire il rugby italiano.
<BR>Una sola retrocessione: spareggio andata e ritorno tra la prima della serie A e l\'ultima del campionato di eccellenza.
<BR>In Europa le prime 6 del campionato.
<BR>Le fusioni tra realtà della stessa città sorgerebbero spontaneamente nel caso di ambizioni di Top 8 altrimenti spazio a tutti i derby possibili in serie A.
<BR>Inoltre, accordo tra i presidenti delle 8 società di punta per limitare il mumero di extracomunitari tesserabili a 2 e di comunitari a 3.
<BR>1 solo equiparato per squadra.
<BR>Così facendo credo che salveremmo l\'identità cittadina delle squadre dando più competitività al campionato non perchè si giocano meno partite ma perchè si gioca con squadre ad un livello più alto.
<BR>Ci voglio sicuramente più squadre come numero assoluto in Italia per fare crescere il movimento.
<BR>Aumentiamo le squadre nelle serie minori.
<BR>Facciamo reclutamento a tappeto in accordo con le strutture scolastiche e facciamo partire un campionato scolastico tipo giochi della gioventù, ma non dalle superiori, a partire dalla terza elementare.
<BR>Incontri cittadini provinciali regionali e finali nazionali a Roma.
<BR>La piramide del movimento deve essere più appuntita ma deve anche avere la base molto più larga.
<BR>Paesi come Galles Irlanda e Scozia con basi di praticanti che noi ci sognamo e strutture diffuse nel territorio si possono permettere rispettivamente 5, 4 e 3 squadre a livello professionistico,
<BR>Qualcuno mi dovrebbe spiegare che fenomeni siamo noi per per poterne avere 10 o più ?
<BR>
<BR>Chiudo parlando del parallelo calcistico, mi sembra evidente che se ROma e Lazio hanno la capacità di riempire l\'Olimpico e di gestire settori giovanili di buon livello la loro duplice presenza si giustifica da sola in una sola città.
<BR>Vedi invece società con problemi tipo Samp e genoa che difficilmente nella storia sono stae a lungo assieme in A o addirittura come Chievo e Verona, una sale e l\'altra scende.
<BR>Se andiamo agli albori del calcio, le società attuali sono quasi tutte figlie di fusioni avvenute negli anni, ad esempio SampDoria è nata dalla fusione della Sampierdarenese e dell\'andrea doria, l\'attuale venezia in serie b è frutto della fusione tra Venezia e Mestre e così via.