Ale_86 ha scritto:andrea12 ha scritto:
"Uno dei motivi per cui gli allenatori di primo/secondo livello non mettono mai in pratica quello che gli viene "insegnato" ai corsi ".............dici tu; perchè, rispondo io, sei convinto che la pedagogia si insegni solo al terzo livello? ma sei veramnte convinto che la distinzione in livelli della federazione italiana sia un rilascio di competenza?
Spero di non averti tediato troppo, spero di non averti offeso e credo di essermi espresso onestamente. Buon rugby
No, è che chi arriva al terzo livello in genere è perchè quei termini o li conosce pure lui, o ha già deciso di fregarsene completamente e applicare lo stesso quello che capisce.
Per il resto, grazie per le spiegazioni. Del mediterraneo ti ho dato per stile di scrittura, non per sangue

E' cosa tipicamente sud-europea e araba parlare con termini tecnici perchè sono i più appropriati, e pazienza se uno non li sa: farà a meno di leggere.
Io preferisco gli anglosassoni per i quali se il lettore non capisce, deve rileggere una frase o non sa il significato di un termine tecnico, è lo scrittore che ha fallito. Sono opinioni.
Il ringraziamento per le spiegazioni è serio: è la prima volta che qualcuno mi spiega finalmente cos'è questa dannata "affettività"!!
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Caro Ale_86,
Rispondo prima te, poi voglio già anticipare che concordo con Andrea12 se non spesso quasi sempre e di certo non ha bisogno di difensori viste le sue competenze espresse nei molti post inoltrati...
in primis non sono del tutto convinto che sia sempre come affermano gli anglosassoni, per cui nutro forte stima e rispetto, che se io non capisco sia colpa del redattore dello scritto, con questa teoria semplifichiamo al massimo ribasso e non approfondiamo mai. Uno sforzo di comprensione o evoluzione il lettore potrà pure essere stimolato a farlo, o no ?
Poi la mia esperienza personale come allenatore parte circa 20 anni fa dopo 3/4 anni mi decido a fare una corso "vero" anzichè attingere da esperienze pregresse o mutuate da altri con cui andavo ai campi. Da allora ne ho fatti molti e in contesti diversi, ma questo è la base fondamentale della mia piccola preaparazione....
Ti assicuro che non sono dovuto arrivare al terzo livello ( anzi al 3°livello non si parla proprio più di queste "faccende") per ragionare di pedagogia o di "componenti" del "movimento" (inteso come "atto motorio"), il corso per agguantare il 1° liv. mi pare fosse il '95 o il '96 era articolato in tre momenti da ottobre ad aprile dell'anno successivo con esami ad ogni step ed esame "CONI" finale che ti dava il tesserino di "Istruttore CAS" e per la Fir completavi il percorso per il 1° livello. Si Studiava molto e pure un libro CONI datato ora (e forse anche allora) che si chiama "L"educazione motoria di base" ma ho imparato cosa sono le capacità condizionali, le capacità coordinative, cosa è uno schema motorio di base e gli schemi motori "complessi" etc. etc. e proprio in quella lunga ( per i nostri giorni) formazione anche cosa erano i dannati "problemi affettivi" ( o affettività) ho avuto una infarinatura di anatomia etc, ho imparato cosa è il ciclo di Krebs le capacita propiocettive e quant'altro e soprattutto si ragionava di pedagogia e metodo (scoperta guidata, risoluzione dei problemi, assegamento dei compiti, analitico/sintetico) e si diceva che si doveva passare dal "cosa" insegnare al "COME" partendo dal vedo-analizzo-scelgo-agisco che mi pare attuale dato che in un incontro con gli allenatori Aussie U20 a Padova partivano da presupposti simili arrivando a risultati decisamente piu' soddisfacenti....
Si esplorava pure il fatto che un "gesto tecnico" (detto anticamente fondamentale...) non è altro che un gesto e/o atto motorio al servizio del gioco o del momento tattico...dagli appunti conservati religiosamente (e dalle osservazioni di Andrea12) ho anche valutato in modo appropriato il famoso oramai "Gesto di QC".
Molto altro ho appreso in quel lungo corso, si è anche parlato di Rugby ovviamente

ma allora io ero discretamente digiuno di tutte queste cose, e nella descrizione non posso riportare le decine di pagine di appunti, un po' meditteranei e un po' latini

ma mi hanno dato una base importante e suscitato una curiosità infinita sia per quanto riguarda le "teorie" del "movimento" sia per l'evoluzione del gioco ( anche in rapporto ad esse)che continuo a coltivare a tutt'oggi.
Ora che seguo anche giovani allenatori nel club quando tornano dai corsi di primo momento mi pare abbiano piu' confusione in testa di prima che ci andassero e magari una maggior preparazione di "base" sarebbe un bagaglio prezioso per chi va sui campi ad allenare, anche per sapere interloquire con un preparatore fisico di base per unire l'attività motoria al nostro sport.
Concludo che da ragazzo mi presi due anni di "ferie" dal rugby" ed ho fatto atletica mi fecero provare varie specialità e per un anno e mezzo ho fatto lancio del disco...ti assicuro che quello che "proviamo" da qualche anno ad importare sui campi si faceva piu' di 30 anni fa nell'atletica.
Concludo, davvero, dicendo che quando un ragazzino/a a qualsiasi età arriva da noi abbiamo l'obbligo di fargli/farle fare prima "SPORT" e poi Rugby, e se diventerà un bravo giocatore e/o abbiamo coltivato un talento meglio e quando il tempo e lui/lei stesso/a farà la sua scelta avremo giocatori/trici completi/e competenti e abili che finalmente daranno la "VERA" qualità al nostro movimento (rugbystico)
Scusata prolissità e qlc sproloquio...