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Re: Combattere
Inviato: 27 ott 2017, 23:14
da metabolik
Penso che tonione volesse suggerire un più ampio contesto del combattere, in cui però c'è sicuramente anche quella del combattimento fisico e, a questo proposito devo dire che condivido totalmente il post di garry.
La voglia del combattimento fisico è istintiva, quasi insopprimibile, fino a una certa età e la grandezza del rugby è proprio questa, che ti da il previlegio di praticare il combattimento (non solo, ovvio) senza rischiare la pelle, diciamo con un rischio molto controllato. Poi, spontaneamente, si attenua e finisce. Anch'io non sono mai stato tentato di giocare negli Old, pur frequentando l'Old locale...forse perchè ho giocato fino a tardi (ho superato la visita medica anche a 40 compiuti).
Re: Combattere
Inviato: 27 ott 2017, 23:30
da tonione
bene. sono andato- quest'oggi -a comprare la carne. a Colbertaldo.l'ultima immersione ha prodotto una pescata ridicola, bastevole comunque per una grigliata immaginaria, insoddisfacente per i miei istinti biogrammatici di nutrirmi di pesci. allora è stato necessario un giro tra le montagnole di sabbia e sassi del montello. tutto il viaggio a schivare ciclisti fosforescienti, c'avevano pure i tatuaggi luminosi, e mi sono detto. ma perchè questi vecchi non se ne stanno a casa come fanno i regbisti. che non combattono più. stanno fermi a guardare i sassi. i cieli. li monti e li girini.
Re: Combattere
Inviato: 28 ott 2017, 2:34
da Sergio Martin
Io mi sento un combattente. Perché ho fatto 10 anni di arti marziali. Ho iniziato quando ero un ragazzino ed ho smesso quando stavo per laurearmi. Poi mi sono appassionato a questo sport, e per anni mi sono “spaccato” di partite in tv e allo stadio, fino a quando non mi è venuta voglia di vedere cosa si provava a stare in campo. Le partite di calcetto mi stavano strette. Ho cominciato a giocare con altri amici sul prato di un parco, a quasi 46 anni, e dall’anno scorso ho iniziato a giocare con una vera squadra old.
E nella vita faccio una professione in cui mi pagano per litigare...
Re: Combattere
Inviato: 28 ott 2017, 9:04
da JosephK.
L'istinto della lotta, del combattere, il senso di placcare un altro uomo di carne ed ossa c'è, di buttarsi nell'agone, di sentire il tacchetto sull'asfalto pre partita e quella stanchezza finale dell'avercela fatta alla fine, i blu dei lividi insieme al fango che togli prima della doccia con la canna dell'acqua. Il mio combattere a rugby era quello di buttarsi nella mischia senza paura, di prenderle e portarle a casa; quando però si trattava di placcare e fermare un altro ho sempre avuto problemi, di tecnica, placcavo alla maglietta, mi aggrappavo, ma probabilmente c'era anche qualcosa di "mentale", come dicevo prima, una sorta di assurda idea di "non far male" che mi metteva in campo "a metà". Sono sensazioni, un analista magari le esplicherebbe al meglio.
Perché invece nel combattimento "non fisico", quello lavorativo, per un progetto, per una questione di giustizia, per un figliolo, per una femmina da corteggiare e financo per un'attività di volontariato credo di tornare a leonizzarmi. Ma indubbiamente un parte di "rifiuto del combattimento fisico" persino entro regole definite e in un contesto dove questo è totalmente permesso ce l'avevo. Pare incredibile per un rugbysta ma penso che in parte ci fosse. Del resto sono finito ala/panchina non a caso con grande ammirazione per i muli delle prime linee. Probabilmente nel rugby ammiri anche quello che non sei e che vorresti essere o cerchi di arrivare ad essere: solidale, compagnone, coraggioso fino al rischio di sé...
Re: Combattere
Inviato: 28 ott 2017, 11:34
da jpr williams
Di combattere non si smette mai, perchè nella vita il combattimento è continuo, anche solo per continuare a vivere. Credo che il combattimento esista al di là dell'aspetto della fisicità. Quando giocavo, per la verità, pensavo più a giocare che a combattere e forse proprio questa incapacità di introiettare la parte aggressiva del gioco mi ha reso un giocatore mediocre nonostante, secondo i tecnici, fossi piuttosto dotato tecnicamente ed avessi, coerentemente col ruolo in campo, una notevole intelligenza tattica (detto da loro; io giocavo e basta).
Devo essere sincero: mi manca moltissimo il gioco del rugby, ma, per me, l'aspetto del combattimento era del tutto secondario. Primario, invece, era per me, quello che tonione definisce " indistinto e opportunista senso di squadra"; per me sentirmi parte di una squadra, sentire che si sta insieme per raggiungere un obiettivo comune è sempre stato fondamentale. Forse per questo me la sono sempre cavata discretamente negli sport di squadra (anche a calcio e, nonostante i 170 cm, anche a pallavolo), mentre sono sempre stato una frana in qualunque sport individuale. Mi manca la squadra, mi manca il gioco. Molto più del combattimento. Anzi, di quello, fuori dal campo, ne farei volentieri a meno.
Re: Combattere
Inviato: 28 ott 2017, 12:31
da sandrobandito
Tendenzialmente concordo con jpr e condivido le paure di JK. In più, ho sempre avuto le mani di minchia e non sono mai stato veloce, furbo o grosso

. In pratica sono sempre stato una mezzasega, tranne che nei terzi tempi.
Ho sempre preferito pensare che la motivazione principale nel gioco o comunque di un'attività ludica debba essere il divertimento.
Quando prevalgono aspetti diversi, come l'agonismo e la competizione, il gioco diventa sport e magari anche lavoro.
Io un lavoro già ce l'ho, e anche a livello agonistico la famiglia compensa bene. Sono ambiti imprescindibili della mia vita e lì combatto sul serio.
Il rugby è un interesse ludico, un piacere fine a sé stesso. Non sono io quello che deve combattere oggi.
Re: Combattere
Inviato: 28 ott 2017, 13:44
da JosephK.
sandrobandito ha scritto:In pratica sono sempre stato una mezzasega, tranne che nei terzi tempi.
E qui si aprirà un topic a parte...

L'altro giorno ho mangiato con uno che millantava conoscenze epocali di vino. Ha bevuto mezza unghia e praticamente era già fuori e molesto. Io dico: come capperi fai allora ad essere sto finissimo intenditore se manco riesci a berlo il vino e ti dà alla testa letteralmente dopo 5 cc?
Re: Combattere
Inviato: 28 ott 2017, 13:53
da jpr williams
JosephK. ha scritto:sandrobandito ha scritto:In pratica sono sempre stato una mezzasega, tranne che nei terzi tempi.
E qui si aprirà un topic a parte...

L'altro giorno ho mangiato con uno che millantava conoscenze epocali di vino. Ha bevuto mezza unghia e praticamente era già fuori e molesto. Io dico: come capperi fai allora ad essere sto finissimo intenditore se manco riesci a berlo il vino e ti dà alla testa letteralmente dopo 5 cc?
Quelli che quando bevono sono molesti dovrebbero evitare di bere...
Io, negli ultimi tempi, ho cercato di specializzarmi anche nel tempo 0, nel senso che una ciucciatina in compagnia la do volentieri anche prima del match. Il terzo tempo era quello che preferivo anche quando giocavo, figuriamoci ora che non gioco più.
Sabato scorso al terzo tempo ho avuto il piacere di conoscere l'utente Nambereit, lui si un vero ex-rugbysta nel senso che ha giocato a livelli che io non sognavo proprio, ed anche uno che di vino ne capisce non poco. Domani, dopo Calvisano-Petrarca, si replica, anche perchè devo fargli rimangiare l'opinione per cui il bianco non è vino: lo ammazzerò col Lugana che fanno certi miei amici contadini del lago...
![Mr. Green :-]](./images/smilies/icon_mrgreen.gif)
Re: Combattere
Inviato: 28 ott 2017, 13:58
da time vortex
Sto dalla parte di chi apprezza il riposo del guerriero. Per motivi del tutto personali che nulla hanno a che vedere con lo sport, ho passato gran parte della mia vita a combattere, e adesso che finalmente regna la pace interiore ed esteriore non ho più nessuna voglia di ritornare a menare le mani in nessun senso e per nessun motivo. Certo, nel mio piccolo mi inc----zzo ancora: come dicono a certe latitudini "quanno ce vò ce vò", e in quei casi non mi tiro certo indietro, ma adesso che i capelli cominciano a ingrigire ho raggiunto una specie di equilibrio zen sulla falsariga dell'Arte della Guerra di Sun Tzu, e mi convinco sempre più che il modo migliore per vincere una battaglia è evitare di combatterla e trovare un altro modo per vincere il tuo avversario. Ma questo ovviamente non vale nello sport!
Re: Combattere
Inviato: 31 ott 2017, 21:29
da tonione
stavo guardando con un certo impegno la discussione Le Origini, partita anzitempo nel 2006 e proseguita fino ad oggi- soprattutto grazie agli interventi di il gorgo. è veramente significativo per gli inglesi di quel tempo stabilire il proprio feudo attorno alla propria montagnola di regole. divertitomi non poco dopo un cartonico video animato in cui si spiegava con dovizia di particolari- per lo più gruppi di uomini che andavo d'accordo, ognuno con il suo codice di regole, codice normalmente presieduto da uno con i baffi- con dovizia,ripeto, casomai ci si perdesse nel lungo trattinato, di particolari da dove nasce lo sport rugby.
e si capisce che la regolazione negli scontri e degli scontri, fosse la caratteristica distintiva dei singoli ceppi che poi si sono evoluti in rugby, calcio e similari. si capisce che chi gioca a rugby assume alcune regole come proprie a livello neocorticale. mentre, agli inizi, c'era una sola regola per tutti gli sport: combattere. o rappresentare il combattimento tra esseri umani. è un principio fondante, il combattimento nello sport.
ad incasinarvi ancora più la vita- che barba però che ci devo pensare io, era meglio quando lo faceva zappatalpa- vi inserisco il link di un cartone animato giapponese di una violenza devastante. significativo significativo, però.
https://www.youtube.com/watch?v=wBYrV2ampFI
Re: Combattere
Inviato: 1 nov 2017, 15:51
da sandrobandito
Lo sport è la negazione della violenza perché è solo la rappresentazione, per quanto drammatica, del combattimento.
Il combattimento, quello vero, lascia vittime e macerie.
Re: Combattere
Inviato: 2 nov 2017, 14:20
da jpr williams
sandrobandito ha scritto:Lo sport è la negazione della violenza perché è solo la rappresentazione, per quanto drammatica, del combattimento.
Il combattimento, quello vero, lascia vittime e macerie.
Quoto.
Io, pur senza essere un giocatore aggressivo, mi trovavo sicuramente a "combattere" e sentivo il desiderio di prevalere. Ma mai mi è capitato di visualizzare in "quell'altro" niente di diverso da uno come me di cui mi sentivo amico prima ancora che avversario. Insomma, mi era sempre chiaro che stavamo giocando a fare la guerra e non la facevamo per davvero. E non ho mai dimenticato che circa due ore dopo sarebbe tutto finito e si sarebbe condiviso il terzo tempo.
Re: Combattere
Inviato: 3 nov 2017, 22:56
da tonione
cosa state dicendo voi due. lo sanno tutti che lo sport non è la guerra. che poi, per dire, praticando sport non si dovrebbe morire. uso il condizionale per la pietà infinita e il disprezzo che provo per chi muore facendo sport. pietà per chi muore cercando una dimensione interiore o sfidando se stesso e arriva come un niente un infarto un ictus un infortunio grave; disprezzo per chi nello sport vede solo un cosa piccola, egoistica, vanitosa. un trampolino di lancio ai soldi la firulica e l'esaltazione del io.
però attraverso lo sport tutte, no dai, meglio dire molte delle tensioni ancestrali e codicistiche si risolvono. si rappresentano invece di esistere nella realtà.
è una religione lo sport. deve religare, tenere insieme. e per rappresentare in modo cruento il combattimento collettivo non c'è niente di meglio del rugby.
poi uno può anche preferire il balletto al rugby. ma il balletto non rappresenta nulla del combattimento.
Re: Combattere
Inviato: 3 nov 2017, 23:15
da Sergio Martin
...perché questo è un vero combattente:

Re: Combattere
Inviato: 4 nov 2017, 2:02
da Ilgorgo
tonione ha scritto:cosa state dicendo voi due. lo sanno tutti che lo sport non è la guerra. che poi, per dire, praticando sport non si dovrebbe morire. uso il condizionale per la pietà infinita e il disprezzo che provo per chi muore facendo sport. pietà per chi muore cercando una dimensione interiore o sfidando se stesso e arriva come un niente un infarto un ictus un infortunio grave; disprezzo per chi nello sport vede solo un cosa piccola, egoistica, vanitosa. un trampolino di lancio ai soldi la firulica e l'esaltazione del io.
però attraverso lo sport tutte, no dai, meglio dire molte delle tensioni ancestrali e codicistiche si risolvono. si rappresentano invece di esistere nella realtà.
è una religione lo sport. deve religare, tenere insieme. e per rappresentare in modo cruento il combattimento collettivo non c'è niente di meglio del rugby.
poi uno può anche preferire il balletto al rugby. ma il balletto non rappresenta nulla del combattimento.
Proprio adesso su una pagina facebook di rugby russo è apparsa questa immagine con la didascalia "Rugby, non è un balletto" : )
