Quotojpr williams ha scritto:Nulla da dire sull'impegno ed il valore dei ragazzi (a Jimmy, poi, voglio un gran bene), ma il punto è un altro: per me ha senso parlare di competizione fra nazionali se in una squadra giocano solo cittadini di quel paese (comunque la cittadinanza si sia determinata).metabolik ha scritto:Quello che ho scritto deriva da una valutazione dell'impegno dei 2 giocatori, visti anche direttamente sul campo.
Sono 2 rugbysti internazionali che danno l'anima, umilmente, in una squadra che parte sfavorita all'80%, 2 veri rugbysti degni di vestire l'azzurro.
Altrimenti facciamo competizioni fra federazioni e lasciamo perdere il concetto di "nazionale".
TM Novembre 2018
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Re: TM Novembre 2018
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Re: TM Novembre 2018
Ma qui noi "patrioti" (mi vien da ridere a scriverlo) non ne facciamo né una questione tecnica, né giuridica, ma di passione, che poi è la cosa che ci fa stare attaccati a questo sport.JosephK. ha scritto:Spesso giriamo attorno a questo punto.
Molti di noi, tra cui me medesmo, sono contro questa politica degli equiparati, abusata anche da nazioni che non ne avrebbero bisogno.
Le regole sono queste (e stanno cambiando).
Con queste regole, lamentarsi che ci sia la terza più in forma attualmente delle nostre squadre, nonché unico (forse con Traorè e Castello e in parte STeyn, in parte non perché non lo sia ma perché in azzurro spesso latita) ball carrier serio lo trovo poco sensato.
Poi sugli stranieri ci sarebbe un capitolone: Paul Griffen non è cittadino italiano ma lo riterreste a tutti gli effetti azzurro? Sisi è cittadino italiano e l'Italia la vede ora causa infortunio e pochi soldi delle Zebre. Quale dei due va meglio? Luus come lo classifichiamo? Qua spesso i limiti diventano difficili da chiarire e si finisce a fare distinzioni salvinistiche nella forma e nella sostanza.
Anche facendo giocare solo i cittadini avremmo casi di gente in nazionale, vista la nostra paradossale legislazione in merito, che l'Italia non l'ha mai vista e non sa l'Italiano. Mentre in under 17 non potrebbere giocare un italiano nato e vissuto qua, pensate l'assurdità (legata alle regole "politiche" italiane ovviamente)
Il concetto di "nazionale" richiama i sentimenti, non la tecnica ed il diritto, ragion per cui per me tifoso diventa molto difficile identificarmi passionalmente con una nazionale in cui ci sono non nazionali.
E tu sai bene come la penso in campo politico, quindi...
Ma qui si parla, come ho detto millanta volte, di competizioni fra nazionali, non di altro!
Pensiamo che sia un concetto fuori moda? Benissimo, aboliamolo e quella con la maglia azzurra non sarà più "Italia", ma la squadra delle federazione italiana rugby. E va benissimo. Ma, per favore, Italia è un'altra roba: se ne può fare a meno benissimo, ma non adulterarla e trasformarla in altro.
Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)
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Re: TM Novembre 2018
Quello non importa se un vuole ma non e Italiano. La nazionale di Rugby rappresenta il paese. Non solo i giocatori che giocano a rugby in Italia.JosephK. ha scritto:Spesso giriamo attorno a questo punto.
Molti di noi, tra cui me medesmo, sono contro questa politica degli equiparati, abusata anche da nazioni che non ne avrebbero bisogno.
Le regole sono queste (e stanno cambiando).
Con queste regole, lamentarsi che ci sia la terza più in forma attualmente delle nostre squadre, nonché unico (forse con Traorè e Castello e in parte STeyn, in parte non perché non lo sia ma perché in azzurro spesso latita) ball carrier serio lo trovo poco sensato.
Poi sugli stranieri ci sarebbe un capitolone: Paul Griffen non è cittadino italiano ma lo riterreste a tutti gli effetti azzurro? Sisi è cittadino italiano e l'Italia la vede ora causa infortunio e pochi soldi delle Zebre. Quale dei due va meglio? Luus come lo classifichiamo? Qua spesso i limiti diventano difficili da chiarire e si finisce a fare distinzioni salvinistiche nella forma e nella sostanza.
Anche facendo giocare solo i cittadini avremmo casi di gente in nazionale, vista la nostra paradossale legislazione in merito, che l'Italia non l'ha mai vista e non sa l'Italiano. Mentre in under 17 non potrebbere giocare un italiano nato e vissuto qua, pensate l'assurdità (legata alle regole "politiche" italiane ovviamente)
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Garry
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Re: TM Novembre 2018
Abbiamo tutti ragione, infatti world Rugby sta cambiando rotta. Speriamo che arrivino ad abolirli del tutto, Fatte salve le eccezioni dovute a parentele, passaporti e matrimoni
"Come vorremmo vivere domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere!"
(dalla Lettera agli amici di Giacomo Ulivi)
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Re: TM Novembre 2018
Anzi no, nemmeno questi.Garry ha scritto:Abbiamo tutti ragione, infatti world Rugby sta cambiando rotta. Speriamo che arrivino ad abolirli del tutto, Fatte salve le eccezioni dovute a parentele, passaporti e matrimoni
Lascio studiare le nuove regole” agli altri
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Re: TM Novembre 2018
Basterebbe una regola molto semplice, addirittura basica: può giocare per la nazionale di un paese chi è cittadino di quel paese dal punto di vista dello stato civile. Punto.
Poi a me va bene tutto, ius soli, matrimonio, scelta da parte di apolidi, ma ciò che conta è che chi gioca con la maglia di un paese si identifichi a tal punto con esso da esserne cittadino. E se ha scelto di esserlo per me lo è nel cuore magari anche più di uno che ci è nato, perchè lo ha scelto come "suo per la vita", non per interesse sportivo.
Poi a me va bene tutto, ius soli, matrimonio, scelta da parte di apolidi, ma ciò che conta è che chi gioca con la maglia di un paese si identifichi a tal punto con esso da esserne cittadino. E se ha scelto di esserlo per me lo è nel cuore magari anche più di uno che ci è nato, perchè lo ha scelto come "suo per la vita", non per interesse sportivo.
Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
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Garry
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Re: TM Novembre 2018
È sempre difficile.
Dovrebbe essere una regola uguale per tutti, quindi dovrebbe andare al di là delle leggi dei singoli Stati.
In certi Paesi la cittadinanza te la tirano dietro, per dirla in linguaggio tecnico
Dovrebbe essere una regola uguale per tutti, quindi dovrebbe andare al di là delle leggi dei singoli Stati.
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Re: TM Novembre 2018
Sarebbe l'ideale, speriamo ci si arrivi.jpr williams ha scritto:Basterebbe una regola molto semplice, addirittura basica: può giocare per la nazionale di un paese chi è cittadino di quel paese dal punto di vista dello stato civile. Punto.
Poi a me va bene tutto, ius soli, matrimonio, scelta da parte di apolidi, ma ciò che conta è che chi gioca con la maglia di un paese si identifichi a tal punto con esso da esserne cittadino. E se ha scelto di esserlo per me lo è nel cuore magari anche più di uno che ci è nato, perchè lo ha scelto come "suo per la vita", non per interesse sportivo.
Basta poi non arrivi l'escamotage per il quale, per esempio, uno forte ma nato nel Laos cambia nazionalità diventando Neozelandese perchè economicamente la scelta gli darebbe un'indubbia convenienza.
Occorrerà porre dei limiti alla fantasia.
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Re: TM Novembre 2018
A me pare che , legittimo sia chiaro, ci si porti dentro convinzioni che a volte sono più politiche che sportive e a volte più di simpatie personali che di valutazione tecnica, pragmatica.
1. Questione equiparati e cittadini.
Allora, sarà la -esima volta, World Rugby ha dovuto definire regole che mediassero tra le varie legislazioni ed evitassero saccheggi e acquisti al discount
ed è proprio per questo che la regola di jpr williams non è stata adottata (suggeriemnti ? Paesi del Golfo, Turchia, Georgia ed altri in altri sport)
quindi
a) va bene lo ius sanguini : Sisi, Polledri, Parisse, Biagi, Negri, (Dellapè, Del Fava, castrogiovanni ecc.)
b) va bene lo ius soli: come fanno gli argentini
c) va bene l'honesta missio (come per i legionari romani, la legione straniera e i latinos nei Marines.
L' Honesta Missio è "almeno 3 anni".
A voler essere precisini, persino Traorè mi pare che sia in fondo un eleggibile per honesta missio:
non è figlio di italiano
non è nato in Italia
ma ha studiato rugby in Italia ed ha sempre giocato in Italia.
Che poi sia cittadino italiano, legittima alcuni punti di vista, autorevoli e condivisibili, ma World Rugby doveva dare una regola "digeribile".
Se, come pare si porterà il limite a 5 anni, nei fatti si porrà l'equiparato nei limiti (medi) delle regole per il conseguimento della cittadinanza per gli immigrati.
2. Questione "ma dove vogliamo andare".
per me la questione da porsi è:
Rosa convocati TM 2017 vs rosa convocati TM 2018 : quanti nomi nuovi, da che percorso - quanti di formazione autarchica, quanti hanno studiato all'estero
Dal punto di vista del rugby italiano, Sisi e Polledri sono,come Meyer e Tuivaiti - prodotto della filiere formative estere.
Quello, secondo me, si deve guardare per vedere dove andiamo.
3. Questione percorsi.
si, il percorso è a gradini: normalmente CFP (o Società di Elite U18) - Accademia/Serie A - Top12- Pro14.
Non a compartimenti stagni, magari per qualcuno saltando una o due tappe. Ma per qualcuno non come regola.
Delle relative U18 dei CFP e Società di eccellenza giovanile (più o meno una dozzina mi pare) quanti sono arrivati al Top12, quanti in Franchigia, quanti in nazionale? C'è, appunto selezione.
4. le scelte.
Io credo che i giocatori vadano anche inseriti nel conetsto pe ril loro ruolo e le loro caratteristiche:
Tuivaiti , Barbieri, Barbini
lasciamo stare nomi, origini,nazionalità e formazione.
Sono 3 giocatori diversi.
Come caratteristiche mi pare che forse Barbieri e Tuiviati siano paragonabili e lì, forse la valutazione è banalmente anagrafica- uno forse è considerato utilizzabile in ottica RWC 2019, l'altro forse ritenuto già oltre.
Barbini mi pare un giocatore con caratteristiche diverse, eccellenti, ma diverse.
E forse è in alternativa ad altri nomi , non a Tuivaiti.
Lamaro, forse è ritenuto ancora non pronto per il palcoscenico di questi TM.
Forse la sua mancata selezione è la spia di come si intendano questi TM ...
5. I nomi
Dopo Geldenhuys e Van Schalkwik, avete Meyer e Tuivaiti.
ma è così difficile scrivere i nomi a modo?
1. Questione equiparati e cittadini.
Allora, sarà la -esima volta, World Rugby ha dovuto definire regole che mediassero tra le varie legislazioni ed evitassero saccheggi e acquisti al discount
ed è proprio per questo che la regola di jpr williams non è stata adottata (suggeriemnti ? Paesi del Golfo, Turchia, Georgia ed altri in altri sport)
quindi
a) va bene lo ius sanguini : Sisi, Polledri, Parisse, Biagi, Negri, (Dellapè, Del Fava, castrogiovanni ecc.)
b) va bene lo ius soli: come fanno gli argentini
c) va bene l'honesta missio (come per i legionari romani, la legione straniera e i latinos nei Marines.
L' Honesta Missio è "almeno 3 anni".
A voler essere precisini, persino Traorè mi pare che sia in fondo un eleggibile per honesta missio:
non è figlio di italiano
non è nato in Italia
ma ha studiato rugby in Italia ed ha sempre giocato in Italia.
Che poi sia cittadino italiano, legittima alcuni punti di vista, autorevoli e condivisibili, ma World Rugby doveva dare una regola "digeribile".
Se, come pare si porterà il limite a 5 anni, nei fatti si porrà l'equiparato nei limiti (medi) delle regole per il conseguimento della cittadinanza per gli immigrati.
2. Questione "ma dove vogliamo andare".
per me la questione da porsi è:
Rosa convocati TM 2017 vs rosa convocati TM 2018 : quanti nomi nuovi, da che percorso - quanti di formazione autarchica, quanti hanno studiato all'estero
Dal punto di vista del rugby italiano, Sisi e Polledri sono,come Meyer e Tuivaiti - prodotto della filiere formative estere.
Quello, secondo me, si deve guardare per vedere dove andiamo.
3. Questione percorsi.
si, il percorso è a gradini: normalmente CFP (o Società di Elite U18) - Accademia/Serie A - Top12- Pro14.
Non a compartimenti stagni, magari per qualcuno saltando una o due tappe. Ma per qualcuno non come regola.
Delle relative U18 dei CFP e Società di eccellenza giovanile (più o meno una dozzina mi pare) quanti sono arrivati al Top12, quanti in Franchigia, quanti in nazionale? C'è, appunto selezione.
4. le scelte.
Io credo che i giocatori vadano anche inseriti nel conetsto pe ril loro ruolo e le loro caratteristiche:
Tuivaiti , Barbieri, Barbini
lasciamo stare nomi, origini,nazionalità e formazione.
Sono 3 giocatori diversi.
Come caratteristiche mi pare che forse Barbieri e Tuiviati siano paragonabili e lì, forse la valutazione è banalmente anagrafica- uno forse è considerato utilizzabile in ottica RWC 2019, l'altro forse ritenuto già oltre.
Barbini mi pare un giocatore con caratteristiche diverse, eccellenti, ma diverse.
E forse è in alternativa ad altri nomi , non a Tuivaiti.
Lamaro, forse è ritenuto ancora non pronto per il palcoscenico di questi TM.
Forse la sua mancata selezione è la spia di come si intendano questi TM ...
5. I nomi
Dopo Geldenhuys e Van Schalkwik, avete Meyer e Tuivaiti.
ma è così difficile scrivere i nomi a modo?
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Re: TM Novembre 2018
ottimo punto. perchè in fondo per noi è una questione d'orgoglio, invece per le isolane è una questione di competitività se puntualmente Aus e NZ gli fregano i bocia miglioriBig Lebowski ha scritto:uno forte ma nato nel Laos cambia nazionalità diventando Neozelandese
Ho incontrato uno come Zappatalpa stamani alle 5.00 quando entravo a lavorare e ero a far colazione in uno dei pochi bar notturni
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Re: TM Novembre 2018
@Big Lebovsky
Anche lì non sarebbe difficile: basterebbe accettare solo coloro che sono diventati cittadini seguendo le regole previste per le normali cittadinanze di quel paese. Se sei diventato cittadino nello stesso modo in cui lo potrebbe diventare chiunque in quello specifico paese, ok, altrimenti nisba.
A quel punto le scorciatoie non verrebbero accettate e credo che nessun paese sarebbe disposto (di questi tempi poi...) ad allargare le maglie a dismisura per raccattare qualche rugbysta qua e là.
Anche lì non sarebbe difficile: basterebbe accettare solo coloro che sono diventati cittadini seguendo le regole previste per le normali cittadinanze di quel paese. Se sei diventato cittadino nello stesso modo in cui lo potrebbe diventare chiunque in quello specifico paese, ok, altrimenti nisba.
A quel punto le scorciatoie non verrebbero accettate e credo che nessun paese sarebbe disposto (di questi tempi poi...) ad allargare le maglie a dismisura per raccattare qualche rugbysta qua e là.
Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
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Re: TM Novembre 2018
Quotojpr williams ha scritto:Basterebbe una regola molto semplice, addirittura basica: può giocare per la nazionale di un paese chi è cittadino di quel paese dal punto di vista dello stato civile. Punto.
Poi a me va bene tutto, ius soli, matrimonio, scelta da parte di apolidi, ma ciò che conta è che chi gioca con la maglia di un paese si identifichi a tal punto con esso da esserne cittadino. E se ha scelto di esserlo per me lo è nel cuore magari anche più di uno che ci è nato, perchè lo ha scelto come "suo per la vita", non per interesse sportivo.
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Re: TM Novembre 2018
nell'atletica paesi come la turchia, qatar andavano al supermercato in africa e cuba a vendere loro passaportijpr williams ha scritto:@Big Lebovsky
Anche lì non sarebbe difficile: basterebbe accettare solo coloro che sono diventati cittadini seguendo le regole previste per le normali cittadinanze di quel paese. Se sei diventato cittadino nello stesso modo in cui lo potrebbe diventare chiunque in quello specifico paese, ok, altrimenti nisba.
A quel punto le scorciatoie non verrebbero accettate e credo che nessun paese sarebbe disposto (di questi tempi poi...) ad allargare le maglie a dismisura per raccattare qualche rugbysta qua e là.
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Re: TM Novembre 2018
OK e lo fanno nel calcio va bene. so pochi. e quante volte nel calcio hanno vinto gli europee o il mondiale?u1m2b3e4 ha scritto:nell'atletica paesi come la turchia, qatar andavano al supermercato in africa e cuba a vendere loro passaportijpr williams ha scritto:@Big Lebovsky
Anche lì non sarebbe difficile: basterebbe accettare solo coloro che sono diventati cittadini seguendo le regole previste per le normali cittadinanze di quel paese. Se sei diventato cittadino nello stesso modo in cui lo potrebbe diventare chiunque in quello specifico paese, ok, altrimenti nisba.
A quel punto le scorciatoie non verrebbero accettate e credo che nessun paese sarebbe disposto (di questi tempi poi...) ad allargare le maglie a dismisura per raccattare qualche rugbysta qua e là.
non e che aiuta tanto
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Re: TM Novembre 2018
Come detto basterebbe fare in modo che nelle competizioni vengano accettati solo coloro che hanno acquisito la cittadinanza in modo ordinario, cioè nello stesso modo in cui potrebbero farlo anche un ingegnere o un idraulico.
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