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A proposito di equiparati e sul fatto che una nazionale debba schierare solo giocatori formati in quella nazione, c'è un esempio in un articolo su Bundee Aki nel sito della coppa del mondo.
Aki ha 33 anni, ed è in Irlanda da 9. E' quindi arrivato là a 24 anni. Sembra tardi, per i parametri di jpr , ma in realtà viene considerato "formato per il rugby internazionale" dopo il suo arrivo in Irlanda.
Allo stesso modo noi possiamo considerare così anche Ioane ed Halafihi, per esempio, arrivati in Italia rispettivamente a 23 e 24 anni. Ioane addirittura dopo aver giocato soltanto 25 partite ufficiali.

Ecco cosa dice il sito

The Bundee Burger is an Irish delicacy

Bundee Aki, in rugby-playing terms, is more Irish than he is Kiwi, and his professional rugby development is down to nine years in Ireland, playing for Connacht.

The 33 year-old New Zealand born and raised midfielder has been red hot for Ireland at the 2023 World Cup, but it would be grossly inaccurate to put any emphasis on Aki’s early professional career in New Zealand as a rugby player. He is a Test player, and one of the world’s best No 12s, because of how his nine years in Ireland have matured his all-round game.

Garry ha scritto: 27 set 2023, 11:51 A proposito di equiparati

Pero' alla fin fine dell'equiparazione (quella dei 3 e adesso 5 anni, anche se con i 5 anni già è un po' meno peggio) si sarebbe potuto fare a meno e si potrebbe tranquillamente fare a meno.

parisgino ha scritto: 27 set 2023, 12:53

Garry ha scritto: 27 set 2023, 11:51 A proposito di equiparati

Pero' alla fin fine dell'equiparazione (quella dei 3 e adesso 5 anni, anche se con i 5 anni già è un po' meno peggio) si sarebbe potuto fare a meno e si potrebbe tranquillamente fare a meno.

Ma su questo sono d'accordo. Io l'abolirei, anzi, non l'avrei mai messa.
Però la regola c'è, l'hanno sfruttata nazionali molto ma molto più forti di noi, non vedo perché non dovremmo utilizzarla.

Non sarà stato un fenomeno, ma Haimona lo diceva sempre che si sentiva ormai più italiano che neozelandese e che sarà sempre grato all'italia. Un vero Maori italiano insomma.
Certo, essere arrivato nella terra degli anolini ha aiutato https://www.repubblica.it/sport/rugby/2 ... 100438814/

Garry ha scritto: 27 set 2023, 11:51 A proposito di equiparati e sul fatto che una nazionale debba schierare solo giocatori formati in quella nazione, c'è un esempio in un articolo su Bundee Aki nel sito della coppa del mondo.
Aki ha 33 anni, ed è in Irlanda da 9. E' quindi arrivato là a 24 anni. Sembra tardi, per i parametri di jpr , ma in realtà viene considerato "formato per il rugby internazionale" dopo il suo arrivo in Irlanda.

Aki per i "miei parametri" è una figura borderline. L'età in cui è arrivato in Irlanda conta poco perchè ci è arrivato da dilettante che lavora in banca e la sua formazione rugbystica vera è colà avvenuta.
Quindi per me l'Irlanda ha diritto di schierarlo perchè è stata fondamentale nel fare di lui un rugbysta professionista.
Ribadisco che i "miei parametri" non hanno nulla a che fare con come si sente o non si sente il giocatore e se ama la patria acquisita o quella avita.
Non la metto sul piano del diritto del giocatore a giocare per una nazionale, ma su quello di quella nazionale ad avvalersi delle prestazioni di giocatori che non ha avuto alcun merito nel rendere quello che sono.
Ecco perchè quelli che tu citi, arrivati in Italia già professionisti sono una storia completamente diversa indipendentemente dall'età: l'Italia se li è trovati già belli che pronti e quindi secondo i "miei parametri". non ha alcun merito.

jpr williams ha scritto: 27 set 2023, 13:12 Aki per i "miei parametri" è una figura borderline. L'età in cui è arrivato in Irlanda conta poco perchè ci è arrivato da dilettante che lavora in banca e la sua formazione rugbystica vera è colà avvenuta.
Quindi per me l'Irlanda ha diritto di schierarlo perchè è stata fondamentale nel fare di lui un rugbysta professionista.

Aki si è preso un anno sabbatico dal rugby nel 2011, ma poi ha giocato un paio d'anni tra Counties Manuaku e Chiefs. Era già ampiamente un professionista quando è stato preso dal Connacht.

Ps Halafihi, Faiva e Ioane giocavano ad un livello ben più basso.

SilverShadow ha scritto: 27 set 2023, 13:23

jpr williams ha scritto: 27 set 2023, 13:12 Aki per i "miei parametri" è una figura borderline. L'età in cui è arrivato in Irlanda conta poco perchè ci è arrivato da dilettante che lavora in banca e la sua formazione rugbystica vera è colà avvenuta.
Quindi per me l'Irlanda ha diritto di schierarlo perchè è stata fondamentale nel fare di lui un rugbysta professionista.

Aki si è preso un anno sabbatico dal rugby nel 2011, ma poi ha giocato un paio d'anni tra Counties Manuaku e Chiefs. Era già ampiamente un professionista quando è stato preso dal Connacht.

Pierantozzi la racconta diversamente, ma credo più a te.
E allora anche Aki è fuori dai "miei parametri". Del resto per me cambia poco: da tempo ho ritirato la mia simpatia per l'Irlanda e la definisco una RFE. Con o senza Aki.
Grazie della info.

Possiamo concludere allora, jpr, che per te Parisse e Castro potevano soddisfare i tuoi parametri?

jpr williams ha scritto: 27 set 2023, 13:25

SilverShadow ha scritto: 27 set 2023, 13:23

jpr williams ha scritto: 27 set 2023, 13:12 Aki per i "miei parametri" è una figura borderline. L'età in cui è arrivato in Irlanda conta poco perchè ci è arrivato da dilettante che lavora in banca e la sua formazione rugbystica vera è colà avvenuta.
Quindi per me l'Irlanda ha diritto di schierarlo perchè è stata fondamentale nel fare di lui un rugbysta professionista.

Aki si è preso un anno sabbatico dal rugby nel 2011, ma poi ha giocato un paio d'anni tra Counties Manuaku e Chiefs. Era già ampiamente un professionista quando è stato preso dal Connacht.

Pierantozzi la racconta diversamente, ma credo più a te.
E allora anche Aki è fuori dai "miei parametri". Del resto per me cambia poco: da tempo ho ritirato la mia simpatia per l'Irlanda e la definisco una RFE. Con o senza Aki.
Grazie della info.

Non solo, la sua stagione ai Chiefs nel SR 2013 fu veramente di alto livello (e i Chiefs quell'anno vinsero il SR), ma anche quella successiva la giocò molto bene: furono queste due stagioni che lo resero appetibile sul mercato europeo. Formazione NZ al 100%, un giocatore è pienamente formato a 18 anni, figuriamoci a 24 dopo avere giocato 4 anni in ITM Cup e 2 anni nel Super Rugby.

supermax ha scritto: 27 set 2023, 15:04Possiamo concludere allora, jpr, che per te Parisse e Castro potevano soddisfare i tuoi parametri?

Non riesco a capire come mai siate così interessati ai "miei parametri", ma forse è perchè sono l'unico ad averne e quindi tutti voi "indifferenziati" mi guardate come una bestia strana allo zoo

Allora confesso che la storia personale di Parisse la conosco poco, mentre per ovvi motivi conosco molto bene quella di castro arrivato a Calvisano che a malapena si faceva la barba.
In ogni caso i "miei parametri" comprendono l'ipotesi della formazione mista perchè la vita delle persone non è che si possa modificare a ritroso: in quei casi si possono adottare due criteri, vale a dire quello della prevalenza o quello della scelta irrevocabile e definitiva dell'atleta nel senso che se uno ha scelto di rappresentare il Kirghizistan nella rappresentativa di gioco della morra U18 per me rimane kirghiso per qualunque cosa.
Trai pure le conclusioni riguardanti i "casi" riportati.

Questa della formazione mista è un'importantissima apertura che non conoscevo

Garry ha scritto: 28 set 2023, 13:37Questa della formazione mista è un'importantissima apertura che non conoscevo

Sempre detto. E' un fatto che esiste e quindi non è eliminabile.
Andrebbe quindi sottratto all'arbitrio dei porci comodi con delle regole precise.
Prevalenza o scelta irrevocabile al compimento della maggiore età.

Siamo sempre nelle trite e ritrite discussioni.
E allora, ricicciamoci la polemica in piedi al bancone.

Io non considero "stupida" o "sleale" la regola dell'equiparazione.
Come non considero stupide o furbe le altre.

A qualcuno piace la questione del "nato a" (che per qualcuno significa "formato a") perché nel suo paese si applica lo ius soli e quindi fuori da questa regola non riconosce la cittadinanza, e questo anche se uno ha studiato rugby lì da quando aveva 6 anni.

La nazionale rappresenta il movimento (non la sua scuola formativa), quindi un equiparato che a 19 anni arriva in Italia già formato da juniores e a 26 viene chiamato in nazionale dopo 7 anni di campionato di A, A Elite o franchigia, è parte del movimento italiano.
Qualcuno la pensa diversamente. Legittimo, ma non tanto da definire sleale o stupida la regola dell'equiparato.

Nella formazione dei Glasgow Warriors che affronterà le Zebre c'e' tale Luca Bardelli, 21 anni. Ho letto solo che è scozzese e ovviamente di origini italiane. Qualcuno ne sa di più?

Avrà già scritto al Project Exiles? Sarebbe un bello smacco per la Scozia AKA Sudafrica B