Re: Covid 19
Inviato: 31 mar 2020, 0:00
Oggi leggevo un'intervista interessante al presidente della Società italiana sistema 118, Balzanelli.
Ve la riporto nei suoi punti principali con link per intervista completa perchè mi pare molto interessante
https://www.quotidiano.net/cronaca/coro ... -1.5082414
"Malati curati troppo tardi". Il capo del 118: così non li salviamo
Grido d'allarme di Balzanelli: in poche ore si arriva all'insufficienza respiratoria e la situazione precipita
"Dobbiamo intervenire prima che sia troppo tardi. Da quando una persona comincia a respirare male fino all’insufficienza acuta grave l’evoluzione è rapidissima. E va da trenta minuti a tre ore".
C’è quella parola terribile, affanno: il segnale.
"Perché non iniziamo le terapie agli oligosintomatici, quelli con pochi sintomi, positivi al tampone? Oggi queste persone vengono lasciate a casa a ’svernare’. Quando la situazione precipita, non resta che intubare chi sta male. Ecco il punto chiave".
«Avrete pazienti stabili che nel giro di mezz’ora andranno in insufficienza respiratoria», ha scritto un rianimatore lombardo ai colleghi. Per dire: preparatevi, avrete i minuti contati.
"E questa è la mia battaglia. Perché quando fai la tac, il polmone è già distrutto. Ripeto: dobbiamo fare i tamponi ai casi sospetti e quindi trattare con gli antivirali tutti quelli che si dimostrano positivi al Covid-19 e che stanno a casa. Questo si deve capire. E ritengo assolutamente inadeguato che un’emergenza squisitamente sanitaria sia stata affidata alla Protezione Civile e non al ministero della Salute".
Solo che, andando all’origine del suo ragionamento, non stiamo facendo tamponi diffusi.
"Invece bisogna farli subito e iniziare subito le terapie. Secondo: tutti i casi positivi devono essere messi in quarantena centralizzata, in posti dedicati. Non possono tornare a casa, dove infettano i familiari".
E dove sono le strutture? Chi ci deve pensare?
"Ci devono pensare le Asl. Convertano gli ospedali chiusi. Destinino allo scopo i palazzetti dello sport. Possono fare tende da campo. Ma il Covid non doveva e non deve entrare negli ospedali. Perché se entra, ha un indice di contagiosità nosocomiale altissimo, del 41%. Quindi, portarlo dentro è un errore catastrofico".
Tornando all’affanno.
"Bisogna anticipare la rivelazione dell’insufficienza respiratoria acuta con il saturimetro".
Sta dicendo che quello strumento dovrebbe essere a casa di tutti?
"Sicuramente a casa di tutti i pazienti sospetti Covid o positivi che stanno in isolamento. Se è un’operazione realizzabile? Sicuramente, con tutto il dispendio di risorse che c’è".
Qual è il sentimento tra gli equipaggi del 118?
"Le persone sono furibonde. Mancano i dispositivi di protezione individuale, le uniche mascherine in grado di farci stare tranquilli davvero sono del tipo FFP3. Ma non ci sono per tutti, mi arrivano segnalazioni da tante regioni. Vuol dire che i nostri mezzi potrebbero fermarsi. Le persone si rifiutano di andare a morire, perché lo Stato non le protegge".
Ci sono rivolte in corso?
"Si stanno moltiplicando gli esposti alle procure della Repubblica. Io cerco di parlare con tutti, proviamo a fare gruppo. Ma quando questa storia sarà finita, si faranno i conti del perché ci sono stati tutti questi contagi tra i sanitari".
Ve la riporto nei suoi punti principali con link per intervista completa perchè mi pare molto interessante
https://www.quotidiano.net/cronaca/coro ... -1.5082414
"Malati curati troppo tardi". Il capo del 118: così non li salviamo
Grido d'allarme di Balzanelli: in poche ore si arriva all'insufficienza respiratoria e la situazione precipita
"Dobbiamo intervenire prima che sia troppo tardi. Da quando una persona comincia a respirare male fino all’insufficienza acuta grave l’evoluzione è rapidissima. E va da trenta minuti a tre ore".
C’è quella parola terribile, affanno: il segnale.
"Perché non iniziamo le terapie agli oligosintomatici, quelli con pochi sintomi, positivi al tampone? Oggi queste persone vengono lasciate a casa a ’svernare’. Quando la situazione precipita, non resta che intubare chi sta male. Ecco il punto chiave".
«Avrete pazienti stabili che nel giro di mezz’ora andranno in insufficienza respiratoria», ha scritto un rianimatore lombardo ai colleghi. Per dire: preparatevi, avrete i minuti contati.
"E questa è la mia battaglia. Perché quando fai la tac, il polmone è già distrutto. Ripeto: dobbiamo fare i tamponi ai casi sospetti e quindi trattare con gli antivirali tutti quelli che si dimostrano positivi al Covid-19 e che stanno a casa. Questo si deve capire. E ritengo assolutamente inadeguato che un’emergenza squisitamente sanitaria sia stata affidata alla Protezione Civile e non al ministero della Salute".
Solo che, andando all’origine del suo ragionamento, non stiamo facendo tamponi diffusi.
"Invece bisogna farli subito e iniziare subito le terapie. Secondo: tutti i casi positivi devono essere messi in quarantena centralizzata, in posti dedicati. Non possono tornare a casa, dove infettano i familiari".
E dove sono le strutture? Chi ci deve pensare?
"Ci devono pensare le Asl. Convertano gli ospedali chiusi. Destinino allo scopo i palazzetti dello sport. Possono fare tende da campo. Ma il Covid non doveva e non deve entrare negli ospedali. Perché se entra, ha un indice di contagiosità nosocomiale altissimo, del 41%. Quindi, portarlo dentro è un errore catastrofico".
Tornando all’affanno.
"Bisogna anticipare la rivelazione dell’insufficienza respiratoria acuta con il saturimetro".
Sta dicendo che quello strumento dovrebbe essere a casa di tutti?
"Sicuramente a casa di tutti i pazienti sospetti Covid o positivi che stanno in isolamento. Se è un’operazione realizzabile? Sicuramente, con tutto il dispendio di risorse che c’è".
Qual è il sentimento tra gli equipaggi del 118?
"Le persone sono furibonde. Mancano i dispositivi di protezione individuale, le uniche mascherine in grado di farci stare tranquilli davvero sono del tipo FFP3. Ma non ci sono per tutti, mi arrivano segnalazioni da tante regioni. Vuol dire che i nostri mezzi potrebbero fermarsi. Le persone si rifiutano di andare a morire, perché lo Stato non le protegge".
Ci sono rivolte in corso?
"Si stanno moltiplicando gli esposti alle procure della Repubblica. Io cerco di parlare con tutti, proviamo a fare gruppo. Ma quando questa storia sarà finita, si faranno i conti del perché ci sono stati tutti questi contagi tra i sanitari".