Nazionale U20 Stagione 21/22
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Re: Nazionale U20 Stagione 21/22
Spesso leggo previsioni entusiastiche circa il fatto che avere oggi ed aver avuto nel recente passato buone performances a livello di U20 dovrebbe farci sperare in un futuro radioso per la nazionale senior.
Rugby Bet in una disamina un pò lunghetta, ma secondo me molto ben argomentata (per me manca un solo argomento, ma lo dico alla fine) spiega perchè probabilmente è illusorio avere certe aspettative
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NAZIONALE GIOVANILE FORTE = NAZIONALE MAGGIORE FORTE?
La recente vittoria dell'Italia U20 nel Six Nations di categoria contro i pari età dell'Inghilterra ha fatto scalpore ed evidenziato come a livello giovanile il movimento italiano sia competitivo, a differenza di quanto si verifica a livello seniores. Non si è trattato di un evento isolato ma di un risultato che, seppur clamoroso visto il calibro dei rivali, va inserito in una panoramica ampia ricomprendente le stagioni precedenti in cui gli Azzurrini si sono spesso comportati bene a livello sia europeo sia mondiale. Considerando quella in corso, è da cinque edizioni del Six Nations che non restano a secco. Nel 2021 hanno travolto la Scozia e perso sotto break contro Francia e Irlanda. Nei tre match disputati nel 2020 prima che venisse interrotto, hanno fatto cadere il Galles in trasferta. Nel 2019 hanno battuto la Scozia e preso il doppio bonus con la Francia. Nel 2018, dopo un doppio bonus raccolto in Irlanda, si sono imposti sul Galles e sulla Scozia. Anche il percorso nelle ultime edizioni del Junior World Championship è stato soddisfacente: hanno chiuso al nono posto in quella del 2019 battendo Scozia e Georgia, all'ottavo posto in quella del 2018 battendo Scozia e Argentina e in quella del 2017 battendo l'Irlanda. La domanda sorge spontanea: perché, a fronte di una consistenza notevole da diversi anni a questa parte in ambito giovanile, la nazionale maggiore continua a non essere all'altezza rispetto ai propri avversari?
Va precisato che è vero che ultimamente l'Italia U20 è diventata una nazionale di tutto rispetto, ma non è vero che in precedenza fosse terribilmente scarsa. Il fatto di non ottenere il risultato positivo è un male però non equivale automaticamente alla mancanza di competitività. Tra la vittoria e la sconfitta ci passa un semplice calcio piazzato sbagliato o magari un intercetto: noi nelle vecchie classifiche possiamo leggere zero successi ma è importante sapere se una squadra, nonostante le sconfitte, sia stata all'altezza. Nel Six Nations 2017, pur non vincendo neanche una partita, contro l'Irlanda perse di 1pt e contro la Francia di 5pt; nelle due edizioni antecedenti subì dei ko pesanti ma perse di poco contro l'Irlanda nel 2016 e contro il Galles nel 2015. Si può dire che anche in precedenza gli Azzurrini se la cavassero discretamente e fossero anche allora più all'altezza rispetto ai colleghi grandi. Negli ultimi anni sono migliorati di sicuro, offrendo una maggiore consistenza e maturità, ma anche prima capitavano sconfitte abbastanza contenute e arrivava un successo; insomma, non è che oggi sono forti e ieri erano un disastro. Giusto per fare degli esempi, perché mi piace parlare sulla base di dati oggettivi: nel Six Nations 2008 batterono la Scozia e persero di 6pt contro l'Irlanda e di 9pt contro l'Inghilterra, in quello del 2010 le persero tutte ma resistettero contro l'Inghilterra (10-16) e contro la Scozia (16-18) e in quello del 2012 pur rimediando il cucchiaio di legno rimasero sotto break contro il Galles (30-23) e la Scozia (17-20). Mi preme sottolineare, in quanto nessuno se lo ricorda, che nel 2007 nell'allora Six Nations U21 l'Italia centrò due vittorie, contro la Scozia e il Galles, per cui il gran risultato di quattro anni fa non è nemmeno un unicum.
Un'altra considerazione doverosa è che in ambito giovanile il risultato conseguito nella singola stagione va preso con le dovute cautele perché vi influisce tantissimo la bontà o meno dell'annata interessata. Una nazionale in un Mondiale di categoria può rischiare la retrocessione in un anno e giocare le semifinali per il titolo l'anno seguente. Ogni stagione è condizionata dal materiale a disposizione, che ricopre solitamente due anni di nascita, cosa che invece non avviene a livello seniores dove non ci sono limiti di età. Questo aspetto sembra scontato ma è importante perché fare l'equazione tra risultati della nazionale giovanile e quelli della nazionale maggiore può essere pericoloso. E' impensabile effettuare una sorta di trasposizione già solo per il fatto che nella nazionale seniores giocano i migliori in un range di almeno dodici/quindici anni e non di una o due leve: ovvio che la forza di una o più annate si riduca fino quasi a svanire quando viene inserita in una dimensione più vasta. Non ci piove che tendenzialmente delle annate che si comportano bene a livello juniores poi siano valide tra i grandi ma non è la regola. O il contrario. Al World Championship del 2016 la Francia finì a un deludente nono posto avendo in rosa nomi come A.Dupont, Belleau, Mauvaka e Baptiste Couilloud. L'Irlanda nell'edizione del 2018 dello stesso torneo si piazzò undicesima. La Scozia in quella dell'anno successivo è addirittura retrocessa. Non è che automaticamente le rispettive nazionali maggiori abbiano poi risentito o risentiranno di una o più annate storte, talmente di spessore sono i loro movimenti. Tra rugby juniores e rugby seniores corre un abisso per cui, al di là del discorso delle annate, fare l'equivalenza "nazionale U20 forte = nazionale maggiore forte tra un paio di anni" può essere assolutamente errato, cosa che infatti si sta verificando in Italia.
Nel contesto giovanile possono influire maggiormente degli aspetti che poi tra i grandi si ridimensionano. Primo fra tutti, la fisicità dei singoli giocatori. Da anni, sotto questo punto, le nazionali U20 italiane non hanno nulla da invidiare alle rivali, anzi. Questo perché ormai la palestra è diventata una priorità negli allenamenti dei rugbisti dai quattordici/quindici anni in su. Molti club (prima ancora dei Centri di Formazione o Accademie) hanno dei preparatori capaci ad hoc per le Under, i test fisici sono fra i criteri di valutazione dei giocatori per essere selezionati, il singolo dotato fisicamente è sempre in risalto poiché in grado di far la differenza. Un altro settore su cui si lavora molto è quello del combattimento e del contatto dove infatti le nazionali giovanili sono di solito presenti. O ancora, quello delle cosiddette "giocate" o "chiamate". In Italia si spinge molto su questi come su altri punti, che è giusto sia chiaro, consentendo di essere performanti in U18 o U20. Ma nei settori giovanili se ne tralasciano altri causando lacune che in juniores magari non emergono ma che divengono visibili, esplodono, una volta passati tra i grandi. Parlo innanzitutto di tecnica individuale che nelle Under non ha abbastanza spazio. Pochissime società (e anche le strutture federali) hanno specialisti del gioco al piede, dei passaggi, della mischia chiusa o delle touche che intervengono assiduamente tra i giovani. Di rado viene insegnato ai ragazzi a interpretare le situazioni e adattarvisi di conseguenza; magari si passano quaranta minuti a provare una giocata "chiusa" sperando di far meta se e quando verrà utilizzata in partita mentre invece non si stimola la capacità di attuare la scelta giusta in uno scenario di gioco "aperto". Così ci si ritrova poi con giocatori ormai grandi che sono piazzati fisicamente e se la cavano nello scontro uno contro uno, cosa che in nazionale U20 bastava per essere competitivi coi rivali, ma che peccano sotto tanti altri aspetti che quando si gioca ad alti livelli divengono più importanti. Che non sanno sfruttare a dovere un tre contro due, che non sanno difendere di linea, che non sanno fare il tipo di passaggio giusto in ogni evenienza e spesso sbagliano proprio il semplice gesto, che non sanno piazzare tra i pali con una buona percentuale di riuscita.
Nelle giovanili all'estero c'è un'attenzione capitale verso certi aspetti, tipo la tecnica individuale e l'abilità di leggere una situazione di gioco, che una volta imparati e posseduti accompagnano il giocatore nella sua carriera. La prestanza fisica si può sempre implementare, ma se non ci si impadronisce entro i venti anni della capacità di passare a regola d'arte la palla, della capacità di usare il piede nel modo giusto con il fine giusto e nel momento giusto e della capacità di decidere all'istante come difendere in base ai tanti fattori da tenere in considerazione, poi è assai difficile rimediare e ci si trova in enorme difficoltà. A me sembra che ciò sia accaduto in questi anni in Italia. Non sto dicendo che all'estero nelle Under non si faccia palestra ma che spesso non ha quest'importanza che ha da noi o comunque viene accompagnata da un grande focus su altri ambiti che qui non vengono attenzionati a dovere: perché non ci sono tecnici preparati, perché sono ritenuti secondari e procrastinabili o perché si preferisce puntare su quelli dal risultato più immediato. A tal proposito, quando ci si interroga sul perché a livello giovanile l'Italia è all'altezza e a livello seniores no, va sempre ricordato che molto dipende dagli obiettivi che ci si pone. Una nazionale U18 o U20 deve ottenere i risultati o deve creare i giocatori internazionali del futuro? Può essere che dei giovani "vincenti" si confermino tra i grandi come può essere il contrario e non sempre una nazionale juniores “vincente" sforna giocatori di livello per la maggiore proprio in quanto sono due scenari diversi su cui possono incidere fattori diversi. Di fronte ai buoni risultati degli Azzurrini, una domanda da porsi allora è se nelle Under si stanno cercando i risultati nell'immediatezza o se si stanno costruendo giocatori internazionali del futuro. Il che, a punto, non va per forza di pari passo.
Infine, provando sempre a sviscerare il perché la nazionale maggiore comunque sia pesantemente indietro ai propri rivali nonostante ciò non si verifichi a livello giovanile, va pure valutato dove i giocatori si trovano a operare. Ritengo che, tutto sommato, i ragazzi che hanno indossato e indossano la maglia dell'Italia U20 (ma anche U18) provengano da un contesto piuttosto qualificato: Centri di Formazione e Accademie bene o male gli hanno consentito e gli consentono di essere allenati e preparati giorno per giorno facendoli arrivare pronti alle sfide contro i loro pari età. Il problema è dopo, una volta usciti da lì. Finora, la maggior parte di loro si è dovuta immergere in strutture meno professionali di quelle federali in cui erano cresciuti ossia quelle dei club di Eccellenza/Top10: non esattamente il giusto continuo nel percorso di crescita verso l'alto livello internazionale e credo non ci sia bisogno di spiegare il perché dato che il campionato domestico è semiprofessionistico e dai contenuti spesso mediocri. Finché ci sarà un torneo così e le promesse vi dovranno passare, come sarebbe logico d'altronde, sarà improbabile che si confermeranno sulla scena internazionale in quanto il loro sviluppo rallenta o s'interrompe. E neanche i pochi giocatori approdati direttamente o quasi alle franchigie una volta usciti dalle giovanili, si sono ritrovati sempre in un contesto ideale. Vedi quelli finiti alle Zebre, in eterna difficoltà in campo e fuori dove proseguire nel percorso di crescita non è il massimo poiché è difficile fare gli ultimi, grandi step verso l'alto livello in un team male gestito, male allestito, male allenato e che perde sempre. Questo mentre quei ragazzi contro cui se la giocavano nel Six Nations U20 nel frattempo sono inseriti e opportunamente impiegati nelle prime squadre del Top14, della Premiership o dell'URC con compagni stellari, coach validi e pressioni stimolanti.
Di mio aggiungo solo questa considerazione che ho già scritto al diretto interessato
Tutti argomenti interessanti. Mi sembra ne manchi uno: nelle U20 non ci sono equiparati/oriundi/exiles ed altri elementi di distorsione che falsano la valutazione circa la capacità di formare di un movimento e la "traduzione" di questa capacità in ambito senior. Purtroppo la presenza di giocatori non formati dal paese porta ad avere squadre nazionali che non rappresentano in modo veritiero il valore di un movimento.
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NAZIONALE GIOVANILE FORTE = NAZIONALE MAGGIORE FORTE?
La recente vittoria dell'Italia U20 nel Six Nations di categoria contro i pari età dell'Inghilterra ha fatto scalpore ed evidenziato come a livello giovanile il movimento italiano sia competitivo, a differenza di quanto si verifica a livello seniores. Non si è trattato di un evento isolato ma di un risultato che, seppur clamoroso visto il calibro dei rivali, va inserito in una panoramica ampia ricomprendente le stagioni precedenti in cui gli Azzurrini si sono spesso comportati bene a livello sia europeo sia mondiale. Considerando quella in corso, è da cinque edizioni del Six Nations che non restano a secco. Nel 2021 hanno travolto la Scozia e perso sotto break contro Francia e Irlanda. Nei tre match disputati nel 2020 prima che venisse interrotto, hanno fatto cadere il Galles in trasferta. Nel 2019 hanno battuto la Scozia e preso il doppio bonus con la Francia. Nel 2018, dopo un doppio bonus raccolto in Irlanda, si sono imposti sul Galles e sulla Scozia. Anche il percorso nelle ultime edizioni del Junior World Championship è stato soddisfacente: hanno chiuso al nono posto in quella del 2019 battendo Scozia e Georgia, all'ottavo posto in quella del 2018 battendo Scozia e Argentina e in quella del 2017 battendo l'Irlanda. La domanda sorge spontanea: perché, a fronte di una consistenza notevole da diversi anni a questa parte in ambito giovanile, la nazionale maggiore continua a non essere all'altezza rispetto ai propri avversari?
Va precisato che è vero che ultimamente l'Italia U20 è diventata una nazionale di tutto rispetto, ma non è vero che in precedenza fosse terribilmente scarsa. Il fatto di non ottenere il risultato positivo è un male però non equivale automaticamente alla mancanza di competitività. Tra la vittoria e la sconfitta ci passa un semplice calcio piazzato sbagliato o magari un intercetto: noi nelle vecchie classifiche possiamo leggere zero successi ma è importante sapere se una squadra, nonostante le sconfitte, sia stata all'altezza. Nel Six Nations 2017, pur non vincendo neanche una partita, contro l'Irlanda perse di 1pt e contro la Francia di 5pt; nelle due edizioni antecedenti subì dei ko pesanti ma perse di poco contro l'Irlanda nel 2016 e contro il Galles nel 2015. Si può dire che anche in precedenza gli Azzurrini se la cavassero discretamente e fossero anche allora più all'altezza rispetto ai colleghi grandi. Negli ultimi anni sono migliorati di sicuro, offrendo una maggiore consistenza e maturità, ma anche prima capitavano sconfitte abbastanza contenute e arrivava un successo; insomma, non è che oggi sono forti e ieri erano un disastro. Giusto per fare degli esempi, perché mi piace parlare sulla base di dati oggettivi: nel Six Nations 2008 batterono la Scozia e persero di 6pt contro l'Irlanda e di 9pt contro l'Inghilterra, in quello del 2010 le persero tutte ma resistettero contro l'Inghilterra (10-16) e contro la Scozia (16-18) e in quello del 2012 pur rimediando il cucchiaio di legno rimasero sotto break contro il Galles (30-23) e la Scozia (17-20). Mi preme sottolineare, in quanto nessuno se lo ricorda, che nel 2007 nell'allora Six Nations U21 l'Italia centrò due vittorie, contro la Scozia e il Galles, per cui il gran risultato di quattro anni fa non è nemmeno un unicum.
Un'altra considerazione doverosa è che in ambito giovanile il risultato conseguito nella singola stagione va preso con le dovute cautele perché vi influisce tantissimo la bontà o meno dell'annata interessata. Una nazionale in un Mondiale di categoria può rischiare la retrocessione in un anno e giocare le semifinali per il titolo l'anno seguente. Ogni stagione è condizionata dal materiale a disposizione, che ricopre solitamente due anni di nascita, cosa che invece non avviene a livello seniores dove non ci sono limiti di età. Questo aspetto sembra scontato ma è importante perché fare l'equazione tra risultati della nazionale giovanile e quelli della nazionale maggiore può essere pericoloso. E' impensabile effettuare una sorta di trasposizione già solo per il fatto che nella nazionale seniores giocano i migliori in un range di almeno dodici/quindici anni e non di una o due leve: ovvio che la forza di una o più annate si riduca fino quasi a svanire quando viene inserita in una dimensione più vasta. Non ci piove che tendenzialmente delle annate che si comportano bene a livello juniores poi siano valide tra i grandi ma non è la regola. O il contrario. Al World Championship del 2016 la Francia finì a un deludente nono posto avendo in rosa nomi come A.Dupont, Belleau, Mauvaka e Baptiste Couilloud. L'Irlanda nell'edizione del 2018 dello stesso torneo si piazzò undicesima. La Scozia in quella dell'anno successivo è addirittura retrocessa. Non è che automaticamente le rispettive nazionali maggiori abbiano poi risentito o risentiranno di una o più annate storte, talmente di spessore sono i loro movimenti. Tra rugby juniores e rugby seniores corre un abisso per cui, al di là del discorso delle annate, fare l'equivalenza "nazionale U20 forte = nazionale maggiore forte tra un paio di anni" può essere assolutamente errato, cosa che infatti si sta verificando in Italia.
Nel contesto giovanile possono influire maggiormente degli aspetti che poi tra i grandi si ridimensionano. Primo fra tutti, la fisicità dei singoli giocatori. Da anni, sotto questo punto, le nazionali U20 italiane non hanno nulla da invidiare alle rivali, anzi. Questo perché ormai la palestra è diventata una priorità negli allenamenti dei rugbisti dai quattordici/quindici anni in su. Molti club (prima ancora dei Centri di Formazione o Accademie) hanno dei preparatori capaci ad hoc per le Under, i test fisici sono fra i criteri di valutazione dei giocatori per essere selezionati, il singolo dotato fisicamente è sempre in risalto poiché in grado di far la differenza. Un altro settore su cui si lavora molto è quello del combattimento e del contatto dove infatti le nazionali giovanili sono di solito presenti. O ancora, quello delle cosiddette "giocate" o "chiamate". In Italia si spinge molto su questi come su altri punti, che è giusto sia chiaro, consentendo di essere performanti in U18 o U20. Ma nei settori giovanili se ne tralasciano altri causando lacune che in juniores magari non emergono ma che divengono visibili, esplodono, una volta passati tra i grandi. Parlo innanzitutto di tecnica individuale che nelle Under non ha abbastanza spazio. Pochissime società (e anche le strutture federali) hanno specialisti del gioco al piede, dei passaggi, della mischia chiusa o delle touche che intervengono assiduamente tra i giovani. Di rado viene insegnato ai ragazzi a interpretare le situazioni e adattarvisi di conseguenza; magari si passano quaranta minuti a provare una giocata "chiusa" sperando di far meta se e quando verrà utilizzata in partita mentre invece non si stimola la capacità di attuare la scelta giusta in uno scenario di gioco "aperto". Così ci si ritrova poi con giocatori ormai grandi che sono piazzati fisicamente e se la cavano nello scontro uno contro uno, cosa che in nazionale U20 bastava per essere competitivi coi rivali, ma che peccano sotto tanti altri aspetti che quando si gioca ad alti livelli divengono più importanti. Che non sanno sfruttare a dovere un tre contro due, che non sanno difendere di linea, che non sanno fare il tipo di passaggio giusto in ogni evenienza e spesso sbagliano proprio il semplice gesto, che non sanno piazzare tra i pali con una buona percentuale di riuscita.
Nelle giovanili all'estero c'è un'attenzione capitale verso certi aspetti, tipo la tecnica individuale e l'abilità di leggere una situazione di gioco, che una volta imparati e posseduti accompagnano il giocatore nella sua carriera. La prestanza fisica si può sempre implementare, ma se non ci si impadronisce entro i venti anni della capacità di passare a regola d'arte la palla, della capacità di usare il piede nel modo giusto con il fine giusto e nel momento giusto e della capacità di decidere all'istante come difendere in base ai tanti fattori da tenere in considerazione, poi è assai difficile rimediare e ci si trova in enorme difficoltà. A me sembra che ciò sia accaduto in questi anni in Italia. Non sto dicendo che all'estero nelle Under non si faccia palestra ma che spesso non ha quest'importanza che ha da noi o comunque viene accompagnata da un grande focus su altri ambiti che qui non vengono attenzionati a dovere: perché non ci sono tecnici preparati, perché sono ritenuti secondari e procrastinabili o perché si preferisce puntare su quelli dal risultato più immediato. A tal proposito, quando ci si interroga sul perché a livello giovanile l'Italia è all'altezza e a livello seniores no, va sempre ricordato che molto dipende dagli obiettivi che ci si pone. Una nazionale U18 o U20 deve ottenere i risultati o deve creare i giocatori internazionali del futuro? Può essere che dei giovani "vincenti" si confermino tra i grandi come può essere il contrario e non sempre una nazionale juniores “vincente" sforna giocatori di livello per la maggiore proprio in quanto sono due scenari diversi su cui possono incidere fattori diversi. Di fronte ai buoni risultati degli Azzurrini, una domanda da porsi allora è se nelle Under si stanno cercando i risultati nell'immediatezza o se si stanno costruendo giocatori internazionali del futuro. Il che, a punto, non va per forza di pari passo.
Infine, provando sempre a sviscerare il perché la nazionale maggiore comunque sia pesantemente indietro ai propri rivali nonostante ciò non si verifichi a livello giovanile, va pure valutato dove i giocatori si trovano a operare. Ritengo che, tutto sommato, i ragazzi che hanno indossato e indossano la maglia dell'Italia U20 (ma anche U18) provengano da un contesto piuttosto qualificato: Centri di Formazione e Accademie bene o male gli hanno consentito e gli consentono di essere allenati e preparati giorno per giorno facendoli arrivare pronti alle sfide contro i loro pari età. Il problema è dopo, una volta usciti da lì. Finora, la maggior parte di loro si è dovuta immergere in strutture meno professionali di quelle federali in cui erano cresciuti ossia quelle dei club di Eccellenza/Top10: non esattamente il giusto continuo nel percorso di crescita verso l'alto livello internazionale e credo non ci sia bisogno di spiegare il perché dato che il campionato domestico è semiprofessionistico e dai contenuti spesso mediocri. Finché ci sarà un torneo così e le promesse vi dovranno passare, come sarebbe logico d'altronde, sarà improbabile che si confermeranno sulla scena internazionale in quanto il loro sviluppo rallenta o s'interrompe. E neanche i pochi giocatori approdati direttamente o quasi alle franchigie una volta usciti dalle giovanili, si sono ritrovati sempre in un contesto ideale. Vedi quelli finiti alle Zebre, in eterna difficoltà in campo e fuori dove proseguire nel percorso di crescita non è il massimo poiché è difficile fare gli ultimi, grandi step verso l'alto livello in un team male gestito, male allestito, male allenato e che perde sempre. Questo mentre quei ragazzi contro cui se la giocavano nel Six Nations U20 nel frattempo sono inseriti e opportunamente impiegati nelle prime squadre del Top14, della Premiership o dell'URC con compagni stellari, coach validi e pressioni stimolanti.
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Viviamo l'era del rugby itagliano che inizia a Treviso e finisce a Mogliano.
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)
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Re: Nazionale U20 Stagione 21/22
L'autore di RugbyBet vuole che i commenti si facciano sotto la sua pagina Facebook, pertanto non farò nessuna osservazione e invito anche gli altri utenti a rispettare la sua richiesta
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Re: Nazionale U20 Stagione 21/22
Però costruire su delle giovanili più competitive è certamente meglio che no.
Poi non sono sicuro che questo trend continuerà. Tra COVID e nuovo sistema per l'alto livello credo si stia creando un buco bello grosso. c'è da dire che queste annate vengono dal picco di capienza del movimento a livello giovanile e che dalle prossime annate verranno su ragazzi da un bacino via via un poco più stretto.
L'Irlanda può anche steccare un paio di annate u20 ma quegli u20 vengono fuori da un bacino comunque più largo del nostro (e hanno comunque iniziato ad attingere con più frequenza ad equiparati).
Poi non sono sicuro che questo trend continuerà. Tra COVID e nuovo sistema per l'alto livello credo si stia creando un buco bello grosso. c'è da dire che queste annate vengono dal picco di capienza del movimento a livello giovanile e che dalle prossime annate verranno su ragazzi da un bacino via via un poco più stretto.
L'Irlanda può anche steccare un paio di annate u20 ma quegli u20 vengono fuori da un bacino comunque più largo del nostro (e hanno comunque iniziato ad attingere con più frequenza ad equiparati).
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Re: Nazionale U20 Stagione 21/22
come già detto mi sembra una pretesa non giustificabile. poi ogni faccia come vuole.SilverShadow ha scritto: 22 feb 2022, 14:59 L'autore di RugbyBet vuole che i commenti si facciano sotto la sua pagina Facebook, pertanto non farò nessuna osservazione e invito anche gli altri utenti a rispettare la sua richiesta
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Re: Nazionale U20 Stagione 21/22
Il prof. Catalano direbbe: 《È molto meglio avere un'under 20 forte che averne una debole》
"La vita è quello che non esisterà mai sotto il fascismo: libertà, creazione, sincerità, verità, bellezza e volto umano"
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Re: Nazionale U20 Stagione 21/22
E poi non ki sembra granché nemmeno il pezzo.
Ma forse non posso giudicare, l'italiano non è il mio forte, a scuola ero bravo in scienze...
Stringi stringi la spiegazione sembra essere che gli italiani sono più palestrati degli altri.
A me ha fatto sorgere questa riflessione.
In tutto il mondo magari si affannano a giustificarsi quando arrivano le sconfitte.
Noi invece dobbiamo giustificare le vittorie
Ma forse non posso giudicare, l'italiano non è il mio forte, a scuola ero bravo in scienze...
Stringi stringi la spiegazione sembra essere che gli italiani sono più palestrati degli altri.
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Re: Nazionale U20 Stagione 21/22
Una pretesa che però è perfettamente legittima, e quindi io rispetterò. Grazie Silver che lo hai ricordatospeartakle ha scritto: 22 feb 2022, 15:03come già detto mi sembra una pretesa non giustificabile. poi ogni faccia come vuole.SilverShadow ha scritto: 22 feb 2022, 14:59 L'autore di RugbyBet vuole che i commenti si facciano sotto la sua pagina Facebook, pertanto non farò nessuna osservazione e invito anche gli altri utenti a rispettare la sua richiesta
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Re: Nazionale U20 Stagione 21/22
Un giorno JPR williams mi spiegherai il cui prodest del tuo messaggio.
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Re: Nazionale U20 Stagione 21/22
Sono considerazioni che sostengo da un po', soprattutto seguendo per quel che mi è possibile il rugby giovanile estero.
Alla federazione il merito di aver formato giovani virgulti fisicamente prestanti ma tatticamente e tecnicamente poco pronti per il massimo livello europeo.
Sicuramente è più facile modellare il fisico con ghisa e ripetizioni piuttosto che formare l aspetto conoscitivo del gioco
Sarebbe interessante se riuscissimo a vedere una federazione che forma tecnicamente i giovani a discapito del fisico e magari lasciare ai club di eccellenza di lavorare sull aspetto di irrobustimento fisico
Alla federazione il merito di aver formato giovani virgulti fisicamente prestanti ma tatticamente e tecnicamente poco pronti per il massimo livello europeo.
Sicuramente è più facile modellare il fisico con ghisa e ripetizioni piuttosto che formare l aspetto conoscitivo del gioco
Sarebbe interessante se riuscissimo a vedere una federazione che forma tecnicamente i giovani a discapito del fisico e magari lasciare ai club di eccellenza di lavorare sull aspetto di irrobustimento fisico
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Re: Nazionale U20 Stagione 21/22
Rispettiamo i desideri dell'autore, rimandando i commenti al suo post, ma anche i confronti con le altre annate, a fine 6N 2022
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Re: Nazionale U20 Stagione 21/22
Devo rispolverare nuovamente il prof. : "Meglio avere una nazionale fisicamente adeguata e tecnicamente poco pronta che averne una fisicamente inadeguata e tecnicamente poco pronta".
Per trovare esempi di nazionali giovanili fisicamente inferiori alle avversarie basta andare indietro di un po' di anni.
Vi assicuro che non ci si divertiva per niente
Per trovare esempi di nazionali giovanili fisicamente inferiori alle avversarie basta andare indietro di un po' di anni.
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Re: Nazionale U20 Stagione 21/22
Il professore però va anche contestualizzato ad, oggi.
Il trattato a quattro mani con Nespoli è qualcosa di meraviglioso, un passo avanti anche a certe cose che si vedono oggi. Ti aggiungo, ora più che mai c è l' esigenza di costruire una scuola tecnica tutta italiana proprio perché le strade le abbiamo seguire proprio tutte.
Pero il trattato va anche letto con il rugby di oggi e le esigenze che ne conseguono. Oggi non direi mai ad un avanti mai "dritto per dritto sulla spalla debole" , lo direi si ma aggiungerei la ricerca cmq di una maggiore abilità sugli appoggi.
Tornando al topic, oggi una preparazione atletica già affronta nei club più strutturati, almeno dai 15 anni in su. Sul cosa fare, quello è soggettivo, ma penso che oggi non esista un esigenza elevata per spingere sui pesi. Sarebbe meglio avere nelle accademie staff lunghi e specializzato. Breakdown, gioco tattico al piede, gestione delle transizioni e lettura tattica della partita, sono le aree dove rispetto agli altri siamo molto più carenti, già dall' 20...
Quanto alla preparazione fisica , non è che nei seniores i nostri giovani hanno spaccato il mondo, si sono avvicinati al loro livello di fitness , ma niente di strabiliante.
Il trattato a quattro mani con Nespoli è qualcosa di meraviglioso, un passo avanti anche a certe cose che si vedono oggi. Ti aggiungo, ora più che mai c è l' esigenza di costruire una scuola tecnica tutta italiana proprio perché le strade le abbiamo seguire proprio tutte.
Pero il trattato va anche letto con il rugby di oggi e le esigenze che ne conseguono. Oggi non direi mai ad un avanti mai "dritto per dritto sulla spalla debole" , lo direi si ma aggiungerei la ricerca cmq di una maggiore abilità sugli appoggi.
Tornando al topic, oggi una preparazione atletica già affronta nei club più strutturati, almeno dai 15 anni in su. Sul cosa fare, quello è soggettivo, ma penso che oggi non esista un esigenza elevata per spingere sui pesi. Sarebbe meglio avere nelle accademie staff lunghi e specializzato. Breakdown, gioco tattico al piede, gestione delle transizioni e lettura tattica della partita, sono le aree dove rispetto agli altri siamo molto più carenti, già dall' 20...
Quanto alla preparazione fisica , non è che nei seniores i nostri giovani hanno spaccato il mondo, si sono avvicinati al loro livello di fitness , ma niente di strabiliante.
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Re: Nazionale U20 Stagione 21/22
L'articolo ha, a mio avviso, lacune argomentative:
1 - E' vero che in precedenza ci sono state singole annate di under 20 andate benino o con due vittorie nel torneo 6N. Non si coglie tuttavia la differenza sostanziale: la continuità negli ultimi 4-5 anni di tornei in cui anche quando abbiamo perso siamo sempre rimasti in partita. Prima era tutto più sporadico e comunque erano molte le partite in cui prendevamo 30-40 punti di differenza;
2 - Il percorso parallelo in tal senso delle under 18 e under 20. Ora sono più competitive insieme e non isolatamente;
3 - Gli ultimi tornei mondiali under 20 dove l'Italia non ha fatto l'ascensore con la serie B, contrariamente al trend precedente. E non abbiamo nemmeno potuto giocare il torneo in casa...
Non sono differenze da poco.
Non sono affatto d'accordo con la tesi che le ultime under italiane abbiano vinto di più perché hanno curato il fisico a discapito della tecnica.
Infine, la tesi secondo la quale il miglioramento delle under non si è trasferito a livello senior è semplicemente indimostrabile. Ci vorranno almeno 2-3 anni per verificare se gli ultimi 4-5 anni di formazione giovanile avranno inciso sulla crescita del movimento. Sempre poi che si confermi la buona filiera.
L'unica certezza che abbiamo ora è che le annate 90-98, che hanno prodotto i giocatori ora al top delle proprie possibilità, sono state nel complesso scarse di risultati e di livello medio di giocatori a livello giovanile (con le ovvie eccezioni) e ora ne risentiamo.
1 - E' vero che in precedenza ci sono state singole annate di under 20 andate benino o con due vittorie nel torneo 6N. Non si coglie tuttavia la differenza sostanziale: la continuità negli ultimi 4-5 anni di tornei in cui anche quando abbiamo perso siamo sempre rimasti in partita. Prima era tutto più sporadico e comunque erano molte le partite in cui prendevamo 30-40 punti di differenza;
2 - Il percorso parallelo in tal senso delle under 18 e under 20. Ora sono più competitive insieme e non isolatamente;
3 - Gli ultimi tornei mondiali under 20 dove l'Italia non ha fatto l'ascensore con la serie B, contrariamente al trend precedente. E non abbiamo nemmeno potuto giocare il torneo in casa...
Non sono differenze da poco.
Non sono affatto d'accordo con la tesi che le ultime under italiane abbiano vinto di più perché hanno curato il fisico a discapito della tecnica.
Infine, la tesi secondo la quale il miglioramento delle under non si è trasferito a livello senior è semplicemente indimostrabile. Ci vorranno almeno 2-3 anni per verificare se gli ultimi 4-5 anni di formazione giovanile avranno inciso sulla crescita del movimento. Sempre poi che si confermi la buona filiera.
L'unica certezza che abbiamo ora è che le annate 90-98, che hanno prodotto i giocatori ora al top delle proprie possibilità, sono state nel complesso scarse di risultati e di livello medio di giocatori a livello giovanile (con le ovvie eccezioni) e ora ne risentiamo.
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Re: Nazionale U20 Stagione 21/22
Si rivede Vaccari che tanto bene aveva fatto al 6N 2021
UNDER 20, OUT BERNARDINELLO E RUBINATO, CONVOCATI ARTUSO E VACCARI
Parma - Lo staff tecnico della Nazionale Under 20 ha comunicato poco fa la convocazione di Alex Artuso della Benetton Treviso e di Flavio Vaccari del Rugby Calvisano in vista del terzo turno del Six Nations di categoria in programma venerdì sera a Cork contro l'Irlanda.
I due giocatori sostituiscono per motivi sanitari Matteo Bernardinello (Petrarca Padova) e per scelta tecnica Matteo Rubinato (Benetton Treviso).
Dopo i tre giorni di raduno nella città ducale, gli Azzurrini saranno domani impegnati nell'articolata trasferta per raggiungere in serata la località della provincia di Munster, sede designata dalla IRFU per ospitare il Torneo: la formazione sarà annunciata nel tardo pomeriggio.
Six Nations U20 2022 | Terzo turno
IRLANDA U20 v ITALIA U20
Venerdì 25 Febbraio 2022 – kick off ore 21:00
La lista aggiornata dei 25 convocati:
ANDREOLI Riccardo (Rugby Rovigo Delta Srl Ssd)
ARTUSO Alex Valentino (Benetton Rugby Treviso)
BARTOLINI Riccardo (Florentia Rugby Asd)
BERLESE Lizardo Rodriguez Carlos (Ruggers Tarvisium Asd)
BIZZOTTO Valerio (Rugby Bassano 1976 Asd)
CENEDESE Giovanni (Asd Villorba Rugby)
CUMINETTI Federico (Asd Rugby Lyons)
FERRARI Giacomo (Unione Rugby Capitolina Asd)
FRANGINI Lapo (U.S. Firenze 1931)
FUSARI Arturo (G.S. Fiamme Oro Rugby Roma)
GARBISI Alessandro (Mogliano Rugby 1969 Ssd Arl)
GENOVESE Riccardo (Cus Torino Asd)
LAZZARIN Filippo (Rugby Petrarca Srl S.D.)
MEY Francois Carlo (Rugby Colorno 1975 Srl Ssd)
ODIASE David (Rugby Colorno 1975 Srl Ssd)
ORTOMBINA Alessandro (Valorugby Emilia Ssd Arl)
PANI Lorenzo (Benetton Rugby Treviso Srl)
PASSARELLA Dewi (Ruggers Tarvisium Asd)
RIZZOLI Luca (Unione Rugby Capitolina Asd)
SANTE Giovanni (Mogliano Rugby 1969 Ssd Arl)
SCRAMONCIN Tommaso (Rugby Petrarca Srl S.D.)
TENEGGI Nicolò (Valorugby Emilia Ssd Arl)
TOMASELLI Gianluca (G.S. Fiamme Oro Rugby Roma)
VACCARI Flavio Pio (Rugby Calvisano)
VINTCENT Ross Michael Alwyn (Accademia Nazionale I. Francescato)
UNDER 20, OUT BERNARDINELLO E RUBINATO, CONVOCATI ARTUSO E VACCARI
Parma - Lo staff tecnico della Nazionale Under 20 ha comunicato poco fa la convocazione di Alex Artuso della Benetton Treviso e di Flavio Vaccari del Rugby Calvisano in vista del terzo turno del Six Nations di categoria in programma venerdì sera a Cork contro l'Irlanda.
I due giocatori sostituiscono per motivi sanitari Matteo Bernardinello (Petrarca Padova) e per scelta tecnica Matteo Rubinato (Benetton Treviso).
Dopo i tre giorni di raduno nella città ducale, gli Azzurrini saranno domani impegnati nell'articolata trasferta per raggiungere in serata la località della provincia di Munster, sede designata dalla IRFU per ospitare il Torneo: la formazione sarà annunciata nel tardo pomeriggio.
Six Nations U20 2022 | Terzo turno
IRLANDA U20 v ITALIA U20
Venerdì 25 Febbraio 2022 – kick off ore 21:00
La lista aggiornata dei 25 convocati:
ANDREOLI Riccardo (Rugby Rovigo Delta Srl Ssd)
ARTUSO Alex Valentino (Benetton Rugby Treviso)
BARTOLINI Riccardo (Florentia Rugby Asd)
BERLESE Lizardo Rodriguez Carlos (Ruggers Tarvisium Asd)
BIZZOTTO Valerio (Rugby Bassano 1976 Asd)
CENEDESE Giovanni (Asd Villorba Rugby)
CUMINETTI Federico (Asd Rugby Lyons)
FERRARI Giacomo (Unione Rugby Capitolina Asd)
FRANGINI Lapo (U.S. Firenze 1931)
FUSARI Arturo (G.S. Fiamme Oro Rugby Roma)
GARBISI Alessandro (Mogliano Rugby 1969 Ssd Arl)
GENOVESE Riccardo (Cus Torino Asd)
LAZZARIN Filippo (Rugby Petrarca Srl S.D.)
MEY Francois Carlo (Rugby Colorno 1975 Srl Ssd)
ODIASE David (Rugby Colorno 1975 Srl Ssd)
ORTOMBINA Alessandro (Valorugby Emilia Ssd Arl)
PANI Lorenzo (Benetton Rugby Treviso Srl)
PASSARELLA Dewi (Ruggers Tarvisium Asd)
RIZZOLI Luca (Unione Rugby Capitolina Asd)
SANTE Giovanni (Mogliano Rugby 1969 Ssd Arl)
SCRAMONCIN Tommaso (Rugby Petrarca Srl S.D.)
TENEGGI Nicolò (Valorugby Emilia Ssd Arl)
TOMASELLI Gianluca (G.S. Fiamme Oro Rugby Roma)
VACCARI Flavio Pio (Rugby Calvisano)
VINTCENT Ross Michael Alwyn (Accademia Nazionale I. Francescato)
Propongo l'introduzione dell'arbitro di mischia ordinata.
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Re: Nazionale U20 Stagione 21/22
dopodomani venerdí alle 21:00, una bella verifica per i ragazzi.
Ho incontrato uno come Zappatalpa stamani alle 5.00 quando entravo a lavorare e ero a far colazione in uno dei pochi bar notturni