Pagina 12 di 13
Inviato: 3 ott 2006, 14:47
da bernadotte
Ilgorgo ha scritto:Mah, non sono per nulla d'accordo con la posizione "pinghial-canina". Stiamo parlando di rugby, non di realpolitik o cose del genere: dovrebbe esserci lo spazio "morale" per agire non in base a quel che le leggi permettono (le leggi sanciscono principi generali e quindi nello specifico possono risultare un po' inique) ma a quel che a noi pare giusto. Dovrebbe essere lo stesso Berbizier (o chi per lui, io in nazionale vorrei un allenatore italiano) ad autoimporsi dei limiti di convocabilità più stretti di quelli dell'Irb. Ovviamente non ho nulla contro Spragg o Canavosio, ma penso che se ci appassioniamo così tanto alle competizioni fra le nazionali sia proprio grazie ai criteri che ne stanno alla base, cioé quelli che separano nazione da nazione. Se iniziamo ad infrangere queste barriere vinceremo di più ma ci appassioneremo meno al gioco. E non penso che l'argomentzione "anche inglesi e kiwi lo fanno" sia valida: una volta tanto che loro si comportano da "italiani aggira-legge" noi comportiamoci da "gentleman"
Sottoscrivo in pieno
Inviato: 3 ott 2006, 14:51
da Cane_di_Pavlov
Perchè Berbizier dovrebbe "castrarsi" e rinunciare a giocatori che ritiene migliori?
BBZ è un professionista e deve ottenere risultati... mica essere una sorta di WWF per i giocatori di pura razza italica.
Inviato: 3 ott 2006, 14:52
da pulici
io focalizzo il mio sdegno sul fatto che si convochi il primo che passa (anche se, forse, molto forte) invece di dar fiducia ai giovani e a quelli che si fanno l'esperienza nelle nazionali minori!
con quale spirito un italiano dovrebbe cercare di migliorare se poi il primo STRANIERO forte gli passa davanti?
puo' migliorare solo per se stesso e per il suo club
e allora cosa stiamo a far nazionali, raduni, scuole ecc. minchiate ...scusate l'oxfordismo
Inviato: 3 ott 2006, 14:55
da Cane_di_Pavlov
L'italiano dovrebbe capire che, per come è strutturato il rugby, l'essere italiano non è un requisito essenziale per giocare in nazionale. Cerchi di migliorare e poi se ne riparla.
Inviato: 3 ott 2006, 14:58
da pulici
Cane_di_Pavlov ha scritto:L'italiano dovrebbe capire che, per come è strutturato il rugby, l'essere italiano non è un requisito essenziale per giocare in nazionale. Cerchi di migliorare e poi se ne riparla.
si ma allora a cosa servono le accademie?
Inviato: 3 ott 2006, 14:59
da pinghial
ci sono casi e casi gorgo...
Effettivamente la posizione di Spragg è particolare, già nazionale inglese, tipica faccia da inglese, non parla italiano, non so quale tipo di motivazione possa avere per giocare con la nazionale italiana (vabbè, non dimentichiamoci del progetto naturalizzazione di vosawai a 2 settimane dell'inizio dei mondiali...), però per uno come lui ci sono tanti altri giocatori senza i quali oggi non avremmo ciò che abbiamo...
senza un dominguez allora o senza un griffen adesso per esempio
Ti faccio il caso emblematico di de marigny, sud africano con pochi caps nella nostra nazionale.
Torna in Italia per ritrovare una convocazione in nazionale altrimenti impossibile, dimostrazione che ci tiene alla maglia che haq indossato. Allora, perché proibirglielo?
Io credo che non si possa e non si debba usare dei criteri nè troppo rigidi nè troppo lassisti.
Inviato: 3 ott 2006, 15:10
da GRUN
Poiché Pinghial mi ha direttamente chiamato in causa, intervengo, spero per l'ultima volta, in merito a questa faccenda. A nessuno degli intervenuti in questo 3D e che hanno espresso perplessità o sconcerto sul caso Spragg credo sia passato per la mente di voler costruire un fortino a difesa della "razza" italica. Visto che hai parlato di ragazzi senegalesi e del loro senso di appartenenza a questo paese, mio malgrado faccio un'incursione nel mio privato e tocco il punto. Da vent'anni lavoro con un ragazzo eritreo, il quale solo lo scorso anno ha ricevuto la nazionalità italiana. la figlia, nata in un campo profughi del Sudan e arrivata da noi all'età di 21 mesi, praticava taek won do (spero di aver scritto correttamente) a livello agonistico. Bene, ha lasciato questo sport nauseata perché non le fu consentito qualche anno fa di prendere parte ai campionati nazionali, in quanto considerata apolide, comunque non cittadina italiana, malgrado vivesse a Genova da quindici anni e fosse in tutto e per tutto più che integrata. Allora spiegami Pinghial, è morale che vesta la maglia azzurra Spragg e che non sia stato invece consentito a Yodith di gareggiare per il SUO paese? Poi spiegami, dato che hai scritto che non contano altri elementi a rappresentare una nazione se non il sentimento di appartenenza, come possa avvertirsi italiano un ragazzo arrivato otto settimane fa, senza conoscere una sola parola della nuova lingua? Citi Griffen e Peens, ma quelli sono casi ben diversi e li conosciamo tutti. Al di là di leggi e cavilli burocratici, si tratta di due ragazzi che hanno davvero scelto di partecipare ad un sistema di vita, di entrare in una cultura, senza naturalmente dover rinnegare il proprio passato, il proprio vissuto. Dici anche che siamo gli unici a dover ricondurre tutto ad un concetto "d'italianizzazione" estrema. Mi sembra che spesie nel rugby avvenga semmai il contrario e mostriamo un'utilitaristica disinvoltura a giocare con leggi e leggine al fine di di arrivare ai migliori risultati tecnici. Che tutti gli altri paesi attingano a piene mani alla regola sugli equiparati e sfruttino altre vie, qauli quella della naturalizzazione e dei doppi passaporti, non è vero. Molte nazioni sì, lo fanno, ma l'Irlanda, per citare un caso probante, nazione la cui storia è stata caratterizzata quanto e più della nostra dalle drammatiche esperienze degli emigranti, si è preoccupata di cotruire una base tecnica solida con ragazzi nati e cresciuti in loco. E' stata una scelta che ha pagato, mi sembra, considerati i risultati delle squadre di club e della nazionale. se invece di andare ad esaminare ansimanti i certificati di nascita dei trisavoli o dei nonni di ragazzi sparsi per il mondo ci preoccupassimo di programmare seriamente l'attività di base, incrementassimo il numero dei praticanti, migliorassimo la cultura rugbistica dei nostri tecnici, ecco, forse sarebbe meglio...
Inviato: 3 ott 2006, 15:20
da Cane_di_Pavlov
Il rincorrere trisavoli in giro per il mondo non implica che non si possa programmare seriamente l'attività di base, incrementare il numero dei partecipanti, migliorare i tecnici. sono cose che possono benissimo coesistere.
Inviato: 3 ott 2006, 15:23
da egon
Inviato: 3 ott 2006, 15:27
da pinghial
Allora spiegami Pinghial, è morale che vesta la maglia azzurra Spragg e che non sia stato invece consentito a Yodith di gareggiare per il SUO paese? Poi spiegami, dato che hai scritto che non contano altri elementi a rappresentare una nazione se non il sentimento di appartenenza, come possa avvertirsi italiano un ragazzo arrivato otto settimane fa, senza conoscere una sola parola della nuova lingua? Citi Griffen e Peens, ma quelli sono casi ben diversi e li conosciamo tutti. Al di là di leggi e cavilli burocratici, si tratta di due ragazzi che hanno davvero scelto di partecipare ad un sistema di vita, di entrare in una cultura, senza naturalmente dover rinnegare il proprio passato, il proprio vissuto.
il mio concetto era proprio questo sai? che poi la FIR sia più veloce della federazione di arti marziali a fare una cosa o un'altra bè questo è un altro discorso e non ne sono a conoscenza.
e concordo anche sul fatto di dover costruire una base ed avere una nazionale composta da atelti provenienti dai vivai del nostro paese.
E' ovvio che il caso di Spragg (ma direi anche Stanojevic) sono i casi dell'eccesso... e lo sto ripetendo da un pò, e per ogni convocazione in nazionale si dovrebbe discernere.
Inviato: 3 ott 2006, 22:46
da Matteo17
pinghial ha scritto:
E' ovvio che il caso di Spragg (ma direi anche Stanojevic) sono i casi dell'eccesso... e lo sto ripetendo da un pò, e per ogni convocazione in nazionale si dovrebbe discernere.
Attenzione : mi hanno detto che Stanojevic , di madre italiana, ha iniziato con il minirugby in Italia e solo successivamente é andato in Inghilterra ... questo ne fa (farebbe?) un caso molto diverso da quello di Spragg.
Spragg
Inviato: 4 ott 2006, 1:07
da PiVi1962
Berbizier ha convocato Spragg seguendo la normativa.
Sempre secondo la normativa, Spragg però poteva rifiutare, ad esempio perché sperava di essere prima o poi convocato per qualche nazionale inglese.
Se tutto fosse così, e se Spragg avesse scelto solo sulla base di motivazioni personali una bandiera invece di un'altra sotto la quale gareggiare, non credo che ci sia nulla da dire.
(Il nome è Spragg perché di lui si parla nel post, ma l'argomentazione che intendo proporre è più generale).
---
Il dubbio che mi sorge è però il seguente: se ho capito bene i regolamenti, con la convocazione Spragg diventa giocatore di Formazione Italiana.
Come tutti gli italiani, a questo punto inizio a pensare "male":
- chi è che ha interessi economici a far sì che Spragg diventi di Formazione Italiana?
- le persone portatrici di questi interessi economici hanno la possibilità di influenzare direttamente od indirettamente la FIR e/o i selezionatori?
- esiste una "politica" FIR per la scelta di tali giocatori (ad esempio, quella di crearne un numero il più equo possibile tra le varie squadre del Super 10)?
---
Siccome il mio pensare male si ferma qui, non ho mai nemmeno voluto provare a verificare se e quanto anche nel rugby possano succedere conflitti d'interessi simili a quelli del calcio (Lippi padre allenatore di club e della nazionale, Lippi figlio procuratore di calciatori, tanto per accennare al più eclatante).
Inviato: 4 ott 2006, 8:41
da KAIL
.... siete stufosi .......
Inviato: 4 ott 2006, 8:55
da bobo67
GRUN ha scritto:Poiché Pinghial mi ha direttamente chiamato in causa, intervengo, spero per l'ultima volta, in merito a questa faccenda. A nessuno degli intervenuti in questo 3D e che hanno espresso perplessità o sconcerto sul caso Spragg credo sia passato per la mente di voler costruire un fortino a difesa della "razza" italica. Visto che hai parlato di ragazzi senegalesi e del loro senso di appartenenza a questo paese, mio malgrado faccio un'incursione nel mio privato e tocco il punto. Da vent'anni lavoro con un ragazzo eritreo, il quale solo lo scorso anno ha ricevuto la nazionalità italiana. la figlia, nata in un campo profughi del Sudan e arrivata da noi all'età di 21 mesi, praticava taek won do (spero di aver scritto correttamente) a livello agonistico. Bene, ha lasciato questo sport nauseata perché non le fu consentito qualche anno fa di prendere parte ai campionati nazionali, in quanto considerata apolide, comunque non cittadina italiana, malgrado vivesse a Genova da quindici anni e fosse in tutto e per tutto più che integrata. Allora spiegami Pinghial, è morale che vesta la maglia azzurra Spragg e che non sia stato invece consentito a Yodith di gareggiare per il SUO paese? Poi spiegami, dato che hai scritto che non contano altri elementi a rappresentare una nazione se non il sentimento di appartenenza, come possa avvertirsi italiano un ragazzo arrivato otto settimane fa, senza conoscere una sola parola della nuova lingua? Citi Griffen e Peens, ma quelli sono casi ben diversi e li conosciamo tutti. Al di là di leggi e cavilli burocratici, si tratta di due ragazzi che hanno davvero scelto di partecipare ad un sistema di vita, di entrare in una cultura, senza naturalmente dover rinnegare il proprio passato, il proprio vissuto. Dici anche che siamo gli unici a dover ricondurre tutto ad un concetto "d'italianizzazione" estrema. Mi sembra che spesie nel rugby avvenga semmai il contrario e mostriamo un'utilitaristica disinvoltura a giocare con leggi e leggine al fine di di arrivare ai migliori risultati tecnici. Che tutti gli altri paesi attingano a piene mani alla regola sugli equiparati e sfruttino altre vie, qauli quella della naturalizzazione e dei doppi passaporti, non è vero. Molte nazioni sì, lo fanno, ma l'Irlanda, per citare un caso probante, nazione la cui storia è stata caratterizzata quanto e più della nostra dalle drammatiche esperienze degli emigranti, si è preoccupata di cotruire una base tecnica solida con ragazzi nati e cresciuti in loco. E' stata una scelta che ha pagato, mi sembra, considerati i risultati delle squadre di club e della nazionale. se invece di andare ad esaminare ansimanti i certificati di nascita dei trisavoli o dei nonni di ragazzi sparsi per il mondo ci preoccupassimo di programmare seriamente l'attività di base, incrementassimo il numero dei praticanti, migliorassimo la cultura rugbistica dei nostri tecnici, ecco, forse sarebbe meglio...
Esempio di come commentare in maniera costruttiva.
Bravo GRUN
Che poi io sia in pieno accordo con quanto dici questo è un altro discorso.
Voglio solo ricordare che il signor BBZ proclamava all'atto del suo insediamento di voler utilizzare il maggior numeo di italiani possibili.
La cosa che più mi fa sorridere (per non piangere) è il rientro di DeMarigny che lo scorso anno ha dimostrato nei fatti quanto glie ne fotta della nazionale italiana.
Ho detto mi fa sorridere perchè avrei scommesso le balle sul fatto che appena possibile lo avrebbero richiamato e più di una persona mi è testimone.
Inviato: 4 ott 2006, 9:09
da Rugby-Tv
KAIL ha scritto:.... siete stufosi .......
Spiegati meglio. Perchè se è come la interpreto io, cioè che sei stanco di quello che scriviamo sulla convocazione di Spragg, ti dico che nessuno ti obbliga a leggere questo trend.
Cordialmente