metabolik ha scritto: 12 set 2023, 13:47mmhhh.... una frattura si è creata, innegabile, ognuno prenderà i suoi provvedimenti.
Però, dopo questa discussione, rivolgo 2 cortesi richieste informative che intendo come necessari chiarimenti delle posizioni di ciascuno.
1 devo sapere da jpr, semplice forumista non moderatore, se ritiene ancora eccessive le direttive antinfortunistiche, tanto eccessive da snaturare il rugby.
Da oggi ho deciso che quando scrivo da moderatore lo faccio in verde, in modo che si capisca in che veste sto postando.
Dal colore, quindi, puoi arguire che ti risponde l'umile utente.
Prima che scoppiasse questa incresciosa situazione avevo addirittura intenzione di aprire un thread apposito sull'argomento che secondo me è davvero molto interessante. Ma poi la cosa è stata un pò messa in angolo da "altro".
Ma non eludo la domanda.
Non ritengo eccessive le direttive antinfortunistiche e non ritengo snaturino il rugby.
Preciso che tutta la discussione in seno a WR su questo tema verteva, però, più sulla prevenzione delle malattie degenerative che non sugli infortuni e che le prime più che da grossi impatti derivano da una serie continua di microtraumi. Ma se n'è ampiamente discusso altrove.
Ma ciò non toglie che il tonnellaggio, la velocità e il numero dei matches (frutti avvelenati del professionismo, dal quale persino io so che è impossibile tornare indietro, anche se aggiungo "purtroppo") impongono una particolare attenzione sugli impatti.
Il problema, per me, non sta nelle regole quanto nella loro applicazione e nella casistica.
Da giurista so che una regola per avere un senso deve contenere una prescrizione "attuabile". Cioè io posso rendere sanzionabile un comportamento se quel comportamento è adeguatamente descritto dalla norma. Devo inoltre prevedere delle esimenti o scriminanti per i casi in cui quel comportamento sia stato in concreto imprevedibile e/o inevitabile. Perchè sanzionare un comportamento che un soggetto non poteva riconoscere e/o evitare ci fa uscire dal concetto di responsabilità personale e passare in quello di responsabilità oggettiva.
Ne concludo che DEVE esserci un metro di giudizio il più possibile codificato in base al quale si possano rinvenire indizi che rendano l'eventuale contatto avvenuto come imprevedibile e/o inevitabile e che laddove si possa desumere di essere in questa situazione la sanzione debba essere disapplicata perchè sanzionare un comportamento che non si poteva prevedere od evitare svuota la norma delle sue funzioni.
Che sono:
la retributiva, nel senso della punizione di un comportamento aberrante
la special preventiva, ti punisco così impari a non rifarlo
la general preventiva, punisco te perchè gli altri capiscano cosa non fare.
Se il comportamento non è prevedibile e/o evitabile nessuna di queste funzioni è assolta.
Quindi io chiedo a te, caro meta
Ritieni ipotizzabile vi siano casi in cui un contatto pericoloso o addirittura dannoso possa essersi prodotto in assenza di qualsiasi possibilità da parte del sanzionando di prevedere, evitare la cosa?
Pensi che il caso fortuito sia possibile?
Se rispondi no a queste domande, allora non possiamo trovare un punto d'incontro.
Se rispondi si allora devi rispondera a una terza domanda
In questo caso la sanzione ha un senso o no?
Nel caso concreto secondo me Curry non poteva prevedere od evitare l'impatto.
Naturalmente questo è ciò che ho visto io e può darsi benissimo che mi sbagli.
Ma se fosse stato così come l'ho visto io, avrebbe dovuto ricevere una sanzione?