Qualche commento da parte di uno che, probabilmente, ha gli occhi foderati di prosciutto (e non si deve nemmeno sentire offeso).
Ho visto sbagliare Wilkinson, ho visto sbagliare Paterson, ho visto sbagliare O'Gara, penso che possa sbagliare anche Mirco senza volergliene per questo (vero oldie?). Del resto, il calcio che ha messo alla fine del primo tempo era difficile e compensa ampiamente l'errore precedente.
Sul drop nel finale: in quelle situazioni, per logica l'apertura vuole la palla il più tardi possibile, mentre gli avanti sperano di potersene liberare quanto prima: a nessuno piace essere quello che ha perso il possesso e "ha fatto perdere la partita". Mi pare difficile dare la colpa ad Orquera: se ha effettivamente chiamato la palla, era perché vedeva che, vuoi per stanchezza vuoi per paura, i compagni non erano più in grado di avanzare; fosse stato per lui, avrebbe aspettato di droppare da sotto i pali.
Sulla mischia nel finale: col senno di poi era certamente meglio tentare il calcio, ma se Mirco avesse sbagliato avremmo recriminato comunque, secondo me è proprio il principio della recriminazione che è sbagliato. Si prende una decisione e con quella si sta, la riprova non è possibile. Del resto Horan stava soffrendo parecchio e c'erano buone prospettive che prendesse un giallo. Purtroppo è capitato un incidente imponderabile: se potete rivedere la registrazione (lo dico soprattutto all'amico Yattaran, che mi è sembrato il più deciso nel criticare la scelta del capitano), vi accorgerete che il manto erboso ha clamorosamente ceduto dietro al nostro pacchetto, per cui noi spingevamo ma, invece della mischia irlandese, era il prato dietro di noi ad indietreggiare. Senza presa sul terreno retrostante, potevamo soltanto o far crollare la mischia, con possibile fischio contro, o giocare come Sergio ha fatto.
Sulla meta irlandese: raramente ho visto una situazione così orridamente paradossale. Se l'hanno studiata a tavolino, sono dei geni. Cerco di farmi capire. Riusciamo a fermare un loro attacco proprio sotto i pali, a questo punto loro possono sviluppare il gioco da ambo i lati e i nostri si schierano un po' di qua e un po' di là. Loro invece vanno quasi tutti a destra, creando un netto sovrannumero. Come accade spesso, sotto pressione i nostri non si sono schierati reagendo alla formazione d'attacco, ma secondo uno schema precostruito. Ora accade l'imponderabile, forse un colpo di genio, secondo me un errore grossolano: Sexton, unico dei suoi, va a sinistra, forse pensando che la difesa si sarebbe sguarnita da quel lato, mentre invece lì stanno pascolando gli orchi (Perugini, Castro, Masi); eppure O'Leary gli passa la palla e lo manda allo sbaraglio contro di loro

. Sopresi da cotanto boccone, i nostri lo fermano, ma non contestano abbastanza il pallone e Sexton riesce a tenerlo vivo finché non arriva il mm e la cavalleria dei 3/4, che nel frattempo si è spostata compatta dal lato dove si è sviluppato il gioco, a finire il lavoro. In tutto questo buona parte degli irlandesi si sono fatti due volte il campo in larghezza, mentre i nostri sono rimasti sempre dal lato che avevano scelto all'inizio dell'azione.
Sul nostro gioco: concordo in parte con chi dice che questa partita ha dimostrato che dovremmo giocare con un'apertura di ruolo, ma per un motivo probabilmente diametralmente opposto. Cioè non perché Gower non sia abbastanza bravo in attacco, ma perché, a giudicare da sabato, non è poi così indispensabile in difesa. Quello che ho notato, anche grazie a Munari, è che abbiamo gestito i breakdown, sia in attacco che in difesa, con meno gente, probabilmente frutto del lavoro del nuovo tecnico, e ci voleva finalmente! E' vero che la palla a tratti usciva molto fluida dalla parte irlandese, ma d'altra parte l'Irlanda è specialista proprio in questo e ben altre squadre hanno difficoltà nel gestire queste situazioni quando la affrontano. Resta il fatto che li abbiamo tenuti a 13 punti, con una sola meta.
Sulla partita in generale: se siamo rimasti in partita, i loro demeriti sono grandi almeno quanto i nostri meriti. Due anni fa vennero al Flaminio e ci schiantarono sulla resistenza, segnando (dopo un iniziale intercetto) al termine di azioni da 20 e 17 fasi consecutive. Probabilmente sabato volevano fare lo stesso, ma ora Wallace, più spesso D'Arcy (non oso immaginare che cosa si sarebbe detto qui se quella prestazione fosse stata fornita da Garcia) lasciavano cadere la palla dopo "solo" una dozzina di fasi. Con una mischia in sofferenza, un bel handicap.
Non condivido a pieno l'osservazione per cui la differenza tra le due squadre sarebbe stata il numero 21: a parti invertite, Orquera avrebbe probabilmente messo dentro il drop irlandese, mentre per O'Gara (che rimane un grandissimo) sarebbe stato molto più difficile segnare quello nostro. La vera differenza era nelle squadre per cui giocavano, nella qualità del loro attacco e, per conseguenza diretta, nella posizione da cui si sono trovati a calciare.