Il nuovo presidente
Moderatore: Emy77
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Mr Ian
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Re: Il nuovo presidente
il trend era già in calo da diversi anni e già i progetti latitavano.
Oggi si guarda al covid come la causa, ma per me è il pretesto per l abbandono.
Se si volesse fare una reale statistica, si dovrebbero tracciare gli abbandoni e capire se i ragazzi che hanno lasciato il rugby si sono dedicati ad un altra disciplina oppure sono inattivi.
Oggi per me il rugby nostrano vive una crisi di divertimento, non è più uno sport attraente come in passato. La federazione insieme ai club dovrebbe occuparsi di questo. Troppo facile dare la colpa di tutto al covid, i dati in nostro possesso sui praticanti mi hanno sempre lasciato forti dubbi, bastava però un minimo frequentare i campi per avere il sentore che ci fosse qualcosa che non andava, purtroppo eravamo troppo focalizzati su accademie ed eccellenze, senza preoccuparti del grassroots rugby, di chi affronta la disciplina con maggior leggerezza e ricerca in primis il divertimento.
Oggi si guarda al covid come la causa, ma per me è il pretesto per l abbandono.
Se si volesse fare una reale statistica, si dovrebbero tracciare gli abbandoni e capire se i ragazzi che hanno lasciato il rugby si sono dedicati ad un altra disciplina oppure sono inattivi.
Oggi per me il rugby nostrano vive una crisi di divertimento, non è più uno sport attraente come in passato. La federazione insieme ai club dovrebbe occuparsi di questo. Troppo facile dare la colpa di tutto al covid, i dati in nostro possesso sui praticanti mi hanno sempre lasciato forti dubbi, bastava però un minimo frequentare i campi per avere il sentore che ci fosse qualcosa che non andava, purtroppo eravamo troppo focalizzati su accademie ed eccellenze, senza preoccuparti del grassroots rugby, di chi affronta la disciplina con maggior leggerezza e ricerca in primis il divertimento.
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Garry
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Re: Il nuovo presidente
Bisogna anche vedere a quale età abbandonano. Per me uno dei motivi è anche il salto che si è costretti a fare a 17 anni, quando un pratica devi passare nei seniores.
Per me un’U19 o U20 sarebbe indispensabile
Per me un’U19 o U20 sarebbe indispensabile
"Come vorremmo vivere domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere!"
(dalla Lettera agli amici di Giacomo Ulivi)
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Mr Ian
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Re: Il nuovo presidente
le squadre seniores non hanno abbastanza numeri e sono costrette a portare gli U19. Sarebbe interessante una statistica sull età media delle squadre rapportate alle liste gare.Garry ha scritto: 9 nov 2021, 9:36 Bisogna anche vedere a quale età abbandonano. Per me uno dei motivi è anche il salto che si è costretti a fare a 17 anni, quando un pratica devi passare nei seniores.
Per me un’U19 o U20 sarebbe indispensabile
Se l abbandono nel minirugby è un dato drammatico, nelle serie B o C, l abbandono dei seniores sarà dello stesso livello.
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speartakle
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Re: Il nuovo presidente
io porto l mia esperienza: sul minirugby circa fino all'u15 non ci sono grossi abbandoni, vero c'è turnover ma come penso sia normale per dei bambini che magari hanno affrontato il rugby portati dai genitori ecc.
Dalla u17 in poi l'abbandono è consistente e ci sono diversi livelli di lettura:
1- fisici diversi e diversi sviluppi che in u17-u19 sono importanti e soprattutto con impatti e velocità quasi da seniores per alcuni e da u15 per altri (in u17 c'è gente che fa paelstra/propedeutica da 2 anni, altri che neanche l'hanno mai vista).
2- Motivi scolastici: l'impegno scolastico si fa più pressante e incide sulla costanza negli allenamenti (anche se non dovrebbe, non tutti sono supportati/motivati a mantenere l'impegno in entrambi i lati sacrificando magari il tempo libero)
3- é una età del quazzo dove scopri che vorresti essere libero di decidere cosa fare e quando farlo, che ti piace la faica piuttosto che uscire con gli amici ecc. che esistono altre cose al di fuori del rugby ecc.
4- manca un immaginario di riferimento per ragazzi, la nazionale non lo è più così tanto, il top10 poco attrattivo, URC solo se indirizzati, campionati esteri vari e non così accessibili (non c'è l'NBA di riferimento massimo).
5- diciamoci la verità il rugby è uno sport per tutti ma non da tutti. O accetti di "farti" male o è pesante a livello fisico, devi essere abituato/assuefatto alle botte per fartelo andare giù con una certa intensità e continuare a praticarlo anche in età adulta a livello agonistico. Davvero o hai una prospettiva o stai benissimo nel gruppo, altrimenti farti tre allenamenti alla settimana, mantenere un certo standard di allenamento, infortuni ecc e anche approcciarti al mondo del lavoro e dello studio universitario non è da tutti. Non è il calcio, ne il basket ne pallavolo.
A corollario, tanti ragazzi che giocavano con me hanno scelto di fare un dowgrade a livello seniores (da A/B a C) o di mollare per poi tornare a giocare in età più avanzata nel campionato amatoriale. Oggi dopo il covid c'è più gente nella squadra amatoriale che fa 2 allenamenti a settimana e che fonda la sua esperienza sulla cena post allenamento che nella squadra seniores in serie B e non di poco.
Dalla u17 in poi l'abbandono è consistente e ci sono diversi livelli di lettura:
1- fisici diversi e diversi sviluppi che in u17-u19 sono importanti e soprattutto con impatti e velocità quasi da seniores per alcuni e da u15 per altri (in u17 c'è gente che fa paelstra/propedeutica da 2 anni, altri che neanche l'hanno mai vista).
2- Motivi scolastici: l'impegno scolastico si fa più pressante e incide sulla costanza negli allenamenti (anche se non dovrebbe, non tutti sono supportati/motivati a mantenere l'impegno in entrambi i lati sacrificando magari il tempo libero)
3- é una età del quazzo dove scopri che vorresti essere libero di decidere cosa fare e quando farlo, che ti piace la faica piuttosto che uscire con gli amici ecc. che esistono altre cose al di fuori del rugby ecc.
4- manca un immaginario di riferimento per ragazzi, la nazionale non lo è più così tanto, il top10 poco attrattivo, URC solo se indirizzati, campionati esteri vari e non così accessibili (non c'è l'NBA di riferimento massimo).
5- diciamoci la verità il rugby è uno sport per tutti ma non da tutti. O accetti di "farti" male o è pesante a livello fisico, devi essere abituato/assuefatto alle botte per fartelo andare giù con una certa intensità e continuare a praticarlo anche in età adulta a livello agonistico. Davvero o hai una prospettiva o stai benissimo nel gruppo, altrimenti farti tre allenamenti alla settimana, mantenere un certo standard di allenamento, infortuni ecc e anche approcciarti al mondo del lavoro e dello studio universitario non è da tutti. Non è il calcio, ne il basket ne pallavolo.
A corollario, tanti ragazzi che giocavano con me hanno scelto di fare un dowgrade a livello seniores (da A/B a C) o di mollare per poi tornare a giocare in età più avanzata nel campionato amatoriale. Oggi dopo il covid c'è più gente nella squadra amatoriale che fa 2 allenamenti a settimana e che fonda la sua esperienza sulla cena post allenamento che nella squadra seniores in serie B e non di poco.
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Ilgorgo
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Re: Il nuovo presidente
Anch’io, in modo indiretto e non diretto come Speartakle, sapevo che l’abbandono non è avvenuto a livello di minirugby (in alcune realtà, come il Valorugby, i numeri sarebbero addirittura cresciuti nelle categorie mini) ma soprattutto nella fascia 15-17.
Qualcuno, non ricordo più chi, ha scritto o detto in modo efficace “durante il lockdown i ragazzi si sono buttati sul divano e non se ne sono più rialzati”. I ragazzi, non i bambini.
Concordo anche su quanto detto da Ian e Speartakle a proposito di una possibile causa: cioè la natura stessa del rugby, che a livello di puro divertimento è probabilmente meno attrattivo di altri sport. Io ho giocato poco a rugby e solo a livello junior: ricordo che quando giocavo a calcio al termine dell’allenamento c’era la partitella e tutti aspettavamo elettrizzati quel momento, perché era puro gioco e divertimento; anche al termine dell’allenamento di rugby c’era la partitella, ma la si aspettava più come un momento dove non si sarebbe stati obbligati a seguire gli esercizi più che come un momento di vero divertimento. E’ nella natura del rugby, che è più battaglia che gioco rispetto ad altri sport, c’è poco da fare; mi viene da paragonarlo un po’ allo studio del violino; se sei un ragazzino, o hai una rara passione per quello strumento o lo studi solo perché i tuoi genitori te lo impongono, e poi per abitudine, o magari solo perché ti trovi bene con i compagni di studio; solo dopo qualche anno di duri e poco appaganti sacrifici, se avrai avuto la bravura e la fortuna di non smettere, inizierai ad appassionarti davvero e a capire che sei stato fortunato a scegliere quello strumento e non uno strumento più “facile”.
Come ha già scritto qualcuno di voi sarebbe interessante avere dati affidabili sul calo di tesserati anche in altri sport, per vedere se il rugby sta soffrendo maggiormente questo difficile periodo
Qualcuno, non ricordo più chi, ha scritto o detto in modo efficace “durante il lockdown i ragazzi si sono buttati sul divano e non se ne sono più rialzati”. I ragazzi, non i bambini.
Concordo anche su quanto detto da Ian e Speartakle a proposito di una possibile causa: cioè la natura stessa del rugby, che a livello di puro divertimento è probabilmente meno attrattivo di altri sport. Io ho giocato poco a rugby e solo a livello junior: ricordo che quando giocavo a calcio al termine dell’allenamento c’era la partitella e tutti aspettavamo elettrizzati quel momento, perché era puro gioco e divertimento; anche al termine dell’allenamento di rugby c’era la partitella, ma la si aspettava più come un momento dove non si sarebbe stati obbligati a seguire gli esercizi più che come un momento di vero divertimento. E’ nella natura del rugby, che è più battaglia che gioco rispetto ad altri sport, c’è poco da fare; mi viene da paragonarlo un po’ allo studio del violino; se sei un ragazzino, o hai una rara passione per quello strumento o lo studi solo perché i tuoi genitori te lo impongono, e poi per abitudine, o magari solo perché ti trovi bene con i compagni di studio; solo dopo qualche anno di duri e poco appaganti sacrifici, se avrai avuto la bravura e la fortuna di non smettere, inizierai ad appassionarti davvero e a capire che sei stato fortunato a scegliere quello strumento e non uno strumento più “facile”.
Come ha già scritto qualcuno di voi sarebbe interessante avere dati affidabili sul calo di tesserati anche in altri sport, per vedere se il rugby sta soffrendo maggiormente questo difficile periodo
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supermax
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Re: Il nuovo presidente
Un anno e mezzo senza campionati giovanili è stato devastante. Se perdi il "ritmo" di allenamenti e partite perdi anche la relativa socializzazione con i compagni di squadra e ricostruirla è più difficile in una fascia d'età come i 15-18 anni per cui ti passa la voglia di riprendere a fare fatica, perché il rugby è divertimento e tanta fatica, e ripieghi su quelle attività più facili da gestire anche sul piano fisico. Credo valga anche per altri sport, mi pare che il calo dell'attività giovanile sia generalizzato.
- doublegauss
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Re: Il nuovo presidente
E soprattutto, a capire che rispetto al contrabbasso i problemi di trasporto dello strumento sono irrisoriIlgorgo ha scritto: 9 nov 2021, 11:10 mi viene da paragonarlo un po’ allo studio del violino; se sei un ragazzino, o hai una rara passione per quello strumento o lo studi solo perché i tuoi genitori te lo impongono, e poi per abitudine, o magari solo perché ti trovi bene con i compagni di studio; solo dopo qualche anno di duri e poco appaganti sacrifici, se avrai avuto la bravura e la fortuna di non smettere, inizierai ad appassionarti davvero e a capire che sei stato fortunato a scegliere quello strumento e non uno strumento più “facile”.
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Luqa-bis
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Re: Il nuovo presidente
Da padre di 14 enne e 16 enne so cosa han significato per questi pischelli questi 18 mesi.
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Ilgorgo
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Re: Il nuovo presidente
"Non riuscì mai a capire la natura dello strumento, continuava a soffiarci dentro" (dal film Prendi i soldi e scappa) : )doublegauss ha scritto: 9 nov 2021, 15:58E soprattutto, a capire che rispetto al contrabbasso i problemi di trasporto dello strumento sono irrisoriIlgorgo ha scritto: 9 nov 2021, 11:10 mi viene da paragonarlo un po’ allo studio del violino; se sei un ragazzino, o hai una rara passione per quello strumento o lo studi solo perché i tuoi genitori te lo impongono, e poi per abitudine, o magari solo perché ti trovi bene con i compagni di studio; solo dopo qualche anno di duri e poco appaganti sacrifici, se avrai avuto la bravura e la fortuna di non smettere, inizierai ad appassionarti davvero e a capire che sei stato fortunato a scegliere quello strumento e non uno strumento più “facile”.![]()
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Brules
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Re: Il nuovo presidente
Al rugby, causa diffusione limitata, manca il livello "amatoriale". Negli sport più diffusi anche 15-16 anni puoi decidere di giocare nella squadretta del paese solo per il gusto di giocare con gli amici e investendo giusto il tempo dell'allenamento.
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metabolik
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Re: Il nuovo presidente
E come mai non c'è, nel rugby, il livello quartiere/parrocchia oppure scapoli-ammogliati ? Cioè il livello di puro divertimento/passatempo con limitato sforzo fisico e bassissimo pericolo di infortunio ?Brules ha scritto: 9 nov 2021, 22:33 Al rugby, causa diffusione limitata, manca il livello "amatoriale". Negli sport più diffusi anche 15-16 anni puoi decidere di giocare nella squadretta del paese solo per il gusto di giocare con gli amici e investendo giusto il tempo dell'allenamento.
Ovvio, perchè è uno sport di contatto e senza quello non è rugby; non puoi giocare a rugby per mantenerti in forma e divertirti; al contrario, devi avere una più che buona forma fisica e un minimo allenamento specifico per giocare, anche per una partita fra scapoli e ammogliati, altrimenti ti fai male o fai finta di giocare, cioè non placchi e non cerchi il contatto.
Aggiungo @Speartackle : il rugby non è uno sport per tutti, nel senso, praticabile da tutti, non lo è mai stato e non lo sarà mai.
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speartakle
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Re: Il nuovo presidente
Ma no meta che stai dicendo!? Ma se negli ultimi anni il campionato amatoriale ha avuto una impennata?! E la serie C? Daily il livello di impegno per 90% è esattamente quello di scapoli/ammogliati... E pure
In serie B c'è gente che verrebbe a scartata per la partita di calcetto....
E gli old dove li mettiamo? Non sono amatoriali loro?
In serie B c'è gente che verrebbe a scartata per la partita di calcetto....
E gli old dove li mettiamo? Non sono amatoriali loro?
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Mr Ian
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Re: Il nuovo presidente
secondo me c'è anche un discorso culturale da affrontare legato a cosa intendiamo noi per rugby e di conseguenza cosa proponiamo.
Inteso che per me rugby è quello sport dove il pallone è ovale, si passa solamente indietro con le mani e per fare punti bisogna schiacciare la palla oltre la linea. Se partiamo da questo assunto, possiamo anche iniziare a proporre forme alternative di rugby senza snaturare l essenza dello sport, in modo magati da riuscire ad attrarre più persone o praticanti che però non hanno quella vis pugnandi da mettere in campo, ma giocano solo per divertirsi. Sui numeri la stessa cosa, non per forza dobbiamo essere in 15, in funzione del numero modifichiamo il campo..
Se si seguisse questa strada, potremmo offrire a tuttti l esperienza del rugby senza fare una selezione di uomini alpha, che poi di alpha hanno ben poco...ne ho viste diverse partite di rugby amatoriali che di rugby avevano ben poco, sia nei contenuti tecnici che in quelli sportivi comportamentali.
Inteso che per me rugby è quello sport dove il pallone è ovale, si passa solamente indietro con le mani e per fare punti bisogna schiacciare la palla oltre la linea. Se partiamo da questo assunto, possiamo anche iniziare a proporre forme alternative di rugby senza snaturare l essenza dello sport, in modo magati da riuscire ad attrarre più persone o praticanti che però non hanno quella vis pugnandi da mettere in campo, ma giocano solo per divertirsi. Sui numeri la stessa cosa, non per forza dobbiamo essere in 15, in funzione del numero modifichiamo il campo..
Se si seguisse questa strada, potremmo offrire a tuttti l esperienza del rugby senza fare una selezione di uomini alpha, che poi di alpha hanno ben poco...ne ho viste diverse partite di rugby amatoriali che di rugby avevano ben poco, sia nei contenuti tecnici che in quelli sportivi comportamentali.
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speartakle
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Re: Il nuovo presidente
si tutto giusto e condivisibile, il problema resta che non abbiamo i numeri per fare sia l'uno che l'altro (a livello seniores anche si), ma a livello giovanile anche no. Questa è una proposta per integrare quello che c'è, adesso siamo intrigati a fare anche lo standard... I club e le persone hanno un set limitato di cose che si possono fare con attenzione e qualità, e oggi con le risorse che abbiamo per esempio: minirugby, squadra di rugby integrato, giovanili, prima squadra, old, touch senior, femminile. Tante cose alcune fatte bene, altre fatte male, altre così così.Mr Ian ha scritto: 10 nov 2021, 8:23 secondo me c'è anche un discorso culturale da affrontare legato a cosa intendiamo noi per rugby e di conseguenza cosa proponiamo.
Inteso che per me rugby è quello sport dove il pallone è ovale, si passa solamente indietro con le mani e per fare punti bisogna schiacciare la palla oltre la linea. Se partiamo da questo assunto, possiamo anche iniziare a proporre forme alternative di rugby senza snaturare l essenza dello sport, in modo magati da riuscire ad attrarre più persone o praticanti che però non hanno quella vis pugnandi da mettere in campo, ma giocano solo per divertirsi. Sui numeri la stessa cosa, non per forza dobbiamo essere in 15, in funzione del numero modifichiamo il campo..
Se si seguisse questa strada, potremmo offrire a tuttti l esperienza del rugby senza fare una selezione di uomini alpha, che poi di alpha hanno ben poco...ne ho viste diverse partite di rugby amatoriali che di rugby avevano ben poco, sia nei contenuti tecnici che in quelli sportivi comportamentali.
Non è facile, per nulla, tenere in piedi tutti e dare una parvenza di organizzazione e che tutti abbiano un posto nella società e non siano i reietti o l'ultima ruota del carro...
Noto che abbiamo una schizofrenia di base:
Da un lato i tifosi, il mondo rugbystico italiano vorrebbe competere con le migliori al mondo e pretende che i club si organizzino come tali, che i campionati siano competitivi, si migliori l'agonismo, l'impegno, i particolari, le skills, i gesti tecnici, fisici e tutto quello che leggete sui forum e menate varie, dall'altro vorremmo che si fosse inclusivi, che ci fosse lo spazio per chi approccia il rugby in modo meno "agonistico" ecc.
Però il bacino di base dei due approcci è lo stesso, e al momento anzi vorremmo allargarlo per ampliare la parte agonistico/competitiva e per farlo servono risorse umane e impegno che se impegni qui non puoi dedicare ad altro, compreso il touch, tag, per i giovani e tutto quello che vi viene in mente.
é come quando in una azienda inizi ad assegnare compiti in più ai dipendenti: ma che bella la certificazione di qualità iso 9000x ecc o ma che bello facciamo un gruppo di lavoro per sviluppi futuri o anche uno per analisi dei dati che già abbiamo ecc. Però l'orario di lavoro resta quello e i dipendenti pure anzi magari diminuiscono. Difficile che il corebusiness non subisca un calo di qualità o che i dipendenti non vadano in bornout.
Ecco noi siamo questi molto spesso. Vorremmo tutto e non ci accorgiamo che tutto non si può avere.
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speartakle
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Re: Il nuovo presidente
Approcciate all'articolo di quindici come me, come un biologo o un dottore analizzerebbe le feci per ricavarne alcuni indizi o parti di verità sul paziente, così ho letto questo post:
https://quindici.altervista.org/il-disa ... 6prnBhvQxc
Come sempre muove accuse da insider, che però ovviamente senza una intervista ai diretti interessati non può venir smentita. in particolare mi sono parsi interessanti questi rimasugli:
poi un paio di passaggi che condivido in parte:
Magari i biglietti non finivano in un giorno e potevo pensare di prenderne uno anch'io
Il fatto è che il messaggio verso l'esterno per le scelte delle sedi dei due TM (Argentina e Uruguai) è tutto interno al movimento (Treviso e PArma le due franchigie ecc) quando qualcosa di un po' più esterno poteva esserci.
https://quindici.altervista.org/il-disa ... 6prnBhvQxc
Come sempre muove accuse da insider, che però ovviamente senza una intervista ai diretti interessati non può venir smentita. in particolare mi sono parsi interessanti questi rimasugli:
al di là del decantare le virtù dell'Ufficio Eventi, è pensabile che la gestione del personale sia così miope/sconclusionata?Semplicemente perchè è mancato l’ingrediente fondamentale : il lavoro dell’Ufficio Eventi. Sì perché per reperire le sedi di partite internazionali bisogna lavorare mesi prima, individuare le città e aprire i rapporti con i comuni proprietari degli stadi, stabilire relazioni con i club di calcio che, in genere, li gestiscono. [...] tutte cose che negli anni pre-Covid sono sempre state svolte brillantemente con ottimi risultati per la FIR da una squadra che oggi non c’è più. Oggi in quell’Ufficio c’è solo un generale senza soldati, il Responsabile che ormai non potrà più godere del supporto del lavoro dei dipendenti federali che in questi mesi sono stati affidati ad altri incarichi.
poi un paio di passaggi che condivido in parte:
che il Plebiscito non penso tenga 10.000 persone oggi (ovviamente scorretto fare il confronto fra il minimo del Monigo e il massimo non più fattibile del Plebiscito) però di primo acchito è una cosa che anche a me non piace, cavolo al Plebiscito un duemila persone in più si potevano tenere, magari non è così "bello" e nuovo come Monigo, ma penso come quantità fosse meglio.La qualità e la lungimiranza della programmazione dei test è testimoniata dal confronto tra un’Italia – Argentina disputata al sabato in un impianto con una capienza da 5000 posti con un’ Italia A – Uruguay disputato alla domenica in uno stadio da 10.000.
Magari i biglietti non finivano in un giorno e potevo pensare di prenderne uno anch'io
Il fatto è che il messaggio verso l'esterno per le scelte delle sedi dei due TM (Argentina e Uruguai) è tutto interno al movimento (Treviso e PArma le due franchigie ecc) quando qualcosa di un po' più esterno poteva esserci.