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«I mercati all'aperto verranno temporaneamente chiusi»: la decisione del Comune di Padova
„Per i nostri mercati è infatti tecnicamente impossibile adempiere a un’ordinanza comunicata nel pomeriggio di venerdì e subito in vigore, con prescrizioni che, se non adottate attraverso un accurato piano operativo condiviso con le categorie, rischiano di creare assembramenti al posto di evitarli.“
Mi sembra ci sia un lieve miglioramento anche oggi, seppur ancora tenue. E' una lenta lenta discesa dei numeri, più lenta di quanto si sperava.
Da notare che oggi ci sono state solo +15 persone in terapia intensiva e che in Lombardia quel dato è +30: quindi nel resto d'Italia i ricoverati in terapia intensiva oggi sono complessivamente calati di 15 unità (anche a causa dei tanti decessi, certamente)
Ilgorgo ha scritto: 3 apr 2020, 18:51
I dati degli ultimi tre giorni
Mi sembra ci sia un lieve miglioramento anche oggi, seppur ancora tenue. E' una lenta lenta discesa dei numeri, più lenta di quanto si sperava.
Da notare che oggi ci sono state solo +15 persone in terapia intensiva e che in Lombardia quel dato è +30: quindi nel resto d'Italia i ricoverati in terapia intensiva oggi sono complessivamente calati di 15 unità (anche a causa dei tanti decessi, certamente)
I morti però continuano a non scendere, e sappiamo quanto questo dato possa essere sottostimato.
Le cure non funzionano come sperato? Il dato risente dei "nuovi" contagi di circa due settimane fa in zone dove il virus non si era ancora diffuso molto? Sarebbe interessante vedere l'andamento regionale dei deceduti.
Si, la diminuzione è lenta, meno visibile per l'aumento dei tamponi di ieri, mantenuto praticamente anche oggi.
Osservare 4585 casi in più, ma in/con un andamento in discesa da 5 giorni è tutta un'altra storia. Soprattutto è un aumento gestibile dalle strutture ospedaliere. La proiezione 'all'indietro' determinerà presto una benefica esplosione di guariti.
Nessuna sirena oggi e sul giornale locale il numero di annunci funebri sta dimezzandosi.
@Gorgo : ottima l'idea di mantenere i dati progressivi in tabella.
metabolik ha scritto: 3 apr 2020, 19:21
Si, la diminuzione è lenta, meno visibile per l'aumento dei tamponi di ieri, mantenuto praticamente anche oggi.
Osservare 4585 casi in più, ma in/con un andamento in discesa da 5 giorni è tutta un'altra storia. Soprattutto è un aumento gestibile dalle strutture ospedaliere. La proiezione 'all'indietro' determinerà presto una benefica esplosione di guariti.
Nessuna sirena oggi e sul giornale locale il numero di annunci funebri sta dimezzandosi.
@Gorgo : ottima l'idea di mantenere i dati progressivi in tabella.
Piacenza e Parma sono le province dell'Emilia con l'aumento dei contagiati di gran lunga inferiore (1,66%) Reggio, Bologna e la Romagna stanno crescendo molto di più. Sembra quasi un'onda che si è spostata progressivamente verso est. Addirittura Forlì-Cesena è oltre il 9%
"Come vorremmo vivere domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere!"
(dalla Lettera agli amici di Giacomo Ulivi)
Se volete calarvi anche voi in prima linea e vivere quello che sta vivendo chi lavora in ospedale e chi ha vissuto il lockdown integrale di Wuhan c'è questo documentario duro ma realizzato molto bene: "The lockdown: One month in Wuhan".
"Come vorremmo vivere domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere!"
(dalla Lettera agli amici di Giacomo Ulivi)
Beh, le cose che hanno fatto i cinesi, in un Paese democratico avresti potuto realizzarle con difficoltà molto maggiori, oppure non avresti potuto realizzarle proprio
"Come vorremmo vivere domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere!"
(dalla Lettera agli amici di Giacomo Ulivi)
Il caso di Bergamo è quello che probabilmente costerà molto caro all' attuale amministrazione regionale lombarda e soprattutto al presidente e all'assessore alla sanità , e forse anche a qualche sindaco e amministratore sanitario.
I casi vi erano dallo stesso periodo di Codogno (ricordate i turisti bergamaschi in Sicilia e altrove) , eppure nessuna misura di contenimento è stata adottata.
All'inzio avevo pensato alla presenza di Orio al Serio, che potrebbe essere stato anche il punto di ingresso, ma alla fine credo che abbiano pesato più trenord, tangenziale est ed A4.
e soprattutto le RSA e l'ospedale di Alzano.
Credo che uno dei fattori che hanno accelerato il contagio a Bergamo sia stata la partita Atalanta Valencia con circa 45.000 persone al seguito...
Provo a rispondere al doloroso e logico quesito di hardu. E' una mia personale elaborazione.
Da testimonianze dirette l'evoluzione letale è rapida, meno di una settimana, i più sofferenti se ne vanno in 4 giorni, se non meno.
Con una media di 5 gg dalla manifestazione al decesso, i morti di oggi sono una quota dei ricoverati di 5 gg fa. Sembra che non ci siano lungo-decenti in pericolo di vita, se riesci a sopravvivere al primo attacco poi attraverso un lungo calvario ne esci.
In sostanza il numero dei morti è statisticamente correlato al numero di nuovi casi di 5 gg prima, cioè la diminuzione dei decessi è in ritardo di circa 5 gg rispetto alla diminuzione dei nuovi casi.
Se domani non calano ho sbagliato.
Le curve dei nuovi casi e dei decessi in Italia in effetti sembrano assomigliarsi, con la seconda in ritardo di circa sei giorni rispetto alla prima; eccole nei due grafici con le barre grigie in questa pagina https://www.worldometers.info/coronavir ... try/italy/
Riprendo un passaggio del post precedente, a scanso di equivoci :
metabolik ha scritto: 3 apr 2020, 19:40
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Sembra che non ci siano lungo-decenti in pericolo di vita, se riesci a sopravvivere al primo attacco poi attraverso un lungo calvario ne esci.
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Ne esci se ti curano, beninteso, chi subisce l'attacco non ce la fa se non lo curano. Il numero dei morti è elevato, tragico, ma se il Sistema fosse collassato sarebbero il triplo. Basti il caso del paziente 1, giovane e atleta dilettante ; ce l'ha fatta, con quasi 2 settimane di terapia intensiva.
India, prima di lamentarvi, non che ve ne siamo, di lamenti, in questo loco, leggere l'articolo:
"...
Appena rientrati al loro paesino nel Bengala, i sette emigrati sono stati bloccati dalle autorità sanitarie. Andare a vivere con la famiglia nelle catapecchie di dieci metri quadrati? Neanche per sogno. Quarantena e distanza sociale, come nel resto del mondo. Operai come questi, che vivono alla giornata, è già tanto siano riusciti a pagarsi un biglietto da Chennai fino a casa.
Qualcuno si è ricordato dei due alberi di mango e del grande banyan che reggono pedane avvista-elefanti. E i sette sono finiti in quarantena tra i rami, come il Barone Rampante. Mogli e madri arrivano tre volte al giorno per lasciare viveri ai piedi dei tronchi. Si attende. E questa è solo una delle tante vicende dei 120 milioni di migranti indiani nell' Era della Pandemia.
Il problema inizia alle ore 20 del 24 marzo, quando il premier Narendra Modi annuncia che a mezzanotte inizia la chiusura totale. Panico.
Restare in città senza lavoro, rischiando la fame, o partire nonostante il blocco? Assalto alle stazioni degli autobus.
Poi si fugge in calessi trainati dalle bici, o a piedi. Centinaia di migliaia di persone vanno verso Rajasthan, Uttar Pradesh, Jharkhand, dove un piatto di riso lo si trova dalla mamma, dai figli, dai parenti. Urbanizzazione al contrario.
Sì, lo sanno che così portano il virus a chi amano di più, disseminandolo nelle campagne. Ma c' è un terrore più immediato: la fame. «Abbiamo più paura di morire di fame che di coronavirus», dicono.
Così la chiusura totale, contro un virus che in India ha registrato 2069 contagi ufficiali e 53 decessi, si trasforma in crisi umanitaria. I migranti marciano per centinaia di chilometri verso casa, ai bordi delle autostrade, in scene viste solo nel 1947, nella partizione tra Pakistan e India. Qualcuno muore d' infarto per la stanchezza, chi addirittura sulla soglia di casa, chi invece viene falciato dai camion nel buio delle strade scalcinate d' India.
Anche chi è rimasto nelle metropoli rischia grosso. Molti migranti sopravvivono da tre giorni ad acqua e sale. Fanno collette, ma non bastano.
Sono terrorizzati dalla polizia che li malmena se li sorprende per strada, anche se vanno ai centri di distribuzione di cibo, spesso a più di 10 chilometri a piedi. Affamati, restano nei cantieri in attesa del 15 aprile, stretti stretti, senza mascherine e senza speranze. Modi chiede scusa per aver causato tanto sconforto: «Ma è indispensabile».
Non va meglio nelle bidonville delle megalopoli come Mumbai. Il 30% degli indiani vive nei bassifondi, ma nella capitale del Maharastra si sale al 62 per cento. Distanza sociale? Qui ci sono più di cinque milioni di persone che vivono in catapecchie di dieci metri quadrati, fino a otto per stanza. A Worli Koliwada, 35 mila abitanti, appena scoperti sei casi di contagio sono scattati i sigilli. Alcuni si asserragliano con barricate e vigilantes alle entrate dei vicoli.
Non ci sono bagni privati, ma una cloaca comune. L' acqua viene erogata per due ore, al mattino. Lavarsi le mani? In India, secondo il censo 2016, solo il 63% della popolazione le lava dopo essere andati al bagno in un paese dove la carta igienica è un lusso. Il 40% non ha sapone né acqua, l' 80% delle famiglie povere non ha lavabi né acqua per le mani.
Per fortuna i medici indiani sono bravi, nonostante lavorino in ospedali pubblici tra i peggiori al mondo, pericolanti per i pochi finanziamenti. Il 22 marzo Modi aveva invitato la nazione a battere le mani nei balconi per dimostrare la solidarietà a dottori e infermieri.
Ma da quando c' è la chiusura, il personale viene preso a sassate e bastonate, e pure sfrattati perché "portatori di contagio". Nel mirino della polizia finiscono anche i giornalisti, picchiati e arrestati, come denuncia Pen international, perché narrano le realtà dei più sfortunati (uno degli articoli incriminati documenta come i Dalit, o intoccabili, siano costretti a sfamarsi mangiando erba).
I segnali di un caos crescente in India, dove i casi reali sono probabilmente più di quelli ufficiali. E dove ci si attende un' ondata di morte come non si è ancora vista in un grande Paese che del suo saper convivere con la morte ha fatto una bandiera..."
ti conosco mascherina!
una bella ripassata sull'utilità dell'attrezzo, a seguire la leggera intro:
conosco una che s'è fatta la mascherina con la coppa di un reggiseno mettendo all'esterno la carta forno di Palomba memoria. un giorno, poi, magari, una riflessione sulle mascherine uber alles, al di là della loro utilità contingente, la facciamo. che dite?
"... dottor Francesco Garbagnati come mai aveva fatto quell'appello?
Faccio il medico da molti anni, si tratta di nozioni che tutti i miei colleghi conoscono: i virus come il Covid-19 si diffondono attraverso le droplet, le goccioline più grandi che si emettono durante starnuti e colpi di tosse e che viaggiano anche per molti metri. Ma in percentuale minore i virus viaggiano anche nelle goccioline più piccole, l'aerosol. Per cui la prima misura da adottare è rallentare la diffusione indossando tutti le mascherine.
Questo però non è quello che dice l'OMS, che solo oggi sembra orientata a cambiare le sue linee guida. Secondo l'agenzia delle Nazioni Unite, solo medici e personale sanitario in contatto con malati conclamati devono indossare le protezioni. Per tutti gli altri, basta stare a un metro.
Questo è stato un errore gravissimo che ha causato ancora più contagi e morti, anche tra i medici, di cui qualcuno dovrà rispondere, sul piano politico e legale. L'OMS deve fare marcia indietro il prima possibile ed evitare altri danni. Già dai primissimi studi cinesi si capiva che questo virus aveva la capacità di sopravvivere molte ore fuori dal corpo umano, e di viaggiare per via aerea ben oltre il metro.
C'è poi il problema del periodo di contagio
Esatto. Alcuni studi dimostrano che si è contagiosi per due giorni prima di mostrare sintomi e fino a 39 giorni dopo. Altro che i 14 giorni consigliati dall'OMS. Per questo le mascherine sono fondamentali. Molti malati non sanno di esserlo e contribuiscono a diffondere il virus. Oppure sanno di esserlo ma non gli fanno nessun tampone né ricevono cure ospedaliere, escono di casa dopo due settimane e continuano a infettare gli altri.
Il problema è che le mascherine, a un mese dal suo appello, ancora non si trovano
Quando dovremo usarle tutti, oltre ovviamente al personale sanitario, ne serviranno decine di milioni ogni mese. Al momento però esce di casa – e speriamo non tutti i giorni – una sola persona a famiglia, per fare la spesa.
Quella persona deve avere la mascherina, anche fatta in casa con carta forno o con un foulard coperto dalla comune pellicola da cucina che lo renda idrorepellente o, ancora meglio, cucendo una tasca di stoffa che si può bollire dopo ogni utilizzo, da riempire con un quadratino di plastica usa e getta. E i supermercati dovrebbero imporre l'obbligo di indossarle a tutti, anche distribuendole all'ingresso insieme al gel disinfettante.
Ora anche negli Stati Uniti consigliano di uscire di casa coprendosi naso e bocca, anche con mezzi non ''ortodossi''
Non dimentichiamo gli occhiali: come negli ospedali indossano visori speciali per proteggere gli occhi, anche i cittadini dovrebbero sempre indossare gli occhiali (da sole o da vista) per ridurre la possibilità di contagio. Il virus passa anche dal condotto lacrimale.
La mascherina è una panacea?
Certo che no, ma è una questione di attenzione, scrupolo ed educazione verso il prossimo. Non azzera la propagazione del virus, ma la riduce del 70-80%. Perché anche la carica virale è molto importante: più si attenua, più è possibile che chi ci sta vicino prenda il virus in forma più lieve, perché il sistema immunitario riesce a combattere in modo più efficace una ''quantità'' minore di agente patogeno..."
Ilgorgo ha scritto: 3 apr 2020, 20:51
Qualche altro grafico; i primi due in particolare sono incoraggianti, lo zero sembra vicino... tolgo i grafici per non fare un'inutile iperquote.
Gran bel riassunto, eccellente,per la prima volta vedo un grafico dei nuovi casi.
Domani voglio vedere quella linea scendere, il grafico 4, e poi anche dopodomani.
Poi potremo dire che lo zero s'avvicina.
Eccellente visione sinottica, che ci incoraggia.
Grande Italia, luce delle genti .