forum.rugby.it

jpr williams ha scritto:
Una delle cose che il professionismo, o meglio l'iperprofessionismo che considero una degenerazione del professionismo, ci ha tolto è proprio la bellezza. Non parlo solo del rugby,anzi, ci sono sport in cui la cosa è ancora più evidente. Il tennis per esempio.

Anche a me piacciono entrambi e rimpiango, come te, McEnroe ed Edberg.

Il problema e' un po' diverso, con il professionismo l'obiettivo ultimo e' far quadrare i conti e, per far quadrare i conti, aiuta molto minimizzare il rischio ed essere prevedibili, eventualmente anche nel fallimento.
Ecco perche' un Rugby nel quale la prestazione dipende da parametri prevedibili e misurabili e' praticamente d'obbligo nell'eta' del professionismo. Tertium non datur, putroppo.

L'unica limitazione e' posta dall'audience. Siccome i guadagni dipendono dall'audience, e uno sport troppo scientifico puo' non piacere, allora l'audience puo' scendere. E' quello che sta succedendo con la Formula 1.
Se l'audience scende, con il guadagno, allora si introducono regole per reintrodurre la imprevedibilita'. Credo che sia il percorso che fara' anche il Rugby.

jpr williams ha scritto: Il fatto che con lo sport si possano guadagnare moltissimi soldi, persino in quantità immorali (secondo me naturalmente) ha avvicinato allo sport anche chi non aveva talento, ma sapeva che con la feroce applicazione poteva supplire.

non sono un fan dell'iperprofessionismo ma sono altrettanto contrario a questa cosa che esprimi sopra mi fa saltare i nervi tantissimo.
chi lo decide che allo sport possa approcciarsi solo chi ha talento? se con la feroce applicazione supplisco a te che hai talento ma meno voglia di me di supplire, chi diavolo ti da il permesso di dire che così non vale???? Vince chi dimostra nel terreno di gioco, arena, campetto, pista, di volere maggiormente quella vittoria.
Sei avvantaggiato da madre natura che ti ha dato un talento/struttura fisica, leggiadria chiamala come vuoi, che ti avvantaggia, bene dimostra che non sei solo fortunato guadagnatelo quel talento!!! Se ne hai davvero e ti impegnerai potrai benissimo battere uno sciocco autistico che ci mette feroce applicazione.

Talento=nobile
Impegno=plebeo

Vabbè, io a Wimbledon ho visto da bordo campo una partita di Nastase e in tv arrivo fino a Pietrangeli, cosa dovrei fare? Adesso non seguo più il tennis, ma in rete ho visto qualche spezzone di Federer e di djokovic, beh, hanno colpi da leccarsi i baffi eh. E come persone sono certo meglio di Nastase...

Battaglia persa.

Il talento sarà sempre più apprezzato del lavoro, in Italia, e più sarà “gratuito”, senza sacrificio e senza sforzo, più sarà apprezzato

Consulente ha scritto:Anche a me piacciono entrambi e rimpiango, come te, McEnroe ed Edberg.

Stefan è stato l'ultimo poeta con una racchetta in mano

Consulente ha scritto:Il problema e' un po' diverso, con il professionismo l'obiettivo ultimo e' far quadrare i conti e, per far quadrare i conti, aiuta molto minimizzare il rischio ed essere prevedibili

Minimizzazione del rischio e prevedibilità: hai citato due delle cose che mi tolgono gran parte del piacere di vedere lo sport.

nel passaggio al professionismo il rischio era intrinseco:
- se il gioco diventa professione, cambiano regole, metodi, spirito.

I giocatori perseguono anche (o soprattutto) il guadagno,
le società stesse non sono delle associazioni di beneficenza a meno di non essere il giocattolo costoso del mecenate di turno (altra tipicità italiana, in analogia ai principi mediorientali e ai magnati russi o asiatici)

quindi massimizzare i profitti

lo scandalo dei guadagni dei praticanti serve solo a coprire i guadagni o il potere mediatico dei dirigenti e proprietari

Ma la critica alla applicazione va oltre, ed è tipicamente culturale.

speartakle ha scritto:non sono un fan dell'iperprofessionismo ma sono altrettanto contrario a questa cosa che esprimi sopra mi fa saltare i nervi tantissimo.

Per così poco! Prenditi una tisana, su.

speartakle ha scritto:chi lo decide che allo sport possa approcciarsi solo chi ha talento? se con la feroce applicazione supplisco a te che hai talento ma meno voglia di me di supplire, chi diavolo ti da il permesso di dire che così non vale????

E chi ha detto che non vale? Ho detto solo che provo meno piacere a guardarlo. Sempre parlando di tennis ricordo un incontro di parecchio tempo fa, quando questa deriva era già iniziata. C'era questo bestione austriaco (Muster) che giocava contro credo Edberg. Il commento tecnico era di Adriano Panatta che a un certo punto disse "Sembra de vedè uno che gioca a tennis contro uno che sta a scaricà un camion de mattoni". Ho rispetto e anche ammirazione per chi scarica camion di mattoni, ma se permetti trovo più piacevole vedere uno che gioca a tennis.

speartakle ha scritto:Vince chi dimostra nel terreno di gioco, arena, campetto, pista, di volere maggiormente quella vittoria.
Sei avvantaggiato da madre natura che ti ha dato un talento/struttura fisica, leggiadria chiamala come vuoi, che ti avvantaggia, bene dimostra che non sei solo fortunato guadagnatelo quel talento!!! Se ne hai davvero e ti impegnerai potrai benissimo battere uno sciocco autistico che ci mette feroce applicazione.

Ma ci mancherebbe! Anzi, vedere quello meno talentuoso che dannandosi l'anima riesce una volta ogni cento a battere chi è più dotato è stupendo. Io tifo sempre per gli underdog. Il fatto è che l'iperprofessionismo rischia di farli sparire del tutto i talentuosi.

speartakle ha scritto:Talento=nobile
Impegno=plebeo

Non di rado il talento bacia i più poveri e plebei. Nel calcio, al volo, m i vengono i nomi di George Best, Garrincha, Maradona. Spesso sono i ricchi a disporre delle strutture per sopperire con l'allenamento scientifico al deficit di talento.

C'è un dato di fatto però:

il talento non è diffuso.
La diffusione del talento è dovuta a fattori che si possono ricondurre all'espressione "ambiente favorevole" per non indicare pudicamente "ricerca dello sviluppo e della espressione del talento".

Il talento ha un valore.
E come i valori c'è chi cerca di farlo rendere : per qualcuno va bene la terra, per altri il mattone, per latri le obbligazioni , per altri la speculazione

Luqa-bis ha scritto:il talento non è diffuso.

Il che lo rende prezioso. I talentuosi andrebbero messi sotto una teca di cristallo.

jpr williams ha scritto:

Consulente ha scritto:Anche a me piacciono entrambi e rimpiango, come te, McEnroe ed Edberg.

Stefan è stato l'ultimo poeta con una racchetta in mano

Come non condividere.
Tuttavia Federer ha un modo di giocare sublime, che lo avvicina molto (in alcuni aspetti) a questo meraviglioso atleta.
Certo, poi il discorso generale è quello che dicevi...

jaco ha scritto:Come non condividere.
Tuttavia Federer ha un modo di giocare sublime, che lo avvicina molto (in alcuni aspetti) a questo meraviglioso atleta.
Certo, poi il discorso generale è quello che dicevi...

Roger ha un talento straordinario. Ma purtroppo vive in un tennis in cui i materiali hanno cambiato tutto. Con quella mano gentile chissà cosa avrebbe potuto farci vedere con una Dunlop di legno come quella del "mio" John.

Il talento è come il tartufo.
Ci sono terreni adatti e meno.
Va cercato con il naso giusto.
E ci sono metodi per facilitarne la crescita.

magari un bianco è meglio di un nero, ma cento scorzoni fan godere più gente e viver meglio più cercatori che una sola trifola.

Il guaio è quando t'arrivano le melanzane e le patate improfumate di...

jpr williams ha scritto:

jaco ha scritto:Come non condividere.
Tuttavia Federer ha un modo di giocare sublime, che lo avvicina molto (in alcuni aspetti) a questo meraviglioso atleta.
Certo, poi il discorso generale è quello che dicevi...

Roger ha un talento straordinario. Ma purtroppo vive in un tennis in cui i materiali hanno cambiato tutto. Con quella mano gentile chissà cosa avrebbe potuto farci vedere con una Dunlop di legno come quella del "mio" John.

Uno con quel talento avrebbe giocato da Dio anche con una mazza da baseball, così come credo che i fuoriclasse di quel tempo sarebbero stati in grado di fare i "Federer" adesso.

jpr williams ha scritto: Per così poco! Prenditi una tisana, su.

figurati "mi saltano i nervi" giusto il tempo di leggerlo.
è che la retorica dei belli e bravi fichi e baciati dal destino mi sta un po' sui maroni, preferisco le storie di quelli brutti rozzi e che si sono fatti un mazzo tanto per arrivare dove sono.

L'estetica fine a se stessa mi annoia dopo 5 min.

Casellato su Repubblica: https://www.repubblica.it/sport/calcio/ ... 218573775/