Parisse capitano
Moderatore: Emy77
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pier12345
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jo.locic
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Giorgio8
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Re: inesattezze comunicato FIR
Io di cretinate sull'italianità ne ho le tasche piene. Ma cosa bisogna fare per essere considerati italiani? Avere avi purosangue da almeno sette generazioni?
Lancio una campagna a favore di Parisse e, in generale, di tutti gli oriundi del mondo: tutti quanti scrivano nella propria firma la loro percentuale di italianità, vera o fittizia, in modo tale da fargliela vedere a questi italioti...
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- Emy77
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Re: inesattezze comunicato FIR
Giorgio8 ha scritto:Io di cretinate sull'italianità ne ho le tasche piene. Ma cosa bisogna fare per essere considerati italiani? Avere avi purosangue da almeno sette generazioni?
Lancio una campagna a favore di Parisse e, in generale, di tutti gli oriundi del mondo: tutti quanti scrivano nella propria firma la loro percentuale di italianità, vera o fittizia, in modo tale da fargliela vedere a questi italioti...
Parisse è italianissimo: figlio di italiani che per una mera questione "temporale" è nato in Argentina ma poi è presto tornato in Italia.
Sulla moltitudine di oriundi italiani assai alla lontana e di nemmeno eccelso livello che riempiono il nostro rugby dalla C alla nazionale o sullo scandalo della pratica dell'equiparazione invece ci sarebbe da discutere assai di più, ma non in questo thread naturalmente.
"La penna dolcissima intinta nell'arsenico" (Cit.)
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pier12345
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NON MI VIENE CON QUESTE TERMINI CONDESCENDENTI ENI IL FALSI POLTICALLY CORRECT!jo.locic ha scritto:per una questione di CIVILTA' e rispetto, non so se hai presente questi termini...pier12345 ha scritto:ma da dove e scritto che si deve rispettare gli opinioni delgi altri????
leggi quello che ho scritto enl suo contesto por favore
HO DETTO ..RISPETTARE IL DIRITTO SACROSANCTO DI TUTTI DI ESPRIMIRE LORO OPINIONI...
QUEST O NON SIGINFICA CHE DOPO UNO E OBBLIGATO DI RISPETTARE LA OPINIONE DATO...
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joeoblivian
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Re: inesattezze comunicato FIR
Beh, che dire, c'è chi contesta questa idea. La cosa che mi ha fatto sbottare in precedenza è che io vedo tutti i giorni gli effetti di un certo concetto di "nazionalità" nella vita reale, ad esempio sul mio collega indiano che ogni anno si deve fare una fila di 12 ore in questura trattato come bestiame per avere il permesso di soggiorno. Il fatto è che il nostro paese, contrariamente a quello che ci piace pensare, non è affatto accogliente con gli stranieri. E io in certi discorsi sui quarti di sangue italiano mi fanno pensare subito a quelli che vorrebbero i migranti chiusi in un CPT e una italia 'come un tempo'. In effetti parramatta non ha fatto discorsi simili, e ho senza dubbio esagerato nei toni. Detto questo, sono in totale disaccordo con lui.Emy77 ha scritto: Parisse è italianissimo: figlio di italiani che per una mera questione "temporale" è nato in Argentina ma poi è presto tornato in Italia.
Comunque, qui si parla di sport e la cosa è radicalmente diversa: ma vorrei vedere se qualcuno avrebbe il coraggio di dire a fiona may che non era degna di rappresentare l'italia alle olimpiadi
C'è poi un altro discorso
Su questo quoto e straquoto, comunque la si guardi l'invasione di brocchi di esperienza dall'estero, brocchi che impediscono ai ragazzi dei vivai di avere una chance peraltro, è una iattura per il movimento, trasforma il rugby italiano in una cosa orrendamente simile al calcio e soprattutto non puo' che impedire alla nazionale di migliorare.Emy77 ha scritto: Sulla moltitudine di oriundi italiani assai alla lontana e di nemmeno eccelso livello che riempiono il nostro rugby dalla C alla nazionale o sullo scandalo della pratica dell'equiparazione invece ci sarebbe da discutere assai di più, ma non in questo thread naturalmente.
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Petolo
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Io trovo triste che ci sia chi ha il bisogno di sentirsi piu' italiano di altri per sentirsi italiano.
O per sentirsi e basta.
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...non potendo avere la botte piena e la moglie ubriaca, si ubriaco' e riempi' la moglie di botte.
...il paese e' piccolo e la gente morde.
...noi perso la partita? mettiamola cosi': noi siamo arrivati secondi, loro solo penultimi.
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- diddi
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Contesto violentemente (ancorché civilmente) l'assunto di Parramatta, per cui la nazionalità sarebbe un valore assoluto, da preservare per quanto possibile da contaminazioni, pena il decadimento ad uno status di relativa "indegnità".
Seguendo il suo ragionamento, Parisse si troverebbe in una morsa: nato in Argentina? Non è puritaliano, non può rappresentare adeguatamente l'Italia! Ma i genitori italiani? Non è purargentino, non può rappresentare l'Argentina! Se proprio insiste a voler diventare capitano di una squadra, consiglierei al povero Sergio di creare una franchigia "Exiles", lasciandogli la scelta tra i "Buenos Aires Italians" o i "Roma Argentinos".
Il discorso mi brucia, perché anch'io sono italo-qualcosa. A 41 anni, comincio ormai a perdere le speranze di farcela
, ma a me non sta mica tanto bene questo discorso, per cui non potrei essere rappresentativo né dell'Italia, né del "Qualcosa".
In questo, diversamente da Yeti, sono d'accordo con Pier: Parramatta è libero di esprimere la propria opinione, ma le stronazte restano stronazte (basso livello di autocensura, almeno così disoriento chi mi trova troppo "politically correct"
).
Detto questo, ammetto che Parisse non è rappresentativo del complesso dei rugbysti italiani: gioca molto meglio!
Ero e rimango perplesso della scelta di Mallett, finché non avrò potuto verificare il contrario. Tuttavia, fatta la scelta, ora dico: auguri, Sergio! Gioca come sai fare e tieni d'occhio arbitro e compagni, aiutali a decidere bene: ormai anche questo è un tuo compito!
Seguendo il suo ragionamento, Parisse si troverebbe in una morsa: nato in Argentina? Non è puritaliano, non può rappresentare adeguatamente l'Italia! Ma i genitori italiani? Non è purargentino, non può rappresentare l'Argentina! Se proprio insiste a voler diventare capitano di una squadra, consiglierei al povero Sergio di creare una franchigia "Exiles", lasciandogli la scelta tra i "Buenos Aires Italians" o i "Roma Argentinos".
Il discorso mi brucia, perché anch'io sono italo-qualcosa. A 41 anni, comincio ormai a perdere le speranze di farcela
In questo, diversamente da Yeti, sono d'accordo con Pier: Parramatta è libero di esprimere la propria opinione, ma le stronazte restano stronazte (basso livello di autocensura, almeno così disoriento chi mi trova troppo "politically correct"
Detto questo, ammetto che Parisse non è rappresentativo del complesso dei rugbysti italiani: gioca molto meglio!
Ero e rimango perplesso della scelta di Mallett, finché non avrò potuto verificare il contrario. Tuttavia, fatta la scelta, ora dico: auguri, Sergio! Gioca come sai fare e tieni d'occhio arbitro e compagni, aiutali a decidere bene: ormai anche questo è un tuo compito!
Peterino
Chi sa fa, chi non sa insegna a fare
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- parramatta
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diddi ha scritto:Contesto violentemente (ancorché civilmente) l'assunto di Parramatta, per cui la nazionalità sarebbe un valore assoluto, da preservare per quanto possibile da contaminazioni, pena il decadimento ad uno status di relativa "indegnità".
Seguendo il suo ragionamento, Parisse si troverebbe in una morsa: nato in Argentina? Non è puritaliano, non può rappresentare adeguatamente l'Italia! Ma i genitori italiani? Non è purargentino, non può rappresentare l'Argentina! Se proprio insiste a voler diventare capitano di una squadra, consiglierei al povero Sergio di creare una franchigia "Exiles", lasciandogli la scelta tra i "Buenos Aires Italians" o i "Roma Argentinos".![]()
Il discorso mi brucia, perché anch'io sono italo-qualcosa. A 41 anni, comincio ormai a perdere le speranze di farcela, ma a me non sta mica tanto bene questo discorso, per cui non potrei essere rappresentativo né dell'Italia, né del "Qualcosa".
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In questo, diversamente da Yeti, sono d'accordo con Pier: Parramatta è libero di esprimere la propria opinione, ma le stronazte restano stronazte (basso livello di autocensura, almeno così disoriento chi mi trova troppo "politically correct").
Detto questo, ammetto che Parisse non è rappresentativo del complesso dei rugbysti italiani: gioca molto meglio!![]()
Ero e rimango perplesso della scelta di Mallett, finché non avrò potuto verificare il contrario. Tuttavia, fatta la scelta, ora dico: auguri, Sergio! Gioca come sai fare e tieni d'occhio arbitro e compagni, aiutali a decidere bene: ormai anche questo è un tuo compito!
prima di contestare violentemente qualcosa, leggi bene almeno.
primo si parla di rappresentativita', non di nazionalita'
secondo ho detto che questa non era un valore assoluto, ma uno dei parametri, sicuramente non importante quanto l essere leader, fair play ecc ma comunque PER ME ha il suo valore.
il succo e' che Mauro Bergamasco, nato cresciuto rugbysticamente In italia rappresenta secondo me meglio l Italia, essendo il frutto e il prodotto del rugby Italiano.
Per analogia, Giovanni Evangelisti, lunghista nato e cresciuto sportivamente in Italia rappresenta per me meglio l atletica italiana, rispetto a Fiona May,nata nel 1969 in Inghilterra e diventata italiana per matrimonio con iapichino nel 1994, a 25 anni, formatasi come atleta fuori dall Italia.
Non per questo non sono DEGNI di vestire la maglia azzurra! chi lo ha mai detto?
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corsaditartaruga
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- Iscritto il: 17 gen 2008, 16:03
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Shye
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Per l'ennesima volta.....non si tratta di sangue, purezza o cazzate simili ma di SENTIRSI italiani. Se uno si sente, bene, altrimenti secondo me non andrebbe convocato in nazionale. Perciò Parisse sì, altri secondo me no. Ma tant'è, se n'è parlato per mesi, ormai ognuno ha la sua idea e non la cambia più di sicuro, penso che anche la tesi di Parramatta (condivisibile o no, per me no) non fosse volutamente offensiva..ora possiamo smetterla che abbiamo stufato tutti e metterci a parlare d'altro?diddi ha scritto:Contesto violentemente (ancorché civilmente) l'assunto di Parramatta, per cui la nazionalità sarebbe un valore assoluto, da preservare per quanto possibile da contaminazioni, pena il decadimento ad uno status di relativa "indegnità".
Seguendo il suo ragionamento, Parisse si troverebbe in una morsa: nato in Argentina? Non è puritaliano, non può rappresentare adeguatamente l'Italia! Ma i genitori italiani? Non è purargentino, non può rappresentare l'Argentina! Se proprio insiste a voler diventare capitano di una squadra, consiglierei al povero Sergio di creare una franchigia "Exiles", lasciandogli la scelta tra i "Buenos Aires Italians" o i "Roma Argentinos".![]()
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In questo, diversamente da Yeti, sono d'accordo con Pier: Parramatta è libero di esprimere la propria opinione, ma le stronazte restano stronazte (basso livello di autocensura, almeno così disoriento chi mi trova troppo "politically correct").
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Ero e rimango perplesso della scelta di Mallett, finché non avrò potuto verificare il contrario. Tuttavia, fatta la scelta, ora dico: auguri, Sergio! Gioca come sai fare e tieni d'occhio arbitro e compagni, aiutali a decidere bene: ormai anche questo è un tuo compito!
Vincitore Trofeo Nostradamus 2007
'Difesa Piavesca'®
'Quoto col sangue'®
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- diddi
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- Iscritto il: 28 feb 2006, 0:00
- Località: Roma
Cerco di leggere sempre bene ciò che contesto, soprattutto se lo faccio violentemente, anche se qualcosa potrebbe sempre sfuggirmi. In questo caso, ho letto il thread tutto insieme stamattina ed ho pertanto fresca memoria del suo insieme.Parramatta ha scritto:prima di contestare violentemente qualcosa, leggi bene almeno.
Dal TUO primo post nel thread, voglio citare il primo punto per cui non ti convince la scelta di Parisse capitano:Parramatta ha scritto:primo si parla di rappresentativita', non di nazionalita'
E allora, chi lega la "rappresentatività" alla nazionalità, anzi al grado di "purezza" della nazionalità, tu o io?Parramatta ha scritto:Dissento dalla scelta di Mallett per seguenti motivi:
1.parisse non e' Italiano puro, non rappresenta l Italia al 100% ...
Ho scritto "valore assoluto", non "unico criterio". Mi spiego: hai esplicitato a più riprese di fronte alle critiche che ti sono piovute (e io ho ben capito) che la "rappresentatività" per te è solo una delle qualità che il capitano dovrebbe possedere: non è l'unico criterio che ne determina la scelta. Quando parlo di "valore assoluto", non mi riferisco a questo, ma al modo esclusivo, "assoluto" appunto, con cui tu sembri concepire il rapporto tra la rappresentatività e la nazionalità: solo chi è "puro", è pienamente "rappresentativo"; chi è entrato in contatto con culture e nazionalità diverse, lo è in grado minore, come se la formazione all'estero lo avesse "lordato" o "contaminato" nella sua "purezza", precludendogli la titolarità piena della funzione di capitano. Se è esattamente questo quello che volevi dire, rabbrividisco.Parramatta ha scritto:secondo ho detto che questa non era un valore assoluto, ma uno dei parametri, sicuramente non importante quanto l essere leader, fair play ecc ma comunque PER ME ha il suo valore.
Invece secondo me Sergio Parisse, che avrebbe potuto rappresentare l'Argentina e invece ha deliberatamente scelto di rappresentare l'Italia, ha potuto dimostrare il suo attaccamento alla nostra Nazione con un esercizio di volontà che a Mauro Bergamasco, per esempio, non è mai stato richiesto. E che dire di Fiona May, che ha deliberatamente optato per essere nostra connazionale, passando sopra alle sue origini, alla sua educazione e alla sua storia personale?Parramatta ha scritto:il succo e' che Mauro Bergamasco, nato cresciuto rugbysticamente In italia rappresenta secondo me meglio l Italia, essendo il frutto e il prodotto del rugby Italiano.
Per analogia, Giovanni Evangelisti, lunghista nato e cresciuto sportivamente in Italia rappresenta per me meglio l atletica italiana, rispetto a Fiona May,nata nel 1969 in Inghilterra e diventata italiana per matrimonio con iapichino nel 1994, a 25 anni, formatasi come atleta fuori dall Italia.
Il discorso si articola, se a parametro della "rappresentatività" prendi la "formazione", che però nei tuoi post compare soltanto dopo le prime critiche al punto citato in cui parlavi di un Parisse "non italiano puro". E ti lamenti di essere frainteso?
E chi ha mai detto che tu lo avresti detto? Intanto, sin dall'inizio il discorso non verteva sulla legittimità degli oriundi a vestire la maglia azzurra, ma sulla loro attitudine a rivestire il ruolo di capitano. Poi, se nella mia risposta ho parlato di relativa "indegnità" (riporto il passo: "Contesto violentemente (ancorché civilmente) l'assunto di Parramatta, per cui la nazionalità sarebbe un valore assoluto, da preservare per quanto possibile da contaminazioni, pena il decadimento ad uno status di relativa "indegnità"...Parramatta ha scritto:Non per questo non sono DEGNI di vestire la maglia azzurra! chi lo ha mai detto?
"), ho messo tra virgolette "indegnità" non perché si trattasse di una citazione (che non è), ma per segnalare che stavo leggermente forzando il tuo discorso, portandolo a conclusioni che probabilmente non sono le tue. Se uno non è "rappresentativo al 100%" perché "non è italiano puro" (qui le virgolette evidenziano la citazione), mi sembra abbastanza conseguente inferire che lo si possa definire "indegno". Se non sei puro, sei indegno: è uno dei fondamenti della mentalità ebraico-cristiana, che permea la nostra visione del mondo anche oltre quello che vorremmo.
Morale: stai attento ad usare concetti pericolosi! Abbiamo già avuto propugnatori della "purezza", alla fine non ne viene fuori nulla di buono.
Peterino
Chi sa fa, chi non sa insegna a fare
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- parramatta
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Pukana
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