zorrykid ha scritto:Leinsterugby ha scritto:zorrykid ha scritto:
Ad esempio molti hanno criticato gli ultimi 5 minuti dell'Italia. Senti dire: ma questo non è rugby, è uno scandalo... Quello è il vero rugby degli ultimi minuti, quando sei avanti con i punti... La Scozia invece recupera il pallone agl'ultimi minuti ed inizia a giocare alla mano come a rugby a 7... Così devi giocare quando sei indietro con i punti... Certamente nei 75 minuti precedenti il rugby è un'altra cosa..

Basterebbe far sapere ai neofiti e non solo che non amano il rugby conservativo dell'Italia che il Munster, certo con + "stile", costruisce i suoi successi in europa con quel tipo di rugby......sennò tanto vale che vi guardiate il super 14 dove le partite finiscono 52 a 30

Il tragico è che spesso di ste cose non parla gente nuova...

Di quelli che dicono di essere sportivi e poi maledicono le sconfitte... Di quelli che bisognerebbe sempre giocare alla mano, il regbi sciampan, anche quando sei inferiorità numerica... Di quelli che fanno il calcio d'invio nel campo, a Cardiff, mentre stai pareggiano ed il tempo è scaduto...

Mi sento chiamato in causa da quest'ultima osservazione del mio "frateo" venexian....
Io sono tra quelli "non nuovi" (per dirla con voi) e sono tra quelli che vorrebbe un po' più di gioco alla mano.
A parte che non sono di certo tra quelli (ma mi sembra persin superfluo parlarne) che disapprovano le molteplici fasi di possesso negli ultimi 3 minuti per arrivare all'80° e buttare l'ovale fuori ! E' chiaro che quella era una situazione particolare, in cui si giocava col cronometro ed era saggio e giusto fare così; lo fanno anche le altre nazionali!
Se invece parliamo delle fasi di gioco normali e non di quelle degli ultimi minuti dove si gioca col cronometro, bè rimango un convinto assertore non tanto del rugby-champagne in quanto tale (anche perchè un termine lascia il tempo che trova e poi la parola si presta a battute sarcastiche) quanto di un rugby "giocato" più alla mano di quanto faccia l’Italia.
E non tanto per motivi estetici: un bel gesto difensivo o pedatorio o una bella "cassaforte" hanno la loro bellezza rugbistica (così come calcistica o cestistica a seconda dello sport in oggetto), anche se, secondo i miei gusti, una bella meta tipo quella di sabato scorso alla Scozia o quella di Mauro Bergamasco agli AB dopo un un’azione tra lui e Nitoglia (chi la ricorda?) o quella di Scanavacca a Twickenham dopo l’azione tra lui, Sole, Mirco e Pratichetti sono più affascinanti ma questo è solo un gusto personale, così come c’è a chi piace di più la carne e a chi la pastasciutta.
Il punto sostanziale e che prescinde dai gusti rugbistici personali è che se non miglioriamo il gioco alla mano (fino a farlo diventare normale, senza abusarne sia chiaro) secondo me partite ne vinceremo sempre poche.
A parte che, da quando non abbiamo più Domingues il cui piede poteva “girare” da solo l’esito di certe gare, il fattore italico “defense-scrum-kick” ha perso uno dei tre pilastri base.
Dando per assodato che sono davvero poche in proporzione le vittorie di chi gioca il rugby di “rimessa” (difficilmente vince una partita chi fa meno mete; raramente vince una partita chi compie più placcaggi) perché ci sono i numeri a dimostrarlo, rimane un solo argomento sulla tavola: e cioè quello se il gioco di mischia, di una mischia forte come la nostra, sia sufficiente da solo (e cioè senza un valido e quasi paritetico apporto dei trequarti o comunque del gioco alla mano) a produrre risultati rugbistici equivalenti.
A me sembra di no: al di là delle ELV, al di là degli errori arbitrali, credo che il pack e le fasi classico/caratteristiche del gioco di mischia servano e molto ma da sole non ci possono portare in meta; quante volte siamo stati valanghe di tempo a 5 mt dalla linea avversaria, fino all’inevitabile “in avanti” o turnover o fallo di uno dei nostri ????
Troppe !
La mischia, se è più forte, ha compiti ben precisi: vincere le rimesse laterali (almeno quelle su nostra introduzione), vincere le ordinate e far soffrire così tanto i rivali in questa fase da renderli stanchi e fiaccati, giocare semplici/decisi/organizzati sui punti d’incontro senza spreco di uomini in più rispetto alla bisogna; il tutto senza credere, in maniera “machista”, che la guerra tra mischie sia un fatto di onore.
E’ solo rugby.