Ed aggiungo:mondOvALE ha scritto:Ed io ribadisco paro paro quanto appena commentato "di là"...Ilgorgo ha scritto:Zappatalpa è sempre un passo avanti, proprio su Onrugby compare oggi un articolo che sostiene come la nostra debolezza sia proprio la scuola
http://www.onrugby.it/2016/01/13/rugby- ... ma-scuola/
Gli oceanici in generale vivono di pane e rugby. Non c’è praticamente altro. Normale che sia permeato nel tessuto culturale/sociale a tal punto da andare ben al di là della semplice attività agonistica da scegliere nelle scuole o da provare da adulti.
Nel vecchio continente non è così. C’è una possibilità di scelta enorme e che quasi mai ricade su uno sport caratterialmente formativo ma strapieno di regole, troppo “fisico” per essere accettato dalle famiglie e soprattutto che vive all’ombra del calcio. Immaginiamoci un bambino al mare con chi mai giocherebbe o socializzerebbe con una palla ovale…
Finchè ci sarà una pluralità di scelta, trovo comprensibile che il rugby non sia al primo posto tra le opzioni, se non per dei bimbi/ragazzi con un padre ex giocatore o cose simili e che li induce a quell’attività così di nicchia.
E che rimarrà sempre tale, è bene farsene una ragione, con i risultati a larga scala e ad alto livello che ne conseguono…
credo che se uno sport con centinaia di anni sul groppone, nel corso della storia in certi posti si sia insediato ed in altri no, un motivo c’è e non c’è verso di modificarne più di tanto la diffusione e quindi consequenzialmente anche le ragioni culturali sulla sua pratica.
In Italia se non è praticato non è perchè non lo si conosce. Si possono spargere volantini informativi o biglietti gratis per le partite da un aereo su tutto il territorio nazionale senza ricavarne molto. Anche a me piace il cous-cous ma se lo facessi assaggiare a tutti gli altri 60 milioni non otterrei una nazione golosa di cous-cous…
L’unica possibilità è alzare un pò il livello di quei pochi a cui riesci a ficcargli tra le mani un ovale. Stop. Il resto è mera illusione.