Bravi giornalisti...

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

Moderatore: Emy77

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Adryfrentzen
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Re: Bravi giornalisti...

Messaggio da Adryfrentzen »

Va beh dai, è ovvio che deve mantenersi nel politicamente corretto (per quanto lo ODI), alla fine è la Federazione per cui lavori. Più che dire "non è stato fatto ciò che doveva essere fatto" che deve fare, prendere per il collo la gente?
Scansare le interviste non lo puoi fare... purtroppo o per fortuna si ricade sempre su quelle 3-4 cose. Anzi, dev'essere piuttosto stressante pure per lui dover costantemente ripetersi.
Mr Ian
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Re: Bravi giornalisti...

Messaggio da Mr Ian »

Chetto4 ha scritto:
Mr Ian ha scritto:Certo che se O Shea la smettesse coi proclami non sarebbe male...poi più che sganciare bombe a parole lo ha fatto nei fatti, andando a prendere un mediano che manco si ricordava della nonna italiana. Lancia un chiaro messaggio, ma che avete formato negli ultimi 10 anni???
Più che lanciare proclami mi sembra che stia cercando di instillare fiducia, di cui un po' tutti (giocatori, tifosi, addetti ai lavori) sono inevitabilmente manchevoli in questo momento. E poi prova anche un po' a difendere il suo lavoro, oggettivamente una cosa molto difficile da fare guardando solo ai risultati del campo, perciò punta a dire di star creando buone basi per il futuro.
Potrei anche essere d accordo con lo scoraggiamento dei tifosi, quelli del 6N da rugby una volta l anno. Ma da parte di addetti ai lavori non capisco il loro eventuale scoramento, gli hanno dato in mano una 500, mi a una Ferrari?? Per cui devono essere in primis i membri della apparato a stringersi intorno a lui, senza lasciare andare dichiarazioni del tipo O Shea non era la mia scelta, o presunti contatti con Eddie Jones
Chetto4
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Re: Bravi giornalisti...

Messaggio da Chetto4 »

Mr Ian ha scritto: Potrei anche essere d accordo con lo scoraggiamento dei tifosi, quelli del 6N da rugby una volta l anno. Ma da parte di addetti ai lavori non capisco il loro eventuale scoramento, gli hanno dato in mano una 500, mi a una Ferrari?? Per cui devono essere in primis i membri della apparato a stringersi intorno a lui, senza lasciare andare dichiarazioni del tipo O Shea non era la mia scelta, o presunti contatti con Eddie Jones
Con "addetti ai lavori" mi riferivo più a giornalisti e media del settore, probabilmente ho usato una espressione sbagliata. Sono d'accordo con te invece che chi l'ha messo lì dovrebbe solo appoggiarlo e sostenerlo ma purtroppo si sa che per difendere il proprio operato la cosa più semplice è spesso scaricare la colpa su qualcun altro...
In ogni caso lo scoraggiamento non è solo quello dei tifosi da una volta l'anno, vedi jpr e tanti altri su questo forum e vedi gli spettatori all'Olimpico. Perché alla fine quelli che vanno a guardare il 6N all'Olimpico secondo me sono soprattutto quelli che il rugby lo seguono ogni settimana nelle province, non i tifosi occasionali di "che bello il rugby e va anche di moda", quel periodo mi pare passato da un po'.
Luqa-bis
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Re: Bravi giornalisti...

Messaggio da Luqa-bis »

Il problema è che la cultura sportiva tipicamente pedatoria alligna anche nei dirigenti federali e negli uomini di rèbbi.

Torno un attimo sulle cinque note di Garry, con il mio ben noto spirito antagonista (A lui).

1. Si & Ni. Intanto cercare di far loro praticare sport, quale che sia: nuoto, atletica, ginnastica, pallacanestro, pallavolo, baseball, ciclismo, rugby e si, anche calcio.
Poi, è giusto che giochino quello che a loro piace, ed è comprensibile che giochino tra quello che la famiglia può gestire.

Nel mio piccolo personale- per giocare a rugby servirebbero tutte le volte 2 ore + l'allenamento, perché le società che effettivamente lavorano più vicine sono a 25 km di strada rurale o a 20 di noto centro metropolitano intasato.
Fino a 3 anni fa c'era un progetto giovanile a 4 km da casa, perfetto, e fino a 8 anni fa uno a 8 km gestito da una nota società di Top12. Avrei potuto passare sopra anche alla rivalità di campanile che ho, ma società ed amministrazioni locali hanno trovato il modo di cassarli.
E la colpa non è tutta delle amministrazioni locali.

5 . volontariato. vero, ma serve anche professionalità nelle figure cardine.
Una società sportiva ha le stesse necessità di una società di soccorso : serve gente, ma serve anche che sia preparata per occupare certi posti. I volenterosi ma non adeguatamente preparati a certi servizi non devono essere assegnati.

Sulla diatriba richiamata ancora.

1. vero, ci sono 500mila nati l'anno, il 60% di quando nasceva la generazione "fenomeno" che ci portò nel 6N (classi '63-'73);
2. vero, il 15% sono di madre straniera - ma se studiano da noi, la formazione è nostra.
3. vero, calano non ovunque i tesseramenti) - quale è l'obiettivo? 400 squadre per livello ? 500 squadre ?
4. Ci sono 4 CFF U18, erano 9- ci dovevano essere una 50ina di aree di sviluppo giovanili U16. Abbiamo una Accadmeia U20.
Quante risorse servono- 50 aree, 10 CFP, 3 Accademie magari com ele anglosassoni U23? Quanto costano?

Ma alle fine, anche avessimo 4 Accademie U20 che sfornano ogni anno 70-80 atleti seniores, dove loi facciamo giocare?

Abbiamo un campionato domestico che non ha ritmi , strategie, attenzione ai dettagli, professionalità pari ai nostri competitori del 6N.
Possiamo formare 6 squadre formate per l'80% da atleti di formazione o ascendenza italiana, degne di Premiership e Top14 nel nostro campionato domestico - ovvero che almeno in Challenge gareggino per il secondo posto di ogni girone?
Se sì, possiamo cancellare le franchigie.
Se no, le franchigie (1-2-3-4) servono.

Oppure accettiamo di abitare al mezzanino tra il primo piano della ENC e l'attico del gotha rugbistico mondiale. In fondo è una sistemazione dignitosa.
Garry
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Re: Bravi giornalisti...

Messaggio da Garry »

Luqa-bis ha scritto: Torno un attimo sulle cinque note di Garry, con il mio ben noto spirito antagonista (A lui).
Il tuo spirito antagonista era noto solo a te.
Adesso mi spiego tutto, meglio tardi che mai. Grazie.
La mia era un’esortazione: se chiediamo, dobbiamo anche dare. Tutto qui.
Se serie difficoltà negli spostamenti impediscono a qualcuno di portare i figli a rugby non è mica un peccato mortale, ognuno risponde di fronte alla propria coscienza di rugbista, e se non può, non può.
Proprio per quello avevo messo fra parentesi il controcanto dell’establishment in cui mi auguravo miglioramenti nell’accessibilità

"Come vorremmo vivere domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere!"
(dalla Lettera agli amici di Giacomo Ulivi)
ruttobandito
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Re: Bravi giornalisti...

Messaggio da ruttobandito »

"MANI DI MINCHIA!!!"
Alfonso Catarinicchia
Stru
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Re: Bravi giornalisti...

Messaggio da Stru »

Linko qui l'ultimo tinello di vittorio munari.. https://youtu.be/iVzFdy0ptc4
a parte la solita introduzione in cui si accenna all'Italia, su cui si può essere o meno d'accordo, mi ha fatto molto riflettere la parte in cui si parla dell'intensità richiesta nelle partite di alto livello al giorno d'oggi.
È qualche tempo che ci penso, ormai: fino a 10-20 anni fa si è molto lavorato per rendere il rugby uno sport "televisivo", eliminando quella parte di violenza che era molto presente fino al secolo scorso, violenza che spesso era parte del gioco(se non giochi correttamente ci penso io a farti capire che non puoi farlo), ed è tutt'ora rimpianta da alcuni nostalgici, ma agli occhi soprattutto delle mamme ma non solo rendeva il rugby uno sport non invitante, in cui evitare di mandare a giocare i propri bambini.
Ora che la violenza non controllata è praticamente quasi scomparsa, però, il rugby si è evoluto sempre più verso uno scontro fisico impossibile da reggere se non per brevi periodi. Non esiste un giocatore professionista che non abbia sofferto in carriera di una rottura tendini/ligamentosa o di fratture ossee.
Personalmente io non so se oggi suggerirei a mio figlio di provare a giocare a rugby ad alto livello.
Voi cosa ne pensate? Come evitare che il rugby professionistico si trasformi in un "mattatoio"? (scusate la parola forte, ma non ho trovato altro di adatto..)
youngblood
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Re: Bravi giornalisti...

Messaggio da youngblood »

Stru ha scritto:Linko qui l'ultimo tinello di vittorio munari.. https://youtu.be/iVzFdy0ptc4
a parte la solita introduzione in cui si accenna all'Italia, su cui si può essere o meno d'accordo, mi ha fatto molto riflettere la parte in cui si parla dell'intensità richiesta nelle partite di alto livello al giorno d'oggi.
È qualche tempo che ci penso, ormai: fino a 10-20 anni fa si è molto lavorato per rendere il rugby uno sport "televisivo", eliminando quella parte di violenza che era molto presente fino al secolo scorso, violenza che spesso era parte del gioco(se non giochi correttamente ci penso io a farti capire che non puoi farlo), ed è tutt'ora rimpianta da alcuni nostalgici, ma agli occhi soprattutto delle mamme ma non solo rendeva il rugby uno sport non invitante, in cui evitare di mandare a giocare i propri bambini.
Ora che la violenza non controllata è praticamente quasi scomparsa, però, il rugby si è evoluto sempre più verso uno scontro fisico impossibile da reggere se non per brevi periodi. Non esiste un giocatore professionista che non abbia sofferto in carriera di una rottura tendini/ligamentosa o di fratture ossee.
Personalmente io non so se oggi suggerirei a mio figlio di provare a giocare a rugby ad alto livello.
Voi cosa ne pensate? Come evitare che il rugby professionistico si trasformi in un "mattatoio"? (scusate la parola forte, ma non ho trovato altro di adatto..)
Queto è vero, ed è una diretta conseguenza del professionismo. Vero è che negli ultimi anni sono ricomparsi anche i giocatori piccoli ed esplosivi (vedi Minozzi&C.) che nei primi anni 2000 nell'era del kilorugby erano stati parzialmente accantonati.
In ogni caso in tutte le discipline sportive di alto livello gli infortuni sono all'ordine del giorno.
Luqa-bis
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Re: Bravi giornalisti...

Messaggio da Luqa-bis »

Placcaggio sotto linea petto?
Limiti di tonnellaggio sia del pack che della intera squadra?

Diminuire il numero di giocatori - tra 11 e 13
Diminuire/aumentare il tempo di gioco
Diminuire/aumentare le sostituzioni possibili

Eliminare le mischie e gli ascensori?

Imporre un numero max di partite mensili/annuali per ogni atleta.

Imporre due giorni settimanali di riposo ad atleta ?

provocazioni eh...
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jpr williams
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Re: Bravi giornalisti...

Messaggio da jpr williams »

Luqa-bis ha scritto:
Imporre un numero max di partite mensili/annuali per ogni atleta.

Imporre due giorni settimanali di riposo ad atleta ?

provocazioni eh...
Sssst!
Se dici queste cose vieni bannato dai sacerdoti del turboprofessionismo! :shock:
Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)
Garry
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Re: Bravi giornalisti...

Messaggio da Garry »

No, i giorni di riposo settimanali non ci sono, perché i carichi di lavoro sono già programmati con i recuperi ed il lavoro leggero, però le altre cose ci sono già. Controllo sui minuti giocati, numero massimo di partite, periodi di ferie eccetera

"Come vorremmo vivere domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere!"
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speartakle
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Re: Bravi giornalisti...

Messaggio da speartakle »

Stru ha scritto:Linko qui l'ultimo tinello di vittorio munari.. https://youtu.be/iVzFdy0ptc4
a parte la solita introduzione in cui si accenna all'Italia, su cui si può essere o meno d'accordo, mi ha fatto molto riflettere la parte in cui si parla dell'intensità richiesta nelle partite di alto livello al giorno d'oggi.
È qualche tempo che ci penso, ormai: fino a 10-20 anni fa si è molto lavorato per rendere il rugby uno sport "televisivo", eliminando quella parte di violenza che era molto presente fino al secolo scorso, violenza che spesso era parte del gioco(se non giochi correttamente ci penso io a farti capire che non puoi farlo), ed è tutt'ora rimpianta da alcuni nostalgici, ma agli occhi soprattutto delle mamme ma non solo rendeva il rugby uno sport non invitante, in cui evitare di mandare a giocare i propri bambini.
Ora che la violenza non controllata è praticamente quasi scomparsa, però, il rugby si è evoluto sempre più verso uno scontro fisico impossibile da reggere se non per brevi periodi. Non esiste un giocatore professionista che non abbia sofferto in carriera di una rottura tendini/ligamentosa o di fratture ossee.
Personalmente io non so se oggi suggerirei a mio figlio di provare a giocare a rugby ad alto livello.
Voi cosa ne pensate? Come evitare che il rugby professionistico si trasformi in un "mattatoio"? (scusate la parola forte, ma non ho trovato altro di adatto..)
Posto che è impensabile/impossibile ridurre l'utilizzo di tecnologie o la parte fisica dei giocatori, è inevitabile non si può impedire lo sviluppo in questo senso attraverso regolamenti (l'unica cosa forse possibile è mettere un limite di peso complessivo ai giocatori di mischia e ai trequarti, ma boh è ingestibile nello scalarlo verso le categorie che non siano professioniste).

L'unica cosa che vedo percorribile è una stretta nell'approccio ai punti di incontro a terra e al placcaggio:
- Punti incontro a terra: non giriamoci intorno, nell'alto livello le regole che valgono per i giocatori che intervengono nelle ruck non sono le stesse che vediamo a basso livello, i giocatori si fiondano letteralmente senza tanto badare ad essere sugli appoggi (gambe) o ad avere una spinta orizzontale, ci si tuffa letteralmente. Ecco far tornare il rispetto del regolamento in questo ambito sarebbe cosa buona, certo poi lo spettacolo ne risentirebbe.
- Il placcaggio, oggi la priorità non è mettere a terra l'avversario, ma essere avanzanti nel placcaggio e impedire il riciclo/utilizzo veloce del pallone. Quindi la maggior parte dei placcaggi si fa ad altezza spalle. Si raddoppiano placcaggi alti e quindi una miriade di teste che rischiano di scontrarsi.
Tanti fanno discorsi che si deve insegnare a placcare basso ecc, ma se questo ti porta uno svantaggio nel gioco col piffero e giustamente dico io lo faccio. Che si potrebbe fare?
Boh si potrebbero trovare palliativi e modifiche alle regole già esistenti (abbassamento alla linea dei capezzoli del placcaggio) per ridurre l'effetto ma a mio parere non servirebbero a ridurre gli impatti e gli infortuni, pechè la tendenza è quella, i giocatori saranno sempre più o quantomeno a questo livello, prestanti fisicamente.
Alcune soluzioni sembrano facili da individuare ma hanno risvolti che rivoluzionerebbero il gioco ad esempio:
- Vietare il raddoppio alla parte alta di un placcaggio;
- Abbassare la linea del placcaggio alla vita. Questo però stravolgerebbe il gioco e non so nemmeno se sia applicabile o se risolverebbe qualcosa, dato che comunque potresti andare a bloccare il giocatore sulla parte alta, basta non farlo cadere in terra. Però è proprio difficile da gestire/arbitrare, diventerebbe tutto troppo a discrezione dell'arbitro.

In definitiva la vedo dura riuscire a trovare una soluzione, e non credo che la via sia quella ritornare ad allenare sull'elusione-movimento-tecnica di placcaggio. Alla fine il rugby è bello per quello, non conta quanto fichetto tu sia nel fare i numeri col pallone/finte, vinci se la palla la porti in meta.
speartakle
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Re: Bravi giornalisti...

Messaggio da speartakle »

jpr williams ha scritto:
Luqa-bis ha scritto:
Imporre un numero max di partite mensili/annuali per ogni atleta.

Imporre due giorni settimanali di riposo ad atleta ?

provocazioni eh...
Sssst!
Se dici queste cose vieni bannato dai sacerdoti del turboprofessionismo! :shock:
eh e invece io sarei d'accordo sul diminuire il numero di minuti giocati da un pro, e sfoltire un pochetto il calendario.
Non sono invece d'accordo sul regolamentare come e quanto mi posso allenare, oltre ad essere impossibile da controllare, salvo diventare un grande fratello.
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jpr williams
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Re: Bravi giornalisti...

Messaggio da jpr williams »

Il punto è che tutti questi fenomeni sono un portato del professionismo, secondo me.
Provo a fare un discorso il più possibile neutro e non inquinato da venature nostalgiche.
Con il professionismo l'aspetto atletico e quello tattico in qualunque sport tendono ad assumere sempre maggiore rilevanza rispetto al talento, alla destrezza ed alla tecnica individuale. Il professionismo interviene sugli aspetti su cui può influire, che sono appunto i primi molto più dei secondi. E' quindi logico che partendo da quando il professionismo è stato introdotto palestra, preparazione ed altre tecniche più o meno etiche (ci siamo capiti) hanno assunto via via più rilevanza.
Ciò su cui, però, nemmeno il professionismo può intervenire è la struttura genetica dell'essere umano che ha ritmi di evoluzione scanditi su parametri temporali molto diversi da quelli speed del business. Perciò tutta quella preparazione e quelle "tecniche" finiscono per essere un motore di F1 inserito sulla stessa scocca su cui prima c'era il motore di una berlinetta sportiva.
Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
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Re: Bravi giornalisti...

Messaggio da metabolik »

E' molto lucida l'analisi e la conseguente preoccupazione di Stru, meglio di così non si poteva esprimerle.
E' una preoccupazione che ho sentito da vecchi giocatori di incrollabile fede ovale, ma non più totalmente convinti di portare un ragazzo a giocare, consci dell'evoluzione fisica del rugby : faccio bene ?
Validissimo anche l'intervento di Spear. Aggiungo un'osservazione, passatemi la sintesi.
Una volta, a termini di regolamento, era vietato aggredire l'avversario 'impotente a difendersi', vale a dire, era vietato placcare l'avversario già placcato o caricare l'avversario legato in maul o fermo/vincolato in ruck: puoi entrare in spinta su di lui, ma prima ti appoggi e poi spingi, non prendi la rincorsa ed entri di spalla. Il criterio non veniva fatto rispettare uniformemente, ma almeno c'era.
Nell'ultimo Scozia-Italia il colpo alla schiena su Budd, bloccato nella ruck, dello scozzese che lo carica in velocità è un atto assurdo, perchè inutile ai fini del recupero della palla, un'azione volta solo a far male e che poteva avere conseguenze nefaste. E' stata grave l'accondiscendenza dell'arbitro, molto grave.
Io credo che ci siano già i presupposti regolamentari per ridurre l'aggressione pericolosa ed inutile, solo che buona parte del gioco , oggi, si basa anche su azioni scorrette, come dice Spear.
La pulizia violenta attorno alle ruck inventata dagli AB è ormai adottata da tutti, ma è fuori regolamento.
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