Film sul Rugby, film del Rugby
Moderatore: Emy77
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Eleonora
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- Iscritto il: 12 gen 2004, 0:00
<!-- BBCode Quote Start --><TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>
<BR> 30-01-2004 alle ore 11:22, yeti wrote:
<BR>..............................
<BR>...................................
<BR>Il rugby ha bisogno della varietà e del mutare di scenari e condizioni. Buffo che ciò avvenga in uno sport dove la tradizione (= tendenza alla conservazione) giochino un ruolo culturale così importante.
<BR>Ho come l\'impressione che riguardo ad un posto delle donne nel mondo del rugby in un certo senso siano le donne ad essere più prevenute degli uomini.
<BR>
<BR>
<BR>G.
<BR></BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->
<BR>
<BR>sotto un certo punto di vista hai ragione, siamo prevenute, o meglio ci siamo abituate a prevenire.
<BR>E\' indubbio che il rugby abbia innate doti di stilnovismo, ma è tuttavia vero che è ancora intriso per certi aspetti di machismo da palestra che non giova al gioco e non corrisponde alla sua essenza.
<BR>Questo, non per dare addosso ai maschi, ai quali si addice la maschia qualità del gioco, ma per dire che al giorno d\'oggi passati i maschilismi e i femminismi e gli ismi in genere, si cerca l\'uomo e la donna e penso che sia un campo(quello del rugby) straordinario per questa crescita. La diversità diventa ricchezza e non contrapposizione, basta capirsi.
<BR>
<BR>Eleonora
<BR> 30-01-2004 alle ore 11:22, yeti wrote:
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<BR>Il rugby ha bisogno della varietà e del mutare di scenari e condizioni. Buffo che ciò avvenga in uno sport dove la tradizione (= tendenza alla conservazione) giochino un ruolo culturale così importante.
<BR>Ho come l\'impressione che riguardo ad un posto delle donne nel mondo del rugby in un certo senso siano le donne ad essere più prevenute degli uomini.
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<BR>G.
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<BR>sotto un certo punto di vista hai ragione, siamo prevenute, o meglio ci siamo abituate a prevenire.
<BR>E\' indubbio che il rugby abbia innate doti di stilnovismo, ma è tuttavia vero che è ancora intriso per certi aspetti di machismo da palestra che non giova al gioco e non corrisponde alla sua essenza.
<BR>Questo, non per dare addosso ai maschi, ai quali si addice la maschia qualità del gioco, ma per dire che al giorno d\'oggi passati i maschilismi e i femminismi e gli ismi in genere, si cerca l\'uomo e la donna e penso che sia un campo(quello del rugby) straordinario per questa crescita. La diversità diventa ricchezza e non contrapposizione, basta capirsi.
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<BR>Eleonora
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alessandroviola
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- Iscritto il: 24 gen 2003, 0:00
La partita che ho visto ieri mi ha portato a notare una cosa: più che in altri sport, nel rugby è difficile individuare un\'età che si possa dire, in qualche modo, pensionabile.
<BR>
<BR>Mi spiego meglio: ci sono dei giocatori quarantenni che scendono ogni domenica in campo con la grinta di leoni e una voglia illimitata di giocare e che, quando vengono fermati dal regolamento, che pone un limite all\'età dei giocatori, reagiscono con disperazione. Per loro non basta mai: finchè il fisico regge, c\'è voglia ad oltranza infinita di continuare a giocare e a mettersi in gioco, accettando magari nuovi ruoli in campo e rendendosi disponibili ad imparare e sperimentare ancora...
<BR>
<BR>Altri giocatori hanno terminato sì e no le giovanili e si atteggiano a vecchi marpioni scafati, reduci di 1000 battaglie e ormai stanchi di un gioco di cui ormai sembrano conoscere tutto. Normalmente non accettano cambi di ruolo o di modo di giocare e smettono di scendere in campo prestissimo, spesso ancora prima di arrivare alla prima squadra (e non dite di no: sono proprio tanti...)
<BR>
<BR>Capita così di vedere dei giovani vecchi dentro guardare e commentare da fuori delle partite giocate da delle persone che potrebbero essere, per l\'anagrafe, loro genitori. E magari riescono anche a trovare dei consigli tecnico-tattici da dargli...
<BR>
<BR>Non ditemi che non avete mai notato queste situazioni... voi cosa ne pensate? da che parte vi sentite?
<BR>
<BR>Mi spiego meglio: ci sono dei giocatori quarantenni che scendono ogni domenica in campo con la grinta di leoni e una voglia illimitata di giocare e che, quando vengono fermati dal regolamento, che pone un limite all\'età dei giocatori, reagiscono con disperazione. Per loro non basta mai: finchè il fisico regge, c\'è voglia ad oltranza infinita di continuare a giocare e a mettersi in gioco, accettando magari nuovi ruoli in campo e rendendosi disponibili ad imparare e sperimentare ancora...
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<BR>Altri giocatori hanno terminato sì e no le giovanili e si atteggiano a vecchi marpioni scafati, reduci di 1000 battaglie e ormai stanchi di un gioco di cui ormai sembrano conoscere tutto. Normalmente non accettano cambi di ruolo o di modo di giocare e smettono di scendere in campo prestissimo, spesso ancora prima di arrivare alla prima squadra (e non dite di no: sono proprio tanti...)
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<BR>Capita così di vedere dei giovani vecchi dentro guardare e commentare da fuori delle partite giocate da delle persone che potrebbero essere, per l\'anagrafe, loro genitori. E magari riescono anche a trovare dei consigli tecnico-tattici da dargli...
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<BR>Non ditemi che non avete mai notato queste situazioni... voi cosa ne pensate? da che parte vi sentite?
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alessandroviola
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- Iscritto il: 24 gen 2003, 0:00
un atteggiamento, anche questo presente, spcialmente nelle società di vertice, e che non mi sento di condividere è quello dei ragazzi (=giovani di belle speranze) che, magari dopo una discreta trafila nelle selezioni regionali/nazionali, non trovando immediato spazio in prima squadra in una squadra che milita in campionati \"importanti\", perdono improvvisamente gli stimoli e di fatto smettono di giocare a rugby prestissimo, quasi prima ancora di aver incominciato.
<BR>Ho visto fior di campioni divertirsi e dare il massimo in serie C senza nessunissima remora... secondo me non è quello di chi vuole giocare ai massimi livelli o niente, l\'approccio giusto a questo sport
<BR>Ho visto fior di campioni divertirsi e dare il massimo in serie C senza nessunissima remora... secondo me non è quello di chi vuole giocare ai massimi livelli o niente, l\'approccio giusto a questo sport
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alessandroviola
- Messaggi: 677
- Iscritto il: 24 gen 2003, 0:00
Di nuovo argomento infortuni.
<BR>
<BR>Ci sono dei giocatori che al minimo infortunio si fermano e smettono di giocare/allenarsi fino a completa (e più) guarigione, dando ascolto in tutto e per tutto alle ansie ingiustificate di medici/mamme/morose, restando lunghi periodi lontani dai campi, con l\'ovvia conseguenza di aver bisogno di ancora più tempo per tornare in forma (e maggiori rischi di infortunarsi nuovamente)
<BR>Altri cercano di non smettere mai di muoversi, stringono i denti e continuano ad allenarsi, magari limitando gli esercizi più pericolosi per il loro infortunio, ma tenendosi sempre il più possibile in forma.
<BR>
<BR>Io ho fatto parte di entrambe queste categorie, e con gli anni sono passato dalla prima alla seconda...
<BR>
<BR>Lo so che lo shock di un infortunio può essere grande, e che allenarsi col male provoca anche altre magagne collegate (se non altro contratture...) ma in me il vero salto qualitativo l\'ho visto quando mi sono reso conto che il rugbysta resta sempre sempre in campo: è quello il suo posto. Fuori dal campo si sta\' proprio male e bisogna cercare di starci il meno possibile... guardare gli altri gocare mentre tu non puoi dare il tuo contributo è un vero tormento...
<BR>
<BR>E\' stato quello il momento in cui da \"turista/spettatore\" del rugby ho cominciato veramente a farne parte in un certo modo...
<BR>
<BR>...la vostra esperienza in ambito?...
<BR>
<BR>Ci sono dei giocatori che al minimo infortunio si fermano e smettono di giocare/allenarsi fino a completa (e più) guarigione, dando ascolto in tutto e per tutto alle ansie ingiustificate di medici/mamme/morose, restando lunghi periodi lontani dai campi, con l\'ovvia conseguenza di aver bisogno di ancora più tempo per tornare in forma (e maggiori rischi di infortunarsi nuovamente)
<BR>Altri cercano di non smettere mai di muoversi, stringono i denti e continuano ad allenarsi, magari limitando gli esercizi più pericolosi per il loro infortunio, ma tenendosi sempre il più possibile in forma.
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<BR>Io ho fatto parte di entrambe queste categorie, e con gli anni sono passato dalla prima alla seconda...
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<BR>Lo so che lo shock di un infortunio può essere grande, e che allenarsi col male provoca anche altre magagne collegate (se non altro contratture...) ma in me il vero salto qualitativo l\'ho visto quando mi sono reso conto che il rugbysta resta sempre sempre in campo: è quello il suo posto. Fuori dal campo si sta\' proprio male e bisogna cercare di starci il meno possibile... guardare gli altri gocare mentre tu non puoi dare il tuo contributo è un vero tormento...
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<BR>E\' stato quello il momento in cui da \"turista/spettatore\" del rugby ho cominciato veramente a farne parte in un certo modo...
<BR>
<BR>...la vostra esperienza in ambito?...
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yeti
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- Iscritto il: 1 apr 2003, 0:00
- Località: Saarbruecken (Germania)
Alessandro, qui non ci caga nessuno, a parte Eck quando scende sulla terra e altri avventizi.
<BR>A me non me ne frega niente, chi c\'è c\'è, e meno siamo più spazio c\'è per chi resta.
<BR>A parte tutto: io appartengo alla seconda categoria (o a quella 1,5). Oggi vado di nuovo al campo anche se non ho ancora avuto il nulla osta dell\'ortopedico. Farò un po\' di corsetta, addominali, dorsali, passaggi e calci. Niente gioco duro, ovviamente, o roba veloce.
<BR>Non mi sorprende che tu Ale sia passato dalla prima alla seconda e che io, appena cominciato, sia già alla seconda, e che abbia completamente dimenticato la notte in bianco col piede e il ginocchio che duettavano ad acuti rossiniani di inarrivabile potenza. Tutto dimenticato.
<BR>Ma c\'è il senso del tempo che non abbiamo più: fino a quanto riusciremo a raccontarci palle e credere che il tempo non ci abbia portato via nulla? Io sono veramente convinto di riuscire a esprimere (almeno in proiezione) la velocità e la destrezza di 10-15 anni fa. Ma allora perchè mi lascio prendere dalla frenesia di andare al campo anzi tempo e di programmare la possibilità di andarmi ad allenare tutti i giorni (c\'è il centro olimpico universitario qui a 300 mt)? Fino a quando potrò resistere?
<BR>A 20, 22 anni pensi di avere molti anni davanti a te, e preferisci cautelarti per evitare di crearti danni peggiori. Pensi di aver qualcosa da perdere. A 34 prossimi venturi no. Hai già perso molto, forse, hai visto che sei ancora vivo e che probabilmente puoi sopravvivere ad altre perdite. Capisci l\'importanza dell\'azzardo, del rischio, o la sua necessità per strappare un batter d\'occhio in più all\'attimo che ti è stato destinato. Non può accaderti nulla di peggio che essere inattivi, pensi, visto che tempus fugit e presto inattivo dovrai esserlo per forza. Ti è dato un attimo ancora, e basta.
<BR>Percezione del tempo che passa, nulla più. Allora la cognizione dell\'azzardo, del dolore, il compromesso tra mezzi e obiettivi diventa un esercizio quotidiano di riflessione. E\' la differenza tra l\'ingenuità dei giovani e l\'esperienza di chi sta spegnendo candele alle sue spalle (per parafrasare Kavafis). I giovani riflettono di meno, i \"vecchi\" non possono farne a meno. E paradossalmente (non so se capita ad altri) mi succede di essere più incosciente ora, che rifletto, calcolo, rimugino, di quando avevo 20 anni. Faccio cose apparentemente senza senso: in realtà penso e decido più in fretta. Devo, se voglio fare una meta prima di appendere le scarpe al chiodo. Sarà davvero incoscienza?
<BR>
<BR>G.
<BR>A me non me ne frega niente, chi c\'è c\'è, e meno siamo più spazio c\'è per chi resta.
<BR>A parte tutto: io appartengo alla seconda categoria (o a quella 1,5). Oggi vado di nuovo al campo anche se non ho ancora avuto il nulla osta dell\'ortopedico. Farò un po\' di corsetta, addominali, dorsali, passaggi e calci. Niente gioco duro, ovviamente, o roba veloce.
<BR>Non mi sorprende che tu Ale sia passato dalla prima alla seconda e che io, appena cominciato, sia già alla seconda, e che abbia completamente dimenticato la notte in bianco col piede e il ginocchio che duettavano ad acuti rossiniani di inarrivabile potenza. Tutto dimenticato.
<BR>Ma c\'è il senso del tempo che non abbiamo più: fino a quanto riusciremo a raccontarci palle e credere che il tempo non ci abbia portato via nulla? Io sono veramente convinto di riuscire a esprimere (almeno in proiezione) la velocità e la destrezza di 10-15 anni fa. Ma allora perchè mi lascio prendere dalla frenesia di andare al campo anzi tempo e di programmare la possibilità di andarmi ad allenare tutti i giorni (c\'è il centro olimpico universitario qui a 300 mt)? Fino a quando potrò resistere?
<BR>A 20, 22 anni pensi di avere molti anni davanti a te, e preferisci cautelarti per evitare di crearti danni peggiori. Pensi di aver qualcosa da perdere. A 34 prossimi venturi no. Hai già perso molto, forse, hai visto che sei ancora vivo e che probabilmente puoi sopravvivere ad altre perdite. Capisci l\'importanza dell\'azzardo, del rischio, o la sua necessità per strappare un batter d\'occhio in più all\'attimo che ti è stato destinato. Non può accaderti nulla di peggio che essere inattivi, pensi, visto che tempus fugit e presto inattivo dovrai esserlo per forza. Ti è dato un attimo ancora, e basta.
<BR>Percezione del tempo che passa, nulla più. Allora la cognizione dell\'azzardo, del dolore, il compromesso tra mezzi e obiettivi diventa un esercizio quotidiano di riflessione. E\' la differenza tra l\'ingenuità dei giovani e l\'esperienza di chi sta spegnendo candele alle sue spalle (per parafrasare Kavafis). I giovani riflettono di meno, i \"vecchi\" non possono farne a meno. E paradossalmente (non so se capita ad altri) mi succede di essere più incosciente ora, che rifletto, calcolo, rimugino, di quando avevo 20 anni. Faccio cose apparentemente senza senso: in realtà penso e decido più in fretta. Devo, se voglio fare una meta prima di appendere le scarpe al chiodo. Sarà davvero incoscienza?
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<BR>G.
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diegoflanker
- Messaggi: 523
- Iscritto il: 18 feb 2003, 0:00
- Località: veneto
io non vedo incoscienza a voler continuare a dispetto dell\'età, è solo voglia di prolungare una cosa piacevole ed importante per se stessi ed anche la coscienza che l\'esperienza può arrivare a compensare gli anni (io ne ho 42).
<BR>io gioco abitualmente con gli old, però quest\'anno ho disputato un torneo e tre partite di serie C, con una squadra di cui non farò il nome, con un cartellino falso non essendo più io tesserabile per ragioni anagrafiche.
<BR>per cui invito tutti a non mollare e sopportare gli inevitabili acciacchi.
<BR>ciao e buon rugby.
<BR>diego
<BR>io gioco abitualmente con gli old, però quest\'anno ho disputato un torneo e tre partite di serie C, con una squadra di cui non farò il nome, con un cartellino falso non essendo più io tesserabile per ragioni anagrafiche.
<BR>per cui invito tutti a non mollare e sopportare gli inevitabili acciacchi.
<BR>ciao e buon rugby.
<BR>diego
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sergio
- Messaggi: 108
- Iscritto il: 24 feb 2003, 0:00
- Località: Cork,Irlanda
no Yeti non e\' incoscenza....e\', come hai detto, che ad un certo punto ti rendi conto di quante cose hai perso o ti sei lasciato sfuggire.....e comincia a fare male a pensarci...forse piu dei \"duetti rossiniani\" di piede e caviglia.....
<BR>per quanto mi riguarda ho 33 anni gioco come pilone e finche\' riusciro\' ad alzarmi da una mischia o da un placcaggio........beh che altro devo dire....buon rugby a tutti
<BR>per quanto mi riguarda ho 33 anni gioco come pilone e finche\' riusciro\' ad alzarmi da una mischia o da un placcaggio........beh che altro devo dire....buon rugby a tutti
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alessandroviola
- Messaggi: 677
- Iscritto il: 24 gen 2003, 0:00
per aggiungere un\'altra considerazione alle precedenti, ho notato che, anche se si smette di giocare, gli acciacchi si sentono lo stesso, ma in compenso ci si sente molto più stupidi: vuoi mettere la differenza tra avere mal di schiena senza saperne il motivo (o magari perché hai preso un colpo d\'aria) e avere mal di schiena perché il giorno prima sei sceso in campo e (come consuetudine) hai speso tutte le tue energie e le tue forze senza risparmio?
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yeti
- Messaggi: 4197
- Iscritto il: 1 apr 2003, 0:00
- Località: Saarbruecken (Germania)
Lo so, non è incoscienza. Per dirla con Arthur Rimbaud, tradito da una gamba, lui grande camminatore, è \"una ragionata sregolatezza dei sensi\".
<BR>Ale, c\'hai ragione!!! Almeno adesso se mi viene qualcosa posso dare la colpa al rugby.
<BR>Il pensiero sulla riflessione che ti spinge ad una apparente incoscienza però non è compiuto. Devo pensarci, rifletterci sopra, darci forma migliore e definitiva.
<BR>
<BR>
<BR>G.
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<BR>Ale, c\'hai ragione!!! Almeno adesso se mi viene qualcosa posso dare la colpa al rugby.
<BR>Il pensiero sulla riflessione che ti spinge ad una apparente incoscienza però non è compiuto. Devo pensarci, rifletterci sopra, darci forma migliore e definitiva.
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<BR>G.
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pam
- Messaggi: 1716
- Iscritto il: 6 mag 2003, 0:00
No no, Yeti, lascialo stare, va benissimo così! E\' sufficientemente incasinato per consentire ad ognuno di noi di prenderne un filo e portarselo in giro con la mente..dove più gli piace. Se lo definisci troppo..perde di fascino.
<BR>Un buon ritrovati a tutti, piuttosto. Scusate la lunga latitanza, anche se so che non ne sentite la mancanza....ma appena posso continuo a leggerVi. Del film poi...si sono perse le tracce...
<BR>Giusto per diego flanker: un conto è giocare anche nella \"terza età\" in allenamento o fra gli old e un conto è falsificare i documenti! C....o e che responsabilità butti sulle spalle della società che Ti fa giocare? e in caso di un grave infortunio l\'assicurazione cosa copre? Manco il \"bucio der culo\"!!! Questa non è \"sana incoscienza\" è irresponsabilità! Senza poi parlar del buon esempio che diamo ai ns. giovani... Stornate quest\'ltimo paragrafo, please, è vecchio e palloso...hanno proprio ragione i mei figli, sob!
<BR>Saluti a tutti e, anche se in ritardo, buon anno
<BR>sandro
<BR>Un buon ritrovati a tutti, piuttosto. Scusate la lunga latitanza, anche se so che non ne sentite la mancanza....ma appena posso continuo a leggerVi. Del film poi...si sono perse le tracce...
<BR>Giusto per diego flanker: un conto è giocare anche nella \"terza età\" in allenamento o fra gli old e un conto è falsificare i documenti! C....o e che responsabilità butti sulle spalle della società che Ti fa giocare? e in caso di un grave infortunio l\'assicurazione cosa copre? Manco il \"bucio der culo\"!!! Questa non è \"sana incoscienza\" è irresponsabilità! Senza poi parlar del buon esempio che diamo ai ns. giovani... Stornate quest\'ltimo paragrafo, please, è vecchio e palloso...hanno proprio ragione i mei figli, sob!
<BR>Saluti a tutti e, anche se in ritardo, buon anno
<BR>sandro
RADICITUS NUX VICTORIA CONSTANTER.
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yeti
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- Iscritto il: 1 apr 2003, 0:00
- Località: Saarbruecken (Germania)
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pam
- Messaggi: 1716
- Iscritto il: 6 mag 2003, 0:00
Caro Yeti, scusami, ma quel forum me lo sono perso. Non avrei mai immaginato tanto onore!
<BR>Comunque per lo stracotto d\'asino...non ci sono mai problemi in stagione, quindi affrettati nei momenti freddi, altrimenti sarà... prosciutto, melone e malvasia a catinelle (ma si beve anche meglio, tranquillo!
<BR>Qui in Francia...è dura!
<BR>a presto e non perdere la vena che Ti tengo sott\'occhio...
<BR>sandro
<BR>Comunque per lo stracotto d\'asino...non ci sono mai problemi in stagione, quindi affrettati nei momenti freddi, altrimenti sarà... prosciutto, melone e malvasia a catinelle (ma si beve anche meglio, tranquillo!
<BR>Qui in Francia...è dura!
<BR>a presto e non perdere la vena che Ti tengo sott\'occhio...
<BR>sandro
RADICITUS NUX VICTORIA CONSTANTER.