chiedo subito scusa a martini, megan e quant'altri non sono direttamente coinvolti nella questione oltre ad aver più volte richiamato l'uso del pvt
premetto alcune cose:
- purtroppo non ero a Roma quindi non potevo essere nè in campo nè tantomeno in tribuna per vedere la partita. Complimenti all'Accademia per la vittoria. una vittoria per quanto contro i nostri interessi, va sempre onorata (almeno in questo sport).
- Conosco Roberto Gentile (coach dell'accademia) da molti anni, ho passato uno dei miei anni migliori con lui (ovviamente riferito al rugby

) ho molta stima di lui e del suo modo molto professionale (da cui deriva la sua vocazione al professionismo) di allenare.
la critica che sempre si leva nei confronti dell'accademia riguardo al professionismo non riguarda i rimborsi di cinque euro per la benza (ben venga!) ma soprattutto il discorso di "indossare la maglia" (citando il buon cappero)
Essendo l'accademia una società nuova (2003-2004) costruita non dalla base con un iniziale lavoro di minirugby , scuole e giovanili, è fisiologicamente obbligata a fare campagna acquisti (anche nn per forza con euri sonanti) per avere una rosa più ampia e competitiva possibile. Cosa che è ben riuscita a fare a quanto pare!
ma il discorso a cui si riferiva wallabies credo sia proprio lì, cioè non quanti stranieri ci siano in squadra ma quante persone non vengano dalla "storia" della stessa accademia? alcuni sono cresciuti nel frascati , altri nel colleferro, chi ne l'aquila, etc..
ma quanti sono i attivi quest'anno che lo erano anche tre anni fa?
(il mio nn è affatto un giudizio morale su chi cambia squadra, io per primo ne ho cambiate.., l'importante è non cambiare sport!)
c'è gente che di fatto la maglia non l'ha sentita più di tanto forse (mi rifersico a leo) oppure chi come il buon peppe lioy (che stimo particolarmente) inizialmente era venuto al cus, dove aveva degli amici di giovanile, chiedendo di poter giocare salvo poi scoprire aveva indossato la maglia del'accademia (per un rimborso ben più sostanzioso dei 5 euri).
Ognuno fa le sue scelte, Poi è più che ovvio che sempre e soprattutto nei derby si cercano pretesti per auto esaltarsi e demonizzare l'avversario.
Il resto delle chiacchiere è superfluo, finita la partita può rimanere il rammarico per aver perso di così poco, per quelle due azioni sbagliate che avrebbero cambiato la partita o chissà quella punizione fischiata contro.
ma la partita è finita e bisogna anche saper perdere.
e cosa forse più difficile, bisogna saper vincere.
p.s. - a cappero conoscendoti son sicuro che qualche stamping "per sbaglio" t'è scappato