Caro Shye, rispetto assolutamente il tuo punto di vista, che in parte è anche il mio. Però la regola non è "stupida", è stata concepita dai suoi ideatori per produrre l'effetto desiderato: consentire la mobilità tra nazionalità ed emisferi diversi, fare in modo che gli "scarti" delle nazionali maggiori possano arricchire la qualità delle nazionali emergenti. In questo senso, noi non abusiamo della norma, ma agiamo perfettamente in accordo con essa.Shye ha scritto:Caro Diddi, tu sei uno dei 5-6 con cui sono praticamente sempre d'accordo. Ma stavolta non posso che dissentire..
Non è perchè c'è una regola (stupida) che bisogna per forza abusarne.
Un esempio a caso..la fantastica generazione irlandese dei vari BOD, POC, ROG e soci non ha vinto un beneamato nulla nonostante un primo XV fondalmentalmente perchè i rincalzi non sono al livello dei titolari.
Avrebbe potuto vincere sicuramente di più se avesse assunto una decina di neozelandesi di origine britannica da tenere lì in caso di infortunio dei big.
L'hanno fatto? No. Avrebbero potuto? Sì.
E questo discorso si potrebbe associare ad un sacco di altre nazioni.
Poi se uno deve passare per razzista (non mi riferisco a te ma ad altri in queste pagine) perchè auspica che il concetto di nazionale abbia ancora uno straccio di senso, allora chiudiamo pure la discussione e passiamo a parlare dei Trulli di Alberobello
Se in Irlanda, in Australia o in Francia il fenomeno degli oriundi/equiparati è limitato, il motivo è che possono contare su un bacino di utenza e su un sistema formativo che lavorano già ad un livello cui noi possiamo, per il momento, solo aspirare. Affrontare adesso queste realtà con i soli mezzi a nostra disposizione potrebbe risultare deprimente: il lavoro sui giovani è stato appena avviato, ha cominciato a dare qualche frutto in termini di competitività a livello giovanile, piccoli segnali che dubito possano essere già arrivati nelle squadre seniores. Creiamo interesse, allarghiamo la base al di fuori dei clan familiari e delle enclaves rugbystiche che dominano un ambiente fiero ed entusiasta, ma asfittico, e risolveremo alcuni problemi come il ricorrere dei soliti nomi noti (i "figli di papà", che però, come i loro colleghi franco-anglosassoni, hanno il vantaggio di aver succhiato il rugby col latte) o il disinteresse dei grandi sponsor.
PS per Alicetta: valeva la pena uscire dal fiore di zucca?