jpr williams ha scritto: 30 mar 2021, 17:00
No guarda, tengo buona la spiegazione che mi avevi dato più sopra, quella che ho paragonato al tizio che cerca l'oggetto smarrito dove c'è la luce del lampione: faremo questo perchè è la cosa più semplice e che ci permette di rimandare ancora l'esame di coscienza sulla nostra inadeguatezza.
Accettare le realtà scomode (tipo non siamo all'altezza delle 8/9 divinità del rugby) è troppo doloroso.
Io credo che però, e lo dico con tutta la sincerità e la simpatia che ho per quello che scrivi, che tu sia un po' troppo manicheo nei giudizi.
Penso che nessuno qui dentro abbia mai ipotizzato che si fosse all'altezza delle 8 o 9 divinità del rugby. Neanche da lontano.
Che il nostro sistema ovale sia comparabile a quello di Francia, Inghilterra o Galles non credo che sia mai stata un'opzione per nessuno.
Siamo indietro. E' storico. Lo era anche nel 1997, quando a suon di sganassoni abbiamo aperto le porte del torneo più esclusivo del mondo in cui il numero di partecipanti era addirittura scritto nel testo. Siamo riusciti a convincere la più chiusa e lenta combriccola di sepolcri imbiancati a cambiare il nome del torneo e a farci posto. C'é chi dice che il crollo dell'impero britannico sia iniziato con l'indipendenza dell'India e sia terminato con l'ingresso dell'Italia nel 5 nazioni. E il nostro movimento, anche allora, non era neanche comparabile a quello degli altri.
Però, ecco, a partire da questo punto di vista condiviso ci sono parecchie strade da percorrere. Riformare i campionati, sviluppare il processo formativo dei ragazzi, migliorare la selezione dei possibili talenti e accompagnare la loro crescita. Tutto questo sono d'accordo che non si fa dall'oggi al domani.
Pero' questo non puo' essere una giustificazione per non affrontare alcuni problemi che possono essere affrontati immediatamente, come appunto quello di fornire alla nostra nazionale uno staff all'altezza della altre nazioni. Non é che perché il nostro mondo ovale non vale quello degli altri che dobbiamo avere uno staff di scappati di casa. Anche per rispetto a chi per decenni ha dato e preso botte per aprire le porte del torneo é fondamentale che la federazione italiana dia un segno importante, soprattutto all'esterno, di voler invertire la tendenza.
Nel novembre del 2016 il nostro piccolo movimento ha battuto il sudafrica che sembrava all'articolo della morte. 3 anni dopo lo stesso sudafrica vinceva la coppa del Mondo. 3 anni fa la Francia veniva a Roma con il terrore di perdere la partita che nessun giocatore francese vuole mai perdere nella sua carriera e solo per nostri errori sono usciti indenni dall'Olimpico. 3 anni dopo, sfruttando anche la bella generazione di U20 che ha vinto due volte la coppa del mondo stanno uscendo fuori dalla crisi profonda che li attanagliava. Non siamo destinati alla fine. Possiamo e dobbiamo risollevarci. Ci sono cose che richiedono tempo e cose che possono essere fatte subito. Come rinnovare lo staff tecnico che si é dimostrato incompetente (su questo, personalmente, non credo ci sia spazio di discussione).
Se una persona che ha perduto un oggetto non lo cerca neanche dove c'é la luce significa che di quell'oggetto non gliene importa nulla.