Combattere
Moderatore: Emy77
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tonione
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Re: Combattere
il nostro sport prevede sofferenze per stare in forma, sofferenze per imparare la tecnica, sofferenze psicologiche per resistere alla voglia di liberare l'istinto. la disciplina, l'abitudine, e una mente determinata aiutano a stare nei panni di un combattente regbista. in seguito uno impara la vita del professionista e quanto detto si estremizza nel momento iniziale per poi trovare una forma naturale, semplice, di atleta combattente con il corpo.
alcuni grandi imperatori del passato si sono straziati lo stomaco e la mente nel decidersi si fosse meglio l'attacco della difesa. uno credeva che per difendersi bisognava attaccare, l'altro che per attaccare bisognava difendersi. noi italiani ci troviamo in questo dilemma.
coloro che pensano che è solo l'attacco che importa sbagliano perchè il campo finisce. non si può correre per sempre alla meta, vorrebbe dire che non ci sono più difese e avversari!
alcuni grandi imperatori del passato si sono straziati lo stomaco e la mente nel decidersi si fosse meglio l'attacco della difesa. uno credeva che per difendersi bisognava attaccare, l'altro che per attaccare bisognava difendersi. noi italiani ci troviamo in questo dilemma.
coloro che pensano che è solo l'attacco che importa sbagliano perchè il campo finisce. non si può correre per sempre alla meta, vorrebbe dire che non ci sono più difese e avversari!
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sandrobandito
Re: Combattere
Eccihai ragione, però contesto e contingenza determinano le scelte.
Nel caso del rugby le nuove regole premiano gli attacchi più delle difese di quanto non facessero in precedenza.
Nel nostro caso partiamo da una posizione diametralmente opposta a quella ideale per essere favoriti da queste regole.
Per questo dico che per noi in questo momento darle è più importante che non prenderle.
Nel caso del rugby le nuove regole premiano gli attacchi più delle difese di quanto non facessero in precedenza.
Nel nostro caso partiamo da una posizione diametralmente opposta a quella ideale per essere favoriti da queste regole.
Per questo dico che per noi in questo momento darle è più importante che non prenderle.
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tonione
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Re: Combattere
come ti spieghi che l'Argentina, nel recente scontro, ci ha portato via la partita con la difesa? eppure ci hanno impressionato con l'attacco a livello internazionale. vuoi che per avere un attacco veramente e realmente di livello devi avere una difesa dura realmente ed internazionalmente accettabile, senza la quale ogni meta resta solo un vagito disperato contro l'impossibile.
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sandrobandito
Re: Combattere
Se è per quello, non mi spiego neanche la ns. vittoria con le Fiji...
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tonione
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Re: Combattere
con le Figi abbiamo vinto perchè abbiamo imposto una mentalità difensiva. come fanno con noi le nazionali più forti. prima impongono la difesa.
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tonione
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Re: Combattere
e nel senso del combattimento, con la vostra mentalità soprattutto offensiva, d'attacco, cosa avreste ottenuto nel contesto del sei nazioni? mete ininfluenti?
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sandrobandito
Re: Combattere
Mettiamola così: l'unica meta segnata a novembre ci ha consentito/aiutato/permesso la vittoria con i fijiani, così come l'anno prima non averla segnata ci ha condannato con i tongani.tonione ha scritto:e nel senso del combattimento, con la vostra mentalità soprattutto offensiva, d'attacco, cosa avreste ottenuto nel contesto del sei nazioni? mete ininfluenti?
Nel 6N bastava una meta per un punto di bonus, tutt'altro che ininfluente ai fini della classifica finale. Prenderne 8 dai verdi non ci ha tolto nessun punto di bonus.
Di più non so.
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JosephK.
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Re: Combattere
Recentemente, a parte la famosa vittoria numero uno ad Edimburgo, abbiamo vinto quanto tenevamo i punteggi bassi, quindi sì quando le difese funzionavano e in campo tiravamo pigne che si sentivano con i vari Favaro, Minto, ma anche Perugini o Castro nel passato glorioso, ma anche con lo stesso Sergio, mettendo molte pulci negli attaccanti altrui.
Ogni volta che abbiamo preso almeno 3 mete nei primi 15-20 minuti è finita in disfatta. Io credo che il discorso di Tonione sia corretto.
Ogni volta che abbiamo preso almeno 3 mete nei primi 15-20 minuti è finita in disfatta. Io credo che il discorso di Tonione sia corretto.
"Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa accada. E' raro vincere in questi casi, ma qualche volta succede" (Il Buio oltre la siepe).
Metti una sera con gli amici del bar e capisci quanto è importante... la cultura del rugby.
Entrare al bar per condividere, non per dividere (Il sommo Beppone).
Nex time... Good Game... Nice try... Seh seh avemo capito...
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- jpr williams
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Re: Combattere
Io no.
Finchè ci limiteremo a prenderne poche senza darne mai non otterremo mai rispetto.
Gli altri devono sapere che quando ci incontrano possiamo menare anche noi, non solo parare una parte (non tutte) delle botte che loro provano a darci.
Finchè ci limiteremo a prenderne poche senza darne mai non otterremo mai rispetto.
Gli altri devono sapere che quando ci incontrano possiamo menare anche noi, non solo parare una parte (non tutte) delle botte che loro provano a darci.
Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)
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JosephK.
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Re: Combattere
Un bell'articolo di non rugby che mostra come i movimenti in difesa siano stati molto molto deficitari. Ma del resto è una cosa che si era vista anche live.
https://www.onrugby.it/2018/02/14/sei-n ... te-italia/
Il discorso attacco/difesa è abbastanza semplice secondo me. Se becchi 7-8-9 mete non vincerai mai. Soprattutto se sei una squadra che forse oltre le 4 mete nel torneo non è mai andata.
Non siamo gli AB, non siamo l'Irlanda capace di piazzare un drop all'83 dopo 40 fasi. Noi alla 6 fase sbagliamo, di solito. Un tempo dominavamo le fasi statiche, ora abbiamo più problemi spesso la fatica di avere palloni veloci di qualità fa sì che anche dei buoni movimenti di attacco siano vanificati. Un po' è l'andazzo del rugby moderno, punire poco certe cose e certi team ci sguazzano (fuorigioco e rotolamenti lentissimi dalle ruck in primis, e si veda quante volte gli angli nel fuorigioco sono al limite e quante volte i verdi invece sono bravi a rallentare le uscite, a correre accanto al mediano, a correre davanti al placcatore, a fare i blocchi ecc.). Un po' noi quando miglioriamo un fattore tendiamo a perderne un altro e certe squadre invece (Irlanda) sono cresciute e riescono ad essere chirurgiche. Se Scozia o Francia sono più simili a noi nelle prestazioni, fanno la motosega, non buttano i calci di punizione in touche, l'Irlanda non è così. Non vinceremo mai se facciamo male i movimenti che dovrebbero essere orchestrali e perfetti.
Nell'articolo qui sopra gli esempi sono lampanti: Boni, Benvenuti, la lentezza di riposizionamento, una certa pigrizia al placcaggio. Se quella è la nostra difesa al 6 nazioni le pigliamo, e tante. E quella deve essere la base, perché qualche punizione la metti, qualche punto nel carniere lo fai e puoi vincere anche solo coi calci di Mirco. MA se in difesa sei margarina non esiste proprio alcuna sfida.
https://www.onrugby.it/2018/02/14/sei-n ... te-italia/
Il discorso attacco/difesa è abbastanza semplice secondo me. Se becchi 7-8-9 mete non vincerai mai. Soprattutto se sei una squadra che forse oltre le 4 mete nel torneo non è mai andata.
Non siamo gli AB, non siamo l'Irlanda capace di piazzare un drop all'83 dopo 40 fasi. Noi alla 6 fase sbagliamo, di solito. Un tempo dominavamo le fasi statiche, ora abbiamo più problemi spesso la fatica di avere palloni veloci di qualità fa sì che anche dei buoni movimenti di attacco siano vanificati. Un po' è l'andazzo del rugby moderno, punire poco certe cose e certi team ci sguazzano (fuorigioco e rotolamenti lentissimi dalle ruck in primis, e si veda quante volte gli angli nel fuorigioco sono al limite e quante volte i verdi invece sono bravi a rallentare le uscite, a correre accanto al mediano, a correre davanti al placcatore, a fare i blocchi ecc.). Un po' noi quando miglioriamo un fattore tendiamo a perderne un altro e certe squadre invece (Irlanda) sono cresciute e riescono ad essere chirurgiche. Se Scozia o Francia sono più simili a noi nelle prestazioni, fanno la motosega, non buttano i calci di punizione in touche, l'Irlanda non è così. Non vinceremo mai se facciamo male i movimenti che dovrebbero essere orchestrali e perfetti.
Nell'articolo qui sopra gli esempi sono lampanti: Boni, Benvenuti, la lentezza di riposizionamento, una certa pigrizia al placcaggio. Se quella è la nostra difesa al 6 nazioni le pigliamo, e tante. E quella deve essere la base, perché qualche punizione la metti, qualche punto nel carniere lo fai e puoi vincere anche solo coi calci di Mirco. MA se in difesa sei margarina non esiste proprio alcuna sfida.
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sandrobandito
Re: Combattere
Appunto, per noi è quello il terreno da esplorare. Anche perchè finchè segni devono farlo anche gli altri, mica possono star lì a guardare, e a quel punto è più facile forzare. Non è quello che già fanno gli altri con noi?JosephK. ha scritto:Soprattutto se sei una squadra che forse oltre le 4 mete nel torneo non è mai andata.
Occhio, ho detto finchè segni, non finchè tieni il pallone.
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JosephK.
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- Iscritto il: 28 ago 2007, 18:19
Re: Combattere
Secondo me se difendiamo come contro i verdi possiamo fare anche 10 mete ma quelli ne faranno una in più. C'è stata una netta differenza tra le partite con Inghilterra e Irlanda. Nella prima abbiamo difesa tutto sommato bene nei momenti in cui il fisico c'era e abbiamo limitato gli errori individuali. Nella seconda siamo andati in bambola a livello team e a livello di singoli. La meta di Earls con il buco che Bundee Aki prende su Boni è emblematica.
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Re: Combattere
Caro JK, partiamo da un concetto base: con una meta in 3 partite come a novembre non batti neanche la Georgia, altro che quelle del 6N.
Con quattro mete, grazie all'attuale regolamento, magari non vinci perchè gli altri ne fanno 9, ma almeno fai un punticino in classifica e non vedi il malinconico 0 che ti certifica come "non fattore".
Con quattro mete ottieni rispetto come diceva @sandro più sopra: quegli altri sanno che devono darsi da fare perchè anche tu puoi fargli male.
Vivaddio, infine, le tue partite diventano un pò meno monotone: vedere uno che riesce solo a prenderle, per quanto di meno, e che non le da mai fa venire davvero il latte alle ginocchia.
Con quattro mete, grazie all'attuale regolamento, magari non vinci perchè gli altri ne fanno 9, ma almeno fai un punticino in classifica e non vedi il malinconico 0 che ti certifica come "non fattore".
Con quattro mete ottieni rispetto come diceva @sandro più sopra: quegli altri sanno che devono darsi da fare perchè anche tu puoi fargli male.
Vivaddio, infine, le tue partite diventano un pò meno monotone: vedere uno che riesce solo a prenderle, per quanto di meno, e che non le da mai fa venire davvero il latte alle ginocchia.
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JosephK.
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Re: Combattere
Ma ragazzi se facciamo 4 mete a risultato acquisito dopo che loro erano 5 a 0 (di mete), può mai contare qualcosa?
Io sono convinto che se non riestiamo a massimo 10 punti di distacco non recuperiamo e vinciamo proprio mai. Teniamo anche conto che siamo una squadra che poi può pigliarle secche in 2-3 minuti, ci sono esempi anche in Pro14 di grandi vantaggi dilapidati o di finali in iperapnea perché andavamo già di testa.
Primum combattere, difendere e tenerli lontani dalla nostra meta. Deinde philosofari.
Io sono convinto che se non riestiamo a massimo 10 punti di distacco non recuperiamo e vinciamo proprio mai. Teniamo anche conto che siamo una squadra che poi può pigliarle secche in 2-3 minuti, ci sono esempi anche in Pro14 di grandi vantaggi dilapidati o di finali in iperapnea perché andavamo già di testa.
Primum combattere, difendere e tenerli lontani dalla nostra meta. Deinde philosofari.
"Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa accada. E' raro vincere in questi casi, ma qualche volta succede" (Il Buio oltre la siepe).
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