La caduta finale dal Tier 1
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Pryscot
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Condivido Spear è difficile da realizzare ma non bisogna mollare e mi faccio forza con quello che dice Cavinato nel podcast di ALLRUGBY,
é il momento che i dirigenti e i manager dei club italiani cambino mentalità e atteggiamento e al posto di guardare al passato comincino a guardare al futuro
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- jpr williams
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Alla fir se ne sbattono del TOP10. Sai quanto gli frega di creare danni alla feccia che per loro potrebbe sparire senza problema.giodeb ha scritto: 6 nov 2020, 18:34Adesso questo problema è stato risolto con permit, soluzione efficace per far giocare quanto più possibile i giovani, ma che ha l'innegabile svantaggio di falsare il massimo campionato nazionale. Credo che in FIR questo sia visto come il male minore.
Ho fatto questo tipo di analisi molte volte. In realtà mi sembra che il problema non venga risolto solo perchè non viene avvertito come un problema. In realtà la soluzione sarebbe piuttosto semplice. In un anno normale (non covid) la nazionale gioca 8 volte in stagione. Basterebbe anticipare di due settimane e posticipare di altre due a scacchiera l'inizio e la fine di procoso e TOP10 per evitare qualunque sovrapposizione. In questo modo i permit servirebbero per 4 sole volte e in quelle 4 volte il TOP10 sarebbe fermo. Quindi nessun problema. ma poichè del TOP10 frega una fava a nessuno...giodeb ha scritto: 6 nov 2020, 18:34Questo farà sì che ci saranno meno sovrapposizioni tra partite di Benetton e Zebre con quelle della nazionale dovendo quindi fare meno ricorso ai permit, e meno sovrapposizioni tra Pro16 e Top 10 durante le quali l’eventuale utilizzo di permit creerebbe un danno alle squadre di Top 10.
Da "purista" sono disposto ad accettare l'alea dell'infortunio (dietro corresponsione di adeguato indennizzo magari), sono disposto a rinunciare alle coppe; pongo un solo paletto: i permit possono essere prelevati SOLO ED ESCLUSIVAMENTE quando il TOP10 è fermo.giodeb ha scritto: 6 nov 2020, 18:34Capisco che per i puristi del Top 10 questa soluzione presenta ancora delle lacune (un giocatore potrebbe infortunarsi quando impegnato in Pro 16, nessuna possibilità a-priori di disputare le coppe europee), ma con le attuali regole del Pro 14/16 non c’è alternativa all’uso dei permit.
Ci si potrebbe lavorare a patto che per la squadra di TOP10 la cosa fosse a costo zero. La franchigia che preleva paga adeguatamente.giodeb ha scritto: 6 nov 2020, 18:34Magari per ovviare i sicuri problemi di infortuni che potrebbero verificarsi nel corso della stagione per le 2 squadre di Pro 14 potrebbero crearsi dei permessi “joker medicali” con un ragazzo che dal top 10 va a sostituire un infortunato in Pro 16 e la squadra di Top 10 che viene compensata potendo tesserare uno straniero in più per il proseguo della stagione.
Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Innanzitutto permettimi di ringraziarti per il tuo contributo serio alla discussione. Come immaginerai non concordo quasi su nulla, ma lo spirito del confronto fra idee diverse è questo. Apprezzo molto, grazie.
Per fare una cosa come questa occorrerebbero almeno 3 cose che al momento non vedo possibili.
-innanzitutto soldi, molti molti molti soldi; molti più di quanti se ne investano ora
-sponsor: tu dici che trovarne per una squadra che vince è più agevole; indubbiamente, ma qui siamo all'uovo e alla gallina.
-giocatori: non ne produciamo abbastanza e per attrarne come proponi tu servirebbero ancora più soldi.
Riesci ad abbozzare uno schema di meccanismo che abbia l'effetto di non falsare il TOP10?
A me non viene in mente nulla, ma sono aperto ad esaminare ipotesi
Quanto alla trasmissione e promozione del TOP10: per rendere plausibile una cosa del genere, come direbbe il buon Consulente, il prodotto deve essere appetibile. E per essere appetibile deve essere un campionato agonisticamente valido, con squadre che competono per vincere e non per fare da "allevamento" per le franchigie. Deve avere giocatori validi, che quindi non vengano "rapiti" appena fanno vedere qualcosa di buono. E perchè restino bisogna pagarli. E per pagarli...
Lasciando da parte le mie remore sul fatto che questa ipotesi comprimerebbe ulteriormente tutto il resto del movimento, provo a valutarla dal punto di vista della realizzabilitàSoidog ha scritto: 6 nov 2020, 23:43Penso che una sola franchigia non sia una soluzione efficace.
Nell'arco di qualche anno si dovrebbe puntare realisticamente alla fondazione di una terza franchigia.
Attualmente non abbiamo ancora giocatori in numero sufficiente, anche se la situazione sta migliorando, ma è un traguardo da perseguire.
Per riuscirci più rapidamente si dovrebbe fare opera di scouting in profondità tra gli eleggibili, consentire alla franchigia di punta di ingaggiare più stranieri, reclutare project players
L'ideale sarebbe avere :
Una franchigia di punta, in grado di lottare per il vertice in Pro 14 e di fare strada in Coppa ( con le vittorie aumentano visibilità e sponsor )
Una seconda franchigia da play-offs in Pro 14 ( trovare sponsor e pubblico per una squadra che vince è più agevole )
Una terza franchigia di sviluppo ( un investitore con qualche ambizione che volesse rilevare la seconda franchigia non può essere frenato più di tanto nelle scelte tecniche ) dove la Federazione abbia mano totalmente libera
Per fare una cosa come questa occorrerebbero almeno 3 cose che al momento non vedo possibili.
-innanzitutto soldi, molti molti molti soldi; molti più di quanti se ne investano ora
-sponsor: tu dici che trovarne per una squadra che vince è più agevole; indubbiamente, ma qui siamo all'uovo e alla gallina.
-giocatori: non ne produciamo abbastanza e per attrarne come proponi tu servirebbero ancora più soldi.
Provo a superare l'ostilità antropologica che provo per una simile ipotesi.Soidog ha scritto: 6 nov 2020, 23:43I giocatori dovrebbero avere doppio tesseramento per poter giocare in Top 10, quando non schierati in Pro 14.
La Federazione potrebbe introdurre un sistema di scelte e limitazioni per regolare il meccanismo.
Riesci ad abbozzare uno schema di meccanismo che abbia l'effetto di non falsare il TOP10?
A me non viene in mente nulla, ma sono aperto ad esaminare ipotesi
Immaginando che TOP19 sia un refuso per TOP10 mi sfugge il senso di questo torneo: puoi chiarire meglio l'idea?Soidog ha scritto: 6 nov 2020, 23:43Si potrebbe introdurre un mini torneo ad eliminazione diretta e con sviluppo tipo Ballot Cup nelle tre settimane pre stagione, tra le tre franchigie e le prime 5 del Top 19. Per promuovere la manifestazione si potrebbero fare svolgere le partite in zone scelte apposta in tre fine settimana successivi.
Il Top 10 va trasmesso in tv e promosso adeguatamente.
Quanto alla trasmissione e promozione del TOP10: per rendere plausibile una cosa del genere, come direbbe il buon Consulente, il prodotto deve essere appetibile. E per essere appetibile deve essere un campionato agonisticamente valido, con squadre che competono per vincere e non per fare da "allevamento" per le franchigie. Deve avere giocatori validi, che quindi non vengano "rapiti" appena fanno vedere qualcosa di buono. E perchè restino bisogna pagarli. E per pagarli...
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Hai ragione. Questo avviene per una triste e semplicissima ragione. Le società economicamente "povere", ma sportivamente valide, come il mio Calvisano, debbono trasformarsi in sguatteri delle zebre per poter sopravvivere. Più o meno lo stesso avviene per Mogliano nei confronti di Treviso. Non è una volontà, ma una cogente necessità di sopravvivenza. Altre società più ricche, come Rovigo, Reggio e Petrarca possono permettersi di dire no a questa forma di caporalato e perseguire solo i propri obiettivi agonistici. Poi ci sono le Fiamme Oro, ma la loro situazione è imparagonabile alle altre.Pryscot ha scritto: 7 nov 2020, 3:40Riflettendo sui permit mi trovo a dire che l'attuale sistema è davvero poco funzionale con molti difetti e qualche pregio, molto si è già detto su quanto le società di Top10 subiscano questa pratica, vivono la situazione in ordine sparso chi diventando la succursale della franchigia di riferimento chi alzando un muro e vietandola in modo dichiarato o silente, le negatività automaticamente si riflettono anche sui giocatori distorcendo la selezione dei papabili che non viene fatta sul merito ma in base alla fondamentale appartenenza a determinate società.
Un miliardo di minuti di applausi.Pryscot ha scritto: 7 nov 2020, 3:40Sui ragazzi non riesco che a trovare parole di elogio sulla qualità delle prestazioni quando chiamati in causa e sulla capacità poi di portare questa crescita nel club, interessante la nuova categoria di ragazzi che da quest'anno sono sotto contratto con la franchigia quindi PP a scendere ma che data la situazione contingente sarà difficile valutarne il suo vero potenziale.
Voglio dire il livello dei giocatori del Top10 è davvero buono, vedi Koffi contro gli Ospreys, non è PP e senza preparazione pro ha fatto la sua degna figura, per rispetto di questi ragazzi bisogna ridare dignità al massimo campionato nazionale anche ripensando un sistema migliore di PP. le società devono essere parte propulsiva di questo meccanismo e sarà fondamentale superare la conflittualità fra i club e le franchigie questo può essere il vero salto di qualità che il movimento può fare
Peraltro su questo forum mi capita spesso di leggere con un certo fastidio considerazioni supponenti e disinformate che mostrano dileggio e disprezzo verso il campionato domestico: secondo loro il livello di gioco è ridicolo e giocarvi è una perdita di tempo. Poi, però, spesso i ragazzi di TOP10 arrivano come permit e raramente sfigurano. Forse, magari, poco poco, in TOP10 ci sono allenatori bravi e non si gioca così da schifo. Un pochino meno di pregiudizi a volte...
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Sottoscrivo in pieno.Luqa-bis ha scritto: 7 nov 2020, 12:49 @ Gert dal Pozzo
Come in altri sport minori, e un po' anche in pallacanestro e pallavolo , in Italia le migliori espressioni non sono nelle metropoli ma nelle città ,edie.
nel rugby si va oltre, e nel Super10 le società di massimo livello nazionale cittadine sono di Padova, Rovigo, Reggio Emilia, Roma .
Milano e Roma hanno buoni livelli sino alle U18 poi nessuan società dai tempi della caduta di Amatori/MIlan e Rugby Roma è più riuscita a salire.
Non troverei giusto "drogare" il sistema delle società pompando su alcune perché metropolitane.
Non credo che sia più il tempo, come nel ventennio, dove il regime impose a società di calcio di fondersi o sparire, dopo la riforma dei campionati
Di mio aggiungo che nelle grandi città la concorrenza onnivora del calcio si mangia tutto: soldi, interesse, pubblico, sponsor.
Le realtà non si creano in vitro e non si paracadutano (vedi zebre): devono essere radicate per essere vissute ed attrattive. Non siamo gli USA dove possono spostare una squadra NBA di 2000 km e trapiantarla altrove
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Re: La caduta finale dal Tier 1
So che è un problema mio, ma non riesco a non farti notare che questo modo di mistificare quello che la federazione pensa è proprio brutto brutto...jpr williams ha scritto: 7 nov 2020, 14:27 Alla fir se ne sbattono del TOP10. Sai quanto gli frega di creare danni alla feccia che per loro potrebbe sparire senza problema.
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Io guardo ai fatti. Guardo a come ci trattano, a come ci considerano al di là delle chiacchiere. Guardo a quel che ci impongono e al niente che ci danno, al nulla che fanno per il nostro campionato. Guardo al protocollo sanitario per il covid, agli aiuti promessi e mai arrivati, alla gestione dell'obbrobrio permit.speartakle ha scritto: 7 nov 2020, 14:58So che è un problema mio, ma non riesco a non farti notare che questo modo di mistificare quello che la federazione pensa è proprio brutto brutto...jpr williams ha scritto: 7 nov 2020, 14:27 Alla fir se ne sbattono del TOP10. Sai quanto gli frega di creare danni alla feccia che per loro potrebbe sparire senza problema.
Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Io le Zebre (con un altro nome) a Roma le vedrei non bene, benissimo. E non sono di Roma, io sono di Torino. Però la capitale di una nazione che partecipa al 6N DEVE avere una squadra importante, e non ce l'ha, ha una decina di piccole, piccolissime realtà. Quindi un buon numero di appassionati c'è già! Da persona non addentro alle dinamiche di federazione e nemmeno di club di top10, posso solo condividere rilessioni e impressioni da appassionato esterno: una è che si sia perso un treno anni e anni fa, nei primi anni del 6N con il rugby al centro dei riflettori. Oggi, dopo anni e anni di sconfitte, buona parte di quei riflettori si sono spenti con le conseguenze che tutti abbiamo sotto gli occhi. Altre sono che imprenditori delle grandi città interessati ci sarebbero anche stati, anche solo pronti a sfruttare il ritorno mediatico di quegli anni, ma la direzione presa dalla FIR non era quella, preferendo magari anche comprensibilmente premiare una vecchia guardia "locale" con la quale si sono condivisi gli anni del pane e salame piuttosto che scommettere su nuove franchigie o anche solo nuove squadre in top10 favorendo, anche economicamente, l'ingresso di personaggi nuovi ma potenzialmente "pericolosi" per il potere costituito.speartakle ha scritto: 7 nov 2020, 10:59Sicure le grandi città potrebbero dare un plus in termini di richiamo, ma ci vogliono delle realtà che siano almeno radicate nella città, che abbiano un progetto buono. Milano e Roma hanno i propri club ma se non riescono a fare un salto di qualità non penso sia responsabilità diretta della FIR.Gert dal Pozzo ha scritto: 6 nov 2020, 18:44 Scusate ma secondo voi, e lo chiedo senza polemica alcuna, non è una domanda retorica, una crescita può escludere le grandi città? La mia considerazione è no: secondo me non si può. Vuoi per visibilità, vuoi per appetibilità da parte degli sponsor, vuoi per bacino d'utenza. Ma si è mai vista in qualche paese del mondo una cosa simile? Ovviamente è un discorso che andrebbe portato avanti dalla Federazione, dove però mi sembra ci sia una così grossa componente di persone in qualche modo collegate alla situazione attuale e pregressa da rendere impossibile ogni cambiamento.
A me sembra una gestione dilettantistica in generale, con una mancanza di lungimiranza raccapricciante.
Le Zebre le puoi spostare a Roma o a Milano ma se dietro non c'è un club o qualcosa che abbia qualche legame col territorio dubito fortemente possano fare meglio, anzi...
Io non sono Laporte, odio la Georgia e i nazisti dell'Illinois
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Io le Zebre le vedo bene dove c'è qualcuno che si propone con un piano economico sportivo adeguato. Se a Roma o Milano non c'è questo qualcuno, non ce lo possiamo inventare. E non mi sembra che la FIR abbia mai tagliato le gambe ad iniziative che partivano da quelle due città. I Pretoriani erano un esempio lampante.Gert dal Pozzo ha scritto: 7 nov 2020, 15:45 Io le Zebre (con un altro nome) a Roma le vedrei non bene, benissimo. E non sono di Roma, io sono di Torino. Però la capitale di una nazione che partecipa al 6N DEVE avere una squadra importante, e non ce l'ha, ha una decina di piccole, piccolissime realtà. Quindi un buon numero di appassionati c'è già! Da persona non addentro alle dinamiche di federazione e nemmeno di club di top10, posso solo condividere rilessioni e impressioni da appassionato esterno: una è che si sia perso un treno anni e anni fa, nei primi anni del 6N con il rugby al centro dei riflettori. Oggi, dopo anni e anni di sconfitte, buona parte di quei riflettori si sono spenti con le conseguenze che tutti abbiamo sotto gli occhi. Altre sono che imprenditori delle grandi città interessati ci sarebbero anche stati, anche solo pronti a sfruttare il ritorno mediatico di quegli anni, ma la direzione presa dalla FIR non era quella, preferendo magari anche comprensibilmente premiare una vecchia guardia "locale" con la quale si sono condivisi gli anni del pane e salame piuttosto che scommettere su nuove franchigie o anche solo nuove squadre in top10 favorendo, anche economicamente, l'ingresso di personaggi nuovi ma potenzialmente "pericolosi" per il potere costituito.
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Re: La caduta finale dal Tier 1
A proposito dei Pretoriani:
https://roma.corriere.it/notizie/sport/ ... 8889.shtml
questo il thread dedicato: viewtopic.php?f=15&t=16046&start=45
e questa una delle dichiarazioni dell'epoca:
https://roma.corriere.it/notizie/sport/ ... 8889.shtml
questo il thread dedicato: viewtopic.php?f=15&t=16046&start=45
e questa una delle dichiarazioni dell'epoca:
Da notare che in pratica si volva mettere su una squadra in Celtic contando sulle promesse di finanziamento di Alemanno (!) sindaco di Roma. Sappiamo poi che fine ha fatto e soprattutto come ne sono uscite le casse del Comune....TINARI: “STIAMO LAVORANDO CON LA RUGBY ROMA PER CREARE UNA REALTA’ PRE CELTIC DA SUBITO" PDF Stampa E-mail
27/04/2009
Claudio Tinari, presidente dell’ Unione Rugby Capitolina, Paolo Abbondanza, presidente della Rugby Roma Olimpic e l’onorevole Alessandro Cochi, delegato del Sindaco di Roma per lo sport, sono ospiti della trasmissione sportiva QUARTO TEMPO, in onda questa sera su SUPER3, alle ore 23.30. Argomento è ovviamente la Celtic League e il percorso di avvicinamento che le squadre romane stanno compiendo, in attesa della decisione della Federazione Italiana Rugby del prossimo 24 maggio.
L’idea è creare una squadra “pre celtica” unendo le forze di Capitolina e Rugby Roma per giocare il prossimo campionato di Top Ten (la Celtic League partirà dalla stagione 2010 – 2011). “La galoppata di 14 anni della Capitolina comprende 3 anni di Top Ten, - ha detto Tinari - 3 anni in cui ci siamo resi conto che un finto professionismo non è più sostenibile, nell’attuale struttura dei campionati italiani. Stiamo pensando ad un’entità “pre celtica” che possa essere una fusione in previsione di quello che sarà il campionato successivo, senza tralasciare le attività di base. E’ una riflessione che stiamo facendo in questi giorni, che ci permetterà di risparmiare risorse, mettere in campo una squadra che possa essere di esempio e di preparazione al campionato di Celtic League anche per dare alla Federazione un segnale del fatto che stiamo lavorando insieme e vogliamo coinvolgere tutti. La riflessione è a buon punto: dobbiamo decidere la struttura tecnica”.
In merito al discorso Celtic League, il presidente Tinari ha aggiunto: “Ci siamo resi conto, che insieme possiamo lavorare per fare il salto di qualità che serve a questo sport. Entro maggio presenteremo un dossier per questa superfranchigia e, nelle nostre intenzioni, sarà un’entità che coinvolgerà tutto il territorio, Roma, Provincia, Regione Lazio e anche Abruzzo, Toscana, Campania e Sicilia, un’entità che deve avere sede a Roma”. Alfredo Biagini, presidente della S.S. Lazio 1927, presente in collegamento telefonico, ha detto: “Ci siamo trovati d’accordo sul fatto che la strada intrapresa dal rugby 10 anni fa si è rivelata fallimentare. La Celtic League è uno stimolo per confezionare un progetto nuovo e duraturo nel tempo”. Per Abbondanza, presidente della Rugby Roma: “E’ assurdo non pensare a Roma per la Celtic League solo perchè la Capitale ha già il torneo Sei Nazioni. Il Board della Celtic ha dato delle regole per individuare i soggetti partecipanti. Il Presidente Dondi deve essere più chiaro e specificare come avverrà la scelta delle selezioni”. L’Onorevole Alessandro Cochi ha aggiunto: “L’amministrazione capitolina sta ascoltando con attenzione le volontà dei Presidenti delle tre squadre rugbystiche, ed è d’accordo sul coinvolgimento del territorio. Nei prossimi mesi sarà portato a termine il piano di impiantistica comunale”.
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Garry
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Ricordo che una cosa che mi colpì del progetto fu che era stato messo in budget un milione di euro di ricavi per la vendita di magliette e gadget...
E vinsero la gara con Treviso
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"Come vorremmo vivere domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere!"
(dalla Lettera agli amici di Giacomo Ulivi)
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giodeb
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Ti ringrazio per aver risposto punto per punto (io non so come farlo, scusami), effettivamente per "purista" del Top 10 pensavo proprio a te, che nella mia testa rappresenti il tifoso per eccellenza di una squadra di Top 10. Alla fine le posizioni non mi sembrano siano così distanti e forse come dici tu il problema di falsare il Top 10 non è ritenuto tale dalla FIR.
Io sto comunque cercando di trovare una soluzione in cui si possa tutelare te e gli altri tifosi di Top 10 (già siete pochi, così si rischia di farvi estinguere) e allo stesso modo garantire di avere i necessari giocatori per il Pro 14/16 dato che mi sembra ovvio che i 38 previsti da regolamento non siano sufficienti, basti pensare che oggi le Zebre tra infortunati e convocati in nazionale ne avevano fuori 21 che vuol dire che anche avendo i giocatori in ruoli perfetti per schierarne in campo avrebbero bisogno come minimo di una rosa di 44 giocatori (23 in lista gara e 21out), cioè 6 permit.
Ritengo che il numero minimo di partite per la nostra nazionale sia 10: 5 di sei nazioni, 3 test di Novembre e 2/3 test estivi (fossi la FIR mi batterei per averne sempre 2 e non 3 per poter far risposare i nazionali, tanto non penso l'Italia tiri così tanto da rendere anche il terzo test necessario). Alle 5 del 6 nazioni e alle 3 di Novembre non rinuncerei, anche per far fare cassa alla FIR, ma forse la pensi come me quando hai parlato di 8 test, non contando quelli estivi che non si sovrappongono con nessun campionato in Europa.
L'idea di far partire Top 10 e Pro 14/16 in anticipo credo sia possibile e lascerebbe ancora più spazio per rendere i calendari quanto più sfalsati possibile , evitando il più possibile che nazionale e Pro14/16 giochino in contemporanea e dando certezza che non ci sia mai un weekend in cui giochino nazionale, Pro 14/16 e Top 10. Secondo me già questo fattore ridurrebbe molto i clash di conseguenza eliminando alla radice il problema dei pemit/ falsamento del Top 10.
Resta però il dubbio di come fare se per esempio le Zebre durante un turno di Pro 14/16 in concomitanza con il Top 10 dovessero ritrovarsi senza giocatori in un dato ruolo. O si fanno rose di 44/45 elementi per le franchigie con dei permit solo per nome (tesserati in Top 10 che però non posso mai scendere in campo), oppure si potrebbe creare un sistema di incentivi/compensazioni per le squadre di Top 10 che prestano i loro giocatori alle franchigie. Tra le due a mio avviso lavorerei sulla seconda che ha molti pregi rispetto alla prima, ma trovare una modo equo per farlo non è così semplice.
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Re: La caduta finale dal Tier 1
No, grazie a te per il contributo alla discussione. A me piacciono gli utenti che portano argomenti a confronto senza insultare, provocare o dileggiare chi la pensa diversamente. Questa discussione, con gli apporti di vari bravi amici sta secondo me partorendo buone ideegiodeb ha scritto: 7 nov 2020, 18:10Ti ringrazio per aver risposto punto per punto (io non so come farlo, scusami)
Quanto al quotare è piuttosto semplice "lavorando" di copiaincolla: basta copiaincollare le parti fra parentesi quadre che ti appaiono quando quoti. Metti all'inizio della parte che vuoi evidenziare le parti fra quadre come questa: quote=giodeb post_id=947023 time=1604769017 user_id=33916 e alla fine del pezzo la parte con /quote. Ovviamente devi lasciarli fra le quadre (che qui ho tolto altrimenti non funzionava) e ripetere la stessa operazione per ogni parte che vuoi riportare. E' un pò laborioso, ma funziona.
Eh, si, l'idea sarebbe questa. Cercare di costruire un sistema in cui tutto il movimento sia coinvolto in uno sforzo comune, ma che sia un rapporto di collaborazione, non di gerarchia fra braccianti e caporali.giodeb ha scritto: 7 nov 2020, 18:10Alla fine le posizioni non mi sembrano siano così distanti e forse come dici tu il problema di falsare il Top 10 non è ritenuto tale dalla FIR.
Io sto comunque cercando di trovare una soluzione in cui si possa tutelare te e gli altri tifosi di Top 10 (già siete pochi, così si rischia di farvi estinguere) e allo stesso modo garantire di avere i necessari giocatori per il Pro 14/16 dato che mi sembra ovvio che i 38 previsti da regolamento non siano sufficienti, basti pensare che oggi le Zebre tra infortunati e convocati in nazionale ne avevano fuori 21 che vuol dire che anche avendo i giocatori in ruoli perfetti per schierarne in campo avrebbero bisogno come minimo di una rosa di 44 giocatori (23 in lista gara e 21out), cioè 6 permit.
Proprio così. Io parlavo di 8 prendendo in considerazione solo quelli di novembre ed il 6N, che sono quelli in cui si può porre il problema delle concomitanze. Durante il tour estivo il TOP10 e il procoso sono finiti.giodeb ha scritto: 7 nov 2020, 18:10Ritengo che il numero minimo di partite per la nostra nazionale sia 10: 5 di sei nazioni, 3 test di Novembre e 2/3 test estivi (fossi la FIR mi batterei per averne sempre 2 e non 3 per poter far risposare i nazionali, tanto non penso l'Italia tiri così tanto da rendere anche il terzo test necessario). Alle 5 del 6 nazioni e alle 3 di Novembre non rinuncerei, anche per far fare cassa alla FIR, ma forse la pensi come me quando hai parlato di 8 test, non contando quelli estivi che non si sovrappongono con nessun campionato in Europa.
Infatti l'idea sarebbe quella e accontenterebbe tutti. Ma accontentare tutti è un obiettivo quando consideri tutti: poichè il TOP10 non interessa minimamente alla fir della cosa non si parla nemmeno come ipotesi.giodeb ha scritto: 7 nov 2020, 18:10L'idea di far partire Top 10 e Pro 14/16 in anticipo credo sia possibile e lascerebbe ancora più spazio per rendere i calendari quanto più sfalsati possibile , evitando il più possibile che nazionale e Pro14/16 giochino in contemporanea e dando certezza che non ci sia mai un weekend in cui giochino nazionale, Pro 14/16 e Top 10. Secondo me già questo fattore ridurrebbe molto i clash di conseguenza eliminando alla radice il problema dei pemit/ falsamento del Top 10.
No, qui non sono d'accordo. Una squadra affronta la sua stagione con la propria rosa. Punto. Se non c'è una concomitanza con gli impegni della nazionale, posso solo dire affaracci loro.giodeb ha scritto: 7 nov 2020, 18:10Resta però il dubbio di come fare se per esempio le Zebre durante un turno di Pro 14/16 in concomitanza con il Top 10 dovessero ritrovarsi senza giocatori in un dato ruolo. O si fanno rose di 44/45 elementi per le franchigie con dei permit solo per nome (tesserati in Top 10 che però non posso mai scendere in campo), oppure si potrebbe creare un sistema di incentivi/compensazioni per le squadre di Top 10 che prestano i loro giocatori alle franchigie. Tra le due a mio avviso lavorerei sulla seconda che ha molti pregi rispetto alla prima, ma trovare una modo equo per farlo non è così semplice.
Quello che dici può capitare anche a un club di TOP10 e a nessuno interessa che si possa trovare a corto di giocatori. In quel caso il club di TOP10 attinge alle proprie giovanili. Non si capisce perchè se una squadra ha dei problemi debba risolverli a spese di un'altra. Questa è la negazione della collaborazione e la sintesi del caporalato. Le zebre attingano all'Accademia, al limite: non deve essere il club a sopperire alle sue carenze.
Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)
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Re: La caduta finale dal Tier 1
Vedo che ci sono molte idee interessanti ma partono tutte dal principio che con una piccola spinta e una piccola quota di risorse il movimento italiano possa migliorare, crescere progressivamente ed alla fine raggiungere il livello del Tier 1.
Magari avete ragione, ma se ci vogliono altri 20 anni non e' una soluzione perche' anche le risorse saranno sparite, a quel punto.
Se non ve ne frega niente di vincere e contare qualcosa, va bene cosi'
Se volete partire dalla base, lasciate perdere tutti questi meccanismi organizzativi, che sono solo dettagli. Il problema che dovete risolvere e' il seguente:
Come porto allo stadio o davanti alla TV UN MINIMO SINDACALE di mezzo milione di persone ogni settimana? Il che significa che in certe settimane, per esempio per i playoff, ne devo portare un milione o due.
E dovete trovare un modo di farlo (o almeno essere ben avviati) entro il 2024, che e' la data critica entro cui scade il contratto con il 6N.
Perche'? Presto detto, perche' un movimento di interesse di queste dimensioni e' il minimo necessario per avere abbastanza risorse per fare si che i nostri giocatori, anche nei club, possano trovare lo stesso livello di formazione che avrebbero altrove, con le stesse strutture e le stesse possibilita' che avrebbero altrove. E allora potremmo avere anche una nazionale pienamente competitiva con le altre Tier 1.
Vi sembra impossibile? Beh, c'e' un meccanismo molto piu' semplice per arrivare allo stesso risultato. E' sufficiente che l'Italia vinca dalle 8 alle 10 partite contro una Tier 1 nel quadriennio 2021 - 2024. Non e' molto, poco piu' del 20% delle partite contro le Tier 1. Basta cogliere le occasioni quando capitano, cosa che facciamo quasi mai.
Che benedizione sarebbe poi una vittoria rocambolesca contro l'Inghilterra o una squadra dell'emisfero sud, nello stile di quanto fece il Giappone a Brighton!
Occorre anche un marketing migliore di quello di oggi,ma anche questo non e' difficile da mettere in piedi.
Basterebbe questo per risvegliare sufficiente interessa da stimolare una crescita virtuosa del movimento e cosi' potrete tornare a crogiolarvi in sicurezza nei vostri particolarismi da tifoso della squadra sottocasa. Oggi, occorre far vincere la nazionale a qualunque costo, con qualunque sacrificio e con qualunque mezzo, altrimenti non vi sara' piu' nulla per nessuno. CoS aveva ben chiaro questo punto, aveva ragione da vendere, e se ne e' andato quando si e' reso conto che la disponibilita' non c'era.
Magari avete ragione, ma se ci vogliono altri 20 anni non e' una soluzione perche' anche le risorse saranno sparite, a quel punto.
Se non ve ne frega niente di vincere e contare qualcosa, va bene cosi'
Se volete partire dalla base, lasciate perdere tutti questi meccanismi organizzativi, che sono solo dettagli. Il problema che dovete risolvere e' il seguente:
Come porto allo stadio o davanti alla TV UN MINIMO SINDACALE di mezzo milione di persone ogni settimana? Il che significa che in certe settimane, per esempio per i playoff, ne devo portare un milione o due.
E dovete trovare un modo di farlo (o almeno essere ben avviati) entro il 2024, che e' la data critica entro cui scade il contratto con il 6N.
Perche'? Presto detto, perche' un movimento di interesse di queste dimensioni e' il minimo necessario per avere abbastanza risorse per fare si che i nostri giocatori, anche nei club, possano trovare lo stesso livello di formazione che avrebbero altrove, con le stesse strutture e le stesse possibilita' che avrebbero altrove. E allora potremmo avere anche una nazionale pienamente competitiva con le altre Tier 1.
Vi sembra impossibile? Beh, c'e' un meccanismo molto piu' semplice per arrivare allo stesso risultato. E' sufficiente che l'Italia vinca dalle 8 alle 10 partite contro una Tier 1 nel quadriennio 2021 - 2024. Non e' molto, poco piu' del 20% delle partite contro le Tier 1. Basta cogliere le occasioni quando capitano, cosa che facciamo quasi mai.
Che benedizione sarebbe poi una vittoria rocambolesca contro l'Inghilterra o una squadra dell'emisfero sud, nello stile di quanto fece il Giappone a Brighton!
Occorre anche un marketing migliore di quello di oggi,ma anche questo non e' difficile da mettere in piedi.
Basterebbe questo per risvegliare sufficiente interessa da stimolare una crescita virtuosa del movimento e cosi' potrete tornare a crogiolarvi in sicurezza nei vostri particolarismi da tifoso della squadra sottocasa. Oggi, occorre far vincere la nazionale a qualunque costo, con qualunque sacrificio e con qualunque mezzo, altrimenti non vi sara' piu' nulla per nessuno. CoS aveva ben chiaro questo punto, aveva ragione da vendere, e se ne e' andato quando si e' reso conto che la disponibilita' non c'era.
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Garry
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Re: La caduta finale dal Tier 1
State parlando di come fare per rimanere nella prima fascia del rugby internazionale.
Qualcuno si sta anche chiedendo SE rimanere nel Sei Nazioni.
Da lì siete arrivati al Top10 alle impostazioni generali dell'attività, con la FIR che dovrebbe distribuire ai club i ricavi che ottiene con l'attività della nazionale, cosa che credo non succeda in nessun altro sport (intendo i soldi "a pioggia" - gli indennizzi ai club per l'utilizzo degli atleti internazionali esistono già).
La FIR, dite, penserebbe principalmente al vertice e non alla base.
E i club -chiedo io- non fanno la stessa cosa? Non pensano principalmente alla prima squadra? Chi può, vada a vedere quale percentuale del loro budget finisce nel settore giovanile, nella propaganda, nella formazione dei tecnici eccetera.
In anni di Super 10 esisteva un campionato under 21 con un livello tecnico -a detta di tutti- decisamente alto. A volte mi divertivo di più nel seguire quel campionato che il Super 10.
Pensiamo che quel campionato è scomparso perché i club dicevano che fosse troppo oneroso. In quegli anni i club avevano budget stellari, di gran lunga superiori a quelli odierni. Allora chi pensa al vertice trascurando la base?
Nella sua pagina facebook Sergio Zorzi partendo da una bella foto del Treviso under 21 pone dei quesiti chiedendo ai lettori le possibili risposte.
PROPOSTE, CONDIVISIONE E QUESITI PER IL RUGBY ITALIANO
Nella foto allegata la Benetton under 21 anno 2001/2002. Questa squadra raggruppa giocatori che sommano oltre 250 Caps in nazionale maggiore, ci sono altresì numerosi atleti di assoluto spessore che hanno giocato nelle nazionali giovanili e in serie A. Il tutto compensato da ragazzi splendidi che hanno contribuito a vincere uno scudetto di categoria aiutando i giocatori più dotati a emergere nel panorama internazionale.
La prima domanda è : secondo voi cosa potremmo fare per dare una continuità di spessore nella formazione di nuovi talenti che attinga dai nostri vivai?
La seconda domanda è : i campionati del rugby di base come li strutturereste, anni dispari, anni pari (sistema attuale), per annualità, per struttura fisica e perchè?
La terza domanda è : ripristinereste il campionato under 21 per club di eccellenza? se si per quale motivo?
Questo sono i miei quesiti, attendo i vostri feedback.
Qualcuno si sta anche chiedendo SE rimanere nel Sei Nazioni.
Da lì siete arrivati al Top10 alle impostazioni generali dell'attività, con la FIR che dovrebbe distribuire ai club i ricavi che ottiene con l'attività della nazionale, cosa che credo non succeda in nessun altro sport (intendo i soldi "a pioggia" - gli indennizzi ai club per l'utilizzo degli atleti internazionali esistono già).
La FIR, dite, penserebbe principalmente al vertice e non alla base.
E i club -chiedo io- non fanno la stessa cosa? Non pensano principalmente alla prima squadra? Chi può, vada a vedere quale percentuale del loro budget finisce nel settore giovanile, nella propaganda, nella formazione dei tecnici eccetera.
In anni di Super 10 esisteva un campionato under 21 con un livello tecnico -a detta di tutti- decisamente alto. A volte mi divertivo di più nel seguire quel campionato che il Super 10.
Pensiamo che quel campionato è scomparso perché i club dicevano che fosse troppo oneroso. In quegli anni i club avevano budget stellari, di gran lunga superiori a quelli odierni. Allora chi pensa al vertice trascurando la base?
Nella sua pagina facebook Sergio Zorzi partendo da una bella foto del Treviso under 21 pone dei quesiti chiedendo ai lettori le possibili risposte.
PROPOSTE, CONDIVISIONE E QUESITI PER IL RUGBY ITALIANO
Nella foto allegata la Benetton under 21 anno 2001/2002. Questa squadra raggruppa giocatori che sommano oltre 250 Caps in nazionale maggiore, ci sono altresì numerosi atleti di assoluto spessore che hanno giocato nelle nazionali giovanili e in serie A. Il tutto compensato da ragazzi splendidi che hanno contribuito a vincere uno scudetto di categoria aiutando i giocatori più dotati a emergere nel panorama internazionale.
La prima domanda è : secondo voi cosa potremmo fare per dare una continuità di spessore nella formazione di nuovi talenti che attinga dai nostri vivai?
La seconda domanda è : i campionati del rugby di base come li strutturereste, anni dispari, anni pari (sistema attuale), per annualità, per struttura fisica e perchè?
La terza domanda è : ripristinereste il campionato under 21 per club di eccellenza? se si per quale motivo?
Questo sono i miei quesiti, attendo i vostri feedback.
"Come vorremmo vivere domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere!"
(dalla Lettera agli amici di Giacomo Ulivi)